In Aula anche di notte e di domenica. Senatori costretti agli straordinari…

In Aula anche di notte e di domenica. Senatori costretti agli straordinari…

23 Luglio 2014 0 Di Ettore Maria Colombo

Si inizia alle nove del mattino e si va avanti fino a mezzanotte. Tutti i giorni, h 24, sabati e domeniche comprese fino all’8 agosto ma con un incubo ancora maggiore: il rischio di finire assai oltre

Senato della Repubblica

Sono i ‘turni’ di un vu cumprà che raccoglie i pomodori a Foggia? No, macché. Sono i turni che dovranno rispettare i 320 senatori della Repubblica italiana e già a partire dalla prossima settimana.
 
Così’ ha stabilito il ‘nuovo’ calendario dei lavori di palazzo Madama dopo una conferenza dei capigruppo durata oltre due ore, con decisione presa ‘a maggioranza’ e non ‘all’unanimità’ e, poi, dopo il dibattito e il voto dell’Aula stessa durato altrettante ore. Solo che definir il dibattito ‘infuocato’ ormai non rende più l’idea. Siamo, per l’M5S, allo scontro tra maggioranza ‘nazional-fascista’ di mussoliniana memoria (Renzi e il suo Pd…) e la democratica e orgogliosa opposizione dell’Aventino (i pentastellati, ovvio…). Morale: da oggi il Senato è – per le opposizioni, tutte unite (M5S, Misto, Sel, Gal, socialisti, popolari, dissidenti azzurri e democrat e, da ieri, comprensive anche della Lega: in tutto quasi cento voti) – non solo il luogo dove si consuma la “morte della democrazia”, ma un luogo dove occorrerà lavorare tanto, con fatica né requie. Un incubo, se si considera che i senatori hanno ‘na certa’ (età).

paolo romani

Paolo Romani

Certo, ieri le opposizioni e, anche, va detto, l’intero gruppo di FI, capitanato da Paolo Romani, ci hanno provato eccome a fermare l’offensiva del governo, ma non c’è stato nulla da fare. E sia pure se solo con cinque voti di scarto, come hanno fatto notare subito Chit&co., la modifica al calendario dei lavori del Senato è stata approvata. Del resto, il capogruppo democrat, Luigi Zanda, era stato chiaro: “Con oltre 8 mila emendamenti presentati, la riforma costituzionale non verrebbe approvata neanche a fine 2014. Senza dire che – continua Zanda – Abbiamo già avuto 50 ore di discussione in aula e di dibattito”. Dibattito fermo ancora, e senza neppure uno straccio di voto, all’esame dell’articolo 1 del ddl Boschi…
E così, dopo due ore di insulti, scambi di accuse, nocche che battevano forsennatamente sui libroni contenenti gli emendamenti (dai banchi M5S) e urla a scena aperta che non fanno più notizia, Grasso mette in votazione le proposte di modifica al calendario, con tanto di ostruzionismo persino sulla modifica del medesimo.

Finisce come detto: cinque voti di scarto, grazie a banchi del governo insolitamente pieni, e un calendario mai visto prima, al Senato, ma che è anche l’unico modo per evitare armi estreme come ‘tagliola’ e ‘ghigliottina’ contro gli emendamenti, specie quelli ‘a canguro’ (articoli simili per argomento che decadono se si boccia il primo), e il famoso ‘filibustering’ (ostruzionismo) di ogni opposizione.
Per tornare dal serio al faceto, invece, non è mancata la polemica sulla ‘Messa’ della domenica. “Come faranno i cattolici che la domenica vanno in chiesa?!” s’indigna la senatrice Laura Bignami (Misto-ex M5S) che avverte: “qui si conculca la libertà religiosa!”. Governo, insomma, ‘ateo e senza Dio’.

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Fotomontaggio di Matteo Renzi con, dietro, l’immagine del Parlamento

E Renzi? Il premier si limita al classico twett: “Andiamo avanti senza paura”. In realtà, l’obiettivo è arrivare al Consiglio europeo del 30 agosto a riforma del Senato incassata per flettere i muscoli con l’Unione. L’alternativa, pronta come una mannaia, non è la ‘ghigliottina’ al dibattito, ma l’altolà lanciato da un renziano doc, il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti: “Matteo, Torniamo a votare, e presto”.


NB. Questo articolo e’ stato pubblicato sulle pagine di Politica di QN  il 23 luglio 2014 a pagina 2 (apertura)