Pd romano alla caccia di nuovi iscritti con relativo sprezzo del pericolo, ma tra i romani prevale l’apatia e l’indifferenza. “Dotto’, questi se so’ magnati Roma”

14 Giugno 2015 0 Di Ettore Maria Colombo
Il presidente del Pd, Matteo Orfini, area dei 'Giovani Turchi'.

Il presidente del Pd, Matteo Orfini, area dei ‘Giovani Turchi’.

“Catoche?” ‘Catoblepismo’. “Vuol dire, ecco, le cito il testo, ‘i partiti, anziché essere controllati dai cittadini, si auto-controllano’. Lo dice Fabrizio Barca. Sa, l’ex ministro? Lei cosa ne pensa?”. “A’ dottò (a Roma basta giacca&cravatta che sei già ‘dotto’, ndr.) ma sti’ infami, se so’ magnati Roma e ancora ce vonno fregà?!”.
Inizia così, in piazza Campo de’ Fiori – dove la statua di Giordano Bruno ricorda, memento mori, che fine fanno i ‘marziani’ a Roma – la giornata del cronista a caccia del nuovo iscritto al Pd romano. Mario (nome d’arte: persino lui, infatti, preferisce l’anonimato) va di fretta. Eppure, è sempre stato fedele “ar Bottegone (Botteghe Oscure, poco più avanti, la storica sede nazionale del Pci, ndr.), ma mo’ nun ce credo più, so’ c. loro. Io c’ho un sacco de’ bollette, da pagà. I soldi pe’ la tessera l’ho dati pe’ na’ vita, e mo’ basta!”.
La sfida lanciata da un Pd romano squassato da Mafia Capitale ha del temerario: due giorni due di campagna per il tesseramento. Anno domini 2015 però, che quello del 2014 è stato azzerato. Dietro Campo de’ Fiori c’è la storica sezione del Pci-Pds-Ds e, ora, Pd, dei ‘Giubbonari’, dal nome dell’omonima via. La sezione è un posto piacevole, pieno di gente indaffarata, anche di giovani, oltre che di antichi militanti. “Dottò (aridaje, si dice a Roma, ndr.) – dice Piero – ‘a tessera ‘a ripijo. Ce credo. Er partito è pulito!”.
La sezione Giubbonari gonfia il petto: avevano quasi 500 iscritti, c’è chi conta di farne altrettanti e chi, mesto, spera: “almeno 300”. La segretaria del circolo, Giulia Urso (sveglia, tosta, preparata) non c’è: è impegnata a un banchetto, ma in tutt’altra zona. Parla al telefono e, quasi dispiaciuta, racconta: “Speravo negli insulti, nella rabbia della gente, pronta a ribattere, a confrontarmi, a spiegare. Invece ho trovato solo disinteresse, fretta e la tipica apatia romana. Di noi, del Pd, non frega più nulla, ai romani, ecco la triste verità”.
Eppure, qualcuno che ancora scrive, ‘a Giulia’, via email, o sms, non per vomitare insulti, ma per dirle ‘daje! vai avanti’ ancora c’è. Eppure, la nuova tessera del Pd costa 30 euro (+10 euro sul 2014). Certo, un signore anziano e distinto, ex iscritto, preferisce inveire contro il sindaco Marino, in perfetto italic: “Lui è un cretino e Roma fa schifo tra vandali, rifiuti, multe, che solo lui non paga. Marino l’ha scelto il Pd. Non li voterò più, campassi cent’anni”.
Tutti così? No, affatto. Molti, invece, ancora ci credono: “Io mi iscrivo. E’ solo grazie a noi, agli onesti, che si può ricominciare”, dice Fabio, barbuto quarantenne. “Non so, ci devo pensare, ma sono di sinistra, la destra romana fa sempre paura, Salvini e Grillo speculano sulle nostre disgrazie, finisce che appena posso ritorno”, è il barlume di speranza che lascia al banchetto Silvia, studentessa. Il guaio è che molte altre sezioni o circoli, che dir si voglia, del Pd romano o sono chiuse o non rispondono neppure al telefono. Del resto, da Ostia a Fregene, da Torbellamonica a Torpignattara, le sezioni più’ periferiche sono proprio quelle che sono state commissariate dal partito nazionale. Per dire, il torinese Esposito e’ stato spedito a vedersela con i “mafiosi veri”, quelli di Ostia, il napoletano Gennaro Migliore pure e’ stato spedito in piena periferia come un’altra piemontese tutta d’un pezzo, la deputata dem Rossomando.
Eppure, a Testaccio come a Trastevere, a San Lorenzo come alla ex sezione Prati-Mazzini (quella di D’Alema), i banchetti del Pd ci sono, si vedono, si fanno sentire. “Nessuno ci insulta”, è già un successo”, sospira la deputata calabrese Rosa Calipari. A lei, il partito l’ha spedita a fare da commissario al XV Municipio, “quello der Cecato, per capirsi”, ci spiega, “ma anche il solo dove governava da sempre la destra: qui non c’era un branco di lupi da sfamare. Anzi, s’è fatta una bella discussione, anche con la minoranza…”. Che equivale a dire che, al XV Municipio, non solo esiste il Pd, ma pure la sua minoranza.‘
Proprio ieri il raffinato intellettuale, non certo renziano, Fabrizio Barca ha presentato il suo progetto ‘Luoghi idea (li)’ (scritto così, sic). Barca propone il “partito-palestra, uno spazio di confronto aperto, anche acceso”. Si vede che ci crede, Barca. Il guaio è che, se Buzzi&Carminati “se so’ magnati Roma”, Roma ‘se magna’ chiunque, da millenni. ‘Intellettualini’ o ‘-oni’ in testa.

NB. Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2015 a pagina del Quotidiano Nazionale.