Renzi ha scelto: il ‘compagno Andrea’ all’Organizzazione. Chi è Andrea Rossi: reggiano, ex bersaniano, braccio destro di Bonaccini in Regione

18 Gennaio 2017 0 Di Ettore Maria Colombo
(ER) PD. ROSSI: IO IN NUOVA SEGRETERIA RENZI? NO COMMENT/FT (FOTO 1 di 1)

Andrea Rossi e Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, di cui è sottosegretario

«NO COMMENT». Risponde così, Andrea Rossi (classe 1976, sposato, ‘casalgrandese’ da sempre, come si definisce nella sua stringata bio, cioè uomo radicato e orgoglioso della sua Casalgrande, paese del reggiano di cui è stato sindaco dieci anni, dal 2004 al 2014), il nuovo responsabile Organizzazione del Pd. Lo ha voluto direttamente e cocciutamente lo stesso Matteo Renzi contro le pressioni del ministro Martina (che voleva quella poltrona per sé) e le resistenze dell'”Apparato” (quello ex Dc-Ppi, però, in questo caso, che pure nel Pd c’è).
Chi conosce «il compagno Andrea» sa che la nomina è ben più di un gossip, ma sa anche che il ragazzo è fatto così: quadrato e riservato. Ergo, fino all’ufficializzazione della notizia (anche qui Renzi ha deciso che la nuova Segreteria, con relativo ‘rimpasto’ di cui si parla da settimane, diventerà ufficiale sabato 21 gennaio quando il Pd mobiliterà tutti i suoi circoli), da Rossi non uscirà una ‘ah’. Nato, politicamente, nei Ds (anche perché nel 1991, quando venne sciolto il Pci, aveva 15 anni…), partito dove si è fatto le ossa, poi entrato nel Pd (oggi è membro della Direzione Nazionale e della Direzione provinciale di Reggio-Emilia), Rossi è quello che, una volta, ai tempi del Pci, veniva definito il perfetto «uomo macchina».
Infatti, sia da bersaniano prima («di ferro») che da renziano poi (altrettanto «di ferro»), Rossi quello fa e sa fare: organizza. Il suo paese natìo, la sua provincia (Reggio), la sua regione. E non è un caso che l’attuale governatore, Bonaccini – a sua volta ex bersaniano diventato renziano – una volta che lo scoprì, tanti anni fa, poi se l’è portato dietro ovunque fino alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, di cui Rossi è oggi sottosegretario.
MA LA SCINTILLA tra il Rottamatore fiorentino e il casalgrandese come e dove è nata? Rossi appoggia Bersani contro Renzi alle primarie 2012, poi arrivano le Politiche 2013, Bersani ‘non vince’, Rossi ci pensa su e scrive una lettera aperta: «Forse è il caso di ripartire da zero>, il che però vuol dire, per Rossi, <<da Renzi». E così quando Renzi si candida alle primarie del 2013 contro Cuperlo parte da due Feste dell’Unità che sono due topos dell’iconografia post-Pci: Bosco Albergati (Modena) e Villalunga-Casalgrande (Reggio). E a ‘organizzare’ il trionfo di Matteo nell’Emilia-Romagna ancora «rossa» è lui, il «compagno Andrea». Renzi, folgorato dalle sue capacità, lo chiama nel comitato nazionale a Firenze e Rossi entra in rapporto con Luca Lotti, che se lo porta pure a Roma.
Poi la candidatura in Regione, l’elezione, il lavoro con un Bonaccini che oggi può giustamente rivendicare di averlo ‘scoperto’ lui, al Rossi. E un rapporto con ‘Matteo’ che passa anche per gli sfottò e sul calcio: Rossi è tifosissimo della Juve, Renzi della ‘Viola’, i due si scambiano sms ‘anche’ sul campionato, oltre che, ovviamente, sulla politica…
Certo, la nomina di Rossi non è ancora ufficiale. Dal suo entourage, per sdrammatizzare, rispondono con un battuta: «stiamo costruendo la Segreteria, che per Statuto ha 15 membri, mica la Direzione, che ne conta duecento…». Come a dire: “Chi entra Papa, in un conclave, esce cardinale…”. Ergo, qualcuno resterà fuori per forza, dalla Segreteria.
In effetti, qualche problema è sorto, lungo la strada. Renzi doveva formalizzare la nuova Segreteria nazionale oggi, ma è slittato tutto al 21. I motivi? Una rinuncia eccellente (lo scrittore Carofiglio), le perplessità di alcuni sindaci (Bonajuto), i soliti appetiti delle correnti che stanno col segretario, ma urlano «vogliamo di più» (Area dem, l’area Martina, i Giovani Turchi). E la preoccupazione di Guerini – che cederà volentieri l’Organizzazione a Rossi perché impegnatissimo sul fronte politico nazionale e perché la riteneva, da tempo, «troppo gravosa» – e Serracchiani di riuscire a «compensarle» tutte.
Infatti, la nuova segreteria del Pd – composta per Statuto da 15 membri più Renzi e due vice, Guerini e Serracchiani – vede varie new entry, molte uscite, poche conferme.
Entrano di sicuro Nannicini (Economia), Fassino (Esteri) e l’emiliano Andrea Rossi (all’Organizzazione). In forse, nelle ultime ore, alcuni innesti che parevano sicuri dello scrittore Gianrico Carofiglio e di uno dei due sindaci del Sud cui Renzi aveva chiesto una mano (Falcomatà di Reggio Calabria e Ciro Bonajuto di Ercolano) mentre è sicuro l’arrivo di Mattia Palazzi, sindaco di Mantova. Escono ben quattro donne (Paris, Capozzolo, Covello, Braga), giudicate «inesistenti» da Renzi, e una, Campana, coinvolta in Mafia Capitale, Amendola e Tonini, invece, per altri impegni istituzionali sopraggiunti. Resistono in sei: Ermini (Giustizia), Fiano (riforme), De Maria (Formazione, area Cuperlo), Ricci (Enti locali), Puglisi (Scuola), Taddei (lavoro). I renziani Carbone e Bonaccorsi pure in forse.
MORALE: Renzi – che, in realtà, ha in testa molto altro (la data del voto, la legge elettorale, etc.), ma che ha anche capito, stavolta, che senza un vero e pieno rilancio del partito non va da nessuna parte – si è preso un paio di giorni in più per riflettere. La Segreteria sarà varata solo venerdì. Oggi, mercoledì, al Nazareno, si vedranno i segretari regionali e provinciali, convocati dai due vicesegretari, Guerini e Serracchiani, per fare il punto e coordinare le tante iniziative incombenti: il 21 gennaio mobilitazione dei circoli dem; il 27-28 gennaio, a Rimini, conferenza di tutti gli amministratori locali e rentreé pubblica del leader, il 4 febbraio iniziativa sull’Europa. Tutti appuntamenti, tranne quello del 27-28 gennaio, quando parlerà dal palco, in cui Renzi ha deciso di adottare, d’ora in poi, il «modello Young Pope»: farsi vedere poco e far crescere l’attesa è l’idea (chissà se piacerà).
Una cosa è certa: spetterà al «compagno Andrea» raccogliere, intorno al ‘giovane leader’, nuove e fresche folle plaudenti. Non sarà facile, ma il compagno Andrea ha spalle larghe.


NB: Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2017 a pagina 10 del Quotidiano Nazionale