Governo Conte, sui migranti passa la linea Salvini, ma ‘rivista’. Pace armata con la Trenta, a Innsbruck si punta all’asse con Germania e Austria

Governo Conte, sui migranti passa la linea Salvini, ma ‘rivista’. Pace armata con la Trenta, a Innsbruck si punta all’asse con Germania e Austria

10 Luglio 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Migranti, nel governo passa la linea Salvini ‘rivista’.

Pace con la Trenta, a Innsbruck si punta all’asse con Germania e Austria

Pubblico qui l’articolo scritto ieri per Quotidiano Nazionale in cui racconto del vertice sull’immigrazione che si è tenuto a palazzo Chigi tra il premier Conte, i due vicepremier Salvini e Di Maio e il ministro dell’Economia (si è parlato anche di lavoro, al vertice, e in particolare del decreto dignità, rispetto al quale va ancora avanti lo scontro tra Lega e M5S sulle modifiche da apportare, ma non è materia dell’articolo) sull’atteggiamento che il governo italiano terrà all’importante vertice di Innsbruck che si apre giovedì tra i ministri degli Interni dei Paesi Ue. La linea Salvini, dopo la ‘tregua armata’ con la titolare della Difesa Trenta, è duplice: ‘isolare la Francia’ e ‘far asse con Germania e Austria’. 

 

salvini Matteo

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini

Ettore Maria Colombo – ROMA – 10 luglio 2018

MATTEO SALVINI vuole che, sull’immigrazione, il governo Conte parli con una sola voce, la sua, ma i ministri Trenta (Difesa) e Moavero (Esteri) puntano i piedi. Dal summit tenuto ieri dal gotha del governo (il premier, i due vicepremier, il ministro all’Economia) esce così una linea Salvini sì, ma reloaded. La ministra alla Difesa, Trenta, al vertice di governo non c’era «neanche in spirito», sottolinea il titolare dell’Interno (la Trenta si è però collegata via telefono) e il ministro degli Esteri Moavero neppure, ma l’incidente diplomatico nato tra lei e Salvini rientra, anche se al prezzo di una mezza vittoria (e, dunque, di una mezza sconfitta) per entrambi.

La ministra Trenta difende la missione, a guida italiana, «Sophia» (Eunavformed in codice, e c’è anche la «Themis»), con le unghie e i denti. La linea dura annunciata da Salvini («Chiederò la chiusura dei porti italiani alle navi delle missioni internazionali») viene smussata: le missioni internazionali in essere restano tali. Ma il titolare dell’Interno – che ieri è salito al Colle per un colloquio con Mattarella dove ha sfiorato il tema dell’inchiesta sui fondi della Lega, ma senza citare mai i giudici che hanno sequestrato 49 milioni alla Lega, anche perché Mattarella lo ha subito stoppato, sul punto, mentre ha ribadito ‘comprensione’ per la politica migratoria dell’Italia e invitato il ministro a smussare i toni (“Sono fatto così, presidente”) – ribadisce che serve un ripensamento di tutte le missioni europee perché prevedono che chi viene salvato venga portato automaticamente in Italia. Si farà, forse, al vertice informale dei capi di Stato europei che si terrà a settembre a Salisburgo, non prima. Del resto, la posta in gioco è alta e per Salvini è più importante tenere dritta la barra: sulla chiusura dei porti alle ong il premier Conte ha sposato la linea Salvini (e il ministro alle Infrastrutture Toninelli pure), sulle missioni internazionali l’arte della diplomazia dei ‘tecnici’ ha prevalso. Ma un «patto» di ferro austro-tedesco potrebbe portare alla chiusura delle frontiere esterne della Ue (quelle di Schengen) per tutelare quelle interne. E anche queste sono a rischio, con tanto di minaccia di ricorrere al filo spinato al Brennero, da parte austriaca, nome – quello del Brennero – che rievoca infausti ricordi della storia patria. Dalla terra al mare, ieri notte è scoppiato il caso della nave Vos Thalassa che batte bandiera italiana e che avrebbe salvato, anticipando l’intervento della Guardia Costiera libica, 66 migranti. L’intenzione del Viminale, non confermata, è quella di bloccare lo sbarco della nave in Italia. Il caso rischia di generare polemiche.

L’AUSTRIA con la Germania dei falchi, dice, almeno a parole, di voler «collaborare» con l’Italia, ma solo il vertice di Innsbruck farà scoprire le carte. Il tema è sempre quello dei «movimenti secondari»: il no di Salvini all’ingresso in Italia di questi migranti è netto e il ministro insisterà, con i suoi colleghi, sul rafforzamento della protezione delle frontiere esterne e per un serio ricollocamento europeo dei richiedenti asilo. La strada del sostegno alla Libia è già tracciata, come pure quella degli accordi con altri Paesi africani (a oggi c’è solo la Tunisia, però l’Italia presto proverà ad ampliare le intese con altri Paesi) ma l’Italia di Salvini non può accettare che Austria e Germania le scarichino addosso maree di migranti di ritorno solo perché i due Paesi citati vogliono liberarsi di rifugiati già accolti. Salvini avrà vinto se si darà vita a centri di rimpatrio fuori dalla Ue e se nascerà un nuovo asse tra Italia-Germania-Austria, avrà perso se l’asse tra Germania e Austria escluderà l’Italia. Dal Viminale si fa sapere che domani con il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer, e giovedì col corrispettivo austriaco, Herbert Kickl, leader del Fpoe, Salvini terrà prima un incontro bilaterale e poi un trilaterale, ma viene vista come una vittoria italiana, anche il bilaterale chiesto all’Italia dal ministro degli interni francese, Collomb. E così, l’obiettivo, più che «isolare la Francia» potrebbe essere più diplomatico ma più scaltro: evitare che Germania e Austria si saldino solo tra di loro.

NB: L’articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2018 a pagina 8 del Quotidiano Nazionale.