Conte esce dall’ombra (“La Ue ora ci ascolta”), Salvini si compiace

Conte esce dall’ombra (“La Ue ora ci ascolta”), Salvini si compiace

15 Luglio 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui un articolo sul ruolo del premier Conte e del vicepremier Salvini sulla soluzione dell’ennesimo sbarco dei migranti. 

Conte esce dall’ombra: “La Ue ora ci ascolta”.

Lettera e telefonate con i leader Ue. Salvini si complimenta: “gestione perfetta”

 

Vertice Ue lItalia minaccia il veto ma nella notte si tratta a oltranza

Il premier italiano Conte e quello francese Macron

Ettore Maria Colombo – ROMA – 15 luglio 2018.

IL MERITO è di Conte, con la regia di Salvini. «I risultati arrivano se la Ue lavora unita», dice il premier e annuncia anche di voler a organizzare, in Italia, «una Conferenza internazionale sulla gestione della migrazione, indicativamente verso la fine del prossimo mese di ottobre». «L’Italia viene ascoltata», raggiungendo quello che Salvini definisce, benedicendo l’operato di Conte, «un risultato storico». Salvini, poi, continua con le iperboli: «Storico per coerenza, concretezza e velocità!». Il bollettino di guerra che arriva da palazzo Chigi come dal Viminale recita solo buone notizie. Sciocco, però, non vederle.

LA GIORNATA di ieri era iniziata con il rischio di un ennesimo sbarco non controllato di 450 migranti, che – su un barcone di ferro a due piani – dalla Libia si erano diretti prima verso Malta e poi, non aiutati dalla Guardia costiera maltese, avevano puntato verso la costa della Sicilia, finendo prima nei pressi di Lampedusa e poi di Linosa, ed è finita con altri Paesi europei (e non due Paesi qualsiasi: la ‘nemica’ Francia e la ‘arci-nemica’ Malta) che, per la prima volta, se ne prendono in carico, almeno in parte (50 a testa su 450). Il premier Conte esulta, il ministro dell’Interno esulta, Mattarella tace, ma stavolta è soddisfatto. Di Maio esulta poco, nervoso ma per altri motivi (il presunto ‘complotto’ sul decreto dignità).

Tutto inizia quando il premier Conte – dopo aver avuto una «lunga e cordiale telefonata» con Salvini – scrive, di mattina presto, ai massimi vertici della Ue (Junker e Tusk), una lettera per sollecitare «l’applicazione immediata», cioè al caso dei 450 migranti al largo della Sicilia, «dei principi europei affermati nell’ultimo Consiglio europeo di fine giugno» (che, però, era finito in nulla). «L’Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei» è la linea (dura) di Conte. «Volere è potere. Io non mollo. Prima gli italiani» scrive, a sera, sulla sua pagina Facebook, il titolare dell’Interno. Anche la Farnesina ha collaborato inviando note diplomatiche alle ambasciate dei Paesi Ue per sollecitare la disponibilità dei rispettivi governi ad accogliere, ciascuno, una parte dei migranti.

E dunque, tutto è bene quel che finisce bene: Salvini non molla, Conte fa la voce grossa e si fa ascoltare, Di Maio apprezza (o, forse, finge di farlo): «La posizione ferma e decisa dell’Italia», Toninelli si accoda. I due vicepremier avevano esaminato, insieme, tre ipotesi: 1) redistribuzione immediata dei 450 con altri partner europei; 2) contatti con Libia per il loro eventuale rientro sulle coste libiche, da dove sono partiti; 3) permanenza a bordo delle navi dove fare riconoscimenti ed esame richiesti. Passa, dentro la Ue, incredibilmente, la prima opzione, cioè la più tosta e la meno agevole per gli altri Paesi. Del resto, Salvini era stato chiaro e a Conte, già nella prima telefonata, dopo averlo informato della situazione dei migranti a bordo delle navi della Gdf e di Frontex, aveva detto: «In Italia si arriva solo con mezzi legali, occorre un atto di giustizia, rispetto e coraggio per contrastare i trafficanti e stimolare un intervento europeo». In pratica, la linea di Salvini diventa quella di Conte: nessun porto italiano per i migranti.

CONTE spedisce la lettera (che per un po’, a Bruxelles, fanno finta di non aver ricevuto) e, ovviamente, a fine serata passa all’incasso: «È un risultato importante ottenuto dopo una giornata di scambi telefonici e scritti che ho avuto con tutti i 27 leader europei. Ho ricordato loro la logica e lo spirito di condivisione che sono contenuti nelle conclusioni del consiglio europeo di fine giugno». Stavolta ha vinto Conte: l’Italia è stata ascoltata.

NB: L’articolo è stato pubblicato a pagina 3 del Quotidiano Nazionale il 15 luglio 2018. 

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