Renzi, genitori ai domiciliari. Lui assicura “non mollo”, ma è un macigno. Cronaca di una strana giornata

Renzi, genitori ai domiciliari. Lui assicura “non mollo”, ma è un macigno. Cronaca di una strana giornata

18 Febbraio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

I genitori di Renzi finiscono ai domiciliari. L’ex leader assicura: “Io non mollo di un centimetro”. Ma mette nel mirino, come altri nel Pd, la ‘giustizia ad orologeria’. Cronaca di una ‘strana’ giornata

 

renzi genitori

Laura Bovoli e Tiziano Renzi, genitori dell’ex Premier Matteo

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, il papà e la mamma di Matteo Renzi, sono finiti agli arresti domiciliari con un provvedimento eseguito dalla Guardia di Finanza. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

I due genitori dell’ex premier ed ex leader del Pd sono accusati di aver provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse per diversi milioni di euro. Con i genitori dell’ex premier sono indagate altre 5 persone, tra cui Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie del 2012. Gli altri sono gli amministratori delle cooperative che avrebbero agevolato questo sistema ritenuto illegale dai giudici.

La clamorosa svolta dell’indagine – condotta dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, dall’aggiunto Luca Turco e dal pubblico ministero Christine Von Borries – sembra sia arrivata nell’autunno scorso grazie all’esame della documentazione acquisita presso la “Eventi 6” che portava a tre cooperative: “Delivery”, “Europe service Srl” e “Marmodiv”. Queste ultime due furono perquisite nei mesi scorsi e il materiale sequestrato – libri contabili, fatture, contratti – avrebbe corroborato l’ipotesi accusatoria convincendo i magistrati a chiedere l’arresto dei coniugi Renzi per il timore di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato.

La notizia dell’arresto fa il giro di redazioni e mondo politico. Una giornata ‘strana’

 

Fiorenza Sarzanini

La cronista di giudiziaria, Fiorenza Sarzanini

 

La notizia – lanciata in esclusiva dal Corriere.it  per la firma della sua più valente cronista di giudiziaria, Fiorenza Sarzanini, giornalista che gode ottimi rapporti con le Procure – piomba, nelle redazioni e nel mondo della politica, come un fulmine a ciel sereno in una giornata che sarà da ricordare, nel bene come nel male, e per tutti i suoi protagonisti, da Di Maio a Salvini fino a Renzi.

 

Votazione Rosseau Salvini Diciotti

Votazione online dei 5Stelle su Salvini per il caso Diciotti

 

Perché si tratta della stessa giornata, il 18 febbraio, in cui il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è finito sulla graticola, tutto il giorno, per il voto on-line dei militanti 5Stelle che, sulla loro piattaforma Rousseau, tra ritardi, blog in tilt e un quesito formulato in modo capzioso hanno votato sul suo destino. Se, cioè, dire di no o dire di sì alla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei Ministri di Catania. La stessa richiesta su cui domani, martedì 19 febbraio, si pronuncerà l’unico organo deputato, secondo la Costituzione, a farlo, e cioè la Giunta per le Immunità del Senato (ancora non ne sappiamo l’esito mentre scriviamo, ndr.), e dopo di essa – entro un paio di settimane – l’aula del Senato. Ma se Salvini fosse stato ‘condannato’ dal sacro blog ne sarebbe seguita, di fatto, una vera e propria crisi di governo perché i senatori pentastellati avrebbero dovuto ‘attenersi’ al voto dei militanti del blog, quindi condannarlo, invece è stato salvato. 

 

arresto renzi papà

Laura Bovoli e Tiziano Renzi, arrestati per bancarotta fraudolenta

 

Ecco, in una giornata come questa la notizia dell’arresto, seppure ai domiciliari, dei genitori di Renzi – che è appena ritornato sulla scena pubblica con un nuovo libro – appare come un fulmine a ciel sereno e lascia adito a molti dubbi e, anche, a molte interpretazioni. Molti, tra i renziani e anche tra i non renziani, nel Pd, ma persino dentro le redazioni, parla già di “giustizia ad orologeria” e di “complotto”. Peraltro, si insinua il sospetto che i 5Stelle sapessero della notizia, e sin dalla mattina. Avrebbero avvertito persino alcuni direttori di alcuni grandi giornali, rendendo nota anche a loro una notizia-bomba che neppure Renzi, colto di sorpresa mentre, a Nichelino, in provincia di Torino, presentava il suo libro, sapeva e che ha appreso, come tutti, leggendo l’anticipazione del Corriere.it. 

 

carlo Sibilia

Carlo Sibilia

Salvini, invece, che si trova in Sardegna per un tour de force elettorale (resterà sull’isola per un’intera settimana), perché domenica prossima, 24 febbraio, ci sono le Regionali ed è convinto che il centrodestra farà lì un nuovo en plein, dice che “non c’è niente da festeggiare”. Anche i 5 Stelle lo dicono, con Carlo Sibilia e poi anche con una nota che usa il meccanismo giornalistico consueto del “Di Maio ai suoi”: “non c’è niente da festeggiare”, appunto, ma con molta minor convinzione.

Solo qualche giorno fa, per dirne una, un loro deputato ha fatto il ‘gesto’ delle manette a Gennaro Migliore, renziano di ferro, in Aula, mentre si discuteva di tutt’altro, provocando la reazione inviperita del Pd che a quel punto ha deciso di uscire dall’Aula. Ne è scaturito anche uno scontro dei deputati dem con Roberto Fico, che – dal suo scranno di presidente della Camera – ha rivolto loro uno sfottente ‘arrivederci’, provocando il conseguente, pesante, parapiglia con tanto di volo di fogli.

Gesti e ‘provocazioni’ che, ieri sera, sono tornati subito alla mente dei dem. “Forse i 5Stelle pensano di recuperare nei loro disastrosi sondaggi consumando la campagna elettorale per le Europee a suon di cappi e manette?!” si chiedono, con malcelato sospetto, ora i democratici, renziani e non.

 

La reazione di Renzi è, ovviamente, durissima: “Non ci faremo processare”

 

matteo renzi presentazione libro

L’ex premier ed ex leader del Pd Matteo Renzi

Naturalmente, la reazione di Matteo Renzi è furibonda. I suoi lo descrivono “lucido e determinato”, certo, ma è colmo d’ira. Peraltro, per ore, nessuno dei tre concorrenti alle primarie del Pd dice una parola di solidarietà, almeno fino alle 22 di sera, quando arrivano le dichiarazioni di Zingaretti, di Martina e, ovviamente, di Giachetti, considerato da tutti gli osservatori come il più vicino a Renzi.

L’ex premier ed ex leader, ieri sera, si trovava a Nichelino, in provincia di Torino, per una presentazione del suo libro. Stava firmando autografi, a un certo punto chiede di andare in bagno. I suoi amici (erano presenti l’ex deputato dem Stefano Esposito e il parlamentare Giacomo Portas) vedono passare i minuti e si chiedono se si sia sentito male. Quando Renzi esce dal bagno è terreo in volto: ha appena appreso la notizia. Si costringe a firmare ancora qualche libro e fare alcuni selfie, ma poi prende la macchina e torna indietro, in direzione di Firenze, annullando un altra presentazione del libro che avrebbe dovuto tenere la sera, dopo cena. Sono 400 km in linea d’aria che Renzi percorre senza rispondere praticamente a nessuno, sul cellulare, anche ai suoi amici. Vuole tornare a casa per parlare con i suoi genitori e con l’avvocato di famiglia. Per provare a capire.  

Naturalmente, Renzi è sotto choc. Quando arriva e capisce la gravità della cosa decide di scrivere un post su Facebook, dopo aver annullato tutti gli impegni di domani (interviste radio e tv, più la presentazione del suo libro a Torino). Un post durissimo che compare sulla sua pagina Facebook: “Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge”.

Dunque, scrive Renzi, “sono impaziente di assistere al processo perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai. Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello Stato”.

“Arriveranno le sentenze – continua – e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi (e la sottolineatura che Renzi fa della giornata politica non è casuale, ndr) – questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse, vedremo chi è colpevole e chi no”.

 

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La prigionia e l’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse

 

“Chi ha letto le carte – continua a ripetere Renzi – dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda. Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà. Forte delle mie idee. Forte dell’affetto di tanta gente che sa perfettamente che cosa sta accadendo”.

Renzi, insomma, è come se stesse rievocando lo statista della Dc, Aldo Moro, che disse – però in Parlamento – che “la Dc non si sarebbe fatta processare nelle piazze”. Un discorso drammatico, quello di allora, nel pieno degli anni di piombo. Drammatico quasi quanto quello di Renzi oggi.

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La copertina del nuovo libro di Matteo Renzi, “Un’altra strada” (Marsilio)

 

“Voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale”. Queste parole, invece, Renzi le dice – e le manda a dire – a chi pensa che un evento del genere possa rappresentare, di fatto, la fine della sua carriera politica. “Se qualcuno – sottolinea Renzi – pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta”.

 

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Ma certo è che un macigno del genere cade sulla testa di un ‘figlio’, prima ancora che di un leader, che aveva iniziato a cercare il suo riscatto politico, e la sua nuova ‘strada’ (non a caso “Un’altra strada” s’intitola il libro per Marsilio), molto probabilmente sempre più lontano e distante dal Pd, un partito in cui Renzi, ormai, stenta a riconoscersi e che, a maggior ragione se Nicola Zingaretti vincesse le primarie, si riconoscerà dopo il 3 marzo.

Tanto lo riconosce poco – Renzi – il Pd che molti, anche su queste pagine, ne avevano di fatto preconizzato l’avvio di una partita politica, forse prima o forse meglio dopo le elezioni europee, assai diversa da quella del Pd, facendo nascere un suo ‘movimento’ di impronta liberal-democratica. 

 

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Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi

 

Tutti sogni – o, ancora, forse, possibilità – che l’annuncio degli arresti domiciliari dei genitori di Renzi rischia di affossare, azzoppandone il figlio, una volta per tutte. Per sempre, forse. Certo, Renzi combatterà come un leone anche stavolta, ma il processo ai genitori che seguirà a questa decisione dei giudici di Firenze si protrarrà chissà per quanti anni ancora e continuerà a perseguitare il loro figlio come, in Macbeth di Shakeaspeare, il re Enrico VI era perseguitato dall’ombra di Bancor.


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato in forma originale per il blog e il sito di notizie spraynews.it