“No Pass(aran)!”. La follia dei ‘No Pass’ preoccupa il Viminale. Quanto valgono i loro voti

“No Pass(aran)!”. La follia dei ‘No Pass’ preoccupa il Viminale. Quanto valgono i loro voti

26 Luglio 2021 1 Di Ettore Maria Colombo

“No Pass(aran!)”.  La follia dei ‘No Pass’ preoccupa il Quirinale. Quanto valgono i loro voti. La tentazione di Lega e FdI di lucrarvi

La follia dei ‘No Pass’ preoccupa il Quirinale

La follia dei ‘No Pass’ preoccupa il Quirinale

 

Nb: questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2021 sulle pagine di Tiscalinews.it

 

I ‘No pass’ e le loro assurde parole d’ordine

I ‘No pass’ e le loro assurde parole d’ordine

I ‘No pass’ e le loro assurde parole d’ordine

I manifestanti delle piazze ‘No pass’ erano poche migliaia, sabato scorso, ma si sono visti in tantissime città italiane ieri, circa ottanta, e in duemila solo a Bergamo, con slogan e modi molto violenti, niente mascherine, continue aggressioni ai cronisti presenti. E parole d’ordine che evocano la morte e così danno involontariamente ragione alle parole del lo nemico pubblico numero uno, Mario Draghi. Una frangia violenta ha anche oscenamente usato (ma è consuetudine sui social da alcuni giorni) la stella gialla che i nazisti chiedevano agli ebrei di mettersi sul petto, con l’identificazione ebreo uguale non vaccinato. Spia di un profondo e radicato antisemitismo, molto preoccupante.

Il passaparola è nato sui canali Telegram – dove, oggettivamente, si trova davvero di tutto – con slogan come «Basta dittatura» o attraverso post su Facebook che chiamano «i cittadini liberi» contro la «dittatura sanitaria». Sono piazze senza una chiara identità politica, ma in cui spesso si scivola tra sovranismo ed estrema destra. Come a Roma dove insieme ai no vax ci sono anche i militanti di Casa Pound e Forza Nuova. Cortei e presìdi portano a sfilare fin dentro alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, con i turisti che si rifugiano nelle boutique del lusso, e vedono in piazza oltre 9 mila persone.

No green pass day

No green pass day

E – quasi da non credere – fanno scendere in piazza duemila ‘cittadini’ a Bergamo, città epicentro dell’emergenza della prima ondata, dove si moriva in casa senza aiuto, senza assistenza, senza medici e senza ossigeno.

L’ora x del «No green pass day» scatta alle 17.30 in contemporanea in tutte le piazze d’Italia. Tutti insieme, tutti vicini, nessun distanziamento e, soprattutto, nessuna mascherina. A Milano i giornalisti, altro obiettivo privilegiato perché «complici della dittatura» e «divulgatori di bugie», vengono allontanati dal corteo. A Roma si punta verso la sede Rai. Le regole qui valgono al contrario: «Se vuoi parlare con me ti devi levare quella mascherina di m…» dicono minacciosi i ‘no pass’ cui si chiede un commento. Scene simili si vedono a Torino, dove già la sera dell’introduzione del pass, la piazza s’ era riempita, a Napoli, Genova e Bologna. A Pescara alcuni manifestanti «attaccano» un gazebo di Forza Italia. A Bari uno striscione recita: «Siamo nati liberi, e moriremo liberi». Seicento nella civile Trento contro il «passaporto di schiavitù», coperchi e stoviglie nel corteo per le strade del centro di Livorno. Slogan e insulti contro il premier Draghi e contro i virologi si sprecano.

 

La follia corre su Telegram. E l’antisemitismo

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No Pass e Hitler

In tempo reale, su canali Telegram e chat social, si condividono fotografie e filmati: «Genova è un bordello, una marea di gente», racconta un eccitato manifestante agli amici. Si guarda alle proteste esplose in Australia e a Parigi. La massa è composita, senza veri leader né bandiere. C’è chi sfila con uno striscione con la scritta «Green pass e la svastica nazista» e il volto di Hitler. Altri hanno la stella gialla dei deportati dei campi di concentramento appuntata sulla maglietta e la scritta «Non vaccinated=jude». Nella Capitale, piazza del Popolo accoglie 3 mila persone (10 mila per gli organizzatori) che incitano alla disobbedienza, chiedono «libertà, libertà», invitano a «non scaricare il certificato verde». Qualche momento di tensione quando il corteo punta verso via del Corso.

Giuliano Castellino

Giuliano Castellino

La Questura riporta la calma. In piazza si mescolano militanti di Casa Pound e Forza Nuova, il cui leader romano, Giuliano Castellino, dice di essere sceso in piazza anche se si trova sotto sorveglianza speciale: «Ma dovevo esserci». Ci sono anche alcuni ristoratori preoccupati per le ricadute economiche per l’obbligo che scatterà il 6 agosto: «Non sono contro il vaccino, ma il green pass è un danno per l’economia. Rischiamo di fallire».

 

Il Viminale è preoccupato per i cortei ‘no pass’

Il Viminale è preoccupato per i cortei ‘no pass’

Il Viminale è preoccupato per i cortei ‘no pass’

Pochi, ma violenti, e infiltrati dall’estrema destra è il bilancio, a fine giornata, del ministro dell’Interno. Il Viminale è molto preoccupato. Certo, al ministero dell’Interno sono diciotto mesi che scrutano le piazze, da quando è iniziata la pandemia, ma negli ultimi mesi le antenne si sono particolarmente alzate. Le manifestazioni dei no pass – dopo quelle, ormai ‘storiche’, pur se non molto partecipate, dei ‘no vax’ dei mesi scorsi – sono state particolarmente ‘attenzionate’.

greenpass scaled

La giornata di sabato scorso, con i tanti cortei in giro per l’Italia che protestavano contro l’obbligo del Green Pass, che scatterà a partire dal 6 agosto, avevano procurato allarmi preventivi che, a posteriori, si sono rivelati, forse, eccessivi.
Non sono state manifestazioni partecipate, ma violente e capillarmente diffuse in tutto il Paese. Inoltre, ci sono state tensioni particolari a Pescara, con relativa aggressione a un banchetto di militanti di Forza Italia che stavano raccogliendo le firme sui referendum Giustizia. A Genova e altrove registrate diverse intemperanze.

no pass green pass

A Roma il corteo ha ‘esondato’ dal percorso previsto (doveva restare stanziale a piazza del Popolo), ma gli è stato impedito di entrare in via del Corso ed è stato ‘dirottato’ verso la sede della Rai, a protestare contro la ‘dittatura’ dei mezzi d’informazione che non sono ‘liberi’ e non garantiscono diritti eguali a tutti, come se gridare al ‘complotto’ anti-no Vax sia una ‘notizia’ come un’altra. Ma protestare contro la Rai e ‘i giornalisti’ in generale non è che sia proprio una bella cosa. Infatti, immediata ecco la contro-protesta dell’Usigrai e della Fnsi per il fatto che al corteo – militarizzato e guidato dagli estremisti di destra di Forza Nuova – è stato permesso di gridare, impunemente “Giornalisti terroristi, giornalisti schiavi, giornalisti venduti”. Non è la prima volta, ma stavolta i sindacati dei giornalisti dicono che è arrivata l’ora di dire basta: se la prendono con la strategia di “guardare e lasciarli sfogare” che “fa a pugni con un minimo di buon senso e rispetto delle leggi a garanzia di tutti i cittadini e degli operatori dell’informazione”.

 

I tentativi di infiltrazione dell’estrema destra e il pericoloso ‘ribellismo’ delle gang giovanili

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I tentativi di infiltrazione dell’estrema destra e il pericoloso ‘ribellismo’ delle gang giovanili

Ma quel che conta, per il Viminale, è che ‘tutto sia filato sostanzialmente liscio’, e “pazienza per il mancato distanziamento e l’assenza di mascherine”. Anche la presenza dei movimenti di estrema destra – da Casapound a Forza Nuova – che da oltre un anno cercano di ‘cavalcare’ la protesta, tra sgambetti e invidie reciproche, non desta più di tanto preoccupazione. E’ messa nel conto. “Non sono riusciti a metterci il cappello” dicono soddisfatti al Viminale, dove però la guardia resta alta. La lettura dei fatti, in buona sostanza, è che la frangia di riottosi ai vaccini, cospirazionisti vari e assortiti, irriducibili ‘no vax’ e ‘no mask’, c’è, anche in Italia, ma minore che in altri Paesi. E’ fisiologica, ma da noi sarebbero meno forti e, anche, meno aggressivi. La forza e la struttura dei ‘gilet gialli’ francesi o delle imponenti manifestazioni e cortei di Londra, Berlino, Amsterdam, in Italia sono ancora ben lontane. Il timore più grande, invece, per il Viminale, è il tentativo di infiltrazione da parte di gang giovanili che, come si è visto nei festeggiamenti per l’Italia o anche solo, di norma, il sabato sera, vogliono “menare le mani”.

Il Premier Draghi con la ministra Lamorgese

Il Premier Draghi con la ministra Lamorgese

Un ‘ribellismo’ giovanile – non organizzato politicamente (nel 1960 la protesta dei ‘giovani con le magliette a strisce’ che bloccarono Genova era marcatamente antifascista e prodoma del ’68) – che vuole ‘fare a botte’ come si è visto nei tafferugli recenti di Roma, Napoli, Torino e in altre città. Certo, mercoledì prossimo, a Roma, i ‘no vax’ e i ‘no Pass’ tenteranno di dare vita a una manifestazione nazionale proprio mentre il Parlamento è impegnato a legiferare in Aula e anche il governo sarà nel pieno delle sue attività. Ecco perché la ‘guardia’ sarà tenuta assai più alta e la città presidiata, in modo massiccio, dalle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa. Non ci si può permettere sconti o sottovalutazioni. Non da parte della Lamorgese. Non col governo di Draghi. Non ci si farà cogliere impreparato.

 

 

Quanto vale, in voti, il tesoretto dei ‘no-Vax’? Sei milioni di voti su 32 milioni di votanti…

Salvini e la Meloni

Salvini e la Meloni

Ma quanto valgono, se esistono, i ‘voti’ dei No-Vax e dei No-Pass? Il tesoretto dei No Vax, o meglio dei contrari all’obbligo vaccinale e degli allergici al Green pass, vale sei milioni di voti. Si tratta di un numero, stimato dagli analisti, che spiega più di ogni altro le prudenze, soprattutto a destra, nel prendere posizioni nette, tranchant, a favore della campagna di vaccinazione di massa.

La maggior parte degli scettici, dicono i sondaggi, sta tra i simpatizzanti di Salvini e Meloni.

Al momento, secondo vari istituti di sondaggio (Swg, Demos&PI di Ilvo Diamanti, etc.) sono circa il 13% gli italiani che rifiutano di vaccinarsi. Un dato, per fortuna, più che dimezzato rispetto al dicembre 2020, quando con la campagna vaccinale in partenza la cifra era, invece, al 30%.

Fabrizio Masia

Fabrizio Masia, direttore di Emg Acqua

Ma il discorso cambia, e di molto, se non ci si sofferma solo su chi dice no all’iniezione ma se si calcolano tutti i contrari all’obbligo vaccinale. Coloro cioè che reclamano la libertà di scelta, fra cui in questi giorni si piazzano i critici del Green pass, visto come obbligo di ‘vaccino camuffato’. Un plotone, sia nelle stime di Demos&Pi, sia in quelle dell’Università di Milano, è pari al 20%. Ora, nel 2018 votarono per la Camera dei Deputati 32,8 milioni di italiani. “Tenendo conto che alle prossime elezioni avremo probabilmente un’affluenza più bassa — ragiona Fabrizio Masia, direttore di Emg Acqua con Repubblica — e che possiamo prevedere circa trenta milioni di votanti, non è errato pensare che il contingente di scettici possa valere circa sei milioni di voti”.

 

Gli elettori del centrodestra sono i più sensibili

elettori

Gli elettori del centrodestra sono i più sensibili

Non è un patrimonio da poco, “anzi — aggiunge Masiapotrebbe fare la differenza nelle prossime consultazioni elettorali”. Ecco spiegate dunque la cautela e l’ambiguità di molti politici, quella tendenza a non schierarsi con forza a favore del vaccino per tutti che coinvolge soprattutto gli esponenti del centrodestra. Non a caso, da un’analisi di Demos&Pi è emerso infatti che gli elettori dei due partiti più scettici sul Green pass (Lega e Fratelli d’Italia) sono anche quelli che, nel rapporto con i tifosi di altre forze politiche, hanno meno voglia di vaccinarsi: il 22 per cento dei leghisti e il 16 per cento di FdI. Elevata, a destra, anche la pattuglia dei contrari del tutto all’obbligo vaccinale: alta e pericolosa.

green pass italia

La contrarietà dei leader di questi due partiti verso forme anche estremamente ‘lievi’ di obbligo vaccinale come appunto il Green pass — annota Youtrend si spiega così: non tanto con la necessità di attrarre un elettorato No Vax, bensì con il timore di perdere una quota di elettori scettici rispetto sia al vaccino sia all’obbligo vaccinale che in questi partiti (Lega e FdI, ndr.) è più consistente che negli altri elettorati”.

 

L’opinione controcorrente della Ghisleri

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Alessandra Ghisleri, sondaggista e presidente di Euromedia Research

Controcorrente è, invece, l’analisi di Alessandra Ghisleri, sondaggista e direttrice di Euromedia Research, che ieri, in collegamento con il talk show politico “In Onda estate”, su la 7, ha tracciato il profilo delle persone che si oppongono al vaccino anti Covid e all’obbligo di green pass, cercando anche di quantificare numericamente il popolo dei cosiddetti ‘no vax’. “Gli italiani – spiega – sono 60 milioni e la gran parte si è vaccinata. Il 50% con almeno un vaccino. Il 66-70% è favorevole non solo al green pass ma pure alle limitazioni previste per chi non è vaccinato”.

La fetta restante è un 15% circa di cittadini che la Ghisleri divide così: “un 8-9% di popolazione che non vuole vaccinarsi e un 7% di molto scettici perché non trovano riscontro ai vaccini a causa di una comunicazione precedente del governo che confusa ha generato diverse paure”.

ghisleri salvini

Poi la Ghisleri si fa tranchant

Poi la Ghisleri si fa tranchant: “Come fa la Lega a essere in piazza a contestare un provvedimento votato anche dai suoi ministri? Su questo sbaglia, perché il 70% dell’elettorato leghista e di Fratelli d’Italia ha paura di essere ancora contagiata”. Insomma, per lei, la migliore sondaggista italiana, neppure a Lega e FdI ‘conviene’, politicamente, spingere e soffiare sul fuoco dei no vax e no pass.

Ma questo è un concetto che la Ghisleri, che vanta storici buoni uffici con i leader della destra, e non solo con Berlusconi, di cui è stata per decenni la ‘sondaggista di fiducia’ (anche perché è una delle pochissime che ‘ci piglia’, sui risultati elettorali, prima di ogni tornata elettorale) potrebbe o dovrebbe spiegarlo ai leader della destra nostrana. Sono loro a ‘soffiare sul fuoco’ e a voler scoperchiare il pericoloso vaso di Pandora della credulità popolare e delle follie collettive.