Corsa al Colle 19. Il Cavaliere getta la spugna e dice no a Draghi. Salvini e Meloni si trovano con i cocci e non sanno che farsene delle ‘rose’

Corsa al Colle 19. Il Cavaliere getta la spugna e dice no a Draghi. Salvini e Meloni si trovano con i cocci e non sanno che farsene delle ‘rose’

23 Gennaio 2022 1 Di Ettore Maria Colombo

Corsa al Colle/19. Il Cavaliere getta la spugna e dice no a Draghi. Salvini e Meloni si trovano con i cocci e non sanno che farsene delle fantomatiche ‘rose’ che pure lanciano all’amo altrui…

Il Cavaliere getta la spugna

Il Cavaliere getta la spugna

Nb: questo articolo è stato pubblicato sul sito Internet Tiscalinews.it il 23 gennaio 2022

 

I sogni muoiono all’alba e, tavolta, persino su Zoom…

La riunione del centrodestra è lunga, isterica, cattiva, nervosa

La riunione del centrodestra è lunga, isterica, cattiva, nervosa

I sogni, di solito, muoiono all’alba. Stavolta, invece, muoiono via Zoom, ma fanno male uguale, quando si infrangono. Il Cavaliere è nero, ma di umore, gonfio di rancore, mal mostoso. La riunione del centrodestra è lunga, isterica, cattiva, nervosa, tra uscite improvvisate, voci dal sen fuggite sulle agenzie di stampa, la Meloni che urla, Salvini che non tiene il bandolo della matassa, gli azzurri attoniti e suonati, ma almeno ‘liberati’ dall’angoscia di doverli cercare davvero, i voti per ‘zio Silvio’, che manco sapevano come si fa, non sono più abituati, tutti a ridere di Sgarbi, che li aveva…

 

Centrodestra in pezzi e che ormai non ne azzecca più una

Osvaldo Napoli

Osvaldo Napoli

Insomma, il centrodestra è in pezzi e ahi voglia a proporre nomi, rose, candidati al Quirinale: ha perso, rovinosamente, le elezioni amministrative, sta per perdere il diritto di prelazione sul Colle, se va avanti così magari perderà pure le Politiche. Ieri era una barca da cui tutti vogliono scappare, una zattera che affonda, da cui arrivano solo tanti ‘no’, altro che ‘rose’, nomi ‘affidabili’ per il Colle e standing internazionale e istituzionale. Osvaldo Napoli, che ne ha viste tante, sbotta: “Sembriamo un circolo di burraco di paese. Facciamo ridere. Meglio andare a letto presto”.

 

Il Cavaliere è nero, ma stavolta di umore e di rabbia

Berlusconi si ritira

Il Cavaliere è nero, ma di umore e di rabbia

Silvio Berlusconi è, ovviamente, il più nero di tutti. Rinuncia al sogno del Quirinale, ma ‘stoppa’ , almeno al momento, Mario Draghi scrivendo, nero su bianco, ‘resti a Palazzo Chigi’. Sette giorni dopo la proposta che lui stesso ha avanzato al centrodestra (“cercatemi i voti, posso farcela”), il Cavaliere scioglie la riserva, ma lo fa da convitato di pietra, rimanendo ad Arcore.

Licia Ronzulli

Licia Ronzulli

Il politico più mediatico della Seconda repubblica diserta il vertice tanto atteso – trasformato all’ultimo in una riunione via Zoom, per la prima volta – e annuncia il passo di lato con una nota letta dalla fidatissima Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, le cui simpatie salviniane sono note. “Ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare a indicare il mio nome per la presidenza della Repubblica”, è il passaggio clou e chissà quanto gli è costato scriverlo, ergo meglio che lo legga qualcun altro, una scherana.

 

Il Cavaliere ‘affonda’, oltre a se stesso, la candidatura di Draghi

Il Cav ‘affonda’ la candidatura di Draghi

Il Cav ‘affonda’ la candidatura di Draghi

Ma il Grande Assente – non si collega e non appare né in video né in audio per tutto il giorno – non rinuncia a dettare la linea ad alleati che, ormai lo sanno anche i sassi, non lo trattano neppure più come il ‘vecchio zio’ un po’ rinco, lo detestano e basta, vogliono solo liberarsene. “Considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al Pnrr”, scrive il Cav, oltre a citare le riforme indispensabili su fisco, giustizia e burocrazia. Insomma, per ora, l’apres moi le deluge non è rivolto agli alleati, ma solo a quello che riteneva il suo unico, vero, ‘grande avversario’ sulla strada per il Colle, Mario Draghi. Lui voleva battere, in singolar tenzone, andandosi a cercare i voti in Parlamento (via ‘operazione scoiattolo’) e lui vuole abbattere. Gli altri candidati, per Berlusconi, non esistono. Sono pallidi ‘nanetti’ rispetto a lui, nano-gigante. Berlusconi vuole colpire e affondare solo Draghi.

 

Berlusconi vuole un nome solo, Salvini sta per lanciare ‘una rosa’

Berlusconi vuole un nome solo, Salvini la rosa

Berlusconi vuole un nome solo, Salvini la rosa

Nella giornata del dietrofront, Berlusconi non perde il ‘guizzo’ e traccia la posizione e il perimetro per tutta la coalizione, facendo poco felici i suoi alleati, che si vedono ridurre le carte. In primis, sull’ex governatore di Bankitalia di cui frena ogni ambizione al Colle più alto. Ma anche sulla partita stessa del Quirinale: “Faremo una proposta condivisa del centrodestra all’altezza in grado di avere il massimo consenso possibile”, fa sapere. E qui Matteo Salvini già gli si mettere subito contro: l’italiano passa dal ‘singolare’ (“una proposta”) al plurale (“le proposte”), che rilancia così agli avversari: “Il centrodestra avrà l’onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra”. Berlusconi ha un nome solo in testa (non è Casellati, non è Moratti, figurarsi Casini, Pera o chi per loro, forse è Frattini, di cui non ha mai avuto da lamentarsi). Salvini, invece, pensa a una ‘rosa’, vuol trattare.

 

Meloni vuole votare subito, Salvini e il Cavaliere no: i tre amigos giocano a braccio di ferro sulla durata della legislatura…

Meloni

Giorgia Meloni

Da (infido) alleato, il leghista rimarca la “scelta decisiva e fondamentale” fatta da Berlusconi che ha reso “un grande servizio all’Italia e al centrodestra”. Glissa invece sulla sorte del premier, che non cita affatto, forse vi pensa ancora. Apprezza “il senso di responsabilità” del Cavaliere pure Giorgia Meloni, ma poi arriva l’affondo: “FdI ha insistito affinché fosse chiaro che non auspica in alcun modo che la legislatura prosegua, come invece possono eventualmente ritenere le forze politiche della maggioranza”.

salvini meloni berlusconi 1

Salvini Meloni Berlusconi

Hanno litigato come i pazzi, durante il vertice, sono volate parole grosse. La Meloni non voleva, in alcun modo, il riferimento alla “durata della legislatura”, Salvini e Berlusconi (solo in questo alleati) lo pretendevano e gli alleati minori pure. Vincono loro, quelli che il voto anticipato lo temono assai, Lega e FI, mentre FdI si dissocia.

Draghi no, al Colle non ci può proprio andare, perché deve restare dov’è

Draghi no, al Colle non ci può proprio andare, perché deve restare dov’è

La presidente di FdI ha il timore che non si torni al voto subito, se le due coalizioni trovassero un accordo su Draghi al Colle. Quindi specifica: “La questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo“. Come a dire: ‘sono problemi vostri, per me si può votare anche domani mattina, Draghi o non Draghi, non ho paura delle elezioni, IO’….

 

La riunione su Zoom, un precedente ‘storico’ (e un po’ ridicolo)

zoom

La riunione su Zoom, un precedente ‘storico’

Tensione si somma a tensione, i nervi sono tesi come corde di violino. Si litiga dalla mattinata. A far scattare la scintilla, la decisione di riunirsi tutti on line. Mai successo prima in un vertice così importante, slittato di giorno in giorno e a 48 ore dalla prima votazione per il Colle. Tutti collegati su Zoom dalle 16, si decide in mattinata. Già la cosa fa ridere. Ma all’ora di pranzo arriva il rinvio alle 18. A quel punto non solo i dubbi sulla riservatezza dell’assemblea on line (il più esplicito è Osvaldo Napoli di Coraggio Italia che chiede “Quante persone ci ascoltano?”), ma anche i sospetti.

La camera Ardente di David Sassoli

La camera Ardente di David Sassoli

I più maliziosi osservano che il Cav sia uscito di scena da giorni. L’assenza più anomala è quella del 17 gennaio quando annunciò che sarebbe andato a Strasburgo per la commemorazione di David Sassoli, ma poi annullò tutto. Assenze sospette, misteriose.

 

Le voci su Berlusconi di nuovo, forse, malato sotto osservazione

Le voci su Berlusconi di nuovo, forse, malato

Le voci su Berlusconi di nuovo, forse, malato

Altri ancora vociferano di un recente giorno di controlli medici al San Raffaele di Milano. Ufficialmente, il rinvio è dovuto al precedente confronto previsto tra Berlusconi e i suoi ministri e la delegazione azzurra alle 16.30. Per tutta la giornata ha dubbi su cosa fare. A pesare sulle sue decisioni – raccontano fonti parlamentari di FI – anche l’invito della famiglia a evitare ulteriore stress, dopo l’ennesimo ricovero al San Raffaele. La decisione di fare un passo indietro arriva nel primo pomeriggio., ma anche lì nasce il giallo sul suo collegamento video, prima ufficialmente negato (‘viene, viene di persona’), poi ammesso, infine materializzato (ma nessuno lo vede, in video, e la lettera la legge l’araldo Ronzulli…).

Coraggio Italia logo 2

Così, di sospetto in sospetto, si arriva fino allo sconcerto e irritazione espressi da Coraggio Italia, che non ha gradito i ritardi sul confronto, la modalità scelta e le indiscrezioni uscite: “Sembra una gestione privata, come se si decidesse sulla bocciofila e non sul prossimo capo dello Stato“, infierisce Osvaldo Napoli.

 

Il ‘giallo’ dell’interruzione della riunione (“problemi di linea”…)

interruzione wifi

Il ‘giallo’ dell’interruzione della riunione

Per alcuni minuti la riunione del centrodestra si è anche interrotta. Silenzio, tutti si staccano dal collegamento video. Un blackout? La Rete? Il Wi-Fi che va e viene? Macché. Fratelli d’Italia ha contestato il passaggio del comunicato di Berlusconi in cui si sottolinea la necessità che la legislatura deve andare avanti e soprattutto le indiscrezioni, che filtrano sulle agenzie, riguardo le indicazioni del partito su Draghi al Colle. “Noi vogliamo le elezioni anticipate. Non possiamo avallare la tesi della nota“, spiega una fonte parlamentare di FdI. Da FI si ribatte che il comunicato è chiaro, serviva a dire che il presidente del Consiglio deve rimanere a palazzo Chigi. Ma durante l’incontro si materializza un confronto duro, teso, sull’ipotesi Draghi al Colle.

 

“Ma allora volete Draghi al Colle?” rinfacciano gli azzurri a FdI

Mario Draghi

Mario Draghi

“Ma allora volete Draghi?” è l’interrogativo rilanciato da FI. “Di Draghi non ne abbiamo mai parlato”, la risposta di FdI. Il sospetto, sostiene una fonte di Fratelli d’Italia, è che ci sia stata qualche forza politica che ha voluto scaricare sul nostro partito la responsabilità di sbarrare a Draghi la strada al Colle. “Abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità”, il ragionamento. “La questione di Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo”, osserva Giorgia Meloni in una nota assai piccata. Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né sono stati posti veti di genere”, ha sottolineato la presidente di Fratelli d’Italia. E ci mancherebbe pure, per una leader donna che non ne vuol altre.

 

Ma conviene andare con la ‘rosa’ e senza accordo dai giallorossi?

Matteo Salvini

Matteo Salvini

La decisione da prendere ora sarà, però, quando conviene presentare la rosa di nomi al centrosinistra. Subito dopo il vertice del centrodestra – informa la Lega – Salvini ha contattato i segretari degli altri partiti per confermare quanto emerso durante la riunione. Dopo il passo di lato di Berlusconi, il leader della Lega ha chiarito ai suoi interlocutori che il centrodestra lavora a una rosa di nomi. “Tutti di alto profilo”, ovvio, ma Pd e M5s dicono già ‘no’.

maurizio lupi

Maurizio Lupi

Il presidente Berlusconi non ha fatto un passo indietro, ma uno in avanti, per la responsabilità che il centrodestra ha verso il Paese”, dice – con pathos comico – Maurizio Lupi. Per l’Udc, la rinuncia del Cavaliere “testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni“. L’ufficio di presidenza di Coraggio Italia ringrazia Berlusconi “per il generoso gesto di ritiro della sua candidatura: questo gesto apre la possibilità alla coalizione di centrodestra di avviare un ampio confronto, senza soluzioni precostituite, con tutte le forze politiche e ottenere la più ampia condivisione possibile”. Lingue biforcute. Non vedevano l’ora di togliersi Berlusconi dalle scatole. Ora ci sono riusciti.

 

Niente normi, per ora, solo un pallido accordo sul ‘metodo’…

Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono dunque d’accordo su qualcosa?

Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono dunque d’accordo su qualcosa?

Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono dunque d’accordo su qualcosa? Nomi no di sicuro, ma avrebbero trovato un accordo sul ‘metodo’. L’idea – spiegano qualificate fonti di centrodestra – sarebbe, come centrodestra, di proporre una ‘terna’ di nomi in cui sicuramente ci saranno una o piu’ donne.

Maria Elisabetta Alberti Casellati

Maria Elisabetta Alberti Casellati

Tra i nomi emersi nei giorni scorsi nelle indiscrezioni di stampa i piu’ quotati sembrano quello della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, del suo predecessore Marcello Pera, e dell’assessora lombarda al Welfare, Letizia Moratti.

Marcello Pera

Marcello Pera

Altri due nomi su cui si è cercata una convergenza al di fuori dal centrodestra sono gli ex ministri Franco Frattini e Giulio Tremonti, ma non sono decollati.

Letizia Moratti

Letizia Moratti

La riunione della coalizione dunque non si conclude con un comunicato congiunto, come previsto. Il vertice viene anzi interrotto dopo la protesta di Fratelli d’Italia che pretende invano che dalla nota finale sia cancellato l’auspicio che la legislatura vada avanti fino alla scadenza naturale, voluto dagli alleati che sostengono il governo di Mario Draghi. Risultato: la nota congiunta non esce, solo comunicati separati.

 

I veti di Fratelli d’Italia su Draghi e sulla durata della legislatura

Meloni_FdI_simbolo

Giorgia Meloni e il simbolo di Fratelli d’Italia

Ma durante il vertice escono indiscrezioni che indispettiscono Meloni riguardo anche a un presunto: veto di FdI nei confronti di Draghi. “Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né tantomeno sono stati posti veti di alcun genere – puntualizza una nota ufficiale del partito -. Fratelli d’Italia resta ferma sulla necessità che il centrodestra esprima una o più candidature della propria area culturale, che rappresenta la maggioranza degli italiani. “Se questo non fosse possibile, la nostra priorità e che vi sia un presidente della Repubblica autorevole e capace di difendere l’interesse nazionale e la sovranità popolare. La questione di Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che ne fanno il governo”.

 

Il risultato. Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno per Salvini?

Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno per Salvini

Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno per Salvini

Silvio è irriconoscente, ma secco, anche con Matteo Salvini che viene esortato a non chiedere più alcun rimpasto e con Giorgia Meloni, perché non chieda più il voto anticipato. Detto questo, sulla carta, si riprende lo scettro di kingmaker che per qualche giorno era stato nelle mani di Matteo Salvini. Ed è evidente che a questo punto la tela del Capitano tessuta sinora sembra al momento perdere forza. Tuttavia, fonti della Lega, almeno in questa fase tirano un sospiro di sollievo e guardano al bicchiere mezzo pieno, sintetizzando la giornata con questa formula: “Via Silvio, via Draghi: un successo”. Da giorni Matteo Salvini, preoccupato che Berlusconi potesse avviare una “intelligenza” con i giallorossi, s’era speso sul doppio binario: lavorare per un candidato di centrodestra, “dopo 30 anni di Presidenti vicini al centrosinistra“, e insieme rimanere in scia ove mai partisse il treno favorevole a Draghi.


La rosa dei nomi. Ogni partito ha la sua, ma Casini prende quota…

rosa dei nomi

La rosa dei nomi. Ogni partito ha la sua…

A questo punto, sgomberato il campo con enorme fatica dall’opzione Berlusconi, nel centrodestra comincia la sfida vera sulla rosa dei candidabili. Ieri, al vertice, nessun nome. Erano troppi i microfoni aperti e i collegamenti sparso in uffici di mezza Italia, Toti a Genova, Brugnaro a Venezia, Fi a Milano, per andare in profondità.

Pierferdinando_Casini

L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini

Ma i candidati sono quelli di cui si parla da tempo e non tutti coincidenti: la Lega continua a spingere per una candidatura di “alto profilo” che potrebbe rispondere a Elisabetta Casellati, Letizia Moratti o Marcello Pera. Forza Italia, ovviamente sinora con il Cavaliere ancora in ballo, ha dovuto tenere copertissime le sue carte, ma qui si parla di Gianni Letta, Pier Ferdinando Casini mentre i centristi sono per Draghi o, in secundis, sempre per Casini. Sullo sfondo c’è sempre il Mattarella bis, come ultima chance da giocare in extremis, ma che pare sia il vero desiderio del Cavaliere. Una carta inutile, o della disperazione, però, perché è fuori gioco, ormai, e per davvero, Mattarella. Come il Cav. Solo che per meriti e per demeriti contrapposti.