“Il giorno più lungo” (e più drammatico) del Pd. Calenda saluta e se ne va

“Il giorno più lungo” (e più drammatico) del Pd. Calenda saluta e se ne va

8 Agosto 2022 1 Di Ettore Maria Colombo

“Il giorno più lungo” (e più drammatico) del Pd.
Calenda saluta e se ne va. Parte il ‘tweet storm’ contro di lui dei dem, ma il centrosinistra rischia di perdere quasi tutti i collegi e il centrodestra può fare ‘cappotto’. Inoltre, ora gli alleati rimasti (compresa +Europa) vogliono anche più posti, nel centrosinistra…

Calenda saluta e se ne va

Calenda saluta e se ne va

Nb: Questo articolo è stato pubblicato l’8 agosto 2022 sulle pagine del Quotidiano Nazionale, solo che in formato più ridotto rispetto a questo che trovate qui, ad uso e consumo dei lettori del blog.

 

Calenda chiama Franceschini

Calenda chiama Franceschini

 

Ho chiamato Franceschini” dice Carlo Calenda, dall’Annunziata, per spiegare quando e come ha comunicato che no, l’accordo tra Azione e il Pd, non si faceva. Frase rivelatrice. “Letta? Era meglio non chiamarlo, sennò altro che ‘gli occhi della tigre’. Quello, perduta ogni tipo di pazienza, ‘se lo magnava’!” spiegano i sodali del segretario.

 

Letta non è furibondo, di più. “Carlo ha tradito la parola data”…

Letta non è furibondo, di più

Letta non è furibondo, di più

L’aveva capito, come finiva, ma la cosa che più lo manda ai matti è “il tradimento della parola data. Ci siamo stretti la mano e firmato un accordo, fino nei dettagli”. Letta, come il suo maestro (Romano Prodi) questo modo di fare politica, non le capisce. Per lui, ormai, Calenda è peggio del Bertinotti 1998. Peggio pure del Mastella 2008, ed è tutto dire. Tipi da cancellare, per sempre, pure dalla rubrica del telefono. Roba da togliergli il saluto a vita. “E’ come Renzi, anzi peggio” dicono ora, nel Pd.

 

Morale (triste): una pietra sopra, competition is competition e “avanti con chi ci sta”, dicono ora, in coro, tutti i Democrat

Morale (triste): una pietra sopra, competition is competition e “avanti con chi ci sta”

Morale (triste): una pietra sopra, competition is competition e “avanti con chi ci sta”

Già, ma chi è che ci sta? Beh, certo, c’è il Pd, come no, ma quale Pd? La sinistra interna (l’asse Orlando-Provenzano-Bettini, che esulta e “gode come un riccio”, pare, dicono, ma anche quella di Orfini), ora pensa che “ce la giochiamo con il nostro programma e le nostre idee. Contro fascisti, leghisti, no vax e i ‘mejo fighetti der bigoncio’ (i calendiani, ndr.) che non hanno voti in natura, ma solo pretese, veti, ricatti e fame di seggi blindati”.

matteo ricci

Matteo Ricci

Nel Pd, dunque, avevano già mangiato la foglia. Prima ancora che Calenda parli, il responsabile dei sindaci dem, Matteo Ricci, già spiega ai suoi: “Ora basta. Dobbiamo schiacciare il suo centrino e polarizzare lo scontro con la destra di Meloni. Avanti con chi ci sta e amen”. E’ il famoso ‘piano B’ del Pd che, quando Calenda aveva già rotto (una prima volta) l’alleanza, solo pochi giorni fa, prevedeva di ‘polarizzare’ lo scontro elettorale in un ‘duetto’ tra Letta e Meloni e tentare la sorte.

Letta e Meloni

Letta e Meloni

Anche al prezzo di spostarsi, e radicalizzarsi, e molto, ‘a sinistra’. Il che, per Letta, non è il top, ma tant’è. Verrà rilanciata la patrimoniale per aiutare i giovani, il salario minimo, l’ambiente. Fuffa, ma serve per coprirsi a sinistra, dove le listarelle proliferano (Unione popolare di De Magistris, Italia Sovrana e Popolare di Rizzo&Ingroia, sempre che riescano a presentarsi, alle elezioni, raccogliendo le firme) e, soprattutto, contro i 5Stelle. La ‘tentazione’ di ‘ri-aprire’ al M5s è serpeggiata, per qualche ora, tra SI-Verdi e la sinistra dem, ma ci ha pensato Conte, in versione sbeffeggiante, a chiudere la porta: “Noi non siamo professionisti della Politica. A Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Ti saluto”.

ci ha pensato Conte, in versione sbeffeggiante, a chiudere la porta

ci ha pensato Conte, in versione sbeffeggiante, a chiudere la porta

L’ennesimo schiaffo che fa il paio con le ironie e gli sberleffi dell’intero centrodestra. Una marea montante che ha sottoposto Letta (e non Calenda) al pubblico ludibrio e all’esecrazione di molti. “E’ riuscito in due miracoli. Dare credito a un ‘ricottaro’ come Calenda e resuscitare Renzi” dicono, ora, dentro il Pd dove già affilano le armi per il prossimo congresso anticipato del partito. In teoria, dovrebbe tenersi a metà dell’anno che verrà, il 2023, ma se questi sono i chiari di luna, è chiaro che sarà anticipato. E, se Letta perderà, male, le elezioni, il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che già si scalda da mesi a bordo campo, entrerà del tutto ‘in campo’.

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Ma ‘chi ci sta’ oltre al Pd e i ‘nanetti’ inglobati nel listone ‘Democratici e Progressisti’ (Art. 1, Psi, Demos), che avranno qualche posto in più? Vuol dire ‘avanti’ con i ‘cocomeri’ di Verdi-SI, con Fratoianni che fa il ‘signore’ e preferisce non infierire contro Calenda (ma rivuole i 5Stelle…).

Impegno civico di Di Maio

Impegno civico di Di Maio

Non sono il massimo della vita, per Letta, da loro lontano anni luce, ma si farà di necessità virtù. E ‘avanti’ pure con Impegno civico di Di Maio (il quale è in aperta lite con Tabacci, ma questa è un’altra, e piccolissima, storia) che, a sua volta, avrà diritto a più seggi ‘sicuri’. Come Verdi-SI. E avanti pure con gli ex Radicali di +Europa.

Riccardo Magi Europa

Riccardo Magi +Europa

Ieri sera, il segretario nazionale, Riccardo Magi, ha annunciato già l’inevitabile, ormai, rottura con Azione: “continuiamo a valutare positivamente l’accordo con il Pd”, però riuniremo la Direzione. Stante che non è il Politburo (sono 4 di numero), la morale è che Bonino, Della Vedova e un altro avranno quattro collegi uninominali ‘blindati’. Gentilmente forniti, come tutti gli altri, dal Pd.

Bonino e Della Vedova

Bonino e Della Vedova

Già, ma quanti sono questi benedetti seggi ‘blindati’ che il Pd ha e/o che può offrire. Ecco, rischiano di diventare molto pochi. Pochissimi. In pratica, e senza entrare nei dettagli, la ‘vecchia’ divisione dei collegi (quella con dentro Calenda) prevedeva 76/86 seggi al Pd, 44 ad Az/+Eu, 20 a Verdi-SI e 7/8 a Ipf-Cd alla Camera e, al Senato, rispettivamente 40 (Pd), 22 (Az), 10 (SI-Verdi), 3 (Impegno civico). Certo, ben 66 seggi si liberano e possono essere redistribuiti, tra Pd e alleati, ma il conteggio riguardava tutti i seggi, blindati, incerti e perdenti. Quanti ne resteranno di sicuri, cioè’ ‘blindati’?

Le stime del Cattaneo dicevano che Azione ‘vale’ la sconfitta in ben 16 (o più) collegi uninominali

Le stime del Cattaneo dicevano che Azione ‘vale’ la sconfitta in ben 16 (o più) collegi uninominali

Le stime dell’Istituto Cattaneo dicevano che Azione ‘vale’ la sconfitta in ben 16 (o più) collegi uninominali. In pratica, l’Italia potrebbe diventare un mare blu (centrodestra) con rare, vaghe, isolette ‘rosse’: 3 collegi di centro città (Torino, Milano, Roma), mezza Toscana, Firenze in testa, mezza Emilia-Romagna (con Bologna) e, forse, qualcosina da racimolare tra Napoli centro, Trentino, Sardegna. Sarebbe, di fatto, una sconfitta storica, per il Pd, e una vittoria schiacciante per il centrodestra che, per il presidente del Cattaneo, Salvatore Vassallo, potrebbe arrivare, col 46-48% dei voti, a sfondare il muro del 62-64% dei seggi. Senza dire del fatto che un ‘terzo polo’, ormai già in formazione tra Azione-Iv di Renzi-lista civica di Pizzarotti più new entry può ambire all’8-10% e togliere altri seggi sicuri al Pd cui ne resterebbero una decina al Senato e non più di 20 alla Camera. In totale, non più di una trentina di seggi in tutto. Una prospettiva da tregenda, agli occhi del Pd, magari pure con la beffa della ‘vittoria di Pirro’: fare il 23-25% come lista e perdere le elezioni.

 

Ma cosa resta di una giornata così drammatica, per il Pd?

Ma cosa resta di una giornata così drammatica, per il Pd?

Ma cosa resta di una giornata così drammatica, per il Pd?

Il fiele di Letta (“Calenda si vuole alleare solo con Calenda”). L’uso sapiente della versione democrat della ‘Bestia’ salviniana, con tanto di tweet storm contro il leader di Azione, fino a sera. Le più gentili? “Onore è rispettare la parola data il primo e “Il suo è populismo d’élite, ma pur sempre populismo”. Il resto è bile pura.

tweet storm

Tutti i big dem, e pure i peones, però – compreso chi l’accordo con Az l’ha cercato fino all’ultimo (Franceschini, Guerini, Delrio, etc.) – hanno fatto a gara a dire quanto Calenda è un “ vile”. Del resto, pure i big – mica solo i peones – per ottenere la ricandidatura da Letta devono passare. Con così pochi collegi uninominali a disposizione urge avere posti ‘blindati’ nei listini proporzionali i quali, però, a loro volta, non sono più tantissimi. Il Pd potrebbe eleggere, da solo, 110 parlamentari e non è che, anche loro, siano poi così tantissimi… Toccherà, dunque, a tutti loro, stringersi di più.