“Una grandissima moria delle vacche”… Partiti e principali coalizioni alle prese con le difficili candidature

“Una grandissima moria delle vacche”… Partiti e principali coalizioni alle prese con le difficili candidature

15 Agosto 2022 1 Di Ettore Maria Colombo

“Una grandissima moria delle vacche”… I maggiori partiti e le principali coalizioni alle prese con il difficilissimo gioco a incastro delle candidature per sempre meno pochi posti disponibili, almeno per tutti quelli che non si chiamano Centrodestra e, soprattutto, FdI… Nel Pd è lotta al coltello e ‘vittime eccellenti’. Non a caso la Direzione si tiene a Ferragosto!

“Una grandissima moria delle vacche”… I maggiori partiti e le principali coalizioni alle prese con il difficilissimo gioco a incastro delle candidature

“Una grandissima moria delle vacche”… Partiti e principali coalizioni alle prese con le candidature

Nb: una parte, ma davvero molto più succinta, di questo articolo è stata pubblicata il 15 agosto 2022 sulle colonne del Quotidiano Nazionale

 

Gina Lollobrigida si,  Brunetta no

a candidatura più ‘bombastica’ che potrebbe contrassegnare le prossime elezioni politiche è quella dell’attrice Gina Lollobrigida

La candidatura più ‘bombastica’ alle prossime elezioni politiche è quella dell’attrice Gina Lollobrigida

Parliamoci chiaro. La candidatura più ‘bombastica’ che potrebbe contrassegnare le prossime elezioni politiche è quella dell’attrice Gina Lollobrigida (95 anni meravigliosamente portati) ed è stata lanciata da una lista, quella capeggiata da Marco Rizzo (sì, lui, l’ultimo comunista filo-russo, filo-cinese e filo-nordcoreano esistente sulla faccia della Terra) e da Antonio Ingroia (noiosissimo ex pm) che si chiama Italia Sovrana e Popolare, un mix assai indigesto di destra e sinistra mescolate al peggio. Ovviamente, è una boutade. Inoltre, non è detto che la lista di Rizzo&Ingroia riuscirà a trovare le firme necessarie per presentarsi, alle elezioni.

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Renato Brunetta, ex capogruppo di Forza Italia

Invece, non solo non si candiderà il ministro alla Pa, Renato Brunetta, una vita passata prima nel Psi e poi in FI, ma con una (funambolica) conversione ‘a U’, dopo aver ‘endorsato’ Calenda e il Terzo Polo si dice pronto, ove mai – come, peraltro, è probabile – la Meloni vincesse – a “offrirle i suoi consigli” e, dunque, i suoi servigi. In pratica, Brunetta ha prenotato un posto da ministro, posto che, evidentemente, lo soddisfa molto di più di quello da parlamentare semplice.

 

 

La mannaia della raccolta firme e del “taglio” dei parlamentari

La mannaia della raccolta firme e del "taglio" dei parlamentari

La mannaia della raccolta firme e del “taglio” dei parlamentari

Ora, al netto delle boutade, vero è che i partiti e le coalizioni, una volta depositati i simboli – quelli ‘veri’, che quelli alla “viva il parroco!” saranno di sicuro cassati dal Viminale (prima scrematura) e quelli che non hanno trovato le firme necessarie (seconda scrematura) subiranno identica mannaia, entro i prossimi 21/22 agosto, date improrogabili per la vidimazione delle effettive liste e candidati – sono alle prese con un ‘risiko’ che rappresenta, da sempre, a ogni elezione, la croce e delizia di leader, big, colonnelli, sottotenenti e peones.

sergio marchionne

Sergio Marchionne

Del resto, come si sa, da quando i parlamentari sono stati ridotti, con un taglio ‘lineare’ che neppure alla Fiat dei tempi di Marchionne (da 945 a 600, -345(, i posti sono maledettamente pochi (600, e vanno defalcati i 12 seggi degli eletti all’Estero), i posti sono ancora di meno e, soprattutto, salgono o diminuiscono a seconda di chi vince le elezioni, ma le ambizioni restano svariate e concupiscenti.

Per la maggior parte dei partiti  singoli (M5s, Italexit, sempre che trovi le firme, come gli altri) e delle coalizioni (tre: centrodestra, centrosinistra, Terzo Polo), il combinato disposto derivante dagli effetti del Rosatellum (soglie per partiti e coalizioni, 3 e 10% effetti perversi del micidiale mix tra collegi uninominali maggioritari e collegi plurinominali proporzionali, effetto flipper, etc.) e la riduzione del numero dei parlamentari rende il gioco a incastro ben difficile, se non impossibile.

Facciamo ordine, dunque, distinguendo tra partiti, coalizioni, almeno le principali, e liste sicure di stare sopra la soglia di sopravvivenza del 3%, escludendo, perciò, tutti gli altri, a partire da Italexit Unione Popolare (De Magistris-Pap-Prc) e Italia Sovrana e Popolare che, seppur in calcio d’angolo, potrebbero trovare le firme necessarie per presentarsi alle prossime elezioni politiche.

elezioni2022

Riassumendo, chi avremo e vedremo, in lista e sulle schede elettorali, il prossimo 25 settembre? Volti noti, ex ministri, vecchie conoscenze in Parlamento e rappresentanti della società civile. A pochi giorni dal termine per la consegna delle liste, i partiti limano le candidature che, al netto di sondaggi e percentuali accreditate, dovranno tener conto di riduzione dei seggi a disposizione.

 

CENTODESTRA: FDI – LEGA – FI- ALTRI

1) Solo FDI è sicura di fare ‘il pieno’…

Solo FDI è sicura di fare ‘il pieno’…

Solo FDI è sicura di fare ‘il pieno’…

FDI, grazie ai sondaggi, ha solo l’imbarazzo della scelta: porterà in Parlamento cento parlamentari, forse più. Stante la riconferma di tutti gli uscenti, ci saranno molte new entry della ‘società civile’ e anche molti esponenti dei famosi ‘territori’ di Fdi.

Carlo Nordio

Carlo Nordio

Fratelli d’Italia, dunque, oltre ai parlamentari uscenti – che saranno riconfermati in massa – punta su diversi rappresentanti della società civile, anche per dare una risposta concreta a tutte le polemiche su retaggi fascisti. Tra i nomi più accreditati c’è quello dell’ex pm Carlo Nordio, indicato come possibile ministro della Giustizia e di un posto per l’ex ministro Giulio Tremonti. Le indiscrezioni sui giornalisti Gennaro Sangiuliano e Clemente Mimun, al momento, non trovano, invece, per ora, risconti nelle ‘fonti’ di FdI. Una certezza, invece, è Guido Crosetto: il miglior consigliere della Meloni non si ricandiderà.

Jonny Crosio

Jonny Crosio

Tra i nomi che circolano, anche un ex leghista utile per rafforzarsi al Nord, Jonny Crosio, in Parlamento con il Carroccio fino al 2018, ora FdI.

 

2) La Lega punta sui ‘giornalisti’, FI sui volti

La Lega punta sui ‘giornalisti’

La Lega punta sui ‘giornalisti’

Dentro Lega e Forza Italia chi è impegnato a cercare l’incastro tra nomi e caselle, tra ambiti collegi o ai primi posti dei listini proporzionali, deve sfuggire alle chiamate degli uscenti per non spaventare quelli che rischiano di restare fuori.

Hoara Borselli

Hoara Borselli

Nella Lega l’orientamento è a non rinunciare a qualche volto noto come Annalisa Chirico, giornalista, e Hoara Borselli, attrice, e, forse, l’ex pallavolista Luigi Mastrangelo. Tra gli azzurri si punta sui ‘campioni’ di preferenze per trainare il simbolo al proporzionale, ma vuol riprovarci l’ex calciatore Giuseppe Incocciati.

Simonetta Matone Magistrato

Simonetta Matone Magistrato

Tra i papabili nella Lega ci sono pure Maria Giovanna Maglie, l’ex candidata prosindaco di Roma Simonetta Matone e il sottosegretario del Mise Federico Freni. C’è chi ipotizza anche una riconferma di Umberto Bossi, mentre è quasi certa quella dell’avvocato Giulia Bongiorno.

tajani

Antonio Tajani

In Forza Italia si danno per certe, tra le altre, le candidature del coordinatore, Antonio Tajani, e della ‘compagna’ del Cavaliere, la già deputata Marta Fascina. In lista non ci saranno, invece volti storici come Adriano Galliani e Renato Schifani. Tra i nuovi arrivi azzurri in Parlamento c’è chi scommette su Valentina Vezzali, sull’ex calciatore Giuseppe Incocciati, e anche sul presidente della SS Lazio Claudio Lotito.

 

CENTROSINISTRA: PD – +EU – VERDI-SI – ALTRI (Impegno Civico di IPF-CD, ecc…)

 

1) Il Pd ‘tromba’ Ceccanti e ‘salva’ Casini!

Il Pd ‘tromba’ Ceccanti

Il Pd ‘tromba’ Ceccanti

“Nel partito c’è il caos, non sappiamo nulla…”. Reagiscono così molti dei parlamentari dem che, da noi interpellati, ‘tremano’ per i loro destini. Due deputati ‘esperti’ del gruppo dem alla Camera, Stefano Ceccanti in Toscana (Pisa) ed Emanuele Fiano in Lombardia (Milano), rischiano di dover lottare in collegi assai incerti.

Emanuele Fiano (Pd)

Emanuele Fiano

Ma è dell’ultima ora la notizia, davvero brutta, che un ‘gioiello’ per chiunque, il prof. Ceccanti – e non mi fa velo l’amicizia personale – una vera ‘mente’ del diritto costituzionale, esperto di leggi, regolamenti e diritto parlamentare, oltre che di legge elettorale, verrà ‘trombato’ per far largo, nel suo collegio di Pisa, al ‘bel’ Fratoianni, leaderino di Sinistra italiana, che altrimenti ‘chi’ lo elegge?, voti suoi non ha. Invece, si aprono nuovi spiragli per Luca Lotti, coordinatore, con Guerini, di Base riformista.

Nicola Fratoianni

Nicola Fratoianni

Non va meglio neppure per i big – tranne gli (ormai quasi ex) ministri, tutti in posti blindati – anche per molti ‘titolari’ di posizioni “sicure”, in teoria, dei partiti ‘nanetti’ inglobati nel ‘listone’ dem (Articolo 1, Psi, Demos) che manterranno, ‘sicure’ solo le posizioni delle tre teste di lista (Speranza, Maraio, Ciani) e per i candidati dei partiti ‘fratelli’ – da IC di Di Maio e Tabacci a +Europa di Bonino fino a Verdi-SI di Bonelli e Fratoianni – che, a loro volta, lottano per collegi ‘blindati’ e, ovvio, gentilmente offerti dal Pd.

Il problema non sono solo i famosi ‘territori’ (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche), ormai in rivolta da settimane, ma pure i giovani ‘under 35’, le donne e le diverse ‘minoranze’ (quelle delle correnti interne al partito) che, dovendo ‘fare posto’ ai ‘paracadutati’ dei nanetti, rischiano di esser sottorappresentati o schiacciati.

Caterina Cerroni

Caterina Cerroni

La leader dei Giovani, Caterina Cerroni, giovane molisana, potrebbe spuntarla, ma solo lei. Per il resto, si prevede una ‘gran moria delle vacche’ e, non a caso, la Direzione del Pd sulle candidature è stata convocata a… Ferragosto…

 

2) La protesta di territori, giovani, donne…

simona bonafé

Simona Bonafè

Intanto, i dirigenti di Toscana e Emilia-Romagna – protagonisti della battaglia per difendere i loro collegi dai “paracadutati da Roma”, una battaglia che vede i due segretari regionali, Simona Bonafé (Toscana, che verrà candidata, come capolista, alla Camera dei Deputati, e non al Senato, dove doveva andare…) e Luigi Tosiani (ER) col coltello tra i denti – segnano qualche punto.

emma bonino

Emma Bonino

La Bonino non sarà candidata a Bologna, ma a Roma (Senato), Susanna Camusso non a Firenze ma in Campania (Senato), dove correrà anche Dario Franceschini (Camera). Inoltre, alla lista dei candidati espressione dell’ex ‘Emilia rossa’ (Schlein, Cuppi, Zampa, Manca, Delrio), il Pd locale ha aggiunto altre due donne: Enza Rando, modenese, vice-presidente di Libera, e Oiudad Bakkali, vice segretaria regionale di origini marocchine.

Oiudad Bakkali

Oiudad Bakkali

Ma restano due ‘nodi’ ancora aperti: Angelo Bonelli, che potrebbe ‘scalzare’ Ilaria Cucchi, e Pierferdinando Casini, a Bologna. Il ‘territorio’ Casini – in Parlamento dal 1983!!! – non lo vuole, ma Letta lo ‘vuole’ a tutti i costi e finirà per imporlo ai riottosi bolognesi-emiliani proprio come, prima di lui, aveva fatto Renzi

Elly Schlien

Elly Schlien

Il Pd, dunque, oltre a diverse conferme, schiererà la vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein, le ex segretarie di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Annamaria Furlan, e ‘mr spending review’ Carlo Cottarelli.

Barbara Pollastrini

Barbara Pollastrini

Tra i big che, invece, non si presenteranno, ma solo perché hanno superato il tetto dei tre mandati, ci sono l’ex ministra Barbara Pollastrini e Luigi Zanda.

 

3) Stefano rompe, invece la ‘moglie’ entra…

Dario Stefano

Dario Stefano

A poche ore dalla riunione decisiva sulle candidature, il partito di Enrico Letta deve anche incassare l’addio del senatore Dario Stefano che non si ricandiderà e punta il dito contro “la serie di errori di valutazione che il Pd sta continuando ad inanellare”.

Michela Di Biase

Michela Di Biase

Tra le new entry dem in Parlamento, in compenso, la consigliera regionale Michela Di Biase (coniuge del ministro della Cultura e protagonista nei giorni scorsi di una polemica sul “maschilismo” in politica: entra, evidentemente, per “seri motivi di famiglia”….) e l’ex presidente della giunta sarda, Renato Soru.

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L’ex segretario dei Ds Piero Fassino

Piero Fassino rinuncerebbe all’Emilia-Romagna, per un collegio in Piemonte mentre, in Toscana, restano confermati i ‘paracadutisti’ degli ‘alleati’: Fratoianni, Bonelli, Speranza e Della Vedova, considerati ‘stranieri’ dagli amministratori locali, dovrebbero finire tutti in collegi ‘super-blindati’.

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti

Infine, nel collegio di Roma 1 il Pd “non regalerà a Calenda la visibilità in cui spera”, dicono al Nazareno, schierando un big. Nicola Zingaretti sarà capolista nel proporzionale e l’avversario del leader di Azione sarà Paolo Ciani di Demos. Nel Lazio, però, infuria anche una battaglia tra le anime dem: con Zingaretti vuole andare in Parlamento pure un suo assessore, Valeriani, che però ridurrebbe lo spazio per l’uscente Morassut. E sono insistenti le voci di un posto sicuro per Marco Bentivogli, ex segretario della Fim-Cisl.

 

4) Le candidature blindate di partiti nanetti

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Aboubakar Soumahoro

Nella federazione SI-Verdi, oltre alle candidature certe di Ilaria Cucchi e del ‘sindacalista degli ultimi’ Aboubakar Soumahoro, si presentano i leader dei rispettivi partiti Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i quali, però, hanno pensato bene di farsi ‘regalare’ collegi ‘blindati’ dal Pd, dato che la certezza di ‘fare’ il 3% non ce l’hanno neppure loro che pure sventolano, ai quattro venti, di essere ‘sicuri’ di superarlo…

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Il consigliere regionale del Lazio Paolo Ciani (lista “Demos”)

Nel listone “Democratici e Progressisti” compariranno i segretari del Psi, Enzo Maraio, e di Articolo 1, Roberto Speranza (non correrà più Pierluigi Bersani, senatore uscente) e Paolo Ciani (Demos), ma – insieme a loro – pochissimi altri. Assieme al ministro della Salute, nella stessa lista sono già certi di trovare un posto diversi componenti del governo: Andrea Orlando, Lorenzo Guerini e Dario Franceschini. E, forse, anche l’ormai ex pentastellato Federico D’Incà, fondatore, con Crippa, l’associazione filo-Pd ‘Ambiente 2020’ e che, dunque, va ricompensato.

 

III POLO: AZ-IV. Pochi posti, pochi nomi…

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Si fa presto a dire ‘Calenda’ e pure ‘Renzi’. Saranno candidati fino a 5 collegi nel listino proporzionale bloccato, in qualità di capolista. Dopo di loro, però, e al netto delle ‘tre’ ministre (due ex di FI, Carfagna e Gelmini, e una di Iv, Bonetti), a loro volta pluri-candidate capolista in molti collegi plurinominali, tutti gli altri, date le percentuali stimate (6-8%) se ‘l’arrischiano’.

Certo, si cercherà di mettere in posti ‘sicuri’ uomini forti di Azione (Richetti, Mazziotti, Costa, Cangini, Napoli, Masini) come pure di Iv (Rosato, Paita, Marattin, Migliore, oltre a, ovviamente, i due capigruppo Boschi e Faraone, e al tesoriere del partito, Bonifazi), ma per loro l’elezione rischia di diventare un ‘terno al lotto’.

 

M5S e i magnifici 18 di Conte

Giancarlo Cancelleri

Giancarlo Cancelleri

Come si sa, il M5s – un po’ come il Pd di Bersani che fece le ‘primariette’ di collegio (sotto Natale) – terrà le sue ‘parlamentarie’ martedì prossimo, sulla piattaforma SkyVote. Ma l’annuncio ha scatenato ‘vivaci’ polemiche. Il capogruppo all’Ars, Giancarlo Cancelleri, già paventa una scissione (l’ennesima) dal M5s, anche perché Conte non vuole ricandidare la sorella Azzurra.

skyvote

L’altro guaio è che Conte, che già ha dovuto ingoiare il tetto ai due mandati che ha falcidiato i big e di non poter mettere il nome nel simbolo, ha annunciato, via ‘Sacro Blog’, che verranno votati anche dei nominativi (i ‘Magnifici 18’ di Conte), “già selezionati”. In pratica, i suoi fedelissimi che dovranno esserne, in Parlamento, la quadrata legione romana o la perfetta falange macedone.
Sono 18 candidati (12 alla Camera, su un totale di massimo 191 candidati, e sei al Senato su 93), da piazzare in collegi ‘blindati’, quelli proporzionali. Un elenco di nominativi (massimo 18) da inserire, “con criterio di priorità” nei listini.

la ex sindaca di Roma, Virginia Raggi

La ex sindaca di Roma, Virginia Raggi

Ma, dopo le polemiche ad alzo zero di Virginia Raggi e Ale ‘Dibba’ (entrambi esclusi dalla short list), il ‘listino’ di Conte infiamma le chat interne. E’ chiaro che, se verranno eletti, i posti ‘sicuri’ saranno solo per loro, non certo per tutti gli altri. E se si considera che, nel 2018, i 5S elessero la bellezza di 339 parlamentari, pur ridotti, oggi, ad appena 165, è chiaro che Conte sta provando a ‘salvare’ solo i suoi: il ministro Patuanelli, i vicepresidenti Gubitosa, Ricciardi, Turco, Todde) e altre figure chiave (Baldino, etc.) a cui aggiungere qualche esterno della società civile.

Di Maio

Di Maio

Infine, una curiosità. Nel collegio Campania 1 potrebbe materializzarsi il duello all’arma bianca tra Conte e l’ex, oggi leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, candidati alla Camera entrambi. Sempre in Campania, roccaforte grillina, potrebbe figurare l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho, mentre, a ora, ancora non ha trovato, nei 5s, un ‘posto’ Michele Santoro
Tra i nomi forti nell’universo pentastellato, però, c’è l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino.

poracci

Non torneranno in Parlamento, a causa del limite dei due mandati, però big a 5 stelle come il presidente della Camera Roberto Fico e la vicepresidente del Senato Paola Taverna. ‘Poracci…’, come si usa dire in romanaccio…