La “Grande Bruttezza”. Le nuove Camere si aprono con molti meno parlamentari di prima. Saranno molto tristi, vuote e desolate…

La “Grande Bruttezza”. Le nuove Camere si aprono con molti meno parlamentari di prima. Saranno molto tristi, vuote e desolate…

10 Ottobre 2022 1 Di Ettore Maria Colombo

La “Grande Bruttezza”. Le nuove Camere si aprono con molti meno parlamentari di prima. Saranno molto tristi, vuote e desolate…

bruttezza

Nb: questo articolo è stato pubblicato, in forma molto più succinta, sul Quotidiano nazionale del 10 ottobre 2022

 

Tutto è pronto! Camera e Senato tirate a lucido

opinione giornalista lascia montecitorio foto Ansa 2

Tutto è pronto! Camera e Senato tirate a lucido

Tutto è pronto. Palazzo Montecitorio e palazzo Madama sono stati, come si suol dire, ‘tirati a lucido’. I siti web di Camera e Senato, ormai perfettamente proiettati nella ‘nuova era’, quella in cui a ‘dominare’ sono i social, hanno anche messo on-line diversi filmati in cui si vedono operai, fabbri e addetti alle pulizie che sistemano microfoni, stendono tappeti (rossi, ovviamente), puliscono i famosi divanetti (rossi e meno rossi), fanno, insomma, le consuete ‘grandi pulizie’ che ogni ‘casa’ che si rispetti compie quando arrivano nuovi, graditi, e importanti, ospiti. La neo-Casta.

legislatura

Nella fattispecie, qui si parla dei parlamentari della nuova legislatura, la XIX dell’età repubblicana

Nella fattispecie, qui si parla dei parlamentari della nuova legislatura, la XIX dell’età repubblicana (la prima si aprì nel 1948, presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, Capo dello Stato Luigi Einaudi). Tutto bene, dunque?

 

Ma i parlamentari sono stati, e molto, ‘tagliati’

sergio marchionne

Sergio Marchionne

Mica tanto. La novità – un vero unicum nella storia repubblicana: si iniziò (non sembri strano) a numero ‘variabile’ (il numero dei senatori cambiava, in pratica, a ogni legislatura), ma poi ci si fissò a ‘quota’ 945 (630 deputati, 315 senatori) – è che i parlamentari sono stati, drasticamente, ‘tagliati’. Un taglio netto, lineare, brutale. Roba che manco alla Fiat dell’era Marchionne, per capirsi. E così, i deputati sono diventati, da 630 che erano, 400 e i senatori, da 315, solo 200 (al netto, si capisce, dei senatori a vita che erano sei e sempre sei restano, fin quando saranno in vita).

fraccaro riforme

Fraccaro e la riforma

Morale, si è passati da 945 unità ad appena 600. Il taglio, come si sa, fu voluto, in modo pervicace, dai 5Stelle. Si chiamava ‘riforma Fraccaro’ e fu votata da tutti, solo che poi molti se ne dolsero, ma, come dice l’adagio popolare, “cosa fatta, capo ha”. Alle recenti elezioni politiche del 25 settembre s’è votato con il Parlamento ‘decurtato’ di 345 membri. E’ andata come è andata, e si sa.

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Il centrodestra ha vinto, e sta cercando – tra mille fatiche e mille problemi – di fare un governo, a guida Giorgia Meloni: sarà la prima donna premier nell’intera storia repubblicana, e ci voleva una ‘di destra’ affinché ciò accadesse… Il centrosinistra ha perso, i 5Stelle hanno perso, ma dicono di aver vinto, i centristi, in pratica, uguale. Ma questi sono problemi di tutt’altri articoli.

 

I due Palazzi sono diventati troppo ‘grandi’

buvette Montecitorio

La Buvette di Montecitorio

Il problemino qui, invece, è di tutt’altro genere. Il Palazzo – o, meglio, i due Palazzi – sono grandi: palazzo Montecitorio è mastodontico, enorme, ti ci perdi ogni due per tre. Un’orgia di stanze, piani, corridoi, cunicoli, stucchi, marmi. Tra piano terra, piano nobile (sala della Lupa, vi nacque la Costituzione, sala del Mappamondo, sala della Regina, etc.), altri piani, sotterranei, corridoi, aulette dei gruppi e palazzi attigui, ancora altre aule, uffici, ristoranti (due), bar (mica esiste solo la mitica Buvette, ve ne sono altri), marmi, stucchi, dipinti, decorazioni da perdere il fiato e come se non ci fosse un domani. Troppi.

Transatlantico_Montecitorio

Il Transatlantico di Montecitorio detto “il Corridoio dei Passi Perduti”

E, poi, ovviamente, Transatlantico – meglio noto come ‘il corridoio dei Passi Perduti’, lo possiede pure palazzo Madama, salone Garibaldi, ma vuoi mettere con quello della Camera? Nah – cortile d’onore (unico luogo rimasto ‘free’ per i fumatori incalliti che, in epoca pre-Covid, godevano di cotanto corridoio ad hoc tutto loro), guardaroba, ingressi (due: il portone principale, pensato come secondario, e il secondario, pensato principale, dall’architetto Vincenzo Basile che aveva progettato, a inizio Novecento, il tutto, seguirono scandali vari, ogni Mondo è Paese…), altri uffici, altre aule. Insomma, ti ci perdi dopo anni e anni che ci vai, figurati da ‘matricola’.

 

Lo ‘spingi-spingi’ per entrare c’è stato uguale e ora è arrivato il ‘giorno’ della ‘matricola’…

keep calm and be matricola

Lo ‘spingi-spingi’ per entrare c’è stato uguale e ora è arrivato il ‘giorno’ della ‘matricola’…

Certo, lo ‘spingi-spingi’, per conquistarsi un posto “in Paradiso” (stipendio netto 14 mila euri al Senato, 11 mila alla Camera, un bel vivere), è stato identico alle volte passate, tra urla, strepiti, mal di pancia, proteste e drammi in tutti i partiti.

13ottobre

I risultati si conoscono, sono stati metabolizzati, più o meno, da tutti i partiti (tranne dal Pd, si capisce: lì l’autocoscienza andrà per le lunghe) e le Camere stanno (“era ora!”, vien da dire, ma è il bello della democrazia: intercorrono, per legge, 20 giorni di prassi tra il voto e la prima riunione) per costituirsi formalmente. Oggi, lunedì 10, è il giorno delle foto-tessere, dell’accreditamento (funziona come in hotel: dai il documento, firmi, prendi le chiavette per entrare nei siti e usufruire dei servizi, scopri i benefit vari cui hai diritto, etc.). Poi, giovedì 13 ottobre, scatta il primo giorno di scuola, con tanto di campanella.

campanella

Scatta il primo giorno di scuola, con tanto di campanella

Riunioni in simultanea, grande emozione, foto ricordo (ormai sostituite, come si sa, dai selfie), campanella, zitti tutti, proclamazione degli eletti, costituzione dei gruppi parlamentari, elezione dei capigruppo dei diversi gruppi parlamentari. Infine, elezione dei presidenti delle due aule (chi saranno? Ferve, come sui ministri, il ‘toto-nomi’) e degli organi annessi (quattro vice-presidenti, tre questori, otto segretari d’aula per ogni Camera).

 

La soluzione al ‘taglio’: ‘tagliare’ i banchi…

La soluzione al ‘taglio’: ‘tagliare’ i banchi…

La soluzione al ‘taglio’: ‘tagliare’ i banchi…

Solo che, oggi, i deputati saranno molti meno e i senatori anche. Il Palazzo (e vai con le polemiche sulla ‘Kasta’ che ‘se magna lo stipendio a sbafo’, ‘non vengono mai a lavorare’, ‘l’aula è vuota’) sarà triste, vuoto, carente di persone e personale. Meno parlamentari vuol dire meno addetti stampa e meno portaborse, meno segretarie, meno autisti. Insomma, tutto ‘meno’, ecco. La grande tristezza, altro che “la Grande Bellezza”, ecco. Roba da chiodi e che, quasi quasi, non ci si crede.

la Grande Bellezza

La grande tristezza, altro che “la Grande Bellezza”, ecco. Roba da chiodi e che, quasi quasi, non ci si crede

La prima ‘innovazione’ – oltre all’adeguamento dei Regolamenti parlamentari (il Senato l’ha fatto la Camera no, il guaio è rimasto ‘in eredità’) è che, da giovedì in poi, lo ‘spazio’ fisico tra banchi (maggioranza e opposizione, destra e sinistra, centristi e pentastellati) vedrà tanti banchi vuoti. Ma, a mali estremi, estremi rimedi.

Si è agito di lima e scalpello, in questi giorni. I banchi e le postazioni sono state ‘ristrette’, onde evitare l’effetto – straniante – “aula vuota”: le file dei primi e ultimi banchi sono state ‘tagliate’. Nello specifico, sono state eliminate le postazioni della prima e dell’ultima fila e quelle più laterali.

 

Una ‘disposizione’ antica come la democrazia

Salvatore Curreri

Salvatore Curreri

La verità – spiega il costituzionalista Salvatore Curreri in un suo recente articolo – è che la disposizione dei seggi e, più in generale, la conformazione architettonica delle aule delle assemblee rappresentative è questione tutt’altro che marginale. Del resto, per capire la differenza tra il sistema parlamentare maggioritario e quello consensuale basta osservare la diversa architettura delle Camere inglesi rispetto alle nostre. 

Camera dei Lord

La camera dei Lords

La Camera dei Comuni e la Camera dei lords sono rettangolari; maggioranza di governo ed opposizione, con i rispettivi leader, sono poste l’una di fronte all’altra. I due settori sono marcati da una linea rossa invalicabile e la distanza che li separa è pari a quella di due spade, le cui punte devono appena sfiorarsi, a significare che il confronto parlamentare può e deve essere duro ma mai trascendere nell’aggressione fisica dell’avversario (tutto il parlamentarismo inglese è carico di affascinanti simbolismi!). Questa disposizione non è ovviamente casuale, ma risponde alla caratteristiche di quella forma di governo, dove l’esistenza di un sistema tendenzialmente bipartitico, diviso tra laburisti e conservatori, accomunati però da una cultura politico-costituzionale omogenea, permette agli elettori di votare non solo per eleggere i propri rappresentanti nei singoli collegi uninominali, ma anche per scegliere la maggioranza di governo, designando indirettamente come Premier il leader del partito vincente, più l’opposizione che ha il compito, non di sostituire il governo in corso di legislatura, ma di contrapporsi ad esso, attraverso la propria serrata attività di controllo e di critica politica, allo scopo di proporsi come futura maggioranza alle prossime elezioni.

Camera dei Deputati

L’aula del Senato fotografata dalla tribuna stampa

Nel nostro Paese, invece, Camera e Senato hanno una dimensione semicircolare: non è dato cogliere immediatamente il confine che separa la maggioranza di governo dall’opposizione. Il che è perfettamente corrispondente alla forma di governo parlamentare di tipo consensuale, dove l’esistenza di un sistema multipartitico e multipolare, espressione delle fratture che attraversano una società per questo eterogenea, permette agli elettori di votare solo per i partiti, i quali decidono poi in Parlamento se e come dar vita a (instabili) governi di coalizione, guidati da un Presidente del Consiglio che ha il compito di mediare tra i partiti che compongono la sua maggioranza parlamentare.

Tale assetto ha caratterizzato il funzionamento della nostra forma di governo parlamentare fino al 1994, quando, com’è noto, si è cercato di passare ad un sistema di tipo maggioritario grazie alla bipolarizzazione del sistema partitico, indotta dalla modifica della legge elettorale. Tale sistema, che si prefiggeva governi di legislatura, in realtà non ha mai funzionato, se si eccettua il Berlusconi III (2001-2005), perché le maggioranze di governo scaturite dalle urne sono presto o tardi entrate in crisi (Berlusconi I 1994, Prodi I 1998, Berlusconi III 2005, Prodi II 2008, Berlusconi IV 2011). L’ingresso del M5S ha poi trasformato il nostro sistema partitico in tripolare, facendo così venire meno la precondizione per una designazione elettorale delle maggioranze di governo. Da qui le diverse maggioranze e i diversi premier succedutisi nelle ultime due legislature (Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II, Draghi).

prima repubblica

In questo scenario politico-istituzionale – conclude Curreri – è evidente che il quadro politico, a distanza di ben trent’anni dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica, sia ancora ben lungi dall’assestarsi e sottoposto a continue fibrillazioni. Come dimostra il fenomeno tutto italiano del trasformismo parlamentare, cioè di quegli eletti che, specie in occasione delle crisi di governo, cambiano gruppo parlamentare e, talora collocazione politica, rispetto a quella originaria, magari dando vita in corso di legislatura a “partiti di eletti” la cui consistenza parlamentare si è sempre finora rivelata maggiore rispetto all’effettivo seguito elettorale, come dimostrano i flop elettorali di Futuro e Libertà di Fini, del Nuovo Centro destra di Alfano e, oggi, di Insieme per il Futuro di Di Maio e di Noi Moderati di Lupi (e chissà quale sarebbe stato il risultato elettorale di Italia Viva di Renzi se non si fosse alleata con Azione di Calenda, ma è altro tema).

Veniamo dunque da una legislatura in cui tale fenomeno è esploso, con ben 198 cambi di gruppo al Senato e 401 alla Camera, dove il gruppo Misto è divenuto il secondo per numero.

Camera Coronavirus Mascherine scaled

Il parlamento, con i deputati con le mascherine

Ma dicevamo all’inizio della conformazione architettonica delle Camere. Quello che potrebbe sembrare un elemento tutto sommato esteriore invece non è affatto irrilevante anche ai fini del funzionamento del nostro sistema di governo. Basterebbe ad esempio notare che le proposte favorevoli ad un ampliamento delle competenze del Parlamento in seduta comune (a iniziare dal conferimento e dalla revoca della fiducia al governo per finire alla conversione dei decreti legge) si sono potute formulare in questi ultimi mesi perché solo ora, dopo la riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600, l’aula di Montecitorio potrebbe contenerli tutti, mentre prima non era possibile: le Camere riunite si riuniscono non per discutere ma per eleggere.

 

La bella proposta del costituzionalista Curreri

proposta

La bella proposta del costituzionalista Curreri

Insomma, la situazione resta, comunque, surreale, oltre che inedita, che ha scatenato persino la ‘fantasia’ dei costituzionalisti, di solito uomini (e donne) ligi ai loro doveri, all’interpretazione della Carta. Il costituzionalista palermitano Salvatore Curreri, uomo serio, severo, tutto d’un pezzo, ha proposto seriamente, “una semplice innovazione, a mio modesto avviso solo apparentemente marginale, ma forse non inutile, di grande impatto visivo. Anziché ‘restringere’ i due emicicli – il che, peraltro costringerebbe le forze politiche di destra e di sinistra a una innaturale convergenza verso il centro, abbandonano le tradizionali postazioni (la destra, e dai tempi del Regno d’Italia, siede sui banchi ‘di destra’, guardando l’aula dal banco della Presidenza, la sinistra siede, ovviamente, sui banchi di sinistra, ndr.) – si potrebbe profittare di tale riduzione per lasciare tra maggioranza di governo ed opposizione un settore dell’emiciclo vuoto per marcare distanza tra le due, proprio come avviene in Gran Bretagna”.

transfughismo

Il transfughismo

Lungi da me – chiude – ovviamente l’idea che in tal modo si possa limitare il transfughismo parlamentare, che ha profonde radici nella nostra cultura politico-parlamentare. Però si farebbe un servizio agli elettori in termini di trasparenza e di responsabilità se gli elettori potessero subito identificare chi sta con il governo e chi invece è chiamato a fare opposizione. Sarebbe una piccola, modesta innovazione, ma dal grande significato”.

Triste solitario y final

Solo che questa non è la Bbc, come diceva la canzone sulla Rai, e l’Italia non è l’Inghilterra. Sarà, semplicemente, tutto molto più desolante, forse pure un po’ patetico. Triste, solitario y final.