Keep and calm. Meloni mantiene sangue freddo e ottiene l’obiettivo: centrodestra unito al Quirinale

Keep and calm. Meloni mantiene sangue freddo e ottiene l’obiettivo: centrodestra unito al Quirinale

20 Ottobre 2022 0 Di Ettore Maria Colombo

Keep and calm. Meloni mantiene sangue freddo e ottiene l’obiettivo: centrodestra unito al Quirinale con l’incarico che andrà a lei e una linea, sulla politica estera, che sarà una lama di luce elfica… Intanto, alla Vetrata, tutto è pronto per accogliere i partiti alle consultazioni di gruppi e partiti

keep calm

Nb: questo articolo è il frutto di una sintesi, molto più articolata, di due articoli usciti il 20 ottobre sulle colonne del Quotidiano Nazionale

La Meloni predica “calma” per tutto il giorno

La Meloni predica “calma” per tutto il giorno

La Meloni predica “calma” per tutto il giorno

Ha predicato “calma” per tutto il giorno. Ai suoi. I quali, ormai, hanno i nervi decisamente a pezzi. Agli alleati di governo che la chiamavano, pure loro, assai allarmati, a partire, persino, da Salvini. A sé stessa, ovviamente. Ma Giorgia è fatta così. Nei momenti più difficili tira fuori quello che, in letteratura, si chiama ‘il carattere’. E’ tignosa. Caparbia. Volitiva. Un’ardita del Popolo, se il paragone non fosse insolente, se non riportasse a paragoni storici impropri, ‘offensivi’ (ma sono esistiti pure gli ‘Arditi’ di sinistra, per dire, ecco).

Ieri, lo scorpione ha, di nuovo, punto la rana…

esopo rana scorpione

“Sei come lo scorpione che uccide la rana anche se annegano entrambi dicendo è la mia natura’”, citando la nota favola di Esopo

Ieri, lo ‘scorpione’ (Silvio Berlusconi) ne ha fatta un’altra delle sue, alla ‘rana’ (Giorgia Meloni), come ha detto lei, ri-raccontando la favola di Esopo che vede lo scorpione ‘pungere’, a costo di morire, insieme alla rana, causa “la sua natura”. Un’altra puntura velenosa, per quanto fosse uno strascico derivante dalla registrazione audio del giorno precedente, quando il Cav ha ‘intrattenuto’ i suoi gruppi parlamentari tra scroscianti applausi, in cui ha ribadito l’amicizia affettuosa con Putin e l’antipatia manifesta per Zelensky e l’Ucraina.

Parole che ‘infiniti lutti agli Achei addusse’. Cioè a lei, soprattutto. Le cancellerie europee, davanti a quelle frasi, sono letteralmente impazzite. Il Pse si è scatenato. Le opposizioni hanno ululato: “Né Tajani né FI possono avere in mano gli Esteri!”. E lei, però, sempre in mezzo, “a schivar palloni”, come Oriali. Non si è imbufalita per quel “il suo uomo è un mio dipendente” riferito a suo marito. Figurarsi ora. L’obiettivo era troppo importante.

Il risultato è troppo importante: il suo governo

berlusconimelonisalvini

Il centrodestra –entrambi i maggiori partner, Salvini e Berlusconi, ma anche gli alleati minori (Udc-Maie-sudisti) – indicherà Giorgia Meloni come unica candidata della coalizione uscita vincente dalle elezioni

Dare, all’Italia, un governo, e di centrodestra, con lei alla guida. L’obiettivo è tutto, i mezzi son solo strumenti necessari. A volte, pure ‘necessitati’. La coalizione di centrodestra, venerdì, andrà unita alle consultazioni il cui calendario, il Colle ha reso noto ieri sera, pur se a ora molto tarda. Altro segno di uno scontro che si è protratto a lungo, fin troppo con tanto di ‘giallo’ e relativa apprensione.

Primo risultato, e decisivo. Il centrodestra –entrambi i maggiori partner, Salvini e Berlusconi, ma anche gli alleati minori (Udc-Maie-sudisti) – indicherà Giorgia Meloni come unica candidata della coalizione uscita vincente dalle elezioni. Non è tutto, certo. Ma è già qualcosa. E’ molto, anzi. Fino a ieri sera, il rischio che tutto saltasse, che tutto si rompesse è stato presente, incombente ed ha aleggiato nell’aria per l’intero pomeriggio.

“Il Vietnam? Sì, ma per loro”: la sfida di FdI

La fatica di Sisifo

La fatica di Sisifo

Certo è che se è stata una fatica di Sisifo mettere insieme le tessere del mosaico di governo, e poi arriva lui, Silvio Berlusconi, a scombinare il puzzle allora sì che tutto è rischiato di precipitare. Con rischi non indifferenti per il disegno di un esecutivo forte e autorevole al quale sta lavorando la premier in pectore Giorgia Meloni. Che per gran parte della giornata si è smaterializzata rispetto al sistema dell’informazione, per dedicarsi in toto all’impresa, davvero non facile. Tuttavia, per quanto vengano definite “preoccupanti” le uscite del Cav, non sono tali da scoraggiare il presidente FdI, che con lo stato maggiore del partito continua a mettere a punto le ipotesi per la squadra di governo. Fonti autorevoli di via della Scrofa mostrano segnali di particolare scoramento. Tra occhi al cielo e braccia allargate, replicano così alla domanda se giudichino preoccupanti le parole pronunciate dal Cav ai fini dei tempi della formazione dell’esecutivo: “Sono parole preoccupanti. Ma è un problema per Forza Italia. Più sono inaffidabili, meno spazio avranno“. Sempre autorevoli fonti meloniane tagliano corto, rispondendo alla domanda se questo approccio rischi di rappresentare un “Vietnam” per la formazione e l’azione del governo. “Sì, sarà un Vietnam. Ma per loro”.

Vietnam 1965 ph. Cecilia Mangini

L’ennesimo audio choc con le parole di Silvio Berlusconi sull’Ucraina riaccende le mai sopite fibrillazioni dentro e fuori la maggioranza. Anche se l’iter per la formazione del Governo sembra andare avanti spedito.

lollobrigida meloni

Meloni e Lollobrigida

A sera esce il calendario per le consultazioni mentre il capogruppo di FdI, Francesco Lollobrigida, prevede che si possa votare la fiducia al nuovo Esecutivo entro martedì prossimo. Al Quirinale, come vedremo poi, tutto è pronto per l’avvio dei colloqui del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i gruppi parlamentari e i leader dei partiti. Con l’elezione dei vicepresidenti, dei segretari e dei questori, infatti, le Camere sono di fatto formate. E si può pensare a dar vita, finalmente, al nuovo Governo.

Intanto s’incastrano gli ‘uffici’ delle Camere

Intanto s’incastrano gli ‘uffici’ delle Camere

Intanto s’incastrano gli ‘uffici’ delle Camere

L’intera giornata tra Camera e Senato viene dedicata proprio a questo, con le forze parlamentari che si confrontano per decidere a chi far coprire le ultime caselle mancanti. Nel centrodestra, le cose, stavolta, filano via piuttosto lisce e si trova subito l’accordo, mentre nell’opposizione si registra lo strappo del Terzo Polo che non partecipa alle votazioni in nessun ramo del Parlamento perché, come spiegano Renzi e Calenda, il Pd e il M5S li avrebbero fatti fuori da ogni incarico. Come compenso, il capogruppo Richetti chiede per i parlamentari di Azione e IV la presidenza del Copasir o della Commissione di Vigilanza Rai. «Non sono Pd e M5S ad aver fatto fuori il terzo Polo ma gli elettori» ribattono i dem che optano per Anna Rossomando (Pd) Maria Domenica Castellone (M5s) per le vicepresidenze di Palazzo Madama.

Crosetto predica ‘pazienza’, in Ue la perdono

Guido Crosetto

Guido Crosetto

Sul fronte politico, dopo le esternazioni di ieri di Silvio Berlusconi, che aveva raccontato di essersi riavvicinato a Putin, non si placa la polemica, nonostante i tentativi di FdI di ricompattare le fila. Guido Crosetto cita addirittura Khalil Gibran per dire che occorre avere «pazienza» per essere «felici dopo».

la russa

Ignazio La Russa

Il presidente del Senato Ignazio La Russa dice che se ognuno resta «nel rispetto delle proprie prerogative e dei propri ruoli» si arriverà presto ad «un governo forte».

matteosalvini

Matteo Salvini

E mentre Berlusconi continua il suo giro di incontri, ricevendo a pranzo Matteo Salvini e poi vedendo Carlo Nordio, che Giorgia Meloni vuole al ministero della Giustizia, al posto della candidata di FI, Elisabetta Casellati, a Bruxelles si alza la voce.

Manfred Weber

Manfred Weber

Il capogruppo del PPE, al quale aderisce FI, Manfred Weber torna ad attaccare Putin che definisce «un criminale di guerra», mentre il vice Paulo Ranghel precisa di avere comunque «fiducia assoluta in Tajani», in pole per la Farnesina, «impegnato a difendere i valori Ue». D’altro avviso, Riho Terras (Ppe) secondo il quale «è ora che il veterano della politica Berlusconi si ritiri».

Enrico Letta 1

Enrico Letta

I dem continuano a puntare il dito contro il leader di FI con Enrico Letta che chiede a Meloni se non sia la maggioranza, e non le critiche dell’opposizione, a danneggiare l’Italia all’estero con le frasi del Cavaliere o con i ddl anti-abortisti presentati da Maurizio Gasparri.

Meloni duda

Meloni ringrazia il presidente della Polonia Duda per le parole di apprezzamento espresse nei suoi confronti

Sempre sul fronte Esteri, di mattina interviene la stessa Meloni che ringrazia il presidente della Polonia Duda per le parole di apprezzamento espresse nei suoi confronti, convinta che «Italia e Polonia possano e debbano rafforzare la loro collaborazione per difendere insieme i comuni valori e la sicurezza europea».

Mario Draghi viene ricevuto al Quirinale da Mattarella

Mario Draghi viene ricevuto al Quirinale da Mattarella

Intanto, Mario Draghi viene ricevuto al Quirinale da Mattarella, insieme ad alcuni ex ministri, per un pranzo ufficiale anche in vista del Consiglio Ue e, salutando i giornalisti, dice che nei 20 mesi di Governo ha «imparato troppe cose» e di avere «la buona coscienza del lavoro fatto». Amen per lui.

La leader di FdI, stavolta, era pronta a tutto, anche a presentarsi da sola davanti le Camere

giorgia meloni

La Meloni era pronta a tutto. ‘Alla bisogna’, come cantava il suo amato Cyrano di Guccini, sarebbe andata solo con FdI, alle consultazioni

Ma la Meloni era pronta a tutto. ‘Alla bisogna’, come cantava il suo amato Cyrano di Guccini, sarebbe andata solo con FdI, alle consultazioni, avrebbe chiesto un mandato esplorativo, e non pieno, avrebbe presentato una lista di ministri, non concordata con nessun alleato, e si sarebbe presentata, davanti alle Camere, a chiedere i voti ‘a chi ci sta’ e, cioè, a pezzi di FI, dei centristi, del Terzo Polo. Un governo ‘improvvisato’, certo, e che al più avrebbe fatto la manovra economica, per poi chiedere nuove elezioni ad aprile 2023. E, ovviamente, vincerle, stavolta con FdI da sola, che ormai, nei sondaggi, già veleggia al 28-30%.

Una prova di forza che, certo, avrebbe spaccato il centrodestra in modo irrimediabile, oltre che ad altissimo rischio fallimento, ma l’avrebbe tentata. Ma non ce n’è stato bisogno. Il salvabile è stato salvato. Ora, però, l’attende la prova più dura.

Il Colle, però, vigilerà sulla lista dei ministri, la quale, nel frattempo, prende sempre più corpo

carlo nordio

L’ex magistrato Carlo Nordio

Una lista di ministri che il Capo dello Stato ‘scrollerà’ con maniacale e certosina attenzione. Stavolta, la casella chiave non sarà il Mef. Lì, come si sa, ci va Giorgetti. Per tutti una garanzia. No, i problemi sono altri. Gli Esteri, la Difesa. La Giustizia, per dire, già non lo è più. Ci andrà l’ex magistrato Carlo Nordio. Fine delle trasmissioni.

Casellati presidente

L’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati

Sulla Giustizia, nella corsa ad ostacoli per succedere a Marta Cartabia a via Arenula, i nomi che restano in ballo sono quelli dell’ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e dell’ex Pm Carlo Nordio (FdI). Entrambi fanno sapere di “attendere le decisioni dei leader”, ma i toni sono diversi, con il candidato meloniano che pare aver messo la freccia per l’investitura da guardasigilli (“sarebbe un onore per un giurista come me”, dice all’AdnKronos). Berlusconi aveva annunciato l’ok della Meloni alla Casellati per la Giustizia, ma le sue quotazioni sono in caduta libera.

berlusconi al telefono

Berlusconi

Non a caso, ieri mattina, l’ex premier ha incontrato a ‘Villa Grande’ l’ex pm Carlo Nordio, neo-parlamentare di FdI e indicato da via della Scrofa come futuro ministro della Giustizia, che all’Adnkronos conferma la sua disponibilità, rivelando che ”Berlusconi condivide le sue idee sulla riforma della giustizia”. Interpellata sul suo futuro nel governo di centrodestra alla buvette del Senato, la Casellati non si è sbilanciata: ”Non partecipo a nessuna trattativa, decideranno i leader del centrodestra e io mi atterrò alle loro decisioni”. Sulla trattativa per i ministri in azzurro pesano, anche qui, gli ‘audio rubati’ del Cavaliere filo putiniano, nonostante le smentite e le ‘correzioni di tiro’.

Antonio Tajani

Antonio Tajani

Raccontano, però, che alla fine, una volta fatto decantare la situazione, le parole del leader forzista non dovrebbero far saltare lo schema di base, a cominciare dalla casella più importante, la Farnesina, ‘promessa’ ad Antonio Tajani. Allo stato, dunque, oltre all’attuale coordinatore nazionale del partito, che dovrebbe diventare vicepremier con Salvini, gli azzurri papabili per l’upgrade governativo sono: la stessa Casellati (non per la Giustizia), Gilberto Pichetto Fratin (favorito per la Transizione ecologica, che però potrebbe essere ‘svuotata’ della delega per l’Energia, rivendicata da FdI); la presidente dei senatori forzisti uscente Bernini e la deputata Gloria Saccani Jotti per l’Università.

Gloria Saccani Jotti

Gloria Saccani Jotti

L’elezione dei vicepresidenti di Camera e Senato ha dato altre indicazioni sulla griglia ministeriale. Una volta nominato vice di Ignazio La Russa il senatore leghista Gian Marco Centinaio, dato fino a qualche giorno fa all’Agricoltura, ora sono diventate più insistenti le voci che assegnano questo dicastero a FdI: in pista ci sarebbero Roberto Berutti, attualmente nello staff del gabinetto del Commissario all’agricoltura, e Luca De Carlo, ma c’è chi scommette che alla fine potrebbe spuntarla Francesco Lollobrigida, braccio destro di Giorgia a Montecitorio, che cederebbe il posto di capogruppo alla Camera.

berutti Roberto

Roberto Berutti

Al Mise (purché ‘rafforzato’, ovvero con deleghe pesante come quella) viene dato sempre favorito Guido Crosetto, mentre per gli Affari europei si parla sempre di Raffaele FittoGiovanbattista Fazzolari, l’uomo ombra della Meloni, è sempre in ballo per la poltronissima di sottosegretario alla presidenza del Consiglio mentre la delega ai Servizi segreti dovrebbe tenersela la Meloni.

Daniela Santanche

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè è in lizza per il Turismo. Non si conosce il nome del futuro ministro del Mare, fortemente voluto dalla leader di via della Scrofa, che dovrebbe inglobare la delega dei porti, strategica per la gestione degli sbarchi di clandestini, che dovrebbe essere ‘sottratta’ alle Infrastrutture, promesse alla Lega e a Salvini.

Marina Elvira Calderone

Marina Elvira Calderone

Una fedelissima del presidente di FdI, Marina Elvira Calderone, sarebbe la nuova ministra del Lavoro. Meloni vuole tenersi la Difesa (Adolfo Urso resta tra i favoriti) e dare l’ok a un tecnico al Viminale, incarico che vede sempre alte le quotazioni del prefetto Matteo Piantedosi.

Ma ora è nato un problema, quello agli Esteri

FDI

Ma è sul tema ‘Esteri’, dove il nome di Tajani, nonostante le sue prese di distanza dal Cavaliere, traballa pericolosamente, che FdI è corsa ai ripari.

Con intento ‘punitivo’ verso le ultime uscite del Cav, la Meloni potrebbe ‘strambare’ e affidarlo a Crosetto, o a Urso, con l’altro che, in modo quasi intercambiabile, andrebbe invece alla Difesa.

Una nota, di fatto scritta di suo pugno, dice che “su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara. Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo. “L’Italia – prosegue – con noi al governo non sarà mai l’anello debole dell’Occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo. La prima regola di un governo politico che ha un forte mandato dagli italiani è rispettare il programma votato”.

GMeloni

Meloni : “su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara. Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”

L’accento cade, ovviamente, sulla richiesta di “chiarezza” a tutti i ministri e sui partiti che ne fanno parte: senza ‘chiarezza’, non c’è il governo.

In ogni caso, il governo Meloni sta per nascere. Magari avrà guai sulle bollette, tergiverserà sui soldi alle famiglie, sulle pensioni, magari sarà ambiguo sui diritti, ma sulla politica estera sarà chiaro, netto, indefesso. Una spada di luce elfica. Alla Tolkien, autore caro alla Meloni, si capisce.

Intanto, al Quirinale è tutto pronto e i giornalisti accreditati sono fin troppi …

Al Quirinale è tutto pronto, per le consultazioni

Al Quirinale è tutto pronto, per le consultazioni

Al Quirinale è tutto pronto, per le consultazioni. La sola novità, formale, è che le troupe tv non stazioneranno davanti la loggia d’Onore, dove c’è lo studio alla Vetrata, ma alla Sala della Scrigni: troppi gli accrediti ricevuti, questa volta (oltre cento, specie stranieri) e troppe le norme Covid da rispettare. Per la prima volta, dunque, anche i giornalisti italici saranno ‘confinati’ non nel corridoio dove escono le delegazioni di gruppi e partiti che hanno parlato con il Capo dello Stato ma in una sala vicina. Al Quirinale, del resto, gli assembramenti sono vietati, e per ‘Costituzione’.

 

E, alla fine, all’improvviso, ecco il calendario!

calendario consultazioni

Per il resto, da ieri sera c’è pure il calendario. La pratica verrà espletata in meno di due giorni. I gruppi parlamentari – accompagnati o meno (è una loro libera scelta) dai leader dei partito – e le varie coalizioni (altra scelta ‘libera’ è presentarsi come singolo partito o, appunto, come coalizione) salgono al Colle in ordine crescente: si parte dal più piccolo e si arriva fino al più grande, il quale è – a scelta – il centrodestra o FdI come uti singuli e già questa è, ovviamente, una scelta ‘politica’. Alla fine, cioè a ora tardissima, dopo lunga attesa e molto thrilling, si scopre che il centrodestra si presenterà unito, non separato, alle consultazioni.

Eccole, comunque. L’Ufficio stampa del Quirinale comunica il calendario per le consultazioni per la formazione del governo. Giovedì 20 ottobre (mattina) Il Presidente Emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano, verrà sentito telefonicamente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ore 10:00 Presidente del Senato della Repubblica, Sen. Ignazio La Russa. ore 11:00 Presidente della Camera dei deputati, On. Lorenzo Fontana.

ore 12:00 Gruppo Parlamentare “Per le autonomie (SVP-Patt, Campobase, Sud Chiama Nord)” del Senato della Repubblica. ore 12:30 Gruppo Misto del Senato della Repubblica. (pomeriggio)

ore 16:00 Gruppo Misto della Camera dei deputati. ore 16:30 Rappresentanti della componente “Alleanza Verdi e Sinistra” del Gruppo Misto della Camera dei deputati. ore 17:00 Gruppi Parlamentari “Azione-Italia Viva-R.E.” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. ore 18:00 Gruppi Parlamentari “Movimento 5 Stelle” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.

ore 19:00 Gruppi Parlamentari “Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.

consultazioni

Venerdì 21 ottobre (mattina). ore 10,30 Gruppi Parlamentari “Fratelli d’Italia” del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Gruppo Parlamentare “Lega Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione” del Senato della Repubblica e Gruppo Parlamentare “Lega-Salvini Premier” della Camera dei Deputati. Gruppo Parlamentare “Forza Italia Berlusconi Presidente” del Senato della Repubblica e Gruppo Parlamentare “Forza Italia Berlusconi Presidente-P.P.E.” della Camera dei deputati. Gruppo Parlamentare “Civici d’Italia – Noi Moderati (UDC – Coraggio Italia – Noi con l’Italia – Italia al Centro) – MAIE” del Senato della Repubblica. Componente “Noi Moderati (Noi con l’Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro) – MAIE” del Gruppo Misto della Camera dei deputati.

Mattarella è molto ‘preoccupato’: il problema stavolta non è l’economia, ma la politica estera

mattarella

Mattarella è molto ‘preoccupato’: il problema stavolta non è l’economia, ma la politica estera

Il problema è che Sergio Mattarella è ‘preoccupato’, eufemismo che si usa quando e se l’inquilino del Colle è decisamente assai ‘irritato’.

La coerenza dell’Italia sulla politica estera e il mantenimento (saldo) delle alleanze dell’Italia (Ue, Nato e Usa) è un elemento imprescindibile e lui ne è il garante, anche perché è lui che presiede il Consiglio supremo di Difesa. Come cinque anni fa era decisiva, in un governo sovranista-populista, la casella del Mef, oggi lo è, causa la guerra in Ucraina – sempre più insidiosa e pericolosa, foriera di nefasti e critici sviluppi – chi andrà a ricoprire un dicastero, quello degli Esteri, che un tempo era ritenuto un inutile pennacchio. Le cancellerie europee sono entrate in allarme, gli Usa pure. I russi, invece, se la godono. Berlusconi, con i suoi audio rubati, dimostra di essere ancora ‘dolcissimo’, con Putin. Le attenzioni di Mattarella si convoglieranno lì.

ministero delleconomia MEF

Ecco perché il ‘predestinato’ alla carica, Tajani, potrebbe saltare in calcio d’angolo. Lui è adatto, il suo partito, FI, molto meno. Berlusconi è unfit, agli occhi dell’Europa. Troppe parole pro-Putin. Persino l’ex putiniano Salvini se ne dice sorpreso.

Adolfo Urso

Adolfo Urso

Un’altra grana, e pesante, per il governo Meloni. La leader di FdI sa che il Colle vigilerà, in modo occhiuto, su una serie di nomi: oltre agli Esteri, la Difesa, l’Economia, gli Interni, la Giustizia. La mossa potrebbe essere di mettere, alla Farnesina, Guido Crosetto, solida garanzia di solidità euro-atlantica, o Adolfo Urso, e Crosetto alla Difesa. Oppure mettere, agli Esteri, l’ambasciatore Massolo. Si vedrà, e si saprà, però, solo da oggi.

Il Capo dello Stato non si attende ‘scherzi’…

mattarella

Il Capo dello Stato non si attende ‘scherzi’…

Certo è che la vigilia delle consultazioni al Colle è diventata assai tormentata. Il Capo dello Stato si attendeva, dopo le elezioni del 25 settembre e un’indicazione chiara, da parte degli elettori, un percorso molto più lineare. Il centrodestra litiga su caselle non ancora assegnate (la Giustizia) e ora scoppia il bubbone del Berlusconi ‘putinista’.

I rapporti tra Meloni e il Colle restano buoni

I rapporti tra Meloni e il Colle restano buoni

I rapporti tra Meloni e il Colle restano buoni

Il Colle, come sempre avviene, ‘vigila’. Il potere di interdizione del Capo dello Stato, la famosa ‘fisarmonica’, è pronta per essere srotolata. E dire che Mattarella pensava non ce ne fosse bisogno. I rapporti con la Meloni sono buoni. Incomprensioni e accuse (da parte della Meloni) ce ne sono state, specie sugli incarichi di governo precedenti (Conte I e II, Draghi) ma superate. Certo, è un cattolico democratico a tutto tondo, custode di Costituzione e diritti fondamentali (diritti civili compresi) quello che attende la prima premier donna e di centrodestra del Paese.

Mattarella non si attendeva ‘scherzi’ né sorprese e aveva ricevuto ampie rassicurazioni, in merito. Ove, invece, si creasse una situazione da tregenda greca (centrodestra diviso, mancanza di una indicazione netta di Meloni premier, problemi sulla lista di ministri e, in particolare, su alcuni, Esteri in testa), interverrebbe, questo è sicuro. Ma nessuno, al Colle, crede sia possibile una replica del 2018. Tre mesi di impazzimento collettivo per fare un governo non sono ritenuti ‘accettabili’ perché la situazione (economica, sociale e di crisi internazionale) in cui versa, oggi, il nostro Paese è drammatica. Mattarella non vuole perder tempo. In questo, la pensa esattamente come la Meloni.  

Un timing di ferro e un incarico assai veloce

Un timing di ferro e un incarico assai veloce

Un timing di ferro e un incarico assai veloce

La premier in pectore, a quel punto ‘incaricata’, al massimo venerdì pomeriggio, accetterà il suo incarico, ricevuto dalle mani del Capo dello Stato, e – senza alcuna ‘riserva’, come è normale fare – entro venerdì sera, leggendo la lista dei ministri? Molto probabilmente sì. Ne conseguirà, se questo è il timing – un timing di ferro, a passo di carica – che già lunedì mattina ci sarà il giuramento dei ministri, che si tiene sempre al Quirinale, e che, quello stesso giorno, si terrà il primo cdm, dopo la consueta cerimonia “della campanella”, con il premier uscente (Mario Draghi, nella fattispecie) che la consegna all’entrante (Giorgia Meloni). Infine, martedì 25 ottobre, voto di fiducia alla Camera e, mercoledì 26, voto di fiducia al Senato.

E così la Meloni potrebbe vedere pure Macron

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E così la Meloni potrebbe vedere pure Macron

Tra l’altro, insediare il governo per lunedì, se possibile anche prima di domenica, vuol dire, per Giorgia Meloni, non solo accorciare i tempi dell’insediamento, ma anche incontrare, e stavolta da premier in carica, il presidente francese Emmanuel Macron, che sarà a Roma in visita domenica 23 e lunedì 24 ottobre. Come ha riferito il capogruppo FdI Francesco Lollobrigida la fiducia alla Camera potrebbe tenersi martedì e, quindi, quella in Senato mercoledì pomeriggio.

Ma nella maggioranza si verifica anche l’ipotesi di lunedì pomeriggio alla Camera e martedì al Senato. In ogni caso la presidente di FdI, dopo le consultazioni di oggi e domani al Quirinale, potrebbe ricevere l’incarico venerdì sera e sabato sciogliere la riserva, in modo che il governo giuri al Quirinale in giornata.

cerimonia campanella

A seguire ci saranno la cerimonia della campanella – il passaggio delle consegne a palazzo Chigi con Draghi – e il primo consiglio dei ministri. Quindi, entro 10 giorni secondo Costituzione, il passaggio parlamentare per le fiducie nelle due Camere. Ma il governo entrerebbe in carica già dopo il giuramento al Quirinale. E Meloni, nelle vesti di presidente del consiglio, potrebbe incontrare Macron. Non sarà, da questo punto di vista, un incontro né facile né ‘tenero’, stile Cav-Putin, ma importante.