È Ginevra la principessa! Il governo Meloni giura, ma la vera regina della Festa è la figlia della prima premier donna

È Ginevra la principessa! Il governo Meloni giura, ma la vera regina della Festa è la figlia della prima premier donna

23 Ottobre 2022 1 Di Ettore Maria Colombo

È Ginevra la principessa! Il governo Meloni giura, ma la vera regina della Festa è la figlia della prima premier donna, Giorgia Meloni. Oggi il passaggio di consegne con Draghi. Il timing istituzionale che attende il governo

È Ginevra la principessa! Il governo Meloni giura, ma la vera regina della Festa è la figlia della prima premier donna

Ginevra, e il papà compagno della Meloni Andrea Giambruno

 

Nb: questo articolo è stato pubblicato, in forma molto più succinta, sul sito di notizie Tiscali.it il 23 ottobre 2022

“Orgoglio e responsabilità”: governo al lavoro

meloni giuramento premier

Giorgia Meloni giura nelle mani del presidente della Repubblica

Giorgia Meloni giura nelle mani del presidente della Repubblica – va a memoria e l’emozione le fa ‘sbagliare’ la formula di rito – e garantisce che il governo si metterà “subito al lavoro” per “servire il Paese”. Ora è il momento di parlare poco e lavorare molto, il senso racchiuso nel tweet che posta subito dopo aver lasciato il Colle. “Orgoglio e responsabilità” sono le sue parole.

Un messaggio che ripeterà oggi ai ministri nel primo Cdm, dopo il passaggio della campanella con Mario Draghi. Perché quelle sfide da “fare tremare i polsi”, elencate più e più volte durante la campagna elettorale, ora sono lì.

Le felicitazioni di Ue e Usa e le tante attese

Ursula Von der Layen

Ursula Von der Layen

la premier sa che tutti gli occhi sono puntati su di lei, in Italia e all’estero, e non ci saranno sconti, già al primo passo falso. I primi contatti internazionali arrivano subito dopo, con le telefonate con Ursula Von der Leyen e i vertici delle istituzioni europee con cui, assicura, il nuovo governo di centrodestra è “pronto a collaborare”. 

giorgia meloni 2

La Premier Giorgia Meloni

L’ esito del Consiglio europeo, crisi energetica, guerra in Ucraina, attuazione del Pnrr e politiche di coesione, un prossimo viaggio a Bruxelles: a quanto si apprende sarebbero stati questi i principali temi al centro dei colloqui telefonici di oggi tra il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e i vertici delle Istituzioni europee. “Dobbiamo assolutamente lavorare per un rapido intervento di riduzione dei prezzi dell’energia per famiglie ed imprese” ha detto la Meloni parlando con i suoi collaboratori. Il dossier energia, d’altronde, è quello in cima alla lista delle preoccupazioni del nuovo governo.

Politica estera: europeismo, atlantismo, Kiev

Mateusz Morawiecki

Mateusz Morawiecki

La Meloni ringrazia via social tutti i leader stranieri che le hanno fatto gli auguri per l’incarico, compresi Viktor Orban e il polacco Mateusz Morawiecki. Al presidente Volodymyr Zelensky ribadisce che l’Italia sarà “sempre” dalla parte dell’Ucraina, e al presidente degli Usa, Joe Biden, cui assicura di non vedere l’ora di rafforzare “amicizia e partnership transatlantica, fondata su valori comuni”

macron

Macron

Europeismo, atlantismo, e sostegno a Kiev contro la guerra di Putin, d’altronde, per la leader di FdI non sono mai stati in discussione. Concetti che ribadirà al presidente francese Emmanuel Macron, che dovrebbe incontrare lunedì a Roma per un primo, probabilmente breve, faccia a faccia che serve a riallacciare i rapporti dopo l’incidente delle parole della ministra francese Laurence Boone (“vigileremo sul rispetto dei valori e dello stato di diritto”, aveva detto la ministra francese, ne era seguito, in pratica, un incidente diplomatico).

San Giovanni Paolo II

San Giovanni Paolo II

Dopo il giuramento – che, sottolinea, cade nel giorno in cui si festeggia San Giovanni Paolo II – la neo-premier si concede qualche ora di riposo in famiglia, dopo aver partecipato al funerale di Francesco Valdiserri, il 18enne investito e ucciso sul marciapiede a Roma figlio di due giornalisti del Corsera, di cui una, la bravissima Paola Di Caro, segue la Meloni per lavoro.

Il dossier sul gas e le prime misure economiche

cingolani

Roberto Cingolan
ANSA/LUCA ZENNARO

Ma ora sa che dovrà buttarsi a capofitto sui dossier internazionali, a partire dalla trattativa sul gas, tanto che già martedì si potrebbe vedere – di nuovo, al tavolo dei ministri Ue in materia – Roberto Cingolani, nella veste di consulente del nuovo ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica , il quale invece dovrebbe rimanere a Roma per il voto di fiducia.

Vice Ministro Gilberto Picchetto Fratin

Gilberto Pichetto Fratin

Ma anche sulle emergenze economiche interne. L’agenda dei primi giorni sarà serrata: il primo Consiglio dei ministri, che si terrà oggi, formalizzerà le cariche di vicepremier per Matteo Salvini e Antonio Tajani, e nominerà Alfredo Mantovano sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Alfredo Mantovano

Alfredo Mantovano

Ma l’obiettivo sarebbe quello di chiudere anche sui sottosegretari in settimana, subito dopo avere incassato la fiducia alle Camere. Nella partita potrebbe di certo rientrare il suo braccio destro, Giovanbattista Fazzolari, che in molti danno come sottosegretario, sempre a Palazzo Chigi. Ma ci saranno da accontentare anche e soprattutto gli alleati che già scalpitano.

Le competenze dei ministeri e il ‘sottogoverno’

guardia costiera

Guardia Costiera

E da sedare le polemiche che già sono partite attorno al controllo della Guardia costiera. “Avremo tempo per parlare anche” dei porti, rivendicati dalla Lega, si defila Nello Musumeci, titolare del ribattezzato ministero del Sud e delle politiche del mare. Tecnicamente, le deleghe di un ministro con portafoglio non dovrebbero poter passare a un ministro senza portafoglio, ma qui la querelle è squisitamente politica.

Essenziale, comunque, è che l’intera macchina sia subito operativa perché l’idea è quella di procedere il prima possibile con un nuovo decreto contro i rincari dell’energia, utilizzando quel ‘tesoretto’ da 10 miliardi lasciato in eredità da Draghi per prorogare fino a fine anno le misure in scadenza a novembre. Prima di dedicarsi alla definizione, complicata, della prima manovra economica targata Meloni. 

Ma dopo tutto, prima ancora, cioè, della Politica, va detto del ‘colore’. Ieri è stato il ‘suo’ giorno. Quello dei look, delle mise, dei familiari, etc. Ormai, anche questo ‘è’ politica, quindi, se ne parla anche qui né si potrebbe fare diversamente.

La piccola Ginevra irrompe nel salone delle Feste e diventa lei la vera ‘festeggiata’…

ginevra meloni giuramento

La piccola Ginevra irrompe nel salone delle Feste e diventa lei la vera ‘festeggiata’

Le sfilano davanti per il giuramento, uno dopo l’altro, i ministri del suo governo, il primo della storia repubblicana guidato da una donna, ma gli occhi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono solo per la piccola Ginevra. Ripetutamente la premier cerca lo sguardo della figlia di sei anni, in prima fila tra i parenti seduti nel Salone delle feste del Quirinale. La bimba, capelli ricci e biondissimi, stretta in un candido abitino color panna con ‘scaldacuore’ in tinta, ha con sé uno zainetto colorato e siede accanto al padre Andrea Giambruno. Si distende sulle sue gambe, cerca un contatto, forse per esorcizzare l’emozione del momento, che è davvero solenne.

Arianna Meloni e in doppia veste di sorella della premier e moglie del ministro allAgricoltura Francesco Lollobrigida

Arianna Meloni è in doppia veste di sorella della premier e moglie del ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida

Lui, il compagno di Meloni, resta sempre impassibile nel suo abito scuro, sfoggia una cravatta ‘patriottica’ con un piccolo tricolore. Accanto a loro, Arianna Meloni: sceglie un tailleur chiaro per partecipare alla cerimonia: è in doppia veste di sorella della premier e moglie del ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Il look della premier e le cravatte dei ministri

Per giurare Meloni ha scelto un look total black

Per giurare Meloni ha scelto un look total black (in realtà blu notte)

Dall’altro lato del lungo salone, al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, resta in piedi per tutta la cerimonia la nuova presidente del Consiglio. Per giurare Meloni ha scelto un look total black (in realtà blu notte): giacca nera, pantaloni neri, camicia intonata. Sul lato lungo siede la squadra di governo, che restituisce un colpo d’occhio all’insegna della sobrietà. In abito scuro (nero, grigio o blu) gli uomini, in prevalenza con cravatte blu o azzurre.

Sarà per questo che spicca la cravatta verde scuro del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che non sarà tonalità ‘leghista’ ma sempre verde è; così come quella rossa (sic) del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, o la regimental blu e rosa del guardasigilli Carlo Nordio.

 

I total look delle (poche) ministre donne

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Daniela Santanché

Tra le ministre, i cronisti assiepati di fronte puntano gli obiettivi su Daniela Santanché, che in passato li ha abituati a ‘mise’ estrose e colorate: la ministra del Turismo però li spiazza tutti, sfoggiando una tailleur nero con camicia bianca, pur non rinunciando ai tacchi a spillo di ordinanza.

Elisabetta Casellati e Alessandra Locatelli

Le ministre Maria Elisabetta Casellati e Alessandra Locatelli

Stessa scelta per la titolare dell’Università, Anna Maria Bernini. Osano invece il total look bianco, giacca e pantalone, le ministre Maria Elisabetta Casellati e Alessandra Locatelli, sedute proprio accanto.

Parenti e figli sono tutti molto emozionati

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Francesca Verdini e i due figli di Salvini Federico e Mirta

Tra i parenti, in prima fila siedono anche la compagna del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, Francesca Verdini (sua l’unica concessione alla gonna, corta, ma coperta da un lungo soprabito color mattone), e i due figli Federico e Mirta. Il leader della Lega è tra i primi ad arrivare al Quirinale: passeggia sulla piazza, i reporter lo seguono con le telecamere mentre si affaccia con la sua piccola dalla terrazza del Colle, per mostrarle il panorama, il quale – come sa chi è andato a un ricevimento del 2 giugno, Festa della Repubblica, è mozzafiato.

Entrano anche la moglie del titolare della Farnesina Antonio Tajani e il figlio, quindi tutti gli altri. Appaiono emozionati, forse un po’ intimiditi da flash e taccuini. Al termine del giuramento, raggiungono i loro congiunti, diventati ormai ufficialmente componenti del governo, per il brindisi con il capo dello Stato.

La prima a uscire dal Quirinale, in macchina, è la premier Giorgia Meloni, che ha dovuto dismettere l’utilitaria per la ‘normale’ auto blu. La segue, poco dopo, la ministra Santanché. Via via sfilano i titolari degli altri dicasteri, davanti al ‘muro’ di cronisti, fotografi e cameraman.

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Il ministro Guido Crosetto

La maggior parte di loro va verso le macchine senza fermarsi, qualcuno accetta di rilasciare una dichiarazione, come Guido Crosetto, che dice una cosa molto bella e toccante: “L’ex sindaco di Marene e consigliere in Provincia a Cuneo, dove ha cominciato la carriera politica nel Movimento giovanile della Dc (che ha contribuito poi a traghettare nel Partito popolare italiano come componente del Comitato dei Garanti, prima dell’approdo in Forza Italia e quindi co-fondare Fratelli d’Italia), ha condiviso con la redazione di Cuneo de La Stampa le prime emozioni, raccontando: «Ho pensato ad una frase che mi disse in quarta ginnasio una professoressa di italiano-latino-greco-storia e geografia: il nipote, parlava di mio nonno, di un artigiano di Monasterolo non dovrebbe fare il liceo classico. Andai a casa e dissi a mio padre: devo far vedere a questa signora che si sbaglia»”.

Ma ora parlano da ministri. E, ora, il governo Meloni è davvero ‘pronto’ per iniziare a lavorare.

 

Il commento. Cerimonia sobria al Colle, look maschile per le ministre. La piccola Ginevra e Francesca Verdini sono le più fotografate

vecchioni

Voglio una donna, donna, donna con la gonna..

Ora, però, un piccolo commento, sul ‘colore’. “Voglio una donna, donna, donna con la gonna…”. Guardando il colpo d’occhio del salone delle Feste del Quirinale la componente femminile del nuovo Governo, il primo della storia repubblicana presieduto da una ‘lady’, affiorano alla mente i versi della nota canzone di Roberto Vecchioni: le sei neo-ministre e la premier si presentano, infatti, al Colle per il giuramento tutte rigorosamente in tailleur pantaloni. Né una gonna e neppure un abito, ecco. Quasi tutte in scuro, ad eccezione di Elisabetta Casellati e Alessandra Locatelli in ‘total white’. Unica concessione alla femminilità: le scarpe tacco 12 e pure declinate in varie fogge. Da quelle nere della premier Meloni, a quelle con tacco largo della Locatelli, a quelle nere con ‘spillo’ dorato di Anna Maria Bernini. Tutte decisamente in contrasto con quelle raso-terra di Eugenia Roccella (teocon, cattolica, non a caso).

Eugenia Roccella giuramento

Eugenia Roccella

Pochi i gioielli. I più vistosi sono la spilla e gli orecchini d’oro dell’ex presidente del Senato. Il più colorato, invece, è il braccialetto ‘Cruciani’ tricolore di stoffa che spicca sul completo ‘total black’ (in realtà è un total ‘blu notte’, anche le giornaliste di costume sbagliano) della Meloni.

Andrea Abodi giuramento

Andrea Abodi in grigio chiaro, mise considerata inusuale per le cerimonie al Colle

Quasi tutti i ministri sono in grigio scuro, colori e completi ‘ministeriali’ di loro. Sole eccezioni: Andrea Abodi in grigio chiaro, mise considerata inusuale per le cerimonie al Colle (dove alzano più di un sopracciglio, quando lo vedono) e Roberto Calderoli che, digiuno di bon ton, si presenta in spezzato: pantaloni grigi e giacca blu. Anche le cravatte sono quasi tutte Marinella o simil-tali, a parte la regimental rosso-nero di Carlo Nordio, quella rossa di Lollobrigida e quella verde-padano, ca va sans dire, di Giorgetti.

Anche il centrodestra ‘tiene famiglia’…

Andrea Giambruno e Ginevra compagno e figlia di Giorgia Meloni

Andrea Giambruno e Ginevra

Accanto ai ministri, ecco le ben otto file di sedie dei familiari. Lì, ai primi posti, siedono la sorella di Giorgia Meloni, Arianna, con vestito bianco e treccia a spina di pesce e il ‘first-gentleman’, cioè il compagno della neo-premier Andrea Giambruno, che indossa una delle cravatte blu con tricolore che la leader di FdI aveva regalato ai suoi parlamentari. Con loro, la piccola Ginevra, in abitino bianco piumato, scarpette di velluto blu e zainetto con colori pastello, che varca il portone del Quirinale trotterellando, incurante della folla di cameramen e fotografi che la immortalano.

Salvini con i figlie e Francesca Verdini

Salvini con i figlie e Francesca Verdini

Sempre in prima fila, vicino alla moglie di Tajani, c’è Francesca Verdini, la compagna di Matteo Salvini, nonché figlia del plenipotenziario del Cav e fondatore di Ala, Denis Verdini, insieme ai figli del leader della Lega, Federico e Mirta. Degne di nota, le sue scarpe di Valentino, borchiate, a punta, con tacco rigorosamente a spillo. E’ lei, in gonna corta grigia e cappottino rosso, la più bersagliata dai fotografi, ovviamente. Salvini spesso la guarda e la saluta (che tenero! Del resto, sembra che i due stiano per sposarsi).

Anche Arianna Meloni sceglie lo stesso modello di scarpe, ma in color avorio. In tutto, i bambini sono sei. Oltre a Ginevra e ai figli di Salvini, c’è anche quello di Luca Ciriani, seduto in ultima fila accanto alla mamma. Belle ed eleganti, nei loro abitini colorati, le due bimbe di Orazio Schillaci. Ai primi posti si nota Alfredo Mantovano, indicato da Giorgia Meloni come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Non è un ‘familiare’, ma un membro del governo, solo che deve essere ancora ‘nominato’, il che, però, succederà solo oggi, in seno al primo Cdm.

Ministri emozionati. ‘Genny’ arriva troppo presto

emozionati

Ministri emozionati

Visibilmente emozionati, tra i ministri, sono Adolfo Urso, Andrea Abodi – che in più occasioni invia baci sulla punta del dito alla moglie – Maria Calderone e Gennaro Sangiuliano. E’ il primo in assoluto ad arrivare al Colle e anche quello a declinare con voce più forte la formula di rito del giuramento. Sembra che sia arrivato verso le 8.30 e che non si sapesse bene dove farlo accomodare, in attesa dell’inizio della cerimonia. Insomma, una voglia ‘precox’.

governo meloni ansa

Rituale foto di gruppo del Governo con Mattarella che viene immortalato tra Giorgia Meloni e Antonio Tajani

Giorgia Meloni, dopo aver giurato, si mette a fianco del presidente della Repubblica, dall’altra parte del tavolo, e aspetta che tutti i suoi ministri, chiamati uno ad uno (con i nomi ‘originari’ dei ministeri che andranno a ricoprire, cioè non ancora quelli che la Meloni ha ‘cambiato’) giurino a loro volta. Ultimata la cerimonia, definita ‘sobria’ da tutti gli osservatori, c’è la rituale foto di gruppo del Governo con Mattarella che viene immortalato tra Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Poi, il brindisi, insieme al Capo dello Stato e ai familiari, nel salone accanto a quello delle Feste, reso off-limits ai giornalisti. In una piazza blindatissima, senza i curiosi dei giorni scorsi, i ministri escono alla spicciolata. “Lavorerò per i più fragili”, assicura davanti ai cronisti (chiusi in una sorta di recinto accanto al portone) un’ancora emozionatissima Alessandra Locatelli. “Sono fiera di far parte di un governo guidato dalla prima donna premier“, afferma Eugenia Roccella, neo-ministra della Famiglia, oltre che della Natalità. In contemporanea, sui social, Anna Maria Bernini posta una storia che ritrae i ministri durante la cerimonia con il sottofondo della canzone di Ambra Angiolini dal ritornello significativo: ‘Adesso giura!’. Subito rimossa, ma si sa come sono fatti i social: non perdonano mai ed ecco che, allora, il video della Bernini gira, gira all’impazzata e il pubblico italiano ne sorride…

Il compito di Mattarella si è ‘esaurito’ ieri

Il Presidente Mattarella e la Premier Giorgia Meloni

Il Presidente Mattarella e la Premier Giorgia Meloni

Con il giuramento del nuovo premier Meloni, Mattarella ha esaurito il suo compito, ora la palla a governo. Cerimonia al Colle: il clima è disteso.

Ieri mattina, dunque, al Quirinale è nato il governo di Giorgia Meloni. Il giuramento si è svolto in un clima disteso, per alcuni neo-ministri con l’eccitazione tipica di un primo giorno di scuola. Una cerimonia, nel Salone delle Feste al Quirinale gremito fino all’inverosimile di giornalisti, che ha visto i 24 ministri giurare uno dopo l’altro dopo il premier Giorgia Meloni, davanti ai propri familiari e ai tanti figli. La sensazione è quella – dopo le frizioni tra alleati nate nelle scorse settimane, prima dalle posizioni assunte su ruoli di governo da Matteo Salvini e poi dalle frasi pro Putin pronunciate da Silvio Berlusconi – di un grande sospiro di sollievo.

Molta allegria e disincanto, anche se non può sfuggire la consapevolezza, tra le forze che compongono la maggioranza che il rischio di problemi, di scontri, di incomprensioni rimangono dietro l’angolo. Ma oggi è un giorno di festa, come sempre in questa occasione. Con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consapevole di avere svolto fino in fondo il suo ruolo, come da Costituzione. Ha lavorato senza avere dubbi, sia pure davanti agli scontri fra alleati che negli ultimi giorni gli si sono parati davanti, per la nascita di un governo secondo le indicazioni arrivate dalle urne il 25 settembre: una maggioranza nettamente vittoriosa di centrodestra. Ha evidentemente valutato, il presidente della Repubblica, nel corso delle rapide consultazioni svolte (ma avendo avuto anche scambi di vedute nelle scorse settimane con quella che fino a ieri era la premier in pectore), se ci fosse una maggioranza parlamentare in grado di sostenere il nascente governo. E soprattutto ha chiesto, Mattarella, se la linea politica del nostro Paese rimanesse ancorata in politica estera alla linea atlantista e europeista, oltre che essere capace di lavorare per risolvere i grandi problemi economici e sociali che stanno attraversando il Paese. Le indicazioni ricevute da FdI, FI, Lega e Noi Moderati sono state in tutta evidenza tali da poter dare senza alcun dubbio e rapidamente l’incarico a Giorgia Meloni. Con l’accettazione senza riserva e la contemporanea presentazione della lista dei ministri. Ora – con alla base quella che si definisce una leale collaborazione istituzionale – la palla passa al governo, provvisto di maggioranza parlamentare, maggioranza che, almeno sulla carta, appare ben salda, a prova di sgambetto (eventuale) da parte delle (ben tre…) opposizioni.

La verifica parlamentare della fiducia da parte delle Camere e il timing che attende il governo

verifica

La quale maggioranza, però, andrà, come di consueto, meglio ‘verificata’ nelle Camere (Camera e Senato: la nostra, è bene ricordarlo, è una repubblica parlamentare e l’atto che dà vita, come segna la fine, dei governi, è la fiducia che il Parlamento stesso accorda loro, non a caso si chiama ‘rapporto fiduciario’ governo-Camere, anche se, in realtà, nella storia repubblicana, sono stati solo 2 i governi ‘caduti’ in Parlamento ed entrambi guidati da Prodi: Prodi I e Prodi II), dove, martedì prossimo, si terranno le votazioni per la fiducia. Esse devono raggiungere, formalmente, una maggioranza solo ‘numerica’ (i sì devono battere i no) ma, concretamente, una maggioranza ‘politica’: la maggioranza assoluta (50%+1) in entrambe le Camere (104 voti al Senato, dove sarebbero 101, ma ci sono 6 senatori a vita, e 201 voti alla Camera dei Deputati).

Ma vediamo ora il timing, dalla fiducia alla manovra, che attende il nuovo governo Meloni

Un timing di ferro e un incarico assai veloce

Un timing di ferro

Il conferimento dell’incarico per formare un governo a Giorgia Meloni, che ha accettato senza riserva, rappresenta una accelerazione nel timing fino al voto di fiducia in entrambi i rami del Parlamento. Questo che pubblichiamo qui di seguito è un possibile elenco delle scadenze principali, da qui alla fine dell’anno, per il nuovo governo e, anche, per il nuovo Parlamento.

22 OTTOBRE. Dopo il giuramento al Quirinale di ieri, il Governo, a partire da ieri, è entrato nella pienezza dei propri poteri. Per capirsi, se il governo venisse, per qualsiasi ragione, ‘battuto’ alle Camere, il governo dimissionario e in carica “per il disbrigo degli affari correnti” sarebbe quello Meloni e non più quello di Draghi.

23 OTTOBRE – A Palazzo Chigi ci sarà il passaggio delle consegne con Mario Draghi, il cosiddetto ‘passaggio della Campanella’ e si terrà la prima riunione del Consiglio dei ministri.

25 OTTOBRE. Il Governo si presenta in Parlamento per la fiducia. Si comincia al mattino alla Camera (per tradizione istituzionale, a ogni governo le due Camere si ‘alternano’, in quanto a chi vota, per prima, la fiducia). Qui la premier Giorgia Meloni farà le sue dichiarazioni programmatiche. Al termine del discorso si sposterà al Senato per consegnare il testo dell’intervento tenuto a Montecitorio. Non è ancora chiaro se la fiducia in entrambi i rami del Parlamento arriverà nella stessa giornata o si articolerà in due giorni, con il voto al Senato che, dunque, potrebbe slittare, fino al 26 ottobre.

26 OTTOBRE. La Commissione Speciale costituita per l’esame dei provvedimenti, prima che vengano istituite le Commissioni permanenti, come avviene ad ogni inizio di nuova legislatura, comincerà a lavorare sul decreto legge Aiuti Ter il cui approdo in Aula è previsto il 7 novembre.

DAL 27 OTTOBRE. Delineati con il primo voto di fiducia in entrambe le Camere i perimetri della maggioranza parlamentare, si costituiscono le Commissioni permanenti. Nella settimana che parte il 7 novembre i presidenti di Camera e Senato potrebbero già convocarle perché eleggano i loro rispettivi presidenti.

31 dicembre

ENTRO IL 31 DICEMBRE. Come primo passo ,sul fronte dei conti pubblici, il governo dovrebbe chiedere al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare i 10 miliardi di ‘tesoretto’ sul 2022 per prorogare fino a fine anno quella parte di aiuti sulle bollette in scadenza a novembre, con il varo successivo di un decreto ad hoc che potrebbe diventare emendamento al decreto Aiuti ter.

nadef

Poi ci saranno da integrare la Nadef (Documento di programmazione e bilancio, varato a giugno) e il Dpb (la vera e propria manovra economica, ex ‘Legge Finanziaria’, con il quadro programmatico perché il governo Draghi ha indicato, finora, solo ‘il tendenziale’, non potendo fare altro. A quel punto dovrà essere presentata la legge di Bilancio, che dovrà essere approvata definitivamente dal Parlamento entro il 31 dicembre, perna il ricorso all’esercizio provvisorio di Bilancio. Un atto da evitare, come si sa, per ogni governo e a ogni costo.