Salvini ‘occupa’ un quartiere con le ruspe e punta il dito contro la Raggi. Il degrado di Roma a San Lorenzo e non solo

Salvini ‘occupa’ un quartiere con le ruspe e punta il dito contro la Raggi. Il degrado di Roma a San Lorenzo e non solo

25 Ottobre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui due articoli usciti il 24 e il 25 ottobre 2018 su Quotidiano Nazionale che riguardano la visita del ministro degli Interni Matteo Salvini nel quartiere San Lorenzo di Roma, e una disanima dei suoi problemi, dopo la morte della giovane sedicenne Desireé Mariottini e lo scontro politico con la sindaca Virginia Raggi sul futuro  politico di Roma

 

 

Lo accolgono al coro di “sciacallo, sciacallo”, il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, di prima mattina, si reca davanti allo stabile abbandonato di San Lorenzo di Roma dove è stata trovata morta la sedicenne Desireé Mariottini.  A San Lorenzo, l’anima del quartiere è ancora ‘rossa’, almeno in parte, però. Ormai, però, più dei centri sociali e dei vecchi movimenti, la zona è prigioniera di una insopportabile e pericolosa movida notturna senza colore (cfr. articolo sotto). Infatti, a contestarlo sono soprattutto residuati bellici dei centri sociali che furono e femministe mai dome. E così, Salvini, almeno in un primo momento, rinuncia a visitare il capannone fatiscente dove è stata trovata morta la 16enne originaria di Cisterna di Latina. Poco dopo, per metterci una pezza, una nota del Viminale precisa: “Visita non prevista” (infatti, dopo, Salvini torna e in pompa magna, sicuro di non subire contestazioni). Ma prima di andare via, nella prima delle due visite, promette. “Tornerò con la ruspa”. E, infatti, torna, dopo qualche ora, ma ‘solo’ per deporre un fiore (una rosa bianca) davanti al capannone in via dei Lucani dove Desireé è morta. Missione compiuta dunque? Non proprio.

 

La (doppia) visita mette a rumore e divide il quartiere più di quanto già non lo sia. “Salvini specula sulle tragedie. San Lorenzo non è una passerella elettorale” dice uno striscione, “Il corpo delle donne non si tocca” dice un altro. Alle contestazioni, però, rispondono altri cittadini che applaudono il ministro dell’Interno e lo incitano ad andare avanti. Lui, ovviamente, si fa trovare pronto: “Andiamo a chiedere conto a chi ha mal gestito Roma per anni” dice Salvini, chiedendo ai cittadini di ‘segnalare’ le situazioni a rischio. Come al solito, Salvini è multiforme: si fa, insieme, prefetto, sindaco e pm, oltre che ministro all’Interno. “Ho chiesto al procuratore della Repubblica di usare il pugno di ferro”, dice. E ancora: “C’è una scaletta per gli sgomberi in base alla pericolosità sociale”. “Salvace da ‘sta giungla, da ‘sti sciacalli, torna!” lo incitano dei cittadini in romanesco.

 

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Il sindaco di Roma Virginia Raggi e il ministro dell’Interno Matteo Salvini

Poi c’è la parte politica della visita e qui sono dolori ma non per i ‘rossi’ di San Lorenzo, bensì per l’M5S che Roma la malgoverna ormai da tre anni.“C’è una situazione di illegalità, di occupazione, di violenza a Roma inaccettabile” spiega il vicepremier che ricorda come nella Capitale vi sono “quasi 100 immobili occupati” e annuncia “un piano di sgomberi. E’ ora di riportare regole, ordine, legge, disciplina. Gli occupanti abusivi a Roma si preparino a fare le valigie”. La stoccata è diretta alla giunta Raggi che, sugli sgomberi spesso nicchia, anche se proprio l’altro ieri ha ordinato quello di Casa Pound, ultimamente molto vicini alla Lega e a Salvini. Ma anche su ‘come’ Roma viene amministrata Salvini ha da ridire: “A Roma i 5Stelle potevano fare di meglio, anche se hanno ereditato una roba sovraumana.

Mi aspettavo di più, come i romani, un vero cambiamento.

Roma è grande e difficile, ma merita tanto”, dice di mattino presto a Radio rtl 102.5, prima ancora di recarsi a San Lorenzo. Parole che feriscono al cuore l’operato della sindaca Raggi, a pochi giorni dalla sentenza di primo grado sul caso Marra (verdetto il 10 novembre) che potrebbe portare a una condanna della sindaca per peculato e, forse, a causa del codice etico dei 5Stelle, che prevede le dimissioni per i condannati anche se in primo grado, alle sue dimissioni.

La Raggi prima annuncia che “a San Lorenzo vieteremo il consumo di alcolici in strada dopo le 21, anche quello dei negozietti”, poi reagisce rabbiosa alle accuse di Salvini: “La Lega non conosce Roma. Non c’è solo San Lorenzo, sono tante le periferie degradate e a rischio (ammissione del poco o nulla che ha fatto la sua giunta, in merito, peraltro, ndr.). Accompagnerò il ministro a conoscere Roma per passare dalle parole ai fatti” e ottenere più forze dell’ordine. Ma i fatti dicono che la Lega sta preparando la ‘marcia su Roma’ e che Salvini sta già cercando un candidato per guidare la destra romana in caso di elezioni anticipate per eventuali dimissioni della Raggi. “Tanto – sospira un dem romano – Salvini vince a Roma anche se candida il suo cavallo…”.

 


 

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Proteste delle femministe contro la visita di Salvini a San Lorenzo a Roma

Ettore Maria Colombo – Roma – 24 ottobre 2018

 

Spaccio. Degrado. Alcool a fiumi. Musica a tutto volume. E, naturalmente, violenza. Così tanta che gli abitanti, i ‘veri’ (e ultimi) cittadini del quartiere romano di San Lorenzo, cercano disperatamente di cambiare zona, disperati dal rumore infernale delle notti (tutte le notti), preoccupati e spaventati dal fiorente commercio e spaccio di droga e, ultimamente, anche da violenze sessuali, appunto, come quella capitata alla povera sedicenne Desireé, drogata, stuprata e uccisa. Il quartiere di San Lorenzo a Roma è diventato più che altro questo, purtroppo. Ma, una volta, San Lorenzo era un quartiere popolare, oltre che popoloso. Ed era, soprattutto, uno dei pochi quartieri di Roma dove c’erano persino le fabbriche e un minimo di industrializzazione, proprio come a Testaccio, altro quartiere storicamente ‘di sinistra’. Ecco perché San Lorenzo è cresciuto come un quartiere ‘rosso’ e di fede comunista, ma anche come il brodo di cultura della sinistra radicale, dai movimenti del ‘77 fino ai centri sociali negli anni ’90, in una città di tradizione ‘nera’. Certo, c’è anche il Pigneto, ex quartiere degradato e oggi ricettacolo della sinistra engagé e di varia umanità, ma solo quelli.

Ma, e ormai da molti anni, San Lorenzo è diventato un quartiere pericoloso, cupo, invivibile. E non è neppure il solo. Roma è una città non solo sempre più brutta e sempre più sporca, dove i mezzi pubblici o non funzionano o non arrivano, ma anche una città a rischio per chi, minorenne o appena maggiorenne, voglia viverla di notte ma senza eccessi. La stazione Termini è, da sempre, una piaga mai risolta e mai affrontata, tra barboni, immigrati, delinquenti.

Il quartiere ‘multietnico’ di piazza Vittorio è un deserto dei tartari: gli italiani sono, di fatto, già scappati, gli immigrati si dividono rigidamente per etnie e i misteriosi e all’apparenza tranquilli cinesi hanno sfrattato tutti i negozi ‘italiani’. I parchi, anche quelli più belli e più signorili (villa Doria Pamphili, villa del Gianicolo, si salva ormai solo villa Borghese) sono diventati infrequentabili e spaventosi, ricettacoli  di spaccio di droga, di rifiuti e di sporcizia ovunque. Meglio non parlare, naturalmente, delle periferie: TorbellamonacaTorpignattaraTortreteste, sono luoghi che fanno paura anche solo a nominarli e dove la legge è, ovviamente, un optional, proprio come i poliziotti e i vigili urbani che non ci sono.

Ma anche in pieno centro, tra Campo de’ Fiori, piazza Navona e poi su su fino a piazza di Spagna e alla fontana di Trevi nel cuore della Roma rinascimentale e barocca (quella romana, repubblicana e imperiale è ricca solo di monumenti ‘morti’ e frequentata da turisti fin troppo ‘vivi’), si rischia la salute e, a volte, la vita a ogni passo. La notte, ovviamente. Orde di turisti ubriachi e cafoni, venditori ambulanti e petulanti, spacciatori di ogni razza (italiani, ovviamente, non certo e solo africani) ricordano come la Capitale attese l’arrivo degli Unni. In un misto di paura e rassegnazione.

Servirà a qualcosa il decreto sicurezza appena varato dal ministro Salvini?

Forse. Di certo aiuterà a risolvere, almeno in parte, la storica cancrena degli alloggi abusivi e delle case occupate. Ieri, la sindaca, Virginia Raggi, ha messo nel mirino persino l’estrema destra di Casa Pound che occupa illegalmente uno stabile a piazza Vittorio da molti anni. Ma il problema della sicurezza nelle strade e nei quartieri possono ottenerlo solo due misure: una maggiore presenza delle forze dell’ordine e un vero risanamento della città, a partire dalle periferie. I sindaci comunisti degli anni ’70 (Argan, Petroselli) quello fecero. Dopo, fu il nulla, tranne lo slancio ‘internazionale’ della Roma della cultura e dello spettacolo delle giunte Rutelli e Veltroni. La Raggi, per ora, non è pervenuta. Così Roma oggi è brutta, sporca e, in più, pericolosa.

 

NB: Articoli pubblicati rispettivamente il 25 e il 24 ottobre 2018 alle pagine 2 e 3 del Quotidiano nazionale.