Voci dal Transatlantico 9. Congresso Pd: Richetti si ritira, Minniti si fa social e arriva anche la donna

Voci dal Transatlantico 9. Congresso Pd: Richetti si ritira, Minniti si fa social e arriva anche la donna

27 Novembre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Continuo la serie delle puntate “Voci dal Transatlantico“, oggi dedicata al congresso del Pd e ai suoi vari candidati. 

 

Voci dal Transatlantico 9. Congresso Pd: Richetti si ritira, Minniti si fa social e arriva anche la donna… Primarie fissate il 3 marzo.

 

maurizio_martina_pd

Il segretario del Pd Maurizio Martina (foto Ansa)

  1. Le primarie restano fissate per il 3 marzo del 2019. 

La giornata di oggi, 27 novembre 2018, porta una serie di – piccole – novità per il Pd, in vista del congresso straordinario del 2019. Innanzitutto, va data una notizia non di poco conto. Le primarie ‘aperte’ – quelle in cui può votare sia l’iscritto che il simpatizzante o il semplice elettore del Pd – si terranno il 3 marzo del 2019. Così ha stabilito, oggi, la commissione Statuto del partito presieduta dall’onorevole Gianni Dal Moro. A nulla, dunque, sono valsi i tentativi, le richieste e le pressioni di molti (specie dal fronte dei supporter di Zingaretti, ma anche di Martina) che chiedevano di anticipare il congresso. Inoltre, lo Statuto del Pd non cambierà. Quindi, anche se i candidati sottoscrivessero un ‘patto tra gentiluomini’ per fare largo al primo arrivato, alle primarie aperte, anche se questi dovesse avere solo la maggioranza relativa, nei voti, a decidere – nel caso che nessuno dei tre candidati che arriveranno alla fase finale, quella delle primarie aperte, appunto, raggiungesse il 50,1% dei voti – è e resterà l’Assemblea nazionale. E lì conterà il voto dei delegati delle singole mozioni ed è lì che tutti i giochi possibili potranno aprirsi.

 

Unknown 3

Il logo ufficiale del Pd

2. Richetti si tira e appoggia Martina. Gli ex renziano smottano…

Il renziano ‘atipico’ Matteo Richetti – che aveva proclamato, e da mesi, la sua corsa in solitaria al congresso – ha annunciato, di prima mattina, la sua rinuncia a correre. Appoggerà, invece, il modenese Richetti, la corsa di Maurizio Martina. A convincere Richetti, oltre all’esiguità di una candidatura – la sua – che poteva contare su pochi, anche se giovani, supporter, è stato il reggiano Graziano Delrio. L’attuale capogruppo alla Camera – ed ex ministro alle Infrastrutture – aveva, infatti, rivolto diversi appelli – pubblici e, ovviamente, anche privati – al suo corregionario affinché si spostasse su Martina, il segretario dimissionario uscente. Candidatura che Delrio – in rotta con Renzi forse anche più di Richetti – appoggia, insieme ai Giovani Turchi di Matteo Orfini, alla ex sindacalista della Cgil Carla Cantone e a Deborah Serracchiani. Così, Martina può contare, ora, su una base un po’ più solida e sperare di non finire schiacciato – vaso di coccio tra i vasi di ferro – tra le due candidature, al momento, più forti, almeno sulla carta, quelle di Nicola Zingaretti e di Marco Minniti. In soldoni, una parte del mondo che, fino all’altro ieri, stava con Renzi (il giovane Richetti, il maturo Delrio, etc.) si sposta su Martina, che viene dalla filiera del Pci-Pds-Ds (come Zingaretti) ma ha un profilo più riformista (come Minniti) e che, a questo punto, potrebbe contare su una solida base (intorno al 20% forse).

 

assemblea nazionale Pd

Um momento dell’assemblea nazionale del Pd

3. Cuperlo, intanto, riflette ancora… La Boldrini va con ‘Zinga’. 

Chi, invece, non ha ancora deciso con chi e come schierarsi è Gianni Cuperlo. L’ex avversario di Matteo Renzi alle ultime primarie, non è più parlamentare, ma mantiene ancora in piedi la sua corrente, Sinistra dem, che – almeno in parte – si è già schierata con Martina. Lui, però, da buon intellettuale triestino, vuole leggere e parlare di ‘programmi’ in un partito dove, invece, tutti gli altri pensano solo ai loro rispettivi posizionamenti personali. Morale: Cuperlo è indeciso se scendere in campo, a sua volta, per Martina – come probabilmente farà – o restare alla finestra, da osservatore. Chi, invece, ha già deciso è l’altro leader di quello che resta della sinistra dem: l’ex ministro Andrea Orlando, capofila della corrente ‘Dems‘, si è già schierato, armi e bagagli, dalla parte di Nicola Zingaretti. Una compagnia eterogenea, però, quella di Zingaretti, che vede al suo interno personalità della ex ‘destra’ dem (Dario Franceschini e la sua Area dem), l’ex premier – di certo non un radicale – Paolo Gentiloni, ex esponenti del Pci dal nome illustre (Luigi Berlinguer) ed ex esponenti della Margherita dal nome altrettanto illustre (Luigi Zanda), anche se dotati di un solo voto, quello proprio. Sempre con Zingaretti sta per scendere in campo Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera ha ormai rotto con LeU (in pieno e totale disfacimento interno, peraltro), ha fondato una sua associazione, ‘Futura’, e appoggerà Zingaretti.

 

marco_minniti_pd

L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti

4. Minniti non vorrebbe ma sbarca sui social. Manca la squadra.

Il vero e più accreditato competitor di Zingaretti (ad oggi in testa a tutti i sondaggi, in vista delle primarie), Marco Minniti, ha preso una decisione che, fino a ieri, gli sarebbe costata quanto togliersi il dente del giudizio. Infatti, come racconta bene un articolo uscito oggi sul quotidiano il manifesto a firma di Daniela Preziosi, presto Minniti – che si era sempre fatto vanto di non avere, né di volere, né un profilo Twitter, né una pagina Facebook (e tantomeno Instagram) – si doterà di tutti gli strumenti social oggi sempre più indispensabili per fare campagna elettorale (se si vuole farla nel XXI secolo…). A convincerlo sono stati, più che i suoi collaboratori, alcuni amici di vecchia data, i famosi ‘ex Lothar’ (in quanto tutti calvi) dell’ex premier Massimo D’Alema. Si tratta di Fabrizio Rondolino, Claudio Velardi, fondatore dell’agenzia di lobby ‘Reti‘, e di Massimo Micucci (che calvo non è, ma che ha fondato ‘Reti‘ insieme a Rondolino). Proprio Micucci spiega: “Un leader taciturno può funzionare, ma i social servono”. Alcuni giovani ‘smanettoni’ si sono già messi all’opera e, molto presto, anche Minniti avrà i suoi profili social, anche se saranno gestiti dagli organizzatori della sua campagna e non dal candidato in persona. Mancano, però, ancora, all’appello, alcuni ruoli-chiave nella campagna di Minniti: il responsabile dell’Organizzazione (sarà, sicuramente, l’ex organizzatore della Cgil Achille Passoni), il tesoriere e il responsabile stampa. Carenze non di poco conto. Per dire, Martina può contare, sul piano dei rapporti con i media, su una coppia di ‘gemelli diversi’ molto rodata: la giovane Caterina Perniconi, che segui – prima di MartinaFabio Mussi, e l’esperto Guelfo Fiore, storico giornalista del Popolo, poi portavoce di Franco Marini e ora di Delrio alla Camera, mentre Zingaretti affida i suoi rapporti con la stampa – e da sempre – a un suo antico sodale dei tempi del Ds, Andrea Cappelli. Infime, resta da capire quanto – e soprattutto ‘se’ – l’ex premier ed ex leader del Pd, Matteo Renzi, si impegnerà davvero a sostenere la campagna di Minniti o se, invece, se ne tirerà fuori per dedicarsi solo ai suoi nascenti Comitati civici.

 

maria_saladino_pd

La candidata donna alle primarie del Pd, Maria Saladino

5. E, nel Pd, Dio creò la donna. E’ la carenate Maria Saladino…

Le candidature alla leadership del Pd, però, che – con il ritiro di Richetti – erano scese da sette a sei, sono tornate subito sette. Infatti, si è candidata, a sorpresa – dopo Zingaretti, Minniti, Martina, il laburista Cesare Damiano, l’ex lettiano Francesco Boccia e il giovane outisider Dario Corallo – anche una donna. Trattasi di Maria Saladino, di cui – fino a ieri – nessuno sapeva, se non fosse per una serie di selfie che, sul suo profilo Instagram, la immortalano con molti – e tra loro molto diversi – big dem, segno – forse –  di una piccola, ma sfrenata, ambizione a voler apparire… “Non vorrei parlare di candidati maschi o candidate donne. Certo però che l’essere donna vorrei che fosse un valore aggiunto, un plus per il Pd” spiega la Saladino (36 anni di Castrovillari, laureata ed esperta in relazioni internazionali, una vita tra Roma e Bruxelles, bella presenza)  all’Huffington Post.  L’unica donna, per ora, a sfidare i pesi massimi dem.

 


 

Nb: Questo articolo è stato scritto il 27 novembre 2018 in forma originale per questo blog.