Centrodestra. Salvini non va al vertice con Berlusconi e Meloni. Ci restano male un po’ tutti

Centrodestra. Salvini non va al vertice con Berlusconi e Meloni. Ci restano male un po’ tutti

1 Dicembre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui un articolo uscito oggi, I dicembre 2018, sul Quotidiano Nazionale a pagina 8 che tratta del vertice del centrodestra che si è tenuto, a Milano, tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e delle polemiche che ne sono seguite. 

 

Centrodestra. Salvini non va al vertice con Berlusconi e Meloni. Ci restano male un po’ tutti…

 

Giorgia_meloni_silvio_berlusconi_matteo_salvini

Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini

Alla fine, come sempre, arriva la telefonata riparatrice. Matteo Salvini diserta il vertice di centrodestra convocato a Milano, nella casa-ufficio di Berlusconi in via Rovani, storica e primigenia sede di Fininvest, per discutere delle prossime elezioni amministrative e, in particolare, delle elezioni regionali che si terranno nel 2019 (Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Piemonte le regioni al voto). 

E Silvio Berlusconi resta di sale, cioè “molto dispiaciuto” dal forfait. Poi, i due, si chiariscono, via smartphone, nel pomeriggio. “Telefonata cordiale e positiva”, naturalmente, spiegano subito le fonti vicine al vicepremier come quelle di Arcore. Certo è che, con la Lega al governo, neppure un vertice di centrodestra si può tenere che subito scoppia l’incidente. Berlusconi, sempre più convinto che il governo gialloverde debba (e stia) per caderevuole stringere i bulloni della rinnovata alleanza che dovrebbe portare la nuova Trimurti (Lega, FI e FdI) a vincere tutto (regionali ed Europee). Salvini – che di far cadere il governo, per ora, non vuole neppure sentire parlare (“Ne discutiamo a febbraio-marzo”, assicurano, speranzose, fonti leghiste molto altolocate) e che non vuole “che Di Maio mi crei problemi proprio adesso” – quando capisce che lo staff di Berlusconi e della Meloni avevano pensato bene di passare alle agenzie di stampa la notizia di un vertice che doveva restare “riservato” va su tutte le furie. “Sopraggiunti impegni” dicono i suoi, senza convinzione, per giustificare la sua assenza, ma la realtà è che Salvini non vuole creare nuove pericolose tensioni nel rapporto con l’M5S dentro un alleanza che li vede divisi già, e fin troppo, su molti e importanti dossier. E così, al vertice, il ‘Capitano’ decide di spedire solo il suo fidato braccio destro, quel Giancarlo Giorgetti che peraltro i 5Stelle giudicano la vera ‘anima nera’ della Lega al governo, quello che “ci vuole sempre fregare”. Giorgetti, persona seria, si limita a dire che il vertice è andato “benino”, cioè né bene né male.

 

matteo_salvini_giorgia_meloni

Matteo Salvini e Giorgia Meloni

E così, anche se la materia di cui il vertice doveva trattare (i candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali) non era esplosivo, ne nasce un caso politico. La Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si risente a sua volta, ritenendo l’assenza di Salvini un vero “sgarbo”: se ne va via prima, insieme al suo fidato colonnello, Ignazio La Russa, pure lui di umor nero, il quale, uscendo, esplica l’amara verità: “Salvini non è venuto perché ha problemi seri con i 5Stelle. Noi lo avevamo detto sin dal primo momento che con M5S non si governa”. E, in serata, anche la Meloni, dagli studi della trasmissione ‘Nemo‘ (Rai2), rincara la dose: “Il problema è che Salvini, oltre la fidanzata, c’ha l’amante…”.

 

Ma se il futuro del governo gialloverde è “un enigma avvolto in un mistero”, come diceva Churchill dell’Unione Sovietica, in realtà il vertice qualche risultato lo produce. Berlusconi, accompagnato dal suo vice, Antonio Tajani, più Meloni e La Russa, più il solo Giorgetti (“M’hanno rimasto solo”, diceva un personaggio del film “I soliti ignoti”), stabiliscono la divisione dell’Italia in vista delle prossime regionali. A FI andrà il Piemonte, anche se è ancora buio sui candidati, e la Basilicata (ma anche qui la rosa è di almeno 5-6 nomi), mentre la Sardegna spetta alla Lega, che ha già stretto alleanza con i sardisti e che candiderà Christian Solinas, e l’Abruzzo a FdI che punta le sue carte su Marco Marsilio. Certo è che, di vertice, ne servirà almeno un altro, per stabilire i nomi effettivi dei vari candidati alle Regionali. “La prossima volta chiederemo il permesso a Di Maio…”, chiosano gli azzurri che, il 7 dicembre, il giorno prima della manifestazione della Lega con Salvini in piazza del Popolo, hanno deciso di fare una manifestazione con Berlusconi.


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il I dicembre 2018 a pagina 8 del Quotidiano Nazionale.