Carfagna e le altre. E’ “guerra di donne” in Forza Italia. Due cerchi magici danzano intorno al Cavaliere
17 Aprile 2019 0 Di Ettore Maria ColomboSommario
Mara Carfagna contro Licia Ronzulli (e Niccolò Ghedini). Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi pure. E’ “guerra di donne” dentro Forza Italia. Come si diceva un tempo, cherchez la femme!
Ma se la “guerra di donne”, sulle liste per le elezioni europee, dentro il centrodestra è ‘scoperta’, quella dentro il partito e la ‘corte’ di Silvio Berlusconi è, ovviamente, ‘coperta’. Ma procediamo con ordine.
Solo la Lega punta sul ‘maschio Alfa’ Salvini
L’intero centrodestra ha messo in campo molte donne, per le prossime elezioni Europee, con cambi di campo repentini e fulminei che stanno mettendo a dura prova i nervi di tutti i suoi leader.
Solo la Lega non ha di questi problemi: Matteo Salvini, ‘maschio Alfa’ per definizione, sarà capolista del suo partito in tutte e cinque le circoscrizioni.
Dietro di lui, certo, un po’ di donne ci sono, ma poche. C’è Cinzia Bonfrisco, che rischia di perdere il suo seggio al Senato, in Calabria, per un complicato riconteggio dei voti che pende in Giunta elezioni
C’è Gianni Gancia in Calderoli, moglie dell’ex ministro. C’è Francesca Donato, ‘prezzemolina’ in vari talk show e, in teoria, economista, che cambia idea quanto cambia il taglio dei capelli. C’è Ilaria Antelmi, nota ai più per le sue foto, in camicia trasparente con il ‘Capitano’ su Instagram.
La guerra di donne tra Fratelli d’Italia e Forza Italia
Ma è tra Fratelli d’Italia – l’unico partito italiano guidato da una donna, Giorgia Meloni – e Forza Italia, ancora oggi guidato “dall’uomo che ama le donne”, per dirla con Francois Truffault, la “guerra delle donne” impazza e semina zizzania tra i due partiti e dentro i due partiti stessi.
Alessandra Mussolini sarà candidata nella circoscrizione Sud, con Forza Italia. La Mussolini, europarlamentare uscente, è stata convinta da Berlusconi in persona a tornare all’ovile dopo anni.
La Mussolini proverà a dare filo da torcere al candidato di Meloni che porta il suo stesso cognome, Caio Giulio Cesare Mussolini (sono, entrambi, discendenti del Duce: la prima ne è la nipote, il secondo ne è il pronipote), ma la scelta di ricandidarla, e proprio al Sud, ha gettato il malumore e lo scompiglio nelle fila degli azzurri, specie tra i ‘maschietti’ e soprattutto tra i candidati in Sud e Isole.
Per aspirare a essere eletti, in un sistema elettorale che si basa sulle preferenze, gli azzurri già devono scontare la pluri-candidatura di Berlusconi, che sarà capolista in 4 circoscrizioni su 5, tranne al Centro, dove sarà capolista Antonio Tajani (dietro l’imprenditrice dolciaria Arianna Verucci).
Il difficile gioco a incastro sui capolista ha portato un’altra europarlamentare uscente, l’ex show girl Elisabetta Gardini, a lasciare gli azzurri per bussare alla porta di FdI e chiedere asilo a Meloni.
Il motivo vero è che Forza Italia ha stretto un patto con la Svp, partito regionale alto-tirolese cui spetterà – stante la rinuncia del Cav, che opterà per il suo collegio ‘naturale’, il Nord Ovest – l’unico seggio a disposizione, nel Nord Est, che dovrebbe andare all’altoatesino Herbert Dorfmann. Insomma, per la Gardini, le possibilità di elezione erano pari a zero.
La Pivetti si candida con FI, l’azzurra Sardone con la Lega
Berlusconi ha assestato, però, sempre in tema di donne, un buon colpo, sempre per cercare di recuperare i consensi: la candidatura, nel Nord Est, della ex-ex leghista Irene Pivetti, già presidente della Camera ed ex conduttrice tv, ma ha anche accusato il colpo per la perdita della giovane ex pasionaria azzurra milanese, Silvia Sardone, che si candiderà nel Nord Ovest con la Lega e che vorrebbe portare in dote, a Salvini, parte delle 11 mila preferenze prese alle Regionali in Lombardia.
Mara Carfagna annuncia la sua candidatura, poi la ritira…
Poi, ieri pomeriggio, a sorpresa, ecco che la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, annuncia la “disponibilità” a correre nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione Sud, la sua.
L’offerta arriva, in realtà, da due parlamentari meridionali azzurri, il calabrese Roberto Occhiuto e il campano Paolo Russo, ma sono entrambi, per pure coincidenza, due fedelissimi di Mara, dentro Forza Italia.
Lei raccoglie subito l’accorato appello e si dice disponibile a “metterci la faccia”. Il guaio è che, dopo il lieto annuncio, esce una nota dell’Ansa (anonima, ma che pare arrivi direttamente da Arcore) che dice che si tratta di un “golpe” diretto contro Berlusconi stesso, “un blitz per rottamarlo”.
La fonte è anonima, ma tutti pensano a Licia Ronzulli e Niccolò Ghedini che formano il nuovo ‘cerchio magico’ che staziona intorno al Cavaliere.
La notizia, ovviamente, fa rumore e i conciliaboli, tra gli azzurri di stanza a Montecitorio, si sprecano. Berlusconi non parla – non in via ufficiale, almeno – e gli azzurri si dividono tra chi sostiene che “Mara lo ha sentito e lui si è detto d’accordo” e chi dice che “manco gli ha risposto”.
Secondo un parlamentare di FI, “Mara fa un doppio ragionamento: con la doppia preferenza di genere, la candidatura di una donna di primo piano del partito aiuta Berlusconi perché un elettore voterebbe sia lei che il Cavaliere”.
La solidarietà di mezzo partito azzurro alla Carfagna
Solo che la Carfagna potrebbe prendere più voti di Berlusconi e, considerato che la circoscrizione Sud è molto più grande di quella dell’Italia centrale, anche di Antonio Tajani. Insomma, si farebbe un ‘congresso’ (che la Carfagna, peraltro, chiede da mesi) di Forza Italia via numero di preferenze.
Lei si limita a una nota ufficiale (“Se il partito me lo chiede, sono pronta a mettermi a disposizione”) e dalla sua parte si schierano in tanti: Brunetta, Sisto, Malan, Polverini, Biancofiore e la stessa Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera, e in teoria più vicina al ‘partito del Nord’.
Solo la capogruppo al Senato, Annamaria Bernini, tace. Osvaldo Napoli attacca, invece, e in modo duro, “le note anonime”.
La nota di Arcore sul ‘golpe’ anti-Cavaliere si tinge di giallo
Il comunicato che parlava di ‘golpe’ diventa un giallo. Chi lo ha scritto? Ronzulli e Ghedini negano, Tajani anche. Oggi, a parte il buon Tajani che dice di “non amare le polemiche interne” e che “ognuno di noi rappresenta una risorsa”, la cosa sembra essere scivolata in un voluto dimenticatoio.
In buona sostanza, la Carfagna non sarà candidata. La prospettiva, infatti, ha perso consistenza con il passare delle ore. “Non ci saranno nuovi candidati” ha tagliato corto un big del partito celando, però, a mala pena il suo disappunto.
Cosa c’è dietro il blitz (per ora fallito) della Carfagna
La verità è che Carfagna è diventata, dentro Forza Italia, non solo l’anti-Salvini e l’anti-Toti (con i quali polemizza un giorno sì e l’altro pure), ma da ieri anche l’anti-Tajani. L’operazione Carfagna è sia un tentativo di drenare voti e preferenze, grazie al suo largo consenso, in favore di FI, ma anche di reimpostare le scelte del partito in senso moderato e centrista contro la deriva ‘para-leghista’ degli uomini e delle donne del Nord che stanno oggi intorno al Cavaliere.
Certo è che la Carfagna, nata come modella e soubrette televisiva, è una fedelissima del Cavaliere, ma ormai “pensa con la testa sua ed è cresciuta molto” si dice in Forza Italia. Alla convention organizzata dal partito per festeggiare i primi 25 anni di Forza Italia, è stato il suo l’intervento più applaudito. E le sue uscite contro il governatore ligure, Giovanni Toti, teorico del ‘partito unico’ del centrodestra con Salvini e la Meloni, si sono fatte sempre più puntute e insistenti. Inoltre, Mara, grazie al suo ruolo di vicepresidente della Camera, ha acquistato, ormai, “prestigio e autorevolezza”, dice chi la osserva. E lei si è messa a pensare in grande.
Insomma, non solo vuole essere solo l’anti-Salvini e l’anti-Toti, ma anche l’anti-Tajani e contro la sua (scarsa) capacità di guidare, con autorevolezza, il partito. Non a caso, è la sola che dentro FI chiede da tempo e con insistenza un ‘vero’ congresso che non si fa, in FI, dai tempi di Scajola. Ma è anche una di quelle parole che a Berlusconi e ai suoi fanno venire l’orticaria a sentirla.
Ma la faglia di divisione tra quelli che stanno ‘con Mara’ e quelli che stanno ‘con Licia’ (Ronzulli) stavolta è di fondo. La Carfagna vuole liberare il partito dall’abbraccio mortale con Salvini (e con la Meloni), il ‘partito del Nord’ di FI vuole continuare a mantenere in vita quell’alleanza, anche a costo di diventare succubi, di fatto, di Lega e FdI. Cioè, sostanzialmente, il piano che ha in mente Toti.
Il ‘cerchio magico’ di Arcore e quello di villa Maria…
E qui entrano in gioco anche i – ben due – cerchi magici che stazionano, e vivono, nelle ville di residenza del Cavaliere. Molto si agita, in fatto di donne, infatti, anche ad Arcore, la residenza privata del Cavaliere, come a villa Maria, dove la (ex? Ancora attuale? Non si capisce bene…) ‘fidanzata’ di Berlusconi, la giovane napoletana Francesca Pascale, ha eletto la sua residenza.
In pratica, si tratta di due clan rivali che si fanno la guerra a colpi di sgambetti e di rapporti – che entrambi ritengono ‘personali’ e ‘assoluti’ – con il Cavaliere. Da un lato il nuovo, in ordine temporale, ‘cerchio magico’. Quello composto, appunto, dall’avvocato storico di Berlusconi, Niccolò Ghedini, e da un’altra europarlamentare uscente, Licia Ronzulli (famosa per aver allattato il suo bambino all’Europarlamento, portandolo a Strasburgo in fasce).
Dall’altro lato c’è, però, l’ex storico ‘cerchio magico’ del Cav. Quello composto, appunto, dalla Pascale, coadiuvata dalla (ex?) ‘badante’ di Berlusconi, la senatrice Mariarosaria Rossi, e da altre donne che sono gravitate intorno al Capo.
La differenza, stavolta, è politica: stare con Salvini o lasciarlo?
La divisione, per una volta, non riguarda presunti ‘festini’ o appannaggi economici, come fu nel caso delle ‘Olgettine’, ma è tutta politica. Il clan guidato da Ghedini e Ronzulli vuole proseguire nella linea di appeasement con Salvini e cercarlo di ricondurlo a ragione all’interno del centrodestra, anche a costo di lasciare a lui lo scettro del comando e, in una rinnovata alleanza con Lega e FdI, puntare i fari di FI verso nuove elezioni anche se, dati i numeri rischia di farlo in posizione ancillare alla Lega.
Invece, il clan Pascale-Rossi è ferocemente anti-salviniano, pensa tutto il male possibile del leader leghista e ritiene che FI debba sganciarsi, una volta per tutte, dal carro dell’alleanza con la Lega e FdI, anche a costo di rompere il centrodestra, per cercare il suo futuro in un’area centrista e moderata, magari dialogando con forze nuove che potrebbero palesarsi come un ‘partito’ di Renzi. Ovvio sottolineare, ma meglio farlo, che la Carfagna e i suoi ‘sposano’ questa seconda tesi.
Chi, tra i due gruppi intorno al Cavaliere, vincerà la sfida?
La risposta arriverà dopo le Europee, ma certo è che, anche in questo caso, bisognerà cherchez la femme! E non solo nelle liste, ma appunto anche dentro i due ‘cerchi magici’.
NB: Questo articolo è stato scritto in forma originale per questo blog il 17 aprile 2019
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Faccio il giornalista. Mi occupo di Politica italiana. Lavoro, regolarmente assunto ex art. 2 CCNLG; per il "Quotidiano Nazionale", testata che raggruppa Il Giorno di Milano - La Nazione di Firenze - Il Resto del Carlino di Bologna. Ma scrivo anche per due siti di notizie: Tiscalinews.it e TheWatcherPost.it. Seguo la Politica dall'interno dei suoi Palazzi principali. Vivo al centro di Roma, frequento il Bar del Fico e di solito vado a lavorare alla Camera dei Deputati o in altri Palazzi della politica. Fumo il sigaro Toscano. Colleziono soldatini, vecchie pipe, segnalibri. Tifo Inter FC. Ho una compagna, ma nessun animale. Sono di Sinistra, per quanto oggi, questo termine, sia fin troppo vasto e generico...