“Una vita in vacanza”. Parlamento in ferie per quasi un mese. La ‘crisi’ può attendere…
24 Aprile 2019Oggi come anche ieri l’aula di Montecitorio e quella di palazzo Madama si presentano, a chi ci va, desolatamente vuote. Neppure un deputato in giro per i corridoi (avvistati da chi scrive Roberto Morassut ed Ettore Rosato, entrambi del Pd), Buvette aperta ma deserta, commessi sfaccendati.
Neppure i giornali sono presenti, nell’apposito raccoglitore, perché i commessi li mettono solo quando ci sono i deputati (ci sarebbero i funzionari del Palazzo e i giornalisti ma non possono, evidentemente, in quei giorni, togliersi il gusto di leggere…). Sarà così per l’intera settimana che è appena iniziata. Ovviamente, zero provvedimenti all’esame, zero discussioni, zero dibattiti in Aula.
Le Camere, infatti, sono entrate ‘in ferie’. Un lungo sonno (della ragione?) dovuto a molteplici cause.
E hai voglia a dire, come fa il Pd, che “Depositeremo una mozione di sfiducia contro il governo Conte”. Il tono è bellicoso e l’intenzione, volendo, sincera, ma l’annuncio del Pd di Zingaretti – una mozione di sfiducia contro il governo Conte – suona impraticabile quanto risibile. La mozione del Pd dovrà, in effetti, attendere tempi migliori e verrà discussa, se va bene, a maggio inoltrato.
Infatti, ‘non’ c’è un Parlamento che possa discuterla, la mozione di sfiducia, perché – banalmente – il Parlamento si sta godendo le sue – meritate? – ferie. Sono, infatti, ben 13 i giorni che la Camera dei Deputati si è auto-assegnata, di ferie, e addirittura 24 giorni quelli che si è concessi il Senato.
Sommario
La Camera si ‘regala’ 13 giorni di ferie, il Senato 24
Partendo da Montecitorio, i deputati non si riuniranno in Aula per 13 giorni, a partire da venerdì 19 aprile e fino a lunedì 6 maggio, con le uniche eccezioni del 29 e 30 aprile e di giovedì 2 maggio. Presumibilmente, però, solo pochi parlamentari, complice l’intreccio tra le diverse festività e i vari ‘ponti’, rientreranno a Roma per seguire davvero i tre giorni di dibattito e votazioni.
Al Senato le ferie saranno quasi sicuramente di 24 giorni, visto che l’Aula non si riunirà addirittura fino al 13 maggio, sempre a partire dal 19 aprile. E anche se, tra il 6 e il 10 maggio, Palazzo Madama si è riservata di continuare il lavoro delle Commissioni, i senatori difficilmente si riuniranno prima di lunedì 13, data di ripresa “generale” dei lavori di Palazzo Madama.
Infine, incombono – come si sa – le elezioni europee del 26 maggio. A partire dal 20 maggio le Camere si fermeranno per permettere a tutti i parlamentari di fare la, doverosa, campagna elettorale.
Due giorni di lavoro e tante, troppe, leggi da esaminare…
Certo, il prossimo 29 aprile e il giorno dopo, 30 aprile, le Camere ‘lavoreranno’, come al solito (Montecitorio aula e commissioni, al Senato solo queste ultime), ma siamo pronti a scommettere che, in quei giorni, i parlamentari presenti saranno assai pochi. L’occasione, del resto, è ghiotta. Poter restare ‘con i propri affetti’, a casa propria, per quasi un mese.
Alla Camera, informa il sito di Montecitorio, è in discussione la proposta di legge sulla “riduzione del numero dei parlamentari” e “l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul caso Regeni”, nonché –in teoria – “le norme sull’applicabilità delle leggi elettorali, sulla semplificazione fiscale, sull’insegnamento scolastico dell’educazione civica e ratifiche di Trattati internazionali”.
Troppa carne al fuoco, impossibile fare tutto in due giorni, quelli del 29 e 30 aprile.
Il sito di Montecitorio sostiene che la Camera “lavorerà dal 29 aprile al 3 maggio”, ma la notizia è “esagerata”. Il primo maggio, come si sa, è festa nazionale e il 2 maggio è giovedì, giorno in cui la Camera non lavora quasi mai. Ergo, restano solo due giorni pieni di ‘lavoro’: 29 e 30 aprile.
Al Senato, sempre in teoria, di carne al fuoco ce n’è almeno il doppio. L’aula, che è stata convocata per lunedì 29 aprile, dovrebbe esaminare un’infinità di provvedimenti. Il ddl sulla “donazione corpo post mortem” e sulle “misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine anti-persona”, poi aire ratifiche di accordi internazionali. Ma languono, e sono all’esame delle varie commissioni, il decreto legge “Sblocca cantieri”, il dl sul “rilancio dei settori agricoli in crisi”, quello sulla prevenzione dell’assenteismo nelle pubbliche amministrazioni”, etc.
Ce la faranno i nostri eroi? Difficile, se non, appunto, del tutto impossibile. Ma vediamo perché.
Il ‘motivo’ delle tante ferie sta nei tanti ‘ponti’…
Ma come è possibile che i parlamentari siano in ferie per così tanto? Vediamolo, con il calendario in mano. Il ponte pasquale – che vale, si capisce, per tutti gli italiani – vale anche per i parlamentari.
Solo che, a volte, i parlamentari esagerano. Venerdì scorso, 19 aprile, era Venerdì santo e le Camere, ovviamente, erano chiuse. L’ultimo giorno di seduta risale, infatti, a giovedì 18 aprile.
Ma va notato che, già giovedì, le aule di Camera e Senato erano tristemente vuote. Infatti, i parlamentari ‘lavorano’, se va bene, due giorni, in media: martedì e mercoledì. Il resto, ciccia. Certo, lavorano le commissioni (almeno quando esaminano i provvedimenti in corso), ma mai come in questa legislatura il lavoro in Aula si è ‘ristretto’ a un paio di giorni alla settimana, non di più.
Martedì e mercoledì sono i giorni del ‘pienone’ (vuol dire Transatlantico, buvette e ristoranti interni zeppi come uovi), ma il giovedì mattina è già giorno di trolley e cappotti depositati al guardaroba.
In ogni caso, il ponte pasquale ha riguardato quattro giorni, quelli canonici: venerdì 19, Sabato santo (20 aprile) e domenica di Pasqua (21 aprile), con relativa coda di “Pasquetta” (22 aprile).
Ci si immagina che, subito dopo, l’attiva riprenda. Solo che, quest’anno, il 25 aprile (festa nazionale) arriva a ruota, giovedì, e anche il Primo maggio incombe, entro breve tempo, pochi giorni dopo.
Insomma, i parlamentari hanno deciso che era meglio soprassedere, che era meglio ‘stare in famiglia’ e che i lavori d’Aula (e le leggi, tante, da approvare) potevano aspettare. Alla Camera, per esempio, i deputati non avranno riunioni dal 19 aprile al 6 maggio. Ci sarebbe una fastidiosa parentesi il 29 e 30 aprile, quando dei pochissimi sfortunati dovranno rientrare per un giorno di dibattito e uno di votazioni. Ma non è detto, riporta il Corriere della Sera, che il voto si possa spostare al 2 maggio. Insomma, per i deputati, il mega-ponte risulta essere di ben 17 giorni.
Ma i veri ‘maestri’ delle festività sono i senatori…
Ma i veri maestri delle festività sono i senatori, che riusciranno a godersi ben 24 giorni di ferie, due in meno per chi avrà voglia di rientrare a Roma sempre per quei due fastidiosi giorni di dibattito e votazione previsti a fine aprile, il 29 e 30. A palazzo Madama non ci saranno sedute fino al 13 maggio, anche se nella settimana dal 6 al 10 si terranno, regolarmente, i lavori delle commissioni, come tiene subito a precisare l’ufficio stampa della presidente Casellati. Ma gli esperti di cose del Palazzo già dicono: “quelle commissioni non si riuniranno mai in giorni di festa…”. Così va il mondo.
Alla faccia del “governo del cambiamento”, dunque, l’andazzo in Parlamento non sembra molto diverso dal – recente e lontano – passato. A decidere tutta la sfilza di giorni di vacanza sono stati, appunto, gli stessi parlamentari, dopo un accordo tra tutti i capigruppo. Una decisione avallata dai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.
E la crisi di governo? Può aspettare giorni migliori…
Insomma, anche la crisi di governo, se mai precipiterà, tra Lega e M5S, dovrà attendere almeno al post-elezioni europee del 26 maggio. Deputati e senatori sono in – meritate? – ferie, meglio non disturbarli troppo. Certo, giugno e luglio saranno due mesi ‘caldi’, ma niente paura: a partire dal 31 luglio, un giovedì, le Camere chiudono per le ferie estive e se ne riparla da metà settembre in poi.
Quando, magari, ci saranno elezioni politiche anticipate in vista e quella in corso potrebbe rivelarsi la legislatura più breve della storia repubblicana, anche per numeri di giorni effettivamente ‘lavorati’. Intanto, però, i parlamentari della XVIII legislatura si saranno goduti lunghi periodi di pausa (e di riflessione) a qualche momento di lavoro. “Una vita in vacanza”, come dice la canzone.
NB: Questo articolo è stato pubblicato sul sito di notizie Tiscali.it il 23 aprile 2019