La strategia del ragno. Per il Pd e Conte quello di Renzi è un bluff ma intanto lavorano ai nuovi Responsabili

La strategia del ragno. Per il Pd e Conte quello di Renzi è un bluff ma intanto lavorano ai nuovi Responsabili

15 Febbraio 2020 0 Di Ettore Maria Colombo

La strategia del ragno. Conte e Zingaretti giudicano le minacce di Renzi un’arma spuntata ma intanto lavorano a una maggioranza diversa coi ‘Responsabili’

 

la stategia del ragno

LA STRATEGIA DEL RAGNO(1970)
Un film di Bernardo Bertolucci. Con Alida Valli, Giulio Brogi, Tino Scotti, Franco Giovanelli, Pippo Campanini

 

Oggi (cioè ieri, ndr.) si dimostra che – spiegano uomini dem che lavorano a stretto contatto con i più importanti ministri democrat del governo Conte – uno, a Renzi si può dire di no; due, la sua minaccia di crisi di governo era un bluff; tre, altre maggioranze di governo non sono possibili. Se cade il governo Conte bis, non esiste un Conte ter, non esistono altri premier o altre maggioranze, c’è solo il voto”. Matteo fa il bullo? Ricorda il ‘tanto tuonò che piovve’…”.

 

Iv assicura: voteremo il Milleproroghe. La crisi, per ora, sfuma…

 

milleproroghe

Iv assicura: voteremo il Milleproroghe. La crisi sfuma…

 

In una giornata in cui, a palazzo Montecitorio, non c’è anima viva e le luci sono così abbassate da essere soffuse, effetto night club (forse per risparmiare, causa gestione Fico), i pochi uomini che contano e che si aggirano nel Palazzo tirano un sospiro di sollievo.

Il colloquio di Renzi con il Corsera (“Non si va a votare, vedrei bene Gualtieri a palazzo Chigi, è un uomo equilibrato”), parole ispide ma poi temperate da un lungo post (“Alleati sì, sudditi no”), le parole in chiaro dei massimi dirigenti di Italia Viva (il coordinatore, Ettore Rosato, assicura che “Iv voterà sì al Milleproroghe”) e quelle di fonti autorevoli di Italia Viva che spiegano che Iv “voterà la riforma del processo penale che contiene anche il Lodo Conte Bis sulla prescrizione”, pur sottolineando, però, che sulla prescrizione “se ne parlerà quando il tema arriverà all’esame del Parlamento” indicano un rasserenamento, per quanto precario, del clima.

Tregua armata, certo, non certo una pace e neppure un armistizio, ma tanto basta a ritenere quelle di Renzi “parole da ‘bullo’ dette solo per fare casino e cercare di risalire nei consensi”.

 

La ex renziana Morani: “dentro Iv c’è molto disagio”

Alessia Morani

La ex renziana Morani: “dentro Iv c’è molto disagio”

 

Inoltre, ad adiuvandum, vengono segnalate, in modo interessato, le riflessioni di Alessia Morani, oggi sottosegretaria allo Sviluppo economico e deputata Pd ma ieri renziana di ferro, che parla così dei suoi ex colleghi di Iv: “La sensazione che ho, avendo condiviso con molti di loro un cammino lungo, è che ci sia disagio, tra i colleghi di Iv, rispetto a questa posizione di Renzi sulla prescrizione”. Insomma, è la traduzione del Nazareno, “dietro Renzi, ad aprire la crisi, lo seguirebbero in pochi anche dentro il suo stesso partito, spaventati dalla minaccia di urne anticipate che metterebbero a rischio i loro posti…”.

 

Zingaretti e Conte fanno muro: dopo questo governo c’è solo il voto

 

Zingaretti e Conte

Zingaretti e Conte fanno muro: dopo questo governo c’è solo il voto anticipato

 

Sono tutti segnali che nel Pd interpretano in modo positivo e che fanno credere, ad occhi dem che stanno dentro il cdm, che 1) la legislatura andrà avanti e questo governo anche; 2) Renzi non aprirà alcuna crisi di governo perché nessun altra maggioranza è possibile, dentro questo Parlamento, e il Colle è il primo a saperlo e, anche, a sottolinearlo; 3) se si va al voto, si consegna il Paese a una destra ancora forte, quella sull’asse Lega-FdI che può fare anche a meno di FI, per affrontare le elezioni, vincerle e governare, ponendo le basi per una maggioranza che, con nuove Camere elette con il nuovo, e ridotto, numero di parlamentari, potrebbe in modo agevole eleggersi il nuovo Capo dello Stato nel 2022. “Sarebbe un suicidio collettivo e i primi a non starci – spiegano sempre le fonti dem del Nazareno e palazzo Chigi – sarebbero i parlamentari di Iv. Sarebbe la loro ecatombe”.

Insomma, niente ‘Conte ter’ e neppure ‘nuove maggioranze con dentro nuovi Responsabili’ (che, però, già si scaldano a bordo campo e vengono sondati), è lo spin che arriva da lì.

 

Nazareno e palazzo Chigi: “quello di Renzi è solo un bluff”

 

Foto Renzi con BOnafede

Renzi Bonafede e la prescrizione

 

I dem, dunque, si fregano le mani e dalle parti di palazzo Chigi pure. Quella di Matteo Renzi – la minaccia dell’apertura di una crisi di governo sul tema della giustizia e, in particolare, della riforma della riforma (Bonafede) sulla prescrizione – la giudicano un’arma ormai spuntata. “Parole al vento – dicono – che servono per cercare di risalire da sondaggi “impietosi” che, per il premier, vedono Italia Viva ‘inchiodata’ al 3% e per il Nazareno addirittura al 2%. Parole dure, per quanto anonime, e pesanti, ma lo stato dei rapporti, nella coalizione di governo giallorossa, questo è.

 

Renzi: “Il giudizio sul lodo Conte bis non cambia”, ma Iv si dice pronta a votare la riforma del processo penale

 

Matteo Renzi online

Renzi in diretta Facebook

 

In effetti, anche ieri, Matteo Renzi ha sottolineato che sulla prescrizione avrebbe accettato un compromesso diverso da quello uscito da palazzo Chigi, un compromesso nel merito: “Ai tavoli avevamo detto che eravamo disponibili anche ad accettare che la prescrizione potesse essere cancellata, ma solo dopo l’appello”, ha spiegato ieri, in diretta Facebook. E oggi, dal suo partito, arrivano segnali sulla volontà di votare il pacchetto che riforma il processo penale, affrontando il nodo della prescrizione non appena i lavori parlamentari lo permetteranno. Insomma, la palla viene ributtata avanti e, tra qualche mese, chissà cosa succederà.

Una linea confermata da fonti renziane di primo piano: “Come si fa dire che non votiamo la riforma del processo penale? Poi, quando arriverà la discussione sulla prescrizione, si lavorerà per le modifiche. Ma sulla velocizzazione dei tempi della giustizia abbiamo sempre detto che per noi è una priorità”, anche se il giudizio sul Lodo Conte Bis non cambia: “Non è che non ci piace nel merito, è incostituzionale”. Sulla prescrizione interviene – per l’ultima volta, assicura – l’ex premier: “La posizione del lodo Conte è incostituzionale secondo i principali esperti. Cercheremo di cambiarla in parlamento prima che venga bocciata dalla Corte costituzionale come già avvenuto in settimana alla legge Bonafede”, scrive su Facebook. E ancora: “Questa per noi – aggiunge – è una battaglia culturale. Non molleremo di un solo centimetro. Il Pd ha scelto di seguire i grillini, noi abbiamo scelto di seguire le persone competenti: avvocati, magistrati, etc. Adesso che la posizione è chiara, parliamo di tasse, di cantieri, di crisi aziendali”. Poi un altro messaggio agli alleati di governo e al premier: “Se vogliono un Conte ter, si accomodino pure. Se il Premier vuole cacciarci, faccia pure: è un suo diritto”.

 

Conte fuga i dubbi: “nessun Conte ter all’orizzonte”

Giuseppe Conte

Nessun Conte Ter

 

Il premier, già ieri, aveva sgombrato il campo da possibili equivoci su manovre di Palazzo per sostituire Iv con presunti ‘Responsabili’, trattative che, però, come vedremo, ci sono: “Io ho una responsabilità di governo, sono andato davanti al Parlamento e ai cittadini a chiedere la fiducia su un programma, secondo voi sarebbe normale lavorare a un Conte ter? Io sono qui a realizzare un programma, sono qui e fino all’ultima ora utile lavorerò sul programma su cui ho chiesto fiducia. Orizzonti futuri non mi appartengono”.

 

Intanto, Buffagni attacca Renzi, Bellanova polemizza con Conte

 

circo massimradio capital

“Circo Massimo” a Radio Capital

Ma, ovviamente, le polemiche non potevano esaurirsi in una mezza giornata di tregua armata. In mattinata, il viceministro 5Stelle allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, ospite di “Circo Massimo” su Radio Capital, attacca il leader di Iv : “Renzi pensa solo a se stesso” e “il suo modo di fare ha stufato un po’ tutti” e, ancora, “l’opposizione è più seria di un azionista del governo che come unico tema in agenda ha solo il suo nome”.

 

ITALIA VIVA

Il simbolo di Italia Viva

 

A stretto giro gli risponde la capodelegazione di Iv, Teresa Bellanova (ex tignosa sindacalista della Cgil), che, ancora via social, dice che “siamo orgogliosi di essere maleducati se la nostra maleducazione serve a portare più crescita, meno tasse e più lavoro. Misure coraggiose per far ripartire l’economia”. Insomma, è come se Italia Viva, chiuso – si fa per dire – il fronte giustizia volesse aprire il fronte economica e ‘menare’, anche in questo caso, sulle ‘mancanze’ di Conte e del governo, governo di cui, fino a prova contraria, fa parte.

 

Intanto, però, l’irritazione del Pd verso “il Bullo” cresce…

 

matteo_renzi_bullo

Il premier Matteo Renzi in posa da ‘bullo’

 

Ma queste, onestamente, appaiono scaramucce più che altro e, nel Pd, si accolgono del ‘passo indietro’ dei renziani che si dicono disponibili a una “soluzione costituzionale” sulla prescrizione, non parlano più di mozione di sfiducia individuale al ministro della Giustizia Bonafede (anche perché Conte ha avvertito che “ne trarrei le conseguenze”), Renzi afferma persino che “non parlerà più” di prescrizione e, insomma, “siamo alle solite, al ‘tanto tuonò che piovve”. Per il Pd Renzi teme di perdere parlamentari (vedi le parole della Morani: sarebbero in almeno quattro o cinque quelli pronti a ‘tornare indietro’ nella casa madre Pd) e compulsa nervoso i sondaggi che non lo vedono schiodarsi dal 3-4%, ma di certo l’irritazione e il fastidio per le mosse del ‘Bullo’ resta forte e pesante. Anche perché, per il Nazareno, gli attacchi di Renzi e dei suoi oscurano le “tante cose buone” che il governo sta facendo “solo per ottenere visibilità, oscurare Conte e, se va male, farsi ‘cacciare’ dal governo e cominciare a fare opposizione dall’opposizione”.

 

Zingaretti e Renzi: “Il governo va avanti solo se fa le cose”…

 

Renzi e Zingaretti a passeggio

Zingaretti e Renzi dicono entrambi che “il governo va avanti solo se fa le cose”

 

Il governo va avanti solo se fa le cose” ama ripetere Zingaretti, per mettere in guardia l’esecutivo dal rischio di finire come quello presieduto da Enrico Letta.

La cosa curiosa è che lo ripete oggi anche Matteo Renzi, ma con tono più minaccioso: “L’Italia rischia una crisi economica devastante, il governo deve cambiare passo”. Se non lo fa, è il messaggio implicito, occorrerà cercare nuove strade per evitare il peggio al Paese. Da Italia Viva viene spiegato che la volontà è ancora quella di fare andare avanti il governo, evitando “di raccogliere provocazioni” che arriverebbero da Conte in persona. L’ultima in ordine di tempo, viene riferito, sarebbe arrivata ieri sera in Consiglio dei ministri. A dimostrare la buona volontà del loro leader, i renziani citano la loro presenza ai tavoli sull’agenda, sempre ieri. Ma avvertono, come fa anche Renzi, che “se Conte vuole una maggioranza diversa, allora non avrà che da chiederlo”.

 

Intanto, però, è già partita l’operazione ‘Responsabili’

conte giuseppe

Giuseppe Conte

 

Il sospetto dei renziani è, infatti, che Conte stia già lavorando per raccogliere una maggioranza diversa, rastrellando parlamentari fra i gruppi esterni alla maggioranza. E, in effetti, le cose stanno proprio così. Infatti, se lo stato di salute ‘formale’ del governo sarà chiaro solo dopo le prossime votazioni sui provvedimenti più attesi (la fiducia sul Milleproroghe alla Camera e il voto di fiducia sulle intercettazioni al Senato), Conte in persona  lavora all’operazione ‘Nuovi Responsabili’.

Ed è proprio tra i 17 senatori di Italia Viva, oltre che dalle fila di Forza Italia, che il premier e la maggioranza punterebbero a recuperare dei “responsabili” se si dovesse arrivare ad uno show down con Renzi e, dunque, a una richiesta di fiducia in Senato da parte del premier Conte. Sempre fonti dem assicurano che Iv perderebbe diversi suoi parlamentari ed è proprio a questi ultimi che i capigruppo dem di entrambe le Camere avrebbero fatto sapere di essere pronti “ad ammazzare il vitello grasso” in caso di “ritorno a casa”. Qui, però, bisogna tornare a ‘fare i conti’ sul Senato.

 

I numeri del Senato. La maggioranza che regge il Conte 2

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La facciata principale di Palazzo Madama, a Roma, sede del Senato

 

Gli attuali numeri di palazzo Madama fotografano due schieramenti chiari, uno a sostegno del governo Conte 2 ed uno contrario, più una piccola area – ma importante – a metà strada. Finora il Conte 2 ha potuto contare sui voti di 98 senatori di M5s, 36 del Pd, 17 di Italia Viva, otto delle Autonomie (tra cui i senatori a vita Napolitano e Cattaneo), due del Maie, nove del gruppo Misto (dentro cui ci sono i sette di Leu con Loredana De Petris che guida il gruppo), nonché i due senatori a Vita Monti e Segre. In tutto, sono 172 voti. A questo fronte si oppongono i 61 di Fi, i 60 della Lega, i 18 di Fdi e l’ex M5s Gianluigi Paragone (140 seggi). In mezzo ci sono i senatori a vita Renzo Piano e Carlo Rubbia, che votano per il governo vengono raramente; gli ex M5s Ciampolillo e Di Marzio, nonché Emma Bonino, Matteo Richetti (oggi con Azione civile di Calenda) e l’ex M5s Carlo Martelli. Se i 17 senatori di Iv si spostassero dal sì al ‘no’ al governo i rapporti di forza si invertirebbero (finendo a 155 sì e 157 no contro il governo), una situazione in cui “il mondo di mezzo” diventa decisivo.

 

Alcuni sarebbero dei ‘ritornanti’ al Pd da Italia Viva

Ministro Bonafede

I capigruppo di maggioranza non temono la minaccia di una mozione di sfiducia a Bonafede

 

I capigruppo di maggioranza non temono la minaccia di una mozione di sfiducia a Bonafede di Iv, che con i 17 senatori che ha oggi non avrebbe il minimo delle 32 firme richieste dal Regolamento di Palazzo Madama e dovrebbe farsela firmare dalla Lega, Fi o Fdi, un azzardo vero e proprio. Un trasloco di Iv nel centrodestra, è la convinzione dei dem, farebbe perdere a Renzi un buon numero di senatori e deputati. Ragionamenti che fanno allo stesso Renzi gli ex renziani che sono nel Pd, a cominciare da Andrea Marcucci.

Andrea Marcucci

Andrea Marcucci

Ma anche alcuni dirigenti di Italia Viva, interpellati in proposito, ammettono che questi rischi esistano. Tra i nomi dei senatori di Iv che circolano in ambienti parlamentari come intenzionati a uscire dal loro nuovo partito, in caso di crisi, si fanno quelli di Cucca, Comencini, Vono, Conzatti, Marino, Parente, che però rassicurano sulla loro tenuta.

 

Il ‘via via’ degli azzurri. Paolo Romani ha pronti i suoi

paolo romani

Paolo Romani

 

In ogni caso, per paradosso, proprio l’ipotetica uscita da Iv di diversi senatori (che se superano gli 8 farebbero venir meno a Renzi i numeri per avere un gruppo) frenerebbe i senatori di FI indicati dai media come molti dei possibili nuovi “responsabili”: qualora dovessero rompere con FI rischierebbero, alla fine, di essere superflui al Conte ter. Intanto, fioccano le smentite (come quelle di Berardi, Causin, Cangini, De Poli, Binetti, Saccone, Mallegni).

 

il deputato Andrea Causin

Andrea Causin

 

Ma secondo fonti di centrodestra ci sarebbero comunque già alcuni parlamentari azzurri, tra cui Paolo Romani, Andrea Causin e vari centristi pronti a uscire allo scoperto, ma che sarebbero pronti a muoversi solo se la loro presenza risultasse determinante per la maggioranza di governo.  Come dice Romani, “siamo ancora alla prima mano di una partita a poker. Se per caso dovesse nascere un gruppo che non si riconosce più in Forza Italia, saremmo 11 o 13…”. Tra questi, ci sarebbero, oltre a Romani e Causin, Antonio De Poli, Paola Binetti e Antonio Saccone (di rito Udc), e poi ancora i berlusconiani Massimo Mallegni, Roberto Berardi, Franco Dal Mas, Andrea Cangini (ma l’ex direttore del Quotidiano nazionale nega in modo secco), il ligure Sandro Biasotti e Barbara Masini. Tutti, ufficialmente, si tengono a debita distanza, ma molti di loro si sentono pronti a essere dei nuovi ‘Responsabili’. E potrebbero spuntare anche alla Camera dove un gruppo di parlamentari azzurri sta seriamente meditando sul da farsi. Sempre che serva.

 


 

Nb: Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2020 per il sito di notizie Tiscalinews.it