C’era una volta la Festa dell’Unità… Il ‘nazista’ Bignami non verrà più, la Festa resta, ma con gaffe incorporata

C’era una volta la Festa dell’Unità… Il ‘nazista’ Bignami non verrà più, la Festa resta, ma con gaffe incorporata

27 Agosto 2021 1 Di Ettore Maria Colombo

Io&la Festa dell’Unità. Premessa “per fatto personale”

ettore maria colombo

Ettore Maria Colombo

Parliamoci chiaro (e, per una volta, parlo in prima persona). Sono un abituale frequentatore delle Feste dell’Unità, almeno da quando avevo e ho l’età della ragione (si fa per dire), cioè da quando le organizzava il Pci.

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Ci andavo, e ci vado ancora, pur se non più con lo stesso spirito, come un bambino andava al luna park. Un bambino ‘normale’, intendo. Per me, i ‘giochi’ e i ‘divertimenti’ non erano la ruota o le montagne russe, ma soporiferi dibattiti sul ‘futuro del socialismo’, ‘la situazione politica nei Paesi socialisti avanzati’, oppure ‘Gramsci e Togliatti, il loro pensiero a confronto‘. Etc.

Luna Park

Ci andavo, e ci vado ancora, pur se non più con lo stesso spirito, come un bambino andava al luna park

Mi perdevo negli stand, specie in libreria, e facevo incetta di pesanti volumi sulla storia del Socialismo, del Comunismo e altri orpelli ormai defunti. Ho visto, alle Feste dell’Unità, forse i più bei concerti della mia vita, mi ci sono commosso, infervorato, e pure innamorato. Per me, parlare male della Festa dell’Unità è come ‘parlare male’ del presepe per Edoardo De Filippo in ‘Natale a casa Cupiello‘. Una cosa che, se si può, proprio non si deve fare, ecco.

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Inoltre, una volta,, alla mitica “grande festa nazionale”, come la cantava e canzonava, per sfotterla, Edoardo Bennato, in “Sono solo canzonette” (“Gli impresari di partito/ Mi hanno fatto un altro invito/ E hanno detto che finisce male/ Se non vado pure io/ Al raduno generale/ Della grande festa nazionale/ Hanno detto che non posso/ Rifiutarmi proprio adesso/ Che anche a loro devo il mio successo/ Che son pazzo ed incosciente/ Sono un irriconoscente/ Un sovversivo, un mezzo criminale” – bei tempi, quelli, quando chi non cantava alla Festa dell’Unità, in pratica, non era ‘nessuno’, oggi i Maneskin neppure ci pensano, per dire…), quella dell’Unità, mi ci invitavano pure, per dirne una.festa dellunita pesaro

Oggi non mi invitano più, ma mi consolo con alcune Feste locali, dove ancora hanno il buon gusto di invitarmi (sabato, per dire, sarò a Pesaro) e io, felice, accetto ogni volta di buon grado di andare e parlare, ovviamente come ‘moderatore’, a costo di essere ‘bollato’ come uno ‘di sinistra’ (il che, peraltro, neppure mi dispiace, come etichetta). Ecco, dunque, perché scrivere l’articolo che segue mi ‘costa’, sul piano personale, notevole dispiacere.
Ps. Solo il Pd, quest’anno, come l’anno scorso, cioe’ nonostante la pandemia, organizza una ‘grande Festa nazionale‘, tutti gli altri partiti hanno rinunciato, dalla Lega a Fratelli d’Italia, per non dire di tutti gli altri. Anche solo questo fatto, va a merito del Pd.


Festa dell’Unità con gaffe incorporata. Il ‘nazista’ Bignami? No, quello no! Il Pd si accorge, ma a scoppio ritardato, ‘chi è’ il deputato di FdI che ha invitato alla Festa, sapendo chi fosse. Gli ex missini fanno gli offesi, ma in realtà se la ridono di gusto. La verità? Le Feste dell’Unità di una volta non ci sono più

festa dell'unità

Nb: questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2021 sul sito di notizie Tiscalinews.it

Bignami chi? Quello ‘nazista’? Ah no, quello no…

Galeazzo Bignami

Il deputato bolognese di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami non sarà ospite alla festa nazionale dell’Unità in programma a Bologna dal 26 agosto al 12 settembre. Lo stop è arrivato direttamente dal segretario, Enrico Letta

Il deputato bolognese di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami non sarà ospite alla festa nazionale dell’Unità in programma a Bologna dal 26 agosto al 12 settembre. Lo stop è arrivato direttamente dal segretario, Enrico Letta, dopo che in molti – già da ieri, e da subito – avevano criticato la scelta ricordando un episodio che fece molto discutere qualche anno fa: la pubblicazione su Repubblica di una foto del 2006 in cui un giovane Bignami posava in costume (o, meglio, ‘divisa’) nazista durante quello che definì “soltanto un addio al celibato”.

Enrico Letta

Letta: “Non è il benvenuto alla festa dell’Unità. Crediamo nel confronto delle idee e le riforme istituzionali per definizione si discutono con tutte le forze politiche. Ma tra la nostra comunità chi inneggia al nazismo non può avere accoglienza”

Una ‘goliardata’, ecco, che però, all’epoca, già indignò parecchi. L’anno scorso, inoltre, il deputato pubblicava su Facebook un video in diretta in cui inquadrava nomi e cognomi dei cittadini stranieri residenti nelle case popolari di Bologna. Un recidivo, in buona sostanza, che bastava una semplice ricerca su Google per sapere, facilmente, chi fosse…. Del resto, uno che si chiama Galeazzo qualche dubbio dovrebbe farlo venire, nelle raffinatissime menti democrat, per non dire che, a Bologna, era assai famoso suo padre, Marcello Bignami, storico esponente dell’Msi locale, orgoglioso di essere un ‘fascista’ e che, nel 1974, venne ferito, a Bologna, gambizzato da un commando di estrema sinistra proprio perché era “un fascista”.
Non è il benvenuto alla festa dell’Unità. Crediamo nel confronto delle idee e le riforme istituzionali per definizione si discutono con tutte le forze politiche. Ma tra la nostra comunità chi inneggia al nazismo non può avere accoglienza”, diventa però la posizione del Pd nazionale. Parole dure, pesanti, inequivocabili quelle del Pd. Tutto bene? Mica tanto. Il Pd nazionale, stavolta si è messo nei guai da solo, questa è la verità dei fatti.

Il Nazareno, fino a ieri, aveva ‘confermato’ Bignami

Roma palazzo del bufalo 03 largo del nazareno

Largo del Nazareno, ove ha sede il PD

Infatti, appena l’altro ieri le stesse “fonti del Nazareno” giustificavano la partecipazione di Bignami spiegando di aver chiesto a ogni partito “il nome di un relatore che potesse discutere” sui temi istituzionali. “FdI ha dato il nome di Bignami – si diceva dalla sede nazionale del Pd e così riportava ieri, non smentita, il quotidiano La Repubblicae il fatto che abbia indicato un parlamentare che in passato è stato responsabile dell’inqualificabile e orribile gesto di vestire una divisa nazista è la conferma che molti dirigenti di quel partito non hanno fatto i conti con il nazifascismo. È molto grave, ma – concludevano – evidentemente è una responsabilità loro, non certo nostra”.

Un modo per prendere le distanze, certo, ma anche un modo per confermare l’invito a Bignami che, facevano intanto notare dal Pd di Bologna, è ‘gestito’ dal nazionale (come a dire, prendetevela con loro, che l’avevano invitato e pure confermato…).

Debora Serracchiani

Debora Serracchiani

Inoltre, da Fratelli d’Italia si ricordava – maliziosamente – come il deputato avesse già partecipato, nel 2018, a un dibattito alla Festa nazionale del Pd, discutendo con Debora Serracchiani, oggi capogruppo dem, sulle priorità della legislatura, allora appena iniziata. Come dire, insinuano non a torto da Fratelli d’Italia, nel 2018 Bignami andava bene e, ora, vi si è palesato, improvvisamente, ‘nazista’? Un bel pateracchio, per il Pd, non c’è che dire, anche perché è lo stesso Pd tutto impegnato a chiedere le dimissioni del leghista Claudio Durigon da sottosegretario al Mef per “apologia di fascismo”.

La festa dell’Unità 2021 voleva essere ‘inclusiva’

La festa dell’Unità 2021 voleva essere ‘inclusiva’

La festa dell’Unità 2021 voleva essere ‘inclusiva’

Forse è il problema che, sotto il cappello a tesa larghissima dei partiti che sostengono il governo Draghi, quest’anno al Parco Nord di Bologna andranno ministri e politici di ogni colore. Gli alleati di Forza Italia e Lega (Giancarlo Giorgetti, per dire), va da sé. Ma – fino a ieri, quando è scoppiata la polemica, ‘merito’ del quotidiano La Repubblica, che l’ha scoperto – pure l’unico partito oggi all’opposizione, Fratelli d’Italia. Il che, in sé, non dovrebbe essere un problema. FdI è un partito ‘democratico’, cavolo!

meeting 2021

Meeting di Cl a Rimini, dove l’ecumenismo abbracciava l’intero arco parlamentare e ospitava tutti i leader insieme di tutti i partiti

Del resto a forza di provarci, a star tutti insieme, ci si abitua. Come l’altro ieri al Meeting di Cl a Rimini, dove l’ecumenismo abbracciava l’intero arco parlamentare e ospitava tutti i leader insieme di tutti i partiti, da Letta a Salvini, da Tajani a Lupi, fino, appunto, alla Meloni che, a dirla tutta, parole chiare sul fascismo non le ha mai dette…
E proprio Letta – peraltro uno storico habitué del Meeting e della sua creatura ‘politica’, l’Interruppe sulla Sussidiarietà con cui Cl ha sempre fatto, in modo furbo, politica – ricordava, per compiacere la platea ciellina (peraltro inutilmente: tutti fan della Meloni, oggi, i ciellini, come ieri di Salvini e l’altro ieri di Berlusconi e, nella notte dei tempi, di Andreotti, mai una volta che abbiano ‘tifato’ a sinistra, ecco) ricordava che “mi avete sempre invitato anche quando non contavo nulla”… Si vede, dunque, che lo ‘sforzo’ del Pd, per la Festa di quest’anno, stile Renzi dei ‘bei tempi’ era di parlare con tutti, anche con la Destra, la quale, però, conta soggetti che è meglio saperlo ‘prima’, chi sono.

Una vita tutta ‘in nero’, quella del camerata Bignami…

fronte dela gioventu
In particolare doveva esserci, appunto, per conto di FdI, fino a ieri, Galeazzo Bignami, il quale, però, ieri non ha voluto commentare la sua esclusione dalla Festa e neppure replicare al Pd. Ma chi è? Classe 1974, avvocato, figlio – come detto – di un noto esponente locale del Msi, a sua volta consigliere regionale e comunale, in gioventù nel Fronte della Gioventù, poi Fuan (la ‘peggio gioventù’ missina, per capirsi), Bignami è il braccio destro di Giorgia Meloni sotto le Torri, la quale lo ha fatto deputato nell’ultima legislatura. Di lui, fino all’altro ieri, si parlava addirittura come candidato a sindaco del centrodestra a Bologna e, in città come in Regione, dove è stato consigliere regionale, è noto per le sue intemerate e ‘improvvisate’ di dubbio gusto storiografico. Insomma, chi fosse Bignami, nel Pd bolognese, emiliano e, si presuppone, a Roma, si sapeva…

La foto di Bignami in divisa nazista

La foto di Bignami in divisa nazista (sic) a un addio al celibato fece, qualche anno fa, il giro – non benigno – della Rete

La sua foto in divisa nazista (sic) a un addio al celibato fece, qualche anno fa, il giro – non benigno – della Rete. Eppure, Bignami era ‘serenamente, pacatamente’, nel programma: doveva parlare, nella sala Nilde Iotti (storica compagna di vita di Palmiro Togliatti, ex presidente della Camera, staffetta partigiana) di un tema, quello previsto dal dibattito, dal titolo “Curare e rafforzare la democrazia. Le riforma possibili”, uno di quei titoli ‘pensosi’ e ‘severi’ che solo dentro il Pd e la Feste dell’Unità sanno studiare per bene e che si terrà, in ogni caso, pur se ‘a Bignami assente’, il 9 settembre con una serie di prestigiosi ospiti, dal leghista Igor Iezzi alla ex ministra Maria Elena Boschi (Iv).

La bufera travolge i dem e la sinistra attacca…

Dora Palumbo

Dora Palumbo

La polemica, a sinistra e non solo, s’infiamma e la bufera travolge i dem. La prima a sollevare il caso e a obiettare sulla presenza di Bignami alla Festa dell’Unità di Bologna sono stati, a dirla tutta, esponenti locali di SI. Prima la Sinistra unita bolognese con Dora Palumbo: “Il Pd ha già dimenticato le foto che sono circolate cinque anni fa in cui Bignami indossava camicia e cravatta nera e al braccio sinistro una fascia rossa con la svastica nazista. Allora alcuni esponenti del Pd condannarono questo gesto. Ora alla Festa del Pd ora va l’estrema destra. Lo sanno i tanti volontari che da mesi preparano tortellini e crescentine?”.

Detjon Begaj

Detjon Begaj, candidato alle Comunali per Coalizione Civica

Poi Detjon Begaj, candidato alle Comunali per Coalizione Civica, che definisce l’invito a Galeazzo Bignami “un pessimo scherzo che non fa ridere. Oltre alla nota vicenda della svastica non dimentichiamoci che Bignami fu quello che con Marco Lisei (altro esponente locale di FdI, ndr.) solo due anni fa andò a filmare i campanelli degli stranieri che abitano le case popolari. Se il titolo del dibattito è ‘rafforzare la democrazia’ bisognerebbe farlo non dando spazio ai nostalgici del fascismo”. Certo, la sinistra a sinistra del Pd ha convenienza, in questa fase di campagna elettorale, a farsi bella con l’antifascismo, ma con il coltello tagliano il burro.

I dem bolognesi scaricano il barile su ‘Roma’

Lele Roveri

“Il programma della sala dibattiti centrale, quando c’è la Festa Nazionale, viene gestito direttamente da Roma che ha legittimamente una propria autonomia ed una propria linea politica” ribatte Lele Roveri

Corrono ai ripari gli organizzatori bolognesi, ma solo per ‘scaricare il barile’ su ‘Roma’: “Il programma della sala dibattiti centrale, quando c’è la Festa Nazionale, viene gestito direttamente da Roma che ha legittimamente una propria autonomia ed una propria linea politica” ribatte proprio Lele Roveri. “Io ero e rimango visceralmente antifascista”, spiega in un post in Facebook facendo notare che il dibattito si terrà davanti allo stand dell’Anpi. “Magari diventa per Bignami una grande occasione per andare quella sera a fare delle scuse ufficiali e chiudere dignitosamente un episodio, seppur nella sfera del privato, che io giudico ancora oggi orribile”.

Davide Di Noi

Davide Di Noi

Dal Pd bolognese, partono le critiche, come scrive un bolognese dem doc, Davide Di Noi: “Da sempre nella Festa nazionale vengono invitati esponenti di partiti diversi. Nel merito io credo che invitare proprio Bignami sia un errore e che farlo proprio a Bologna, città antifascista in cui lui si è vestito da nazista, poteva essere evitato”. Parole chiare.

Il Nazareno cambia versione: la ‘colpa’ è solo di FdI

logo fdl

Fratelli d’Italia

Dopo ore di sdegno e proteste che corrono sui social e li gonfiano di indignazione, dal Nazareno fanno sapere che “è colpa di Fratelli d’Italia”. Insomma, “è molto grave ma è evidentemente una responsabilità loro, non certo nostra” diventa la new Version del Pd. La spiegazione suona così: “Alla Festa nazionale dell’Unità abbiamo organizzato un dibattito sui temi istituzionali con tutte le principali forze parlamentari. A ciascuna abbiamo chiesto il nome di un relatore che potesse discutere sul tema con i referenti di tutti i partiti. Fdi ha dato il nome di Bignami. E il fatto che abbia indicato un parlamentare della Repubblica che, tra le altre cose, in passato è stato responsabile dell’inqualificabile e orribile gesto di vestire una divisa nazista, è la conferma che molti dirigenti di quel partito non hanno fatto i conti con il nazifascismo. Per quanto ci riguarda riteniamo opportuno discutere pubblicamente con le principali forze parlamentari del destino delle istituzioni, così come confermiamo la assoluta incompatibilità politica del Pd con le forze della destra anti-europea, sovranista e post-fascista”. Belle parole, assai nobili, ma che non cambiano la sostanza dei fatti: il pastrocchio lo ha fatto il Pd nazionale ed è il Pd che non sa come giustificarsi.

La nota Pizzolante-Vaccari esce a scoppio ritardato e soprattutto è una toppa peggiore del buco…

Maria Pia Pizzolante

Maria Pia Pizzolante

Infatti, anche la lunga e verbosa nota vergata ieri, in tutta fretta, dal Pd nazionale è assai tartufesca. Una toppa peggiore del buco. In buona sostanza, Bignami non può essere gradito ospite alla festa del Pd” e indicando lui Fdi ha voluto compiere “una provocazione” (toni e parole da anni ’70…), dicono Maria Pia Pizzolante (responsabile nazionale delle Feste) e Stefano Vaccari (arcigno responsabile Organizzazione nella segreteria di Enrico Letta, incarico già ricoperto con Zingaretti).

stefano vaccari

Stefano Vaccari

Proprio Pizzolante e Vaccari, però, pochi giorni fa, erano andati a Bologna per presentare la kermesse nazionale: nel programma distribuito in quell’occasione era già spuntato il nome di Bignami, ma avevano fatto finta di niente, come testimonia la puntuale cronaca della presentazione della Festa uscita sul Resto del Carlino del 23 agosto 2021: grandi numeri esposti e vantati (“22 mila metri quadri allestiti, la sola sala dibattiti sono 2400 mq, nove ristoranti a gestione diretta, 110 tra incontri e dibattiti, 30 presentazioni di libri, 500 ospiti,” – di cui uno di troppo, Bignami – tra cui molti ministri, commissari Ue, etc.), Letta presente ben due volte, ad abundantiam (il I settembre, per le Agorà, e il 12 per il comizio di chiusura) e un solo botta&risposta polemico, da parte degli organizzatori, sul Green Pass (“tutti i nostri 5 mila volontari lo avranno, il certificato verde sarà necessario per accedere”).
In pratica, pur se da sinistra erano partite le bordate contro il Pd, fino all’altro ieri, il ‘nazista’ Bignami andava bene, a partire da ieri non va più bene. Amen.
FdIci ha risposto con una provocazione: chi si fa ritrarre con la divisa nazista o realizza filmati mentre passa in rassegna nomi e cognomi di famiglie di origine straniera sui citofoni delle case popolari, sono fatti realmente accaduti, proprio a Bologna – affermano, ma solo ‘ora’, Pizzolante e Vaccari – evidentemente non può essere gradito ospite alla festa del Pd, che ha nel proprio Dna quei valori antifascisti che sono alla base della Repubblica fondata sulla Resistenza”. Belle parole, ma vane, e soprattutto ipocrite.

Francesco Lollobrigida FdI

Francesco Lollobrigida (FdI)

Pizzolante e Vaccari – cercando, appunto, di mettere una toppa al buco ormai già voragine – dicono però “di aver rinnovato al capogruppo Francesco Lollobrigida e a Fdi l’invito a partecipare al nostro dibattito con un altro rappresentante”. In pratica, vorrebbero sceglierlo loro l’esponente di FdI da invitare alle Feste… Ovviamente, da FdI risponderanno ‘picche’, alla imperiosa e ritardata richiesta degli organizzatori dem.

L’assessore dem Mazzanti dice la verità…

Claudio Mazzanti

Claudio Mazzanti

Sulla vicenda interviene anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Claudio Mazzanti, che bacchetta il Pd nazionale affermando che “non si può lasciar decidere a Fratelli d’Italia chi mandare a un dibattito alla Festa dell’Unità. Credo che questa scelta andasse molto meditata, e che ci sia stata una svista, un errore”. Bignami, chiosa Mazzanti, “ha delle posizioni politiche molto forti, per cui era evidente che proporre per un dibattito, in questo contesto, una persona come lui avrebbe procurato delle tensioni. Io non l’avrei invitato”. Appunto…

In FdI scatta subito il “camerata Bignami, presente!”

Ignazio La Russa

Ignazio La Russa

Fratelli d’Italia, ovviamente, ci prende gusto e, da Ignazio La Russa, ‘orgoglioso’ da sempre di essere stato missino e ‘fascista’, mica tanto ‘post’, a Daniela Santanché, da Donzelli a Balboni, e chi più ne ha ne metta – dentro il partito scatta subito la ‘gara’ – è tutto un coro di ‘eja eja alalà’ a difesa di Bignami e scattano gli attacchi contro il Pd ‘intollerante’, ‘anti-democratico’ e ‘discriminatorio’ contro “l’onorevolissimo” Bignami (manca solo che scattino, all’unisono, gridando “camerata Bignami, presente!”).

Michele Barcaiuolo

Michele Barcaiuolo

La Meloni, intanto, tace, ma se la ride di gran gusto. Nel frattempo, parla Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna: esprime “solidarietà all’amico onorevole Galeazzo Bignami, che prima viene invitato alla Festa del Pd e successivamente dallo stesso partito viene poi attaccato per la sua signorile disponibilità alla partecipazione. Chi rifiuta il confronto sipone fuori dall’agone democratico e nella migliore delle ipotesi non gli resta che un biglietto per un fantasioso stadio del frisbee”, dice, riferendosi alla ‘sardina’ Mattia Santori che, sdegnato da par suo, rifiuta di sedersi nello stesso palco dove siede Bignami.

atreju

La festa di Atreju – FdI

A Destra (con la maiuscola, ndr.) amiamo da sempre il confronto, a testimonianza di ciò alla nostra festa di Atreju sono passati nell’ordine: Bertinotti, D’Alema, Veltroni,Violante, Conte e perfino Vauro. Chi è convinto delle proprie idee non ha paura del confronto” chiosa Barcaioulo. Come dire: noi siamo molto più ‘democratici’ di voi. Oltre al danno, la beffa.

La Cirinnà è stata invitata alla “Festa dei Patrioti”…

festa dei patrioti
Per sovrannumero, però, scappa pure da ridere e una polemica che dovrebbe essere ‘seria’, quella sull’antifascismo, si trasforma in una pantomima.
Infatti, sempre da Fratelli d’Italia – dove, ovviamente, si stanno divertendo moltissimo a mettere nelle peste il Pd – fanno sapere che loro, magnanimi, avevano già ‘ricambiato’ l’invito, accogliendo sul palco della “Festa dei Patrioti(sic) a Poggio Renatico (Ferrara) la senatrice dem, e pasionaria dei diritti civili e della comunità Lgbtq, Monica Cirinnà, a discutere di eventuali “compromessi” sul ddl Zan con Alessio Balboni di FdI.

Monica Cirinnà

Monica Cirinnà – Senatrice PD

La Cirinnà non è però l’unica esponente ‘di sinistra’ alla Festa dei Patrioti. Ieri, via Facebook, ha annunciato la sua partecipazione anche Mauro Felicori. L’assessore regionale, che però è di Italia Viva, ma pure lui viene dal Pd, fa sapere d’aver “accettato di buon grado” l’invito e, prevedendo un “dibattito interessante” su “Cultura e ripartenza”, Felicori ‘tagga’ mezzo Pd, nel suo post, dal segretario regionale Paolo Calvano alla presidente dell’assemblea legislativa Emma Petitti.

Emma Petitti

Emma Petitti

Come a dire: venite ad ascoltarmi, se vi va. Un filo d’imbarazzo misto a sarcasmo si legge solo tra i commenti: “Bella compagnia”, “Ci vada e ci resti”, etc. Ma almeno stavolta finisce senza strepiti.

C’era una volta la Festa dell’Unità…

C’era una volta la Festa dell’Unità…

C’era una volta la Festa dell’Unità…

C’era una volta la Festa dell’Unità, dunque. Quella in cui “non esiste che invitiamo i ministri di centrodestra, anche se governiamo insieme”, giurava nel 2013 Lele Roveri, organizzatore delle Feste che furono del Pci-Pds-Ds, ora sono del Pd, ma sempre “dell’Unità” si chiamano (Renzi, a un certo punto, voleva cambiargli il nome, mal gliene incolse e, ovviamente, ci ripensò subito). L’organizzatore è rimasto lui, Lele Roveri – uno abituato a far di conto e far quadrare i bilanci – lui non è cambiato, ma il mondo sì. E infatti, ora, le Feste dell’Unità sono diventate assai ecumeniche. Un po’ stile Meeting. Fino a qualche anno fa, però, non era così. Quando al Parco Nord si provava ad invitare gli esponenti avversari, di solito, erano guai anche per il Pd che ‘provava’ a far la mossa.

Le volte in cui gli ospiti ‘esterni’ crearono bei guai

Sergio Cofferati

Sergio Cofferati

Ad esempio, nel 2008, quando i dem chiamarono l’allora leghista Flavio Tosi a dibattere con l’allora sindaco Sergio Cofferati di sicurezza. Doveva essere la vittoria dello sceriffo di sinistra sul leghismo destroide, ma il caso ci mise lo zampino. Un temporale pomeridiano rovinò l’evento: Cofferati rimase a casa, e con lui tutti i suoi sostenitori. Nella sala del dibattito – raccontava ieri Repubblica di Bologna – si presentarono solo una trentina di sostenitori leghisti – per nulla scoraggiati dalla pioggia, loro – e Tosi iniziò a comiziare alla Festa, tra volontari imbarazzati e dirigenti presi in contropiede.

Calderoli Roberto

Roberto Calderoli

Altre volte, invece, andò male agli ospiti. Qualche anno fa l’allora ministro Roberto Calderoli, ancora oggi leghista, fu accolto al Parco Nord dai blindati delle forze dell’ordine e dalle contestazioni del Popolo Viola, sorta di antesignano ‘arrabbiato’ e ‘giustizialista’ delle attuali Sardine. Oggi toccherebbe a loro, alle Sardine fischiare la stretta di mano tra Pd e FdI. Ma sono candidate con i dem. Un bel busillis, per loro…
Per non dire – senza voler risalire a quando la Festa dell’Unità la organizzava il Pci, e anche solo invitare un ‘democristo’ era un grosso rischio (anzi, una eresia, in pratica) e pure i socialisti invitati se la passavano assai male – di quando la sola idea di invitare esponenti di Forza Italia faceva andare di traverso – ai militanti delle cucine come a quelli degli stand – la salamella e, insieme, il vino (rosso). Ma, del resto, tanta acqua è passata sotto i ponti. Oggi si ‘porta’ la festa nazionale ‘all inclusive’. Nazisti compresi. Salvo ripensamenti last minute, ovviamente.