Ucraina, la solidarietà ‘vince’ contro la guerra. Il lavoro delle ong e la gara di aiuti di ong e Terzo settore italiane 

Ucraina, la solidarietà ‘vince’ contro la guerra. Il lavoro delle ong e la gara di aiuti di ong e Terzo settore italiane 

11 Marzo 2022 0 Di Ettore Maria Colombo

La solidarietà ‘vince’ contro la guerra. Il lavoro delle ong e la gara di aiuti di ong e Terzo settore. Cosa sta facendo l’Italia per l’Ucraina. Aiuti ai profughi, piani di accoglienza e associazioni in campo: ecco tutto quello che c’è da sapere

La solidarietà ‘vince’ contro la guerra

La solidarietà ‘vince’ contro la guerra

Nb. questo articolo è stato pubblicato su “Luce!”, portale del gruppo “Quotidiano nazionale” il 10 marzo 2022 

Le stime. Un milione di profughi in arrivo verso l’Italia

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Oltre un milione i profughi

Più di un milione di persone già fuggite dall’Ucraina e una stima, fonte Unhcr, che parla di cinque/dieci milioni di profughi che potrebbero arrivare in Europa, con l’Italia che dovrebbe/potrebbe accogliere fino a 650 mila, o forse fino a un milione (il 13% del totale), considerando anche che proprio in Italia vive già la più grande comunità ucraina fuori dai confini (248 mila persone, di cui 190 mila donne). Una catastrofe umanitaria.

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Certo è che il numero dei profughi ucraini in arrivo in Italia sta aumentando: fino a sabato 5 marzo erano circa mille al giorno, mentre già domenica il numero era triplicato. Il dato aggiornato alle 16 di lunedì, fornito dal ministero dell’Interno, è di 17.286 profughi: 8.608 donne, 1.682 uomini e 6.996 minori. «Sono flussi che stiamo riuscendo a gestire bene» ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. La maggior parte dei profughi per ora è arrivata attraverso la frontiera italo-slovena, e Curcio ha già firmato la prima ordinanza di gestione dell’accoglienza stabilendo norme e procedure e nominando commissari i Presidenti di regione, non senza polemiche sotterranee dei comuni che, di solito, con le Prefetture, sono loro in prima linea nella gestione dell’accoglienza. 

capo della Protezione civile Fabrizio Curcio

Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio

Come sta reagendo il nostro Paese in queste settimane, da quando è scoppiata la guerra? Con una inarrestabile gara di solidarietà. Migliaia di famiglie italiane pronte ad aprire le porte di casa per accogliere donne e bambini ucraini in fuga, una catena di raccolta di farmaci, abiti, generi di prima necessità. La macchina dell’accoglienza in Italia gira a pieno ritmo. Insomma, chi pensa che l’Italia, come ha deciso il Parlamento con una decisione storica, invia solo armi e munizioni per sostenere la resistenza del popolo ucraino ai russi, si sbaglia, e di grosso. Il Terzo settore italiano e il mondo delle ong si sono subito messi in moto con gli interventi sul campo ma anche ai confini dei Paesi vicini: sono tantissime le associazioni di volontariato e ong – italiane o estere con base in Italia – che si occupano di sostenere i civili ucraini durante l’emergenza.

Facendo un primo elenco, solo per categorie, parliamo di associazioni del Terzo settore, collettivi di volontari, organizzazioni locali, nazionali e internazionali, scuole e università, enti di stampo religioso e laico che si sono mobilitati per dare solidarietà e sostegno concreto all’Ucraina, dove la Russia ha scatenato la guerra di invasione il 24 febbraio.

Una gara di solidarietà fatta di tanto impegno, tanto coraggio e tanta solidarietà che ha visto mettersi in moto associazioni di comprovata esperienza, piccoli gruppi, singole persone.

Cosa fanno le ong italiane e non che lavorano in Ucraina

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Cosa fanno le ong italiane e non che lavorano in Ucraina

Le prime ad attivarsi, subito dopo l’invasione russa, sono state le ong italiane storicamente presenti in Ucraina come Aibi- Amici dei Bambini, Soleterre, Avsi. Vediamo i principali interventi in loco.

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Aibi opera nel Paese dal 1999 attraverso la Fondazione di beneficenza ucraina “Drusie Ditiei Ukraina”

 Aibi opera nel Paese dal 1999 attraverso la Fondazione di beneficenza ucraina “Drusie Ditiei Ukraina” (Amici dei Bambini Ucraina), la cui sede è a Kiev e ha lanciato fin dalle prime ore del conflitto la campagna «Emergenza Ucraina #Bambinixlapace» che prevede il sostegno a interventi di supporto psicologico e la fornitura di aiuti come alimenti, vestiti, materiale scolastico e tutto ciò di cui i bambini hanno bisogno. L’orfanotrofio che l’organizzazione italiana sostiene e gestisce a Volodarka, un paio di ore d’auto da Kiev, in partnership con la fondazione ucraina “Drusie Ditiei” (Amici dei Bambini Ucraina) ha allestito un campo di accoglienza per gli sfollati. Sempre Aibi, ma in Moldavia, ha avviato un’azione di emergenza per rifornire due punti di prima assistenza alla dogana e un campo profughi nella capitale Chisinau. 

Soleterre, assieme all’Associazione ucraina “Zaporuka”

Soleterre, assieme all’Associazione ucraina “Zaporuka”

Soleterre, assieme all’Associazione ucraina “Zaporuka”, ha messo a disposizione la sua casa per i bambini malati di cancro e assicurare loro la continuità delle cure mediche, chemio comprese.

La fondazione Soleterre, che si occupa di assistenza a bambini malati di cancro, ha dichiarato che i colleghi della Fondazione si trovano sul territorio ucraino, al fianco dei bambini e delle loro famiglie con cui hanno da tempo articolato progetti e iniziative. Dallo scoppio della guerra, si mobilitano per garantire forniture mediche, strumentazione chirurgica, farmaci nei reparti dell’Istituto del Cancro e dell’Istituto di Neurochirurgia di Kiev e con l’Ospedale Regionale di L’viv.

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Avsi con Emmaus

Avsi, grazie alla collaborazione con l’associazione ucraina Emmaus, suo partner locale, ha mantenuto un rapporto di vicinanza con l’Ucraina nel tempo: nel 2016, con la Campagna Tende, si era mossa a sostegno delle famiglie sfollate a causa del conflitto cominciato nel 2014 e trasferite a Kiev e Charkov. Ora si è riattivata per aiutare le persone in fuga verso Polonia e Romania, con il sostegno dei partner locali “AVSI Polska” e “Asociația FDP-Protagonisti in educatie”, e ha lanciato un appello per raccogliere fondi da destinare all’acquisto di medicine e generi di prima necessità e al supporto psicologico nelle zone di Siret e Leopoli, raccogliendo in meno di una settimana 300mila euro con l’hashtag #HelpUkraine: “Un aiuto agli ucraini in fuga dalla guerra”.

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Action Aid è al fianco delle donne e dei bambini in fuga dall’Ucraina. Un esodo che coinvolge un milione di persone attraverso le frontiere. L’organizzazione per la tutela dei diritti è attiva in Italia e nei paesi di confine con l’Ucraina per fornire supporto e protezione a chi è costretto a fuggire.

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We Word, organizzazione che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in Italia e nel Mondo e che adotta bambini a distanza, grazie all’alleanza con il partner ChildFund Germania, che lavora in Ucraina dal 2004, ha avviato una campagna a sostegno di bambini e famiglie per fornire aiuti di emergenza ai bambini e alle loro famiglie.

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Cesvi – storica ong italiana – è intervenuta al fianco diPeople in need” (organizzazione no profit internazionale)ai confini con la Slovacchia. 

Una delegazione di Progetto Arca, che opera nel settore dell’accoglienza, con Uneba (unione nazionale di iniziative di assistenza sociale) è partita da Milano con un convoglio carico di beni di prima necessità: tende e sacchi a pelo, abiti, prodotti per l’igiene, in particolare dei bambini, e alimenti vari. La prima delegazione è già rientrata portando in salvo mamme con i loro bimbi.

Intersos, i cui operatori ora si trovano Moldavia, ma anche in Polonia, fornisce assistenza medica e protezione ai rifugiati provenienti dall’Ucraina. L’obiettivo è fornire cure mediche, protezione e sostegno psicosociale alle persone più vulnerabili, come donne e bambini.

Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie. Ciò include sostenere il loro accesso all’istruzione, fornire supporto psicosociale, distribuire kit invernali e kit igienici e fornire sovvenzioni in denaro alle famiglie in modo che possano soddisfare i bisogni di base come cibo, affitto e medicinali, o in modo che possano investire nell’avvio di nuove attività. Ora chiede donazioni per i bambini per portare i primi soccorsi, cibo, acqua, cure e protezione, assicurando risposte rapide e efficaci alla crisi.

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La Federazione Internazionale “Terre des Hommes” lavora in Ucraina, in particolare nell’area orientale del Paese, dal 2015 a supporto dei bambini più vulnerabili: risponde ai bisogni della popolazione, in particolare dei bambini e delle bambine e garantisce il supporto psicosociale necessario per affrontare il trauma.

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Medici del Mondo (meglio nota con il nome di Medicines sans frontieres), organizzazione umanitaria internazionale presente anche in Italia per garantire l’accesso alle cure a tutti, specialmente alle persone più vulnerabili. È attiva in Ucraina dal 2015, dove fornisce assistenza umanitaria e servizi sanitari specialmente nelle autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Luhansk, dove supporta i più vulnerabili e i pazienti Hiv. Attualmente ha già fornito attrezzature mediche a tre ospedali per curare i feriti ed eseguire interventi chirurgici e sta offrendo consulti medici a distanza con ostetriche e psicologi. Il suo staff internazionale è inoltre pronto ad aiutare i rifugiati in Polonia, Romania e Moldavia.

Gli aiuti dal basso delle reti di solidarietà italiane

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Gli aiuti dal basso delle reti di solidarietà italiane

 Quella delle ong più strutturate non è tuttavia l’unica reazione solidale. Migliaia di cittadini in ogni città italiana stanno infatti donando cibo, medicine, coperte, vestiti a punti di raccolta più o meno improvvisati da cui, con l’aiuto delle Caritas, delle associazioni di volontariato e di alcune organizzazioni ucraine presenti in Italia, si cerca di far partire container verso i primi campi profughi. E quanto a donazioni è robustissima la mobilitazione di aziende e imprese che in pochi giorni hanno messo insieme da Nord a Sud milioni in beni e denaro. Le Misericordie della Toscana in collaborazione con il Consolato ucraino di Firenze hanno raccolto 24 quintali tra farmaci e alimenti non deperibili, trasportati con una propria colonna mobile fino ai confini di Polonia e Romania. A Verona l’Associazione delle donne ucraine ha aperto un centro operativo di aiuti in raccordo con l’Ambasciata e altre associazioni di tutta Italia. Si può, naturalmente, anche accogliere profughi, anche registrandosi sul sito refugees-welcome.it per l’iniziativa «Accogli una persona rifugiata». 

La Caritas. È estesa la presenza delle Caritas in Ucraina. Caritas italiana sostiene i centri attivati da subito in tutto il Paese per accogliere le famiglie, organizzare gli spostamenti, portare i bambini in zone meno pericolose. Caritas Italiana ha aperto anche una raccolta fondi, mettendo subito a disposizione 100mila euro per i bisogni immediati, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto, “chiamando anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese”.

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione straordinaria.

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione straordinaria.

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione straordinaria.

Ma le campagne attivate a livello nazionale sono molte: Croce Rossa Italiana ha lanciato una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità cui stanno dando risposta, senza sosta, i volontari dell’organizzazione di volontariato.

croce rossa italiana

Poi ci sono Unhcr e Unicef, quella del Corriere della Sera con la 7 («Un aiuto subito») ma anche le numerose altre coordinate dalle grandi realtà italiane e internazionali come, fra le altre, Save The Children , Terre des Hommes, Medici Senza Frontiere, Anpas, Arci, Cittadinanzattiva, Emergenza Sorrisi, Fidas, Avis, Banco Alimentare, Modavi, Ibo Italia, Plan, Progetto Sud, Salesiani per il sociale, Anffas, Sos Bambini, Federazione Italiana malattie rare, Vis, Cisom.

Le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione dell’Ucraina dove mancano acqua, cibo, elettricità. Qui tutte le informazioni e le coordinate bancarie per donare.

Sempre il Cevsi ha inviato il primo convoglio di camion carichi di cibo in scatola, kit igienici, pannolini, forniture mediche, sacchi a pelo, materassi e altri beni di prima necessità e una squadra sul confine slovacco per fornire supporto a coloro che aspettano di oltrepassare il confine.

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Il logo della Comunità di Sant’Egidio

La Comunità di Sant’Egidio ha da anni un programma di adozioni a distanza per circa 250 bambini ucraini in una rete di case famiglia, che oggi sono in pericolo: nonostante la Comunità di Kiev si sia già attivata per proteggerli chiede un supporto economico per assicurare il proprio lavoro.

Coldiretti ha lanciato l’iniziativa “la spesa sospesa, con la possibilità di fare offerte per acquistare prodotti nei mercati contadini di Campagna Amica, da inviare ai civili ucraini, dove iniziano a scarseggiare le scorte alimentari, o da donare alle migliaia di profughi che stanno arrivando in Italia: interesserà i farmers market di tutte le regioni d’Italia.

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Varie anche le iniziative locali, dalle parrocchie ai circoli Arci. E proprio l’Arci, con il supporto di Unhcr, ha promosso un’iniziativa, «Emergenza Ucraina: informazioni utili», per fornire le indicazioni necessaria ai profughi. Per entrare in Italia, infatti, per un periodo di non oltre 90 giorni, e per raggiungere amici e familiari, le cittadine e i cittadini ucraini sono esenti dal Visto (consultare il sito della Farnesina per i dettagli). 

I sindaci italiani mobilitati per la pace e l’accoglienza

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I sindaci di molte città – Milano, Napoli, Novara, Palermo, Bologna, Firenze – si sono attrezzando per accogliere i rifugiati e favorire i ricongiungimenti familiari; tutti i governatori delle Regioni hanno assicurato la loro collaborazione, parroci e imprenditori offrono spazi per l’accoglienza un po’ ovunque. E ormai dalla fine della scorsa settimana arrivano con frequenza crescente i primi bus di profughi che dall’Ucraina sono riusciti a uscire per approdare in Italia. Non solo chi qui ha parenti o relazioni individuali su cui poter contare ma anche i gruppi coordinati da parrocchie, onlus o associazioni.

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Dario Nardella sindaco di Firenze

Da ricordare infine che, sabato 12 marzo, si terrà una grande manifestazione per la pace a Firenze, lanciata dal sindaco della città, Dario Nardella, con questa motivazione: “Sono particolarmente orgoglioso che Firenze sia in prima linea nell’impegno per ottenere il prima possibile la pace e avviare il prima possibile un negoziato vero per la pace ad oltranza”. “Ricordo la dichiarazione di pace firmata la scorsa settimana nel Salone dei Cinquecento da 65 sindaci e 60 vescovi – ha detto il sindaco – mentre qualche giorno fa a Marsiglia abbiamo lanciato con l’associazione dei sindaci europei “Eurocities” una grande manifestazione senza precedenti per sabato prossimo, 12 marzo, in tutte le città europee,alla quale hanno già aderito più di 100 città, tra italiane e straniere: da Parigi a Rotterdam, da Lipsia a Zagbria a Valletta, da Milano a Napoli, Roma e Bari. Sabato prossimo Firenze sarà l’epicentro delle iniziative nazionali”.

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci Pd

Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci (Pd)

Molto attiva anche la rete di Ali (Associazione autonomie italiane, presidente Matteo Ricci, sindaco di Pesaro) che prepara la sua assemblea nazionale, che si terrà il 24 e 25 marzo a Firenze, dove presenterà i suoi progetti di solidarietà, assistenza e aiuti concreti ai rifugiati e profughi ucraini. 

Più che le manifestazioni, infatti, conta l’aiuto concreto e la risposta italiana è all’altezza.