“Se pijiamo Romaaa!”. La coazione a ripetere di chi fa politica (non solo nel Pd) e un ‘clima’ mefitico, che corrompe chiunque la governi o sgoverni…

“Se pijiamo Romaaa!”. La coazione a ripetere di chi fa politica (non solo nel Pd) e un ‘clima’ mefitico, che corrompe chiunque la governi o sgoverni…

20 Agosto 2022 0 Di Ettore Maria Colombo

“Se pijiamo Romaaa!”. La coazione a ripetere di chi fa politica a Roma (non solo nel Pd) e un ‘clima’ mefitico, quello di una Capitale, Roma, che corrompe chiunque la governi o ‘sgoverni’…

pijamose roma

 

Nb. Solo una minima parte di questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2022 su QN

 

Una scena ‘degna’ del film ‘Il Padrino’…

gli ho fatto un offerta che non poteva rifiutare

Ricorda, purtroppo, la scena del film ‘Il Padrino’, ovviamente il ‘numero 1’, con Marlon Brando-Corleone che si gratta il mento e ai suoi dice: “gli farò un offerta che non potrà rifiutare” – segue scena di una testa di cavallo recapitata, insanguinata, nel letto del malcapitato.

Vi sparo! Vi ammazzo! Dovete inginocchiarvi!” urla e minaccia (di morte?) due uomini, in un video  (una versione che trovate qui) reso pubblico dal Foglio, Ruberti (Albino), ex, ormai, capo di gabinetto di Roberto Gualtieri (ex ministro al Mef, Pd, attuale sindaco di Roma), messo in quel ruolo da Zingaretti.

 Ruberti (Albino), ex, ormai, capo di gabinetto di Roberto Gualtieri

Ruberti (Albino), ex, ormai, capo di gabinetto di Roberto Gualtieri

Chi dice per ‘aiutare’ Gualtieri, chi a ‘controllarlo’. Ruberti – detto, forse non a caso, ‘Rocky’ – è figlio di un accademico famoso e insigne, nonché fratello dell’ex ministro all’Università. Antonio. Ha una lunga carriera alle spalle: capo di Zetema, segretario di Civita, società partecipate di Roma Capitale, ex capo gabinetto di Zingaretti, fino a diventare, fino a ieri, il braccio destro di Gualtieri, che ha subito accolto le sue dimissioni con queste parole, nominando capo di gabinetto il vice di Ruberti stesso: “Le frasi contenute nel video sono gravi”, per questo “ho preso atto delle dimissioni di Albino Ruberti e ho chiesto al Vicecapo di Gabinetto Nicola De Bernardini di assumerne le funzioni di capo di gabinetto“.

Chi sono i diversi ‘malcapitati’ comprimari

Francesco De Angelis

Francesco De Angelis

I due uomini ‘minacciati di morte’ sono Francesco De Angelis (ex assessore regionale del Pd, aspirava a un posto in Parlamento, non lo avrà, ovvio) e suo fratello, Vladimiro, broker.

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Sara Battisti

Si vede pure una donna, nel video. Sara Battisti, consigliera regionale, sempre del Pd (deve essere una malattia di famiglia), compagna del broker.

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Adriano Lampazzi, collaboratore dell’assessore

Presenti anche Adriano Lampazzi, collaboratore dell’assessore, e la sua compagna, ovvero la donna di cui si sentono le urla nel video. E, appunto, Sara Battisti, consigliera regionale del Pd, originaria di Frosinone, nonché compagna dell’ormai ex capo di Gabinetto di Roma.

Oltre alle dimissioni di Albino Ruberti anche Francesco De Angelis ‘perde’ e, con una mail inviata al Nazareno, ritira la propria candidatura in uno dei collegi plurinominali di Roma.

Gli interessati ribadiscono che il diverbio a urla e insulti sia stato generato dal calcio, qualcuno parla di “questioni private”. Altri azzardano di una polizza. Per ora di vero ci sono le dimissioni di Ruberti e il passo indietro di De Angelis.

 

“Parlavamo di Lazio e Roma” la pallida difesa

lei non sa chi sono io

Ruberti – non nuovo alle ‘spacconate’ del genere del ‘Lei-non-sa-chi-sono-io’, come disse ai vigili urbani mentre faceva ‘festa’ sotto il lockdown – si difende così: “Parlavamo della Roma e della Lazio, della finale di Conference League e di un rigore non dato ai laziali al derby. La situazione è degenerata quando al pallone si è mischiata la situazione politica del frusinate”. Il ‘frusinate’ (nota a margine per i non romani e non laziali) è Frosinonedependance politica romana. Dell’odio atavico tra Roma e Lazio, invece, e delle loro rispettive tifoserie, invece, si sa tutto.

frosinone

Panorama Frosinone

Ruberti, in ogni caso, definisce quanto avvenuto come un litigio verbale durante una cena privata: “Ho reagito con durezza alla frase ‘mi ti compro”, spiega l’ex capo di Gabinetto, in merito alla frase che lo avrebbe fatto scattare e poi al Corriere della Sera risponde: “Non c’entra la corruzione”.

Persino Letta, inconsapevole, ci finisce dentro

letta ruberti

Letta Ruberti

La ‘violenza verbale’ viene condannata dal Pd (“episodio gravissimo, non può restare senza conseguenze”) ma a buoi già scappati dalla stalla. Peraltro, c’è di mezzo – inconsapevole, ovvio – pure Letta. “Il filmato di Frosinone – subito diventato virale e ‘visto’ da un’intero Paese che ama liti, scazzottate e duelli all’arma bianca, anche perché la campagna elettorale ha già bello che stufato gli italici, alle prese col maltempo – è stato girato la sera del I giugno e Letta era lì per la campagna delle amministrative. La location di una scena degna, appunto, del film ‘Il Padrino’, parte prima, è un ristorante di Frosinone. Ruberti urla a Vladimiro, broker assicurativo della Unipol, fratello di Francesco De Angelis, ex assessore regionale ed europarlamentare del Pd.

La scena si svolge in un ristorante e fa paura…

paura

La scena si svolge in un ristorante e fa paura…

Ruberti, quella sera, se la prende pure con un non meglio identificato Adriano, mentre Sara Battisti, compagna di Vladimiro, cerca di sedare la rissa, anche perché consapevole che qualcuno sta riprendendo la scena e girando il video. Gli avventori, allarmati, chiamarono la Polizia, che, però, quando arriva, nulla può: era già finito tutto.

Tra le varie ‘perle’ del video, Ruberti che dice: “Me te compro!? A me? Si deve inginocchiare e chiedermi scusa, altrimenti dico a tutti quello che mi ha detto. Li ammazzo! Lo ammazzo! Deve venire qui a chiedere in ginocchio scusa, altrimenti io stasera scrivo quello che mi avete chiesto a tavola. Cinque minuti je do. Cinque! Vi sparo! T’ammazzo. Cinque minuti, in ginocchio”. “Stanno a chiama’ i carabinieri, guarda che c… di scena”, interviene un uomo. Sembra De Angelis. Ruberti replica: “Dillo a tuo fratello e Adriano!”.

urlo

Il ‘film’ si chiude con l’urlo della Battisti

Il ‘film’ si chiude con l’urlo della Battisti. Fine. Battisti e De Angelis ‘ridimensionano’, ma senza successo. De Angelis ritira la sua candidatura alla Camera, Ruberti lascia. “Ho reagito con durezza alla frase ‘mi ti compro’ – spiega Ruberti – lesiva della mia onorabilità” (sic). Intanto, la procura di Frosinone acquisisce il video della lite, anche se avverte che procederà, ‘per ora’, “contro ignoti”.

 

Il video diventa ‘virale’. Le reazioni dei politici

Il video diventa ‘virale’

Il video diventa ‘virale’

Al netto dei social, dove il video diventa virale, e della (pallida) reazione del Pd (“Scelte giuste e doverose“, ha detto il segretario Enrico Letta riguardo le sue dimissioni), il centrodestra – da Salvini a Meloni – ci va a nozze con questa storia.

angelo tripodi

Angelo Tripodi

Ruberti ripete ossessivamente ‘me te compro’, come frase incriminata pronunciata da Vladimiro De Angelis, forse qualcuno pensava che ci fosse qualcosa da comprare e quindi qualcosa in vendita“, ha sottolineato il capogruppo della Lega in Regione Angelo Tripodi, chiedendo spiegazioni e un passo indietro agli esponenti dem presenti. Anche M5S – che, in Regione, regge la giunta Zingaretti, incollata con lo sputo, nel senso che senza i pentastellati non avrebbe la maggioranza per governare, chiede chiarezza.

 

Detto “Rocky”, Ruberti non è nuovo in quanto a ‘minacce’…

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Detto “Rocky”, Ruberti non è nuovo a minacce

Lo chiamano, non a caso, “Rocky”. Il suo temperamento, Albino Ruberti, classe 1968, lo ha messo in mostra nel video pubblicato dal Foglio e che gli è costato il posto di capo Gabinetto di Roma. Ma non è la prima volta.

La bufera di oggi non è la prima che travolge il braccio destro di Gualtieri. L’uomo, da sempre figura di peso della politica romana, tanto da ricoprire lo stesso ruolo in due giunte differenti per la sua capacità di “risolvere problemi”, con un’esperienza ventennale nei beni culturali, ha un temperamento ormai noto, che lo ha portato anche a conquistare il soprannome di ‘Rocky’, l’iconico pugile interpretato da Sylvester Stallone.

roma capitale

Eppure, Ruberti, ha un’esperienza ventennale nei beni culturali, da sempre figura di peso della politica romana, tanto da ricoprire lo stesso ruolo in due giunte differenti per la sua capacità di “risolvere problemi”. Lui la personalità a cui affidare la gestione di enti e associazioni. Vicino al Pd, agli ambienti della sinistra, ma non solo. È stato a capo di Zetema – società partecipata al 100% da Roma Capitale che opera nel settore cultura – dal 1998 e per oltre 15 anni. È stato anche segretario generale dell’associazione Civita (dal 2009) e amministratore delegato di Civita Culture (dal 2006). Figlio del noto accademico, rettore della Sapienza, e ministro dell’Università e della Ricerca, Antonio Ruberti, Albino arriva a ricoprire il ruolo di capo di Gabinetto in Regione Lazio dal secondo mandato di Nicola Zingaretti, oggi candidato a Roma nel Pd, quindi dal 2018.

Gualtieri Sindaco di Roma

Gualtieri Sindaco di Roma

Lo scorso anno si è speso molto per la campagna elettorale di Roberto Gualtieri in Campidoglio, per poi approdare appunto a palazzo Senatorio.

La bufera di oggi, però, non è la prima che travolge il braccio destro di Gualtieri. Lo stesso temperamento che ha messo in mostra nel video-shock di oggi è stato ripreso in più occasioni, in primis nel 2018. Da poco capo di Gabinetto della regione Lazio, durante la corsa di Zingaretti come segretario dem, Ruberti allontanò, con forza e arrivando alle mani, un gruppo di contestatori animalisti a un comizio a San Lorenzo.

 

Quando i figli dissero ai vigili: “Voi non sapete chi siamo”…

lockdown

Durante il lockdown fu già protagonista di un episodio che fece scalpore finendo su giornali e siti web. Il primo maggio del 2020, ancora capo degli uffici della Regione Lazio, fu scoperto dalla polizia mentre stava sul terrazzo di una casa al Pigneto a consumare un pranzo di pesce, violando le restrizioni imposte dai decreti Covid.

covid19

Rivolgendosi agli agenti sembra anche che avesse pronunciato il tipico “ma lei non sa chi sono io”. Ne venne fuori un polverone, con tanto di interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno da parte del centrodestra. Il nome di Ruberti è finito altre volte sulle pagine della cronaca locale dopo una multa appioppata ai figli, due ragazzi che, dopo esser stati fermati dai carabinieri per alcuni controlli nella zona dei Parioli, avrebbero replicato alle forze dell’ordine proprio facendo presente la posizione del padre.

I vertici dem ricordano anche la grigliata in pieno lockdown nel 2020 al Pigneto

I vertici dem ricordano anche la grigliata in pieno lockdown nel 2020 al Pigneto

I vertici dem ricordano anche la grigliata in pieno lockdown nel 2020 al Pigneto per la quale il dirigente, allora capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti, fu multato. E la risposta data dai suoi figli di 19 e 17 anni ai Carabinieri che chiedevano di identificarli mentre erano a bordo di un’auto mal parcheggiata nel quartiere Parioli: “Non sapete chi siamo” (sic, ecco, ora, chi sono e di chi sono figli si sa…).

Insomma, l’uomo (Ruberti) è quel che è, Rocky.

Un ‘sistema’ bacato di suo, quello del potere ‘romano’

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Una storiaccia

Ma è anche una ‘storiaccia’ figlia di un ‘sistema’, quello del Pd romano e laziale bacato di suo. Insomma, è proprio una ‘storiaccia’, questa, che ha terremotato, in un sol giorno, la giunta romana di Roberto Gualtieri, il Pd romano, il Nazareno.

Come la giri la giri, da dove la prendi la prendi, sempre quella resta: una ‘storiaccia’. ‘Storiaccia’ che dice molto, purtroppo, sulla ‘cloaca’ – come dicono gli addetti ai lavori, amici e avversari, – che risponde al nome di Pd romano e pure laziale. Non che, tuttavia, gli altri partiti siano ‘meglio’.

roma immersa nel sole

La Città Eterna è immersa nel sole

A Roma ‘va di moda’, da sempre, un modello di partito e uomini ‘organici’ e ‘funzionali’ a un solo obiettivo: accaparrarsi il Potere, quello della Capitale che ‘vale’ “almeno tre ministeri”, come si usa dire – gonfiando il petto – nella ‘Capitale’.

salvatore buzzi

L’ex esponente della ‘mitica’ Banda della Magliana, Salvatore Buzzi

Il consueto grido di battaglia, ‘ce pijamo Roma!’, pur cambiando di colore le giunte, è sempre lei. La frase la disse, come si sa, non solo l’ex esponente della ‘mitica’ Banda della Magliana, Salvatore Buzzi, con tanto di film e libri a tema, ma anche i ‘fasci’ di Alemanno (centrodestra). E, di fatto, pur senza pronunciarla, l’hanno ripetuta gli uomini di Virginia Raggi del M5s e pure quelli del Pci-Pds-Ds-Pd prima durante e dopo, e sempre sotto la fin troppo ‘attenta’ e ‘oculata’ regia del dominus della Politica romana, nonché inventore del ‘modello Roma’ (le giunte Rutelli prima e Veltroni poi), Goffredo Bettini. 

Goffredo Bettini

Goffredo Bettini

L’ex europarlamentare del Pd, ‘ideologo’ di Conte, oltre che di Zingaretti e ‘uomo nero’ del Pd (romano e nazionale) è sempre dietro le quinte, ma il suo potere resta, ancora oggi, ben saldo.

Ignazio Marino

Ignazio Marino

Suoi i successi e pure gli insuccessi, tra cui la parentesi del ‘marziano’ Ignazio Marino, non a caso presto estromesso, esautorato dopo 2 anni, ma a sua volta ‘inventato’ proprio da Bettini.

Insomma, il tema è sempre lo stesso. Il ‘fascino’ perverso della ‘Grande Bruttezza’ infetta, come un virus potentissimo, chiunque provi a governare – o, meglio, ‘sgovernare’ – la Città di Roma.

Corona Sacro Romano Impero

La Corono del Sacro Romano Impero

La capitale dell’Impero romano, del Sacro Romano Impero, dello Stato pontificio, del Regno Sabaudo, del regime di Benito Mussolini e, solo alla fine, della Repubblica italiana, è un morbo. Andare al ‘Potere’, a Roma, vuol dire non solo compromettersi e fare affari, ma diventare protagonisti, o succubi, o complici, di una ‘mala-gestione’ che la Lega di Bossi identificò in un azzeccato slogan passato alla Storia, ‘Roma ladrona’.

Quod non fecerunt Barbari fecerunt Barberini

A Roma, però, dove il latinorum ancora impazza, preferiscono declinare il concetto in un altro modo: ‘Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini’ (nota e dissipati dinastia di Papi). Solo che, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia e fa, sinceramente, abbastanza schifo come è chiaro da oggi.

 

Un articolo dell’amico e collega @il_cappellini sullo stesso argomento uscito oggi su @larepubblica.it :

https://www.repubblica.it/politica/2022/08/20/news/la_suburra_del_pd_romano_partito_del_potere_per_il_potere-362311328/