Voci dal Transatlantico 4. Anche Martina “ci pensa”. Il Paese va a rotoli, ma nel Pd si guarda solo al congresso

Voci dal Transatlantico 4. Anche Martina “ci pensa”. Il Paese va a rotoli, ma nel Pd si guarda solo al congresso

25 Ottobre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Continua la serie “Voci dal Transatlantico” scritta in originale per questo blog. Oggi si parla del congresso del Pd…

 

“Ci sto pensando”. Così, in un agenzia di questa mattina (la Presse) il segretario attuale, e non più reggente, Maurizio Martina sul prossimo congresso del Pd che – sempre secondo Martina (ma in questo caso la notizia è di qualche giorno fa) – si dovrebbe tenere “ai primi di febbraio”. Ora, con tutto “il bene” che si può volere al Pd – da parte di chi scrive, che quello degli italiani, a stare ai sondaggi, è assai minore, intorno al 16-17%, non di più… – la notizia ha dell’incredibile.

E non certo perché Maurizio Martina da Bergamo non abbia tutte le credenziali per candidarsi, si capisce e ci mancherebbe. Il punto è che l’Italia affonda, tra manovra fuori da ogni parametro Ue del governo, reprimende della stessa Ue, bocciatura della medesima manovra già di fatto arrivata da parte di Bruxelles, spread che schizza alle stelle e agenzie di rating il cui declassamento dell’Italia è ormai cosa fatta (domani arriverà Moodys), crisi politico-istituzionale dentro la maggioranza di governo tra i due alleati, tra il ministro Tria, sempre sul punto di dimettersi, e Di Maio e Salvini che non hanno alcuna intenzione di cambiare la manovra e ne attendono le dimissioni, ma anche tra il governo Conte e le principali istituzioni di garanzia italiane (il Capo dello Stato Sergio Mattarella) e internazionali (la commissione Europea, tanto per cambiare, ma anche la Bce di Mario Draghi, l’FMI etc etc etc).

 

Bce Mario Draghi

 

Insomma, il Pd dovrebbe preoccuparsi di fare opposizione, quel tanto che gli riesce (cioè poco), e invece niente.

L’unica ‘fregola’ e smania che conquista tutti si chiama, appunto, congresso anticipato del Pd medesimo. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, ha già lanciato il cuore oltre l’ostacolo con la due giorni organizzata a San Lorenzo e chiamata “Piazza Grande“. Dalla sua parte si sono già schierati l’ex premier, Paolo Gentiloni (molta autorevolezza, poche truppe), l’eterno numero due (ed eterno capocorrente) Dario Franceschini, una pattuglia di ex di varia provenienza (ex lettiani, ex sinistra, persino ex renziani) e, naturalmente, buona parte della sinistra interna. Tutta tutta? No, non proprio tutta.

 

Nel Pd, infatti, in quanto a divisioni e a scissioni (dell’atomo) non sono secondi a nessuno. Figurarsi alla sua sinistra. E così si scopre che le due anime interne della sinistra dem, quella che fa capo all’ex ministro Andrea Orlando (Dems) e quella che fa capo a Gianni Cuperlo (Sinistra dem) potrebbero non appoggiare Zingaretti, come sarebbe naturale aspettarsi, ma compiere scelte in solitaria. Orlando – che non vuole fare da secondo a nessuno, figurarsi da terzo o quarto in commedia – potrebbe gettare tutto il suo ‘peso’ proprio al fianco di Martina, magari in un bel tandem, mentre Cuperlo starebbe seriamente pensando di candidarsi da solo, come candidato ‘alternativo’ della ‘vera’ sinistra.

Infine, naturalmente c’è Marco Minniti. L’ex ministro dell’Interno è pronto, a sua volta, a scendere in campo In modo autonomo e originale, di sicuro in alternativa a Zingaretti. Per ora nicchia, ma scalda i motori, anzi: freme proprio. L’occasione giusta dovrebbe essere la presentazione in pompa magna del suo nuovo libro, Sicurezza è libertà (la ‘e’ in questo caso è verbo), che si terrà il prossimo 6 novembre, al residence di Ripetta e alla presenza di ospiti illustri (il Fondatore del Pd Walter Veltroni e… Gianni Letta). Lì potrebbe dire una parola, a suo modo, definitiva.

A sostenerlo dovrebbero essere, oltre a un manipolo di ex dalemiani ed ex veltroniani, i renziani (Matteo Renzi in testa), i quali, però, a loro volta nutrono sentimenti diversi, verso Minniti, e molto discordanti. Una parte vuole appoggiarlo senza se e senza ma, un’altra parte, invece, lo teme: teme soprattutto, l’area che fa capo agli ex ministri Lotti e Boschi, che Minniti, se vincesse, diventi troppo autonomo. Matteo Orfini, inoltre, per anni fedele alleato di Renzi, ha già fatto sapere che Minniti non lo appoggerà a causa delle sue opinioni (e delle sue ormai ex politiche) sull’immigrazione: schiererà, al congresso, coi Giovani Turchi, una donna. Molto probabilmente l’attuale governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini. Anche un altro ex ministro, Graziano Delrio,  attuale capogruppo dem al Senato riflette e si tormenta: il rapporto con Renzi, ormai, si è del tutto rotto, e da anni, ha litigato più volte con Minniti proprio sul tema dei migranti e potrebbe preferire al suo ex collega di governo l’appoggio a una candidato di disturbo, l’ex renziano Matteo Richetti.

 

Eh sì, perché – dentro il Pd e in prospettiva del prossimi congresso – si sono candidati anche loro, i (tanti) ‘nanetti’. Si va, appunto, da Matteo Richetti, già sceso in campo, a Francesco Boccia, che dovrebbe correre per l’area di Emiliano (il governatore pugliese che l’ha giurata a tutti, da Renzi in giù), a Cesare Damiano, che si candida per conto di se stesso, anche se, formalmente, per un’area – quella dei Laburisti dem – che si è inventato da solo e capeggia con pochi intimi. In più, si profilano anche altre candidature che, a voler essere buoni, si possono definire come ‘minori’: l’attuale assessore della regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, il giovane di belle speranze Tommaso Corallo e altri.

 

Il punto, però, resta sempre lo stesso: a chi giova, tranne che a un manipolo di dirigenti e funzionari del Pd, tenere un congresso divisivo e polemico mentre l’Italia corre verso l’abisso e la coppia Di Maio Salvini fa incetta di consensi? A nessuno, di fatto, tranne che a loro e a qualche cronista come chi scrive che ancora ha voglia di raccontare la folle, incosciente e paurosa corsa verso l’abisso di un partito che raccogliere, almeno, il 30% dei consensi del Paese e che lo ha guidato per anni e che ora, in una frettolosa e improvvida cupio dissolvi, si precipita verso la sua definitiva rovina.


NB: questo articolo stato scritto in forma originale per questo blog.