Pacchetto Pd 4. Renzi tentato dalle primarie? Difficile, ma la confusione tra i dem resta grande

Pacchetto Pd 4. Renzi tentato dalle primarie? Difficile, ma la confusione tra i dem resta grande

8 Dicembre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui, in forma estesa e ragionata, un articolo uscito oggi, 8 dicembre 2018, sul Quotidiano Nazionale che riguarda il Pd, la ‘tentazione’ (errata) di Renzi di correre alle primarie dem e le smentite di Zingaretti sui 5Stelle.

Pacchetto Pd 4. Renzi tentato dal correre alle primarie? Difficile, ma la confusione tra i dem resta grande. Zingaretti apre all’M5S?

 

Matteo Renzi

Matteo Renzi

 

E se Matteo Renzi cambiasse idea, decidesse di non fondare più alcun nuovo partito e scegliesse di candidarsi alle primarie? Il Pd è ormai una maionese impazzita, quindi – come quando si gioca tra amici a calcetto – “vale tutto”. La notizia di un improvviso quanto fulmineo, ritorno di Matteo Renzi sui suoi passi per candidarsi alla guida del Pd passando attraverso il ‘giudizio di Dio’ delle primarie, irrompe nel Transatlantico di Montecitorio a metà di un venerdì pomeriggio in cui i deputati sono già tutti depressi di loro perché tocca ‘fare notte’ per votare la manovra economica.

Nel Pd, però, appena si diffonde la )non) notizia, scoppia subito il panico. Il paradosso è che stavolta sono i renziani – o molti di loro, quelli che, ormai, hanno rotto con il loro ex leader, anche se lo hanno seguito perinde ac cadaver per decenni, da Luca Lotti a Antonello Giacomelli, da Lorenzo Guerini a Lele Fiano – che non ne vogliono neppure sentir parlare di una prospettiva simile. Anzi, tra l’irato e l’ironico, sostengono di non avergli mai chiesto una cosa simile.

E, cioè, di essere andati da lui, come a Canossa, pregandogli di riconsiderare il ritorno in campo di quello che ormai giudicano essere l’uomo che li ha messi nella improvvida situazione di essere lost/lost. Infatti, con un candidato di bandiera, stante l’indisponibilità di Guerini a immolarsi sulla pira, andrebbero malino, chiunque esso fosse (Bellanova, Rosato, Ascani, etc.) ma anche se dovessero appoggiare Martina, creando una lista a supporto del candidato ‘meno lontano’ da loro, finirebbero intruppati, in ogni caso, dietro un candidato che non li ama e, fino a ieri, non li voleva.

 

zingaretti

Zingaretti

 

Insomma, l’insuccesso è certo, in ognuno dei due casi e i renziano, per il loro antico Capitano, nutrono solo rancore. Ma Renzi vuole davvero volersi ricandidare al congresso? Qui, le interpretazioni divergono. Qualcuno (come Stefano Ceccanti) glielo ha effettivamente chiesto, ma davvero in pochi. Lui – interpellato e consultato più volte, nel corso della giornata –  risponde con ‘faccine’ (i famosi emoticon) ai cronisti oppure assicura di essere impegnato ‘solo’ a promuovere il suo docufilm su Firenze che, a breve, andrà in onda sul canale Nove per la prima assoluta (roba forte).

Eppure, il suo ufficio stampa non dirama smentite ufficiali, limitandosi a dire che “quando avrà qualcosa da dire lo dirà, non si affida ai retroscena e non sappiamo di sondaggi”. Il riferimento è a un articolo dell’Huffington Post – uscito sempre ieri, venerdì, che avanza proprio della “pazza idea” di Renzi di ricandidarsi e cita un sondaggio Swg cui l’ex segretario si sarebbe affidato per ‘testare’ l’impresa. Sondaggio che vedrebbe l’exploit di Renzi su tutti gli altri.

 

 

stefano ceccanti

Il costituzionalista e deputato del Pd Stefano Ceccanti

 

Il guaio è che la seconda parte della ricostruzione, quella in cui si sostiene che i renziani starebbero chiedendogli a gran voce di scendere in campo, è falsa. Esclusi pochi pasdaran, come appunto Stefano Ceccanti, che si augura che ciò accada, per salvare la barca di una corrente, quella dei renziani, ormai allo sbando e pronta al ‘rompete le righe’, non si registrano né dichiarazioni né ‘emozioni’ positive, in tal senso,. Le truppe renziane, ormai sbandate, puntano solo a sopravvivere. A tal punto che si dice che Lotti starebbe trattando con Zingaretti, e non con Martina, per appoggiarlo in un ‘capovolgimento di alleanze’ che, come quello di re Federico di Prussia nella guerra dei 7 anni, sarebbe epocale. Peraltro, proprio oggi compare, sul manifesto, a firma di Daniela Preziosi, un’intervista a Massimiliano Smeriglio che ‘apre’, di fatto, a un’alleanza strategica con i 5Stelle in vista di un altro capovolgimento, quello delle alleanze di governo. Zingaretti, data la suscettibilità non solo dei renziani, ma di quasi tutto il Pd, sul punto, si trova costretto a smentire il suo braccio destro, ma la prospettiva di ‘Zinga’ quella resta: rafforzare la sinistra del partito, ripristinando la ‘Ditta‘ con il ritorno dei vari ‘figliuoli prodighi’ fuggiti dal Pd ‘per colpa’ di Renzi (Bersani, Speranza, Stumpo, persino D’Alema) e aprire una interlocuzione politica con l’M5S con cui, peraltro, ‘Zinga‘ già ha un vero flirt in regione Lazio, anche se una parte dei big che lo appoggiano, da Gentiloni a Franceschini, nutre forti perplessità su tale approccio.

Emmanuel Macron

French President Emmanuel Macron . (Photo by Philippe HUGUEN / AFP)

 

Altro paio di maniche è la ricerca di un candidato ‘di area’ che, dal giorno del ritiro di Minniti, tra i renziani proprio non si trova, stante l’indisponibilità manifesta di Guerini e l’inconsistenza palese degli altri nomi che pure ancora girano.

Renzi, dunque, non conferma né smentisce, almeno per ora, anche perché sa bene che, con lui in campo, le primarie si trasformerebbero in un nuovo referendum, tanto per cambiare contro di lui, e che potrebbe perderle in modo clamoroso, dovendo, a quel punto, rinunciare del tutto alla sua carriera politica. Tutti gli – ormai ex – renzianissimi sono convinti, invece, che Renzi continuerà a costruire quello che ha in mente: un nuovo partito da presentare in vista delle elezioni europee. Maria Elena Boschi starebbe già incontrando diversi imprenditori per i finanziamenti e lo stesso Renzi, tramite Sandro Gozi, sua longa manus a Bruxelles, avrebbe già chiesto a Macron di intercedere presso l’Alde (il gruppo dei liberaldemocratici al Parlamento europeo) per entrarvi. Un partito che non avrebbe sapore di Pse né, ovvio, di Pd.

 


NB: Questo articolo è stato pubblicato l’8 dicembre, in forma molto più succinta, sul Quotidiano Nazionale.