Migranti, scontro nel governo. Di Maio e Conte scavalcano Salvini e contro la linea dura del Viminale aprono allo sbarco di “donne e bambini”

Migranti, scontro nel governo. Di Maio e Conte scavalcano Salvini e contro la linea dura del Viminale aprono allo sbarco di “donne e bambini”

5 Gennaio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui due articoli usciti oggi, 5 gennaio 2019, alle pagine 4 e 5 del Quotidiano nazionale sul nuovo scontro, dentro il governo Conte, sui migranti. Il premier e Di Maio vogliono accogliere ‘donne e bambini’, Salvini non li vuole. 

 

1. Governo spaccato sul nuovo carico di migranti fermo a Malta. Di Maio e Conte vogliono accogliere ‘donne e bambini’, Salvini no

conte e di maio

Di Maio e Conte, accoglienza ai migranti

 

“Fate sbarcare subito donne e bambini e mandateli in Italia” è l’accorato appello perché “i bambini non possono pagare il prezzo di un’Europa che si gira dall’altra parte per non vedere”. Il premier, Giuseppe Conte, e il vicepremier, Luigi Di Maio, leader dell’M5S, fanno sapere di aver contattato telefonicamente il governo di Malta per far scendere dalle due navi Sea Watch3 e Penck, ancorate al largo dell’isola, “donne e bambini” e per farli arrivare in Italia.

sea watch start

La Sea Watch 3

La mossa viene presa, però, senza che i due (Conte e Di Maio) si siano consultati, prima, con il titolare del Viminale, Matteo Salvini, anche se – giurano fonti di governo – non ha come fine quello di ‘irritare’ il leader leghista (che però si irrita assai), ma di ribadire la missione ‘internazionale’ dell’Italia e il suo “spirito di umanità”, come dicono entrambi.

Non è indifferente, ovviamente, l’attenzione del Quirinale. Il Colle è sempre intervenuto in casi simili, pur se senza darlo a vedere, cioè esercitando la sua moral suasion, perché, quando ci sono di mezzo ‘donne e bambini’, l’Italia non può girare la testa dall’altra parte o fare la faccia feroce, quella che impersonifica l’altro vicepremier, Salvini, appunto.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

 

Inoltre, anche per ragioni di politica estera e con le elezioni europee ormai in vista, da un lato c’è il premier Conte che non non vuole perdere il suo ruolo di abile ‘mediatore’ sulla scena europea e, dall’altra, il vicepremier Di Maio che non vuole schiacciare il suo Movimento sulle posizioni di Salvini, inseguendo i sovranismi (e i razzismi) europei. Anche perché, alle elezioni europee del 26 maggio, l’M5S si presenterà con alleanze continentali di taglio liberale e verde, non certo con Orban , la Le Pen e gli altri alleati di Salvini (“Questa Europa così non va, la cambieremo alle elezioni” dice Di Maio). E così, il ‘gioco’ politico aiuterà, forse, a risolvere un drammatico problema umanitario, quello dei migranti.

sea eye

La Sea Eye

 

Infatti, il dramma che sta vivendo la nave Sea Watch3 (e la Sea Eye), entrambe affittate da una ong tedesca, è davvero toccante. Da due settimane, cioè dal 22 dicembre, la prima vaga per il Mediterraneo in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare i suoi 32 migranti, tra cui anche donne e bambini, mentre la seconda, la Sea Eye, ne ha da poco soccorsi altri 17, sempre provenienti dalla Libia e raccolti in mare perché i barconi su cui si trovavano erano a rischio di naufragio.

Entrambe si trovano ora al largo delle acque territoriali maltesi: le autorità de La Valletta hanno concesso l’attracco, ma senza permettere lo sbarco dei migranti nel porto. Diversi parlamentari tedeschi sono saliti a bordo della Sea Watch3 per verificare le condizioni (pessime) dei migranti a bordo, ma né Berlino né altri stati europei si vogliono far carico dei migranti a bordo. Uno di loro, l’altro ieri, si è buttato in acqua per raggiungere Malta a nuoto ed è vivo per miracolo.

Ma, tornando in Italia, oltre al gelo termico, si registra anche un grande ‘gelo’ dentro la maggioranza di governo come pure dentro l’M5S.

 

Matteo Mantero

Matteo Mantero, deputato vicino al presidente della Camera

 

Matteo Mantero, deputato vicino al presidente della Camera, Roberto Fico, attacca il dl sicurezza, sulla cui applicazione proseguono gli atti di ‘disobbedienza civile’ dei sindaci ‘ribelli’ (di centrosinistra ma anche dell’M5S), bollandolo come “anticostituzionale e stupido”, mentre la senatrice dissidente Elena Fattori dice che “chiudere i porti per bloccare i migranti è come chiudere gli ospedali per impedire che arrivino i malati…”.

Così, Di Maio richiama all’ordine i suoi deputati sul dl sicurezza (“Se c’è qualche deputato a disagio, sappia che fa parte di una maggioranza che quel decreto lo ha votato e lo applica”), ma poi prende l’iniziativa – in accordo con Conte – per sbloccare la situazione della Sea Watch3, riuscendo nella duplice e nobile impresa di contrariare Salvini e i suoi.

 


2. Salvini a muso duro: “Basta ricatti. Io non cambio idea”

 

 

Matteo Salvini

Il titolare dell’Interno, Matteo Salvini

 

“Basta ricatti. Io non cambio idea”. , apre con queste parole la sua diretta Facebook che, alle 19.30 ‘de la tarde’, serve a buttare la spada dove è tracciato il solco, cioè sulla linea dell’intransigenza verso ogni possibile sbarco di navi di ong ‘straniere’ che portano nuovi migranti sul suolo patrio. “Una nave tedesca e una nave olandese – racconta Salvini – sono in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia. Il traffico di esseri umani va fermato – conclude – ma chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già fanno in tanti, non con i barconi. Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea”.

isola di malta

L’isola di Malta

 

Si tratta, nel caso specifico, della nave Sea Watch3 che, affittata da una ong tedesca, vaga da settimane nel Mediterraneo nel tentativo di sbarcare i 34 migranti (tra cui vi sono sette tra donne e bambini) che ha a bordo. Attraccata vicino all’isola di Malta, è stata soccorsa e rifornita al largo del porto di La Valletta, ma ai migranti non è stato concesso di sbarcare a terra. E Salvini, che con Malta e il suo governo è ‘in guerra’ sin dal primo giorno in cui si è insediato al Viminale, non vuole darla vinta ai “trafficanti di esseri umani” (tali sono, per lui, non solo gli scafisti libici, ma anche tutte le ong internazionali…), non vuole certo farla sbarcare in Italia: “I nostri porti sono chiusi”, ripete. Ma se a Salvini poco importa di rispondere alle pesanti accuse dello scrittore Roberto Saviano (“Pagliaccio, apri i porti”), si sente, e da giorni, messo ‘sotto assedio’ da certi ‘poteri’. Prima la ‘ribellione’ dei sindaci ‘disobbedienti’ di alcune delle più importanti città italiane, anche se tutte guidate da amministrazioni di sinistra, contro il suo decreto Sicurezza. Poi i mal di pancia, che riaffiorano, e pesantemente, dentro il suo alleato di governo, i 5Stelle, sempre sul dl Sicurezza.

 

papa_francesco_Vaticano

Papa Francesco I con dietro la Basilica di San Pietro

 

Infine, last but not list, la reprimenda ‘di fatto’ che le due massime autorità del Paese – e cioè sia il Colle che, per interposto parlare, il Papa (il quale ha tuonato contro i “finti cattolici che vanno in chiesa, peggiori dei veri atei”) – hanno dedicato, nei loro discorsi, a chi ‘semina odio e raccoglie tempesta’, cioè proprio lui. Ieri, poi, come se non bastasse, ecco la telefonata a Malta partita, senza che Salvini venisse consultato, da Conte e Di Maio per far sbarcare in Italia “almeno donne e bambini”.

 

piazza del viminale

 

Premier e vicepremier vogliono far vedere al mondo e alla Ue ‘il volto umanitario’ dell’Italia, non la ‘faccia feroce’ che presenta sempre, a occhi internazionali, Salvini. Certo, da fonti del Viminale, trapela subito che “il ministro è sereno, i rapporti con Conte e con Di Maio sono ottimi” e che non esistono ‘casi’ né “irritazione”, anzi: “con Di Maio si sono anche sentiti” (con Conte no, però, pare).

Ma i nervi restano scoperti, nella maggioranza di governo

Salvini ha scelto di rimanere sé stesso e di restare fermo sulla ‘linea dura’, ma sa anche che molto si muove – e si muoverà – contro di lui. Come quel ‘partito di cattolici’ che, benedetto dalla Cei, potrebbe vedere presto la luce, magari per mettergli i bastoni tra le ruote in vista di elezioni europee che per Salvini saranno la prova del nove: la Lega deve ‘sfondare’ o la crisi di governo sarà inevitabile.

 


 

NB: Questi due articoli sono stati pubblicati il 5 gennaio 2019 alle pagine 4 e 5 del Quotidiano Nazionale.