Renzi torna con un nuovo libro e, forse, con un nuovo partito, ma i renziani sono scettici

Renzi torna con un nuovo libro e, forse, con un nuovo partito, ma i renziani sono scettici

14 Febbraio 2019 2 Di Ettore Maria Colombo

Matteo Renzi torna con un nuovo libro, ma soprattutto pensa a un nuovo partito fuori dal Pd. Renziani in parte furiosi con l’ex Capo, in parte sbandati. La vittoria di Zingaretti sarà il ‘casus belli’

libro_matteo_Renzi

La copertina del nuovo libro di Matteo Renzi

Matteo Renzi is’ back.. Matteo Renzi è tornato. Nulla di nuovo, si potrebbe dire, perché il ritorno era – ed è – stato ampiamente anticipato sui media. L’ex premier ed ex leader del Pd ha letteralmente ‘subissato’ i giornali con le anticipazioni del suo nuovo libro, Un’altra strada. Idee per l’Italia di domani, che esce oggi, 14 febbraio, nelle librerie, per i tipi di Marsilio. E così, con l’eccezione della Verità, giornale storicamente ostile a Renzi, ma compreso Il Fatto, quotidiano che pure a Renzi le ha cantate, e duramente, non c’era un giornale italiano di destra, di centro o di sinistra che non riportasse un brano – ovviamente diversificato, giornale per giornale, dal suo addetto stampa, il valente Marco Agnoletti (per incidens anche capo ufficio stampa del Pd, almeno fino alle prossime primarie) – del suo nuovo libro.

 

Presentazioni del nuovo libro come se piovessero…

Renzi_libro_presentazione

Matteo Renzi alla presentazione del suo nuovo libro

Anche le presentazioni ufficiali della nuova fatica letteraria del Re della Rottamazione si sono sprecate e, in futuro, si sprecheranno. Solo ieri, e solo nella città di Roma, sono state ben due, entrambe condotte in pompa magna. La prima si è tenuta all’Associazione della Stampa Estera, alle ore 12, e la seconda al Tempio di Adriano, alle ore 17.

Un tour de force che ha messo a dura prova i cronisti. Domani, 15 febbraio, Renzi ne terrà un’altra nella sua città, Firenze, al Palazzo dei Congressi, dove i suoi già fanno sapere che verranno ad ascoltarlo “almeno mille persone”.

libro renzi

La copertina del libro di Renzi

Ne seguiranno ben due in provincia di Bologna, poi Mestre, Verona, le province di Brescia Bergamo, infine Milano, in un altro luogo topico, il teatro Franco Parenti.E questo solo per dire della prima settimana di lancio.

Insomma, una promozione a tappeto che poco ha a che fare con le ‘classiche’ presentazioni di libri e molto con la Politica e il momento storico che il Paese sta vivendo.

Un libro zeppo di ‘accuse’ verso tutti, anche troppe…

matteo_renzi_paolo_gentiloni_Pd

I due ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni

Del libro, cioè del suo contenuto, è abbastanza inutile dire, o parlare e raccontare. Basta sfogliare, appunto, un qualsiasi giornale dove Renzi – oltre che parlare di ‘futuro’ e attaccare Lega e M5S – racconta, di volta in volta, di chi gli negò di mettere la fiducia sullo ius soli (Gentiloni), chi non lo difese abbastanza dalle indagini dei servizi segreti (Marco Minniti), di chi è “così meschino” da paragonare “rottamazione e populismo” (Enrico Letta), di chi gli impedì di dimettersi subito non solo da premier, ma anche da segretario, e lo convinse a tornare a correre per le primarie (tutti i big del partito), di chi voleva il dialogo con i 5Stelle(Dario Franceschini e non solo).

Mattarella_sergio

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

 

Arriva, persino, Renzi, ad attaccare direttamente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre che il presidente del Consiglio (sempre Gentiloni) che non lo avrebbero difeso (“Non hanno detto una sola parola, non mi hanno difeso”) contro l’indagine dei servizi segreti, del Nos di Ultimo e della procura di Napoli sul caso Consip dove era stato tirato in ballo insieme al padre e a Lotti (oggi indagati). Insomma, Renzi – fingendo di parlare di ‘futuro’ – si toglie molti sassolini dalle scarpe sul suo, recente, ‘passato’. Non le manda a dire e affonda il coltello nelle contraddizioni di un Pd lacerato e che, in questa fase, sta affrontando le primarie forse più difficili e più a rischio della sua ormai decennale storia. Solo con un ‘patriarca’ del Pd e, soprattutto, dell’Ulivo, Romano Prodi, non se la prende, Renzi, ma che i due non si amino lo sanno anche i sassi.

Tutti i big del Pd e dell’Ulivo ‘tifano’ Zingaretti, i renziani si sono divisi

romano_prodi_ulivo

L’ex premier e fondatore dell’Ulivo Romano Prodi

Non a caso, Prodi ha dato il suo sostanziale endorsment, in vista delle primarie, a Nicola Zingaretti, cioè al candidato che Renzi e i renziani doc vedono come Attila a capo degli Unni che arriva a Roma, la conquista e, di fatto, la spiana. Per Zingaretti si sono espressi anche Paolo Gentiloni (prima pure di Prodi), Enrico Letta (dopo Prodi) e molti altri big e padri nobili fino a, persino, Marco Minniti, che – almeno in teoria – di Renzi e dei renziano doveva essere il candidato. 

Manca, all’appello pro-Zinga, solo il beneplacito del primo segretario del Pd, Walter Veltroni, che presto arriverà, poi il quadro sarà completo. Di fatto, l’intero establishment del Pd (e dell’Ulivo che fu) sta con Zingaretti.

Nicola_Zingaretti_Lazio_Pd

Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Pd

 

I renziani, invece, vivono una condizione difficile: sbandati, quasi in rotta, dopo il ritiro a la mode (finta) di un novello Cincinnato, del loro duce, hanno l’anima divisa in due. Una parte, quella di tradizione più ex-democristiana (Guerini, Giacomelli, Fioroni) si sono schierati con Martina, e senza neppure senza crederci troppo, mentre i renziani pasdaran, aedi e cantori del renzismo che fu, ‘vedove’ dell’uscita di scena del loro vero, unico, leader, appoggiano – con maggiore entusiasmo dei primi – la corsa, per sua natura minoritaria, di quello che considerano uno di loro, il renziano e romano Roberto Giachetti. Con due eccezioni di peso, però.

luca_lotti_governo

Il ministro allo Sport Luca Lotti (foto LaPresse)

Luca Lotti, ex ‘mente’ e ‘braccio’ del renzismo, quando questo era imperante, ha rotto in maniera irreversibile con il suo ex capo e sta con Martina, L’altra è Maria Elena Boschi: formalmente non si è schierata per nessuno – anche se, alla fine, potrebbe ‘endorsare’ Giachetti– ma, di fatto, è pure lei già molto ‘oltre’ il Pd. Sta per piazzarsi, cioè, proprio su quella sponda dove gli ultimi cantori del renzismo che fu (in testa a tutti Sandro Gozi  Ivan Scalfarotto che hanno fondato i ‘Comitati civici Azione civile 2020’, una sorta di partito in nuce) attendono che, finalmente, arrivi anche lui, Matteo Renzi, per rompere definitivamente gli ormeggi e affrontare il ‘mare aperto’.

Costruire, cioè, fuor di metafora, un partito – ‘non’ partito che, sulla scorta di esempi esteri come la Ciudadanos spagnola e l’En Marche! francese si ponga, a livello europeo, come sponda del nuovo liberalismo europeista e, a livello italiano, come un neo-partito liberal e centrista che, magari, con il Pd si potrebbe anche alleare, in un secondo momento, ma che per il momento dovrebbe affrontare la sfida delle urne. Per le elezioni europee, ormai, non si fa più in tempo, ma per delle sempre più probabili elezioni politiche anticipate si farebbe molto più in tempo.

La domanda resta una sola: cosa farà Matteo?

matteo_renzi_pd

Un primo piano di Matteo Renzi

La domanda, però, per tutti loro, resta sempre la stessa: “cosa vuole fare, davvero, Matteo?”.

La risposta è dubbia.

Incapace di ammettere dubbi ed errori (“a differenza dei comunisti, penso che se uno si deve pentire si pente davanti a un confessore”), che imputa, ora, allo scarso lavoro (sic) sui social (“Non ho investito su una comunicazione social, ho solo lavorato su Twitter. E intanto Twitter è morto”), Renzi girerà, come si detto, praticamente in tutta l’Italia, battendola in lungo e in largo, piccoli comuni in testa.

Una di quelle cose che si fa, di solito, per lanciare un partito, o un movimento politico, non certo ‘solo’ un libro. E, non a caso, in un sms che gira tra i suoi amici fiorentini in vista della presentazione pubblica di oggi a Firenze, Renzi scrive: “Dieci anni fa le primarie di Firenze segnarono l’inizio di una storia incredibile. Una storia ricca di successi e di cadute, ma una storia bellissima. Dieci anni dopo ci ritroviamo nella Sala Rossa del Palazzo dei Congressi. Per un nuovo inizio, per un Un’altra strada”. Insomma, Renzi è pronto a uscire al momento opportuno, dal Pd, magari dopo le Europee: “Gli conviene aspettare il risultato delle europee – dice Giachetti – e lì poi decide”.

Svelato, di fatto, il ‘mistero’ del ritiro della candidatura di Minniti

marco_minniti_pd

L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti

Ma è solo il ‘quando’ si consumerà la rottura ad alimentare incredulità, congetture, ipotesi. Non il ‘cosa’ farà, perché quello, in molti, lo considerano già annunciato e da tempo. E così potrebbe anche arrivare un momento rivelatore in cui la scelta di Marco Minniti di ritirarsi dalle primarie sembrerà meno incomprensibile di come è stata raccontata e la storia degli ultimi mesi del Pd andrà almeno riscritta. Perché la ‘rottura’ con Minniti è avvenuta proprio su questo.

Nell’ultima riunione prima dell’annuncio, che poi fu, invece, l’annuncio del ‘gran rifiuto’ di Minniti, quella con Lotti e Guerini, l’ex ministro dell’Interno aveva vincolato la sua decisione a una frase da inserire nel documento della sua (mai nata) mozione: “Il Pd è e resterà sempre casa nostra”. I due, Lotti eGuerini, che intimamente la ritenevano giusta, gli spiegarono che non c’erano le ‘condizioni’ per inserirla. Ma a quel punto vennero meno anche le ‘condizioni’ per la candidatura di Minniti: è complicato candidarsi se il tuo principale sostenitore pensa di voler fare un’altra cosa.

Insomma, quando la storia sarà riscritta, si scoprirà che Minniti, che oggi appoggia – ironia della sorte – proprio Zingaretti, e non certo Martina, ha rinunciato a correre perché già si prefigurava quello che sarebbe avvenuto: Renzi era pronto ad andarsene, anche se avesse vinto lui.

Cosa faranno i renziani rimasti nel Pd? In parte sono sbandati, in parte delusi

luca_lotti_mariaelena_boschi

Maria Elena Boschi e Luca Lotti al Quirinale per il giuramento del governo Gentiloni (AP Photo/Domenico Stinellis)

Renzi non sente ragioni, vuole andarsene dal Pd – spiega uno dei suoi ex colonnelli nel Transatlantico della Camera – Non farà in tempo a lanciare la sua nuova creatura per le elezioni europee, ma presto tardi se ne andrà. E dato che il congresso lo vincerà Zingaretti, avrà la scusa già buona e pronta per farlo. ‘Il Partito è tornato in mano alla Ditta’, dirà, quindi ‘noi’ dobbiamo fare una cosa del tutto nuova”.

“Basta, quindi, farsi due chiacchiere alla Camera – come racconta bene, sull’Huffington Post, Alessandro De Angelis – per percepire che anche chi ha sostenuto Renzi con grande convinzione, non nasconde, oggi, un certo sarcastico fastidio. Perché è evidente che la nuova ‘avventura’ renziana nasce, se non contro, di certo fuori dal Pd. Disincentiva la partecipazione alle primarie, per dire, indebolisce il partito nell’immediato e nella prospettiva, contribuisce a rendere plastico che a sinistra, più che un’alternativa, si prepara l’ennesima guerra civile”. Antonello Giacomelli, toscano, ex renziano, ad esempio, dice: “Che cosa farà Renzi? Fa in modo che si parli di lui”. Debora Serracchiani, impegnata nel congresso per Martina, proprio come Giacomelli, è infastidita e si limita solo a dire che “Il momento è delicato…”.

Roberto_Giachetti_Pd

Roberto Giachetti, candidato alle primarie del Pd

 

“Sta dentro ma fuori”, sostiene Giachetti – ieri presente alla celebrazione del nuovo libro di Renzi, due ore passate in un angolo e in piedi, ma senza perdersi una parola – “ma pensa a un suo partito. Insomma, è fatto così, qualcosa deve sfasciare”. L’ultimo sondaggio dell’infallibile Alessandra Ghisleri attribuiva a un partito di Renzi un non entusiasmante 4%, sulla carta. Voti tutti presi al Pd che precipiterebbe al 13%. Insomma, la nuova, possibile, avventura renziana è un rischio, pure bello grosso, che potrebbe solo far male a tutti, ma questa è un’altra storia e come tale andrà raccontata.


NB: Questo articolo, in forma più succinta, è stato pubblicato il 14 febbraio 2019 sul sito di notizie spraynews.it