Caso Salvini. M5S fa votare la base, ma ha già deciso: va assolto. Intanto il Movimento si fa partito

Caso Salvini. M5S fa votare la base, ma ha già deciso: va assolto. Intanto il Movimento si fa partito

16 Febbraio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

L’M5S, sul caso Diciotti, farà votare ‘la base’, ma è un’escamotage: ha già deciso di ‘salvare’ Salvini. Intanto, i 5Stelle lavorano a una ristrutturazione interna per diventare un ‘partito’

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I due vicepremier del governo Conte, Salvini e Di Maio

Il Movimento 5 Stelle ha deciso: sarà la mitica ‘base’, cioè (nel caso dell’M5S) gli iscritti alla piattaforma Rousseau a scegliere, lunedì 18 febbraio, con la consultazione on-line, se i senatori pentastellati dovranno votare sì o no per l’autorizzazione a procedere contro Salvini per la ‘Diciotti’. Il ‘caso Salvini’ pende presso la Giunta delle Immunità del Senato, dove il 19 febbraio si dovrà comunque votare per poi passare l’incartamento e la decisione all’Aula.

Ma se, per il voto in Giunta, basterà la maggioranza semplice per dire ‘no’, in Aula servirà la maggioranza assoluta (316 su 320 senatori) per far sì che i no al processo battano i sì perché così prescrive il Regolamento del Senato, e il voto, per giunta, sarà palese. Ne consegue che anche il voto di una manciata di senatori pentastellatidissidenti’, al netto del voto ‘pro-Salvini’ dei senatori di Forza Italia e Fratelli d’Italia, oltre che, naturalmente, a quelli della Lega, potrebbe mettere a repentaglio il futuro del ministro e quello del governo.

Da qui il motivo della decisione di Di Maio di affidarsi al web, come peraltro gli consigliava di fare, da giorni, la ‘casa madre’ di Milano, la Casaleggio&Associati. E visto che “comunque vada ci rimetteremo”, ammettono dal Movimento, tanto vale sottrarsi per evitare pericolose tensioni con Salvini e delegare agli iscritti la parola definitiva sul processo.

I termini del voto on-line, rivelati ieri dall’AdnKronos, prevedono un annuncio, sempre sul blog dei 5Stelle, domenica 17 febbraio e la consultazione il giorno dopo (servono, per Statuto del ‘Sacro Blog’, almeno 24 ore di preavviso), lunedì 18 febbraio, grazie ai buoni uffici della piattaforma ‘Rousseau’,made in Casaleggio&Associati.

Un video di  ‘presentazione’ e di orientamento, affidato al senatore Giarrusso 

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I vertici dell’M5S: Casaleggio padre e figlio, Beppe Grillo, Luigi Di Maio

 

Non sarà indifferente, peraltro, il video di presentazione del quesito che gli iscritti dovranno visionare prima di decidere se ‘salvare’ o meno il ministro dell’Interno. Il video è “più o meno pronto”, racconta chi, nel Movimento, ci lavora, e “sarà un testo sobrio, un riepilogo della vicenda in termini chiari e comprensibili”. Ma sarà davvero così?

 

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Mario Michele Giarrusso

Non è un caso, infatti, che il video avrà come protagonista il senatore, e avvocato siciliano, Mario Giarrussol’unico dei sette componenti pentastellati all’interno della Giunta presieduta da Maurizio Gasparri (FI) già al secondo mandato e dotato di una forte preparazione giuridica. A far pendere il voto dei militanti grillini da una parte o dall’altra sarà quindi un parlamentare molto noto alla base, capogruppo dell’M5S nella Giunta delle Immunità del Senato e soprattutto uno che si è già espresso, in modo chiaro e netto, per il ‘no’ al processo a Salvini. Allo stesso modo, d’altronde, si sono espressi i suoi colleghi, sei (su sette) dei componenti grillini della Giunta, che per giorni hanno ripetuto a Di Maio e agli altri senatori la loro convinzione: “Sul piano giuridico la richiesta va respinta”. Invece, nell’intera pattuglia di senatori pentastellati quelli pronti a votare ‘sì’ all’autorizzazione a procedere, anche fino al punto di contravvenire all’indicazione del partito e, a questo punto, anche del blog, sarebbero almeno una decina, tra dissidenti conclamati (le varie Fattori eNugnes) e senatori dell’ala ‘movimentista’ che fa capo al presidente della Camera, Roberto Fico, che ha detto a chiare lettere che lui, al posto di Salvini, si sarebbe fatto processare.

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Presidente della Camera, Roberto Fico, e Di Maio

Ma il nodo è anche e soprattutto politico perché in gioco c’è anche un principio identitario per un Movimento che ha sempre detto sì in automatico a ogni richiesta dei magistrati e che dovrebbe rivedere un suo ‘comandamento’ per salvare quel Salvini che dapprima aveva giurato di volersi fare processare, anche in un incontro apposito con Di Maio, e poi ha cambiato idea con una lettera aperta sul Corsera.

Travaglio attacca: “Per i principi del Movimento Salvini va processato”

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Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, e il figlio Alessandro Travaglio, in arte ‘dj Trava’

Senza dire dell’opinione, già pubblicamente espressa più volte, da un ‘influencer’ dell’ortodossia del Movimento come il direttore del Fatto quotidiano, Marco Travaglio, che oggi è tornato a sostenere, sul suo giornale, le ragioni del ‘sì’ all’autorizzazione a procedere per Salvini: “Se i vertici 5Stelle interpellano gli iscritti significa che non sanno che pesci pigliare, o preferiscono che a pigliarli al posto loro sia la ‘base’. E questo – prosegue – è già preoccupante, per un Movimento nato per contestare i privilegi della casta e per affermare la legge uguale per tutti. Un caso tipico di crisi di identità”. Travaglio continua così il suo ragionamento: “Qualunque persona perbene, e a maggior ragione un militante M5S, deve dire Sì al processo a Salvini affinché a giudicarlo sia un tribunale e non la sua maggioranza parlamentare”. Infine, Travaglio chiede che su Rousseau ci sia una votazione regolare, con un quesito non orientato, perché “non deve essere suggestivo, ma neutro” e che non dovrebbe essere introdotto da un video di Mario Giarrusso, ma invece sarà proprio lui, Giarrusso, a ‘dare la linea’ ai votanti.

Il Movimento cambia pelle: ora vuole farsi ‘partito’

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Il simbolo elettorale dell’M5S

 

Peraltro, la sera stessa di lunedì, cioè dopo che si saprà come avrà votato ‘la base’, Luigi Di Maio vedrà i parlamentari 5 Stelle, in una riunione dove si discuteranno i molti ‘cambiamenti’ che il Movimento dovrà affrontare in una fase politica molto difficile e segnata, da un lato, dalla contrapposizione con la Lega su praticamente tutti i dossier aperti nel governo (Tav, autonomie regionali, nomine, etc.) e, dall’altro, dalla prima batosta elettorale subita in Abruzzo cui, presto, potrebbe aggiungersene un’altra, quella in Sardegna, mentre alle porte incombono già le elezioni europee.

 

Pietro Dettori Di Maio

Pietro Dettori – Di Maio

Tra i nodi da sciogliere, ma sui quali Di Maio si è già espresso, c’è l’apertura alle alleanze con le liste civiche, almeno alle Regionali (il primo esperimento in tal senso potrebbe essere la Basilicata, il 24 marzo, e il Piemonte, che voterà lo stesso giorno delle Europee, il 26 maggio) nuovi criteri per selezione delle candidature alle Europee (tra cui saranno richiesti la conoscenza della lingua inglese, esperienze politiche precedenti e la conoscenza dei dossier), il radicamento di un Movimento che si va facendo ‘partito’ sui territori, la possibilità di dare vita a una vera e propria ‘segreteria politica’, che non c’è mai stata (al cui interno dovrebbe assumere un ruolo preminente Pietro Dettori) e, forse, anche il superamento di un’altra regola-totem del M5S, che vieta le ricandidature dopo il secondo mandato.

Tutti cambiamenti che sono stati già annunciati, sul blog, nei giorni scorsi, e proprio da Di Maio, ma che devono passare, prima, per un serrato confronto con truppe parlamentari che già ribollono, e da tempo, perché soffrono la primazia della Lega nel governo e che vivono con fastidio il capitolo delle ‘restituzioni’ di gran parte del loro stipendio al partito, tra sovvenzioni ai territori e, soprattutto, contributi alla piattaforma Rousseau.

 

Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista

 

Per non parlare della posizione da ‘battitore libero’ di Alessandro Di Battista che ‘non convince’ né lo stato maggiore del Movimento (e Di Maio) e neppure i parlamentari: trovano tutti le sue ‘uscite’ troppo provocatorie e polemiche.

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Grillo e Casaleggio. il leader dell’M5S e il suo Richelieu Gianroberto Casaleggio, sempre nell’ombra

 

Infine, proprio mentre la base M5S si pronuncerà on-line, il fondatore dell’M5S, Beppe Grillo, sarà a Roma: ha in programma due serate a teatro del suo nuovo spettacolo ed è probabile che ne approfitti per vedere Di Maio con cui non si incontra, ormai, da molto tempo: sempre più marginalizzato e scettico, per le scelte del Movimento, anche Grillo vorrà dire la sua sul nuovo corso dell’M5S.

Davide Casaleggio

Davide Casaleggio

 

E non è neppure escluso che, sempre la settimana prossima, possa arrivare a Roma anche Davide Casaleggio: tra lui e Di Maio nei giorni scorsi non sono mancate frizioni per tutti questi ‘cambiamenti’ politici in vista che non lo convincono affatto. Insomma, per l’M5S la prossima settimana, tra voto sul caso Salvini e ristrutturazione interna, potrebbe rivelarsi una settimana decisiva e, forse, foriera di grandi novità.

NB: Questo articolo è stato pubblicato, in forma più succinta, sul sito di notizie spraynews.it