Elezioni comunali del 26 maggio. Roccaforti rosse a rischio, centrodestra avanti, M5S semi-assente

Elezioni comunali del 26 maggio. Roccaforti rosse a rischio, centrodestra avanti, M5S semi-assente

29 Aprile 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Tutti gli occhi sono puntati sulle Europee, ma il 26 maggio si vota anche in Piemonte e in ben 3856 comuni

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Il logo delle #EUElections2019

 

La ‘rossa’ Livorno avrà, per la prima volta nella sua storia, un sindaco non solo di centrodestra, ma di Fratelli d’Italia, erede del neofascismo dell’Msi e poi di An? Ferrara, dove il centrosinistra è a pezzi, diventerà leghista? E il tempio della sinistra radical chic, Capalbio, l’ormai ex “Atene democratica”, vedrà la vittoria del partito di Salvini?

 

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Matteo Salvini

 

Gli occhi di tutti gli osservatori sono puntati sulle elezioni europee del 26 maggio, ma proprio in quello stesso giorno si vota anche per un’importante tornata di elezioni amministrative: sono ben 3.856 i comuni (3.668 nelle regioni a Statuto ordinario più 123 nelle region autonome di Trentino e Friuli) al voto per una popolazione complessiva di 17.336.21 elettori mentre a giugno voteranno altri 36 comuni in Sardegna. Poi ci sono le regionali in Piemonte dove il governatore uscente, Sergio Chiamparino, già mostra la corda perché il candidato del centrodestra, Alberto Cirio, è dato in testa a tutti i sondaggi, con i 5Stelle tagliati fuori e molto lontani.

 

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Sergio Chiamparino (Pd), governatore della Regione Piemonte

 

In merito alle amministrazioni uscenti, guardando solo ai capoluoghi di provincia, 21 erano quelli amministrati dal centrosinistra, cinque dal centrodestra e solo due quelli conquistati dall’M5S.

 

Il flop M5S c’è in partenza: presente solo nel 7,4% dei comuni

 

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La sfida riguarda, appunto, centrodestra centrosinistra, anche perché l’M5S in molti dei comuni al voto, specie i più piccoli, neanche si presenta. Infatti, sono appena 258 (su 3856), il 7,4% del totale, i comuni che vedono la presenza di liste targate 5Stelle. Per lo più si tratta dei capoluoghi di provincia: sui 28 che andranno al voto, il prossimo 26 maggio, l’M5S è presente in 25 città.

 

Flop M5S

Flop M5S

 

La Lombardia è la regione dove i 5Stelle sono più presenti (49 comuni), seguita dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana. Al Centro-Sud, in pratica, l’M5S è come se non esistesse, alle comunali. Cosa curiosa se si pensa che proprio alle comunali di cinque anni fa, con le vittorie a Roma e Torino, più Livorno, Gela e Bagheria, l’M5S era esploso e il suo maggior radicamento, alle Politiche, era al Sud.

 

Le elezioni di ieri in Sicilia: dati ‘non concludenti’

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Elezioni Sicilia, i comuni al voto (Corriere della Sera, 29 aprile 2019)

 

Ieri, intanto, si è votato in 34 comuni siciliani (su 399), di cui 7 con più di 15 mila abitanti, dove si vota con il doppio turno ed eventuale ballottaggio se nessun candidato raggiunge il 40% dei voti, e 27 comuni sotto i 15 mila abitanti dove si vota a turno unico (chi arriva primo vince). Ha votato il 58,42% degli elettori, 254.687 in dati assoluti.

 

elezioni comunali

 

Si tratta, dunque, di dati molto parziali e legati alle specificità e alle dinamiche di situazioni molto locali. Tendenzialmente, si può dire che il centrodestra vince dove è alleato con la Lega, ma anche dove si è presentato come Forza Italia insieme a pezzi di Pd e centrosinistra, alleanza inedita rispetto al quadro nazionale, ma non rispetto a quello siciliano, terra di trasformismo.

Il Carroccio cresce ovunque, ma non come pensava, e guadagna un sindaco. I 5 stelle perdono le sole due città amministrate (Gela e Bagheria), dove però i due sindaci erano stati espulsi da tempo, ma vanno al ballottaggio a Caltanissetta, l’unico capoluogo di provincia al voto, e a Castelvetrano.

In terra di Sicilia vince, come al solito, il trasformismo

 

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Certo è che il centrodestra è avanti a Caltanissetta (37,5%) e va al ballottaggio con l’M5S, pur non avendo la Lega con sé. A Bagheria l’M5S crolla in modo verticale (11%), mentre è davanti il centrodestra, ma qui ‘sostenuto’ dal Pd. A Gela al ballottaggio va un altro candidato ‘trasversale’, sostenuto da un pezzo di FI, legato al plenipotenziario di Berlusconi nell’isola, Gianfranco Micciché, e dal Pd, con l’M5S solo quarto (15%). Liste ‘trasversali’ tra pezzi di centrodestra e di FI vanno al ballottaggio, con buone possibilità di vittoria, anche a Mazara del Vallo e a Monreale, mentre l’M5S spunta al ballottaggio solo a Castelvetrano, dove se la vedrà sempre con il centrodestra.

 

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Nicola Zingaretti

 

Proprio qui, a Castelvetrano, comune sciolto per mafia due anni fa, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, era venuto per un comizio il giorno della Liberazione e sempre qui c’era l’unico candidato del Pd che ne recava il logo ufficiale. Risultato, Pd inchiodato al 16,3% e fuori dal ballottaggio.

 

Il problema in casa ce l’ha, tanto per cambiare, il Pd…

 

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Nicola Zingaretti, segretario del Pd, all’ingresso del Nazareno

 

Il problema in casa ce l’ha, insomma, tanto per cambiare, il Pd. Dopo aver perso, in rapida successione, Abruzzo, Sardegna e Basilicata negli ultimi tre mesi (e, l’anno scorso, Friuli Molise, e prima ancora la Sicilia), i democrat rischiano grosso in Piemonte e nei principali comuni al voto. Senza dire del fatto che, a novembre, si voterà in Emilia-Romagna Calabria e si tornerà a votare anche in Umbria, dove la giunta uscente, targata Pd, è appena rovinosamente caduta per Sanitopoli.

 

Alcune delle sfide più significative. La Toscana

 

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Dario Nardella

Vediamo, dunque, alcune sfide, almeno le più significative nei principali comuni che vanno al voto. 

In Toscana – dove, per le regionali, si voterà nel 2020 e dove Salvini cerca ‘il colpaccio’, come in Emilia-Romagna– solo a Firenze il sindaco uscente, Dario Nardella, pensa di poter dormire sonni tranquilli.

 

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Il candidato del centrodestra, Ubaldo Bocci

 

Il candidato del centrodestra, Ubaldo Bocci, è un cattolico ed ex renziano diventato leghista e non dovrebbe impensierire il successore di Renzi, ma Nardella punta a farcela al primo turno perché il ballottaggio potrebbe rivelarsi pericoloso. Ma già a Prato le cose cambiano e il centrosinistra teme di perdere l’ultima città di peso, dopo aver visto capitolare tutti gli altri capoluoghi della regione (Lucca, Arezzo, Pistoia, Pisa).

 

Filippo Nogarin

Filippo Nogarin (M5S)

 

Poi c’è Livorno. Nonostante il sindaco uscente, Filippo Nogarin (M5S), non si sia ricandidato per correre alle Europee, lasciando la patata bollente alla sua vice-sindaca, Stella Sorgente, il centrosinistra, che candida il giornalista locale Luca Salvetti, non ha chanche contro il centrodestra che schiera un uomo di Fratelli d’Italia, Massimo Romiti. E così, la città in cui è nato il Partito comunista d’Italia (poi Pci) nel 1921 potrebbe finire a un ex Msi-An.

 

L’”Ultima Spiaggia” di Capalbio rischia la mareggiata…

 

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L’”Ultima Spiaggia” di Capalbio rischia la mareggiata

 

Si vota anche a Capalbio e, per la sinistra, è davvero “l’Ultima Spiaggia”, nome del lido di vip e dei radical chic che ogni tot finiscono sui giornali per essere sbertucciati per qualche loro uscitaIl sindaco uscente, Luigi Bellumori, non si ricandida, i dem sono spaccati su più nomi e il centrodestra punta tutto sul dentista Valerio Lanzillo. Salvini verrà a tenere un comizio, come pure farà nel resto della Toscana, battendola a tappeto. Potrebbe urlare: “Non è Atene, questa è Sparta!”.

 

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Lo scandalo della Sanitopoli umbra: fotomontaggio di Barberini, Marini e Bocci

In Umbria, dopo lo scandalo di ‘Sanitopoli’ e le dimissioni della Marini, che porteranno la Regione al voto in autunno, le speranze di riconquistare Perugia con il giornalista Rai Giuliano Giubilei sono ridotte, ormai, al lumicino. Il sindaco uscente, Andrea Romizi, sente già di avere la vittoria in tasca.

Ferrara, Modena e Reggio-Emilia le altre città a rischio

 

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Il logo ufficiale del Pd

 

Anche nella regione ‘rossa’ per eccellenza, l’Emilia-Romagna, il Pd trema. Si vota in 235 comuni, di cui il 90% è amministrato dal centrosinistra. A Ferrara, Salvini schiera un suo fedelissimo, Alan Fabbri, mentre la sinistra, tanto per cambiare, più che divisa, è in pezzi. Il Pd va con i socialisti, Mdp con +Europa, altri civici da soli. Insomma, un harakiri.

 

Harakiri

Harakiri

 

A Forlì si sono divisi i repubblicani, che lì ancora esistono, ma anche a Reggio-Emilia e a Modena, dove i sindaci uscenti (Luca Vecchi e Giancarlo Muzzarelli) sono due diesel i sondaggi parlano chiaro: il centrosinistra potrebbe non farcela e, in ogni caso, toccherà a entrambi i candidati lottare fino al secondo turno.

Pesaro e Bergamo resistono


Solo a Pesaro, nelle Marche, il sindaco uscente, Matteo Ricci, va verso la riconferma (anche se, forse, al ballottaggio), ma nel resto della regione si allarga a macchia d’olio solo il centrodestra che punta a riconfermare Ascoli. Anche a Bergamo, l’ex renziano, e sindaco uscente, Giorgio Gori, dovrebbe farcela, a ottenere la riconferma, ma Sondrio sta per essere persa.

elezioni 26 maggio

Elezioni 26 Maggio

 

Salvini, punta molto sulla conquista di città simbolo della sinistra come sono Capalbio e Livorno. Per il Pd si profila, almeno per le elezioni comunali, un 26 maggio da incubo.

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2019 sul sito di notizie Tiscali.it