Il centrodestra “tra palco e realtà”.  Comizi in piazza e tumulti in Aula per Salvini, Meloni e Berlusconi

Il centrodestra “tra palco e realtà”. Comizi in piazza e tumulti in Aula per Salvini, Meloni e Berlusconi

10 Settembre 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

 

“Elezioni, elezioni, elezioni”. Il coro si leva in piazza Montecitorio e, quasi contestualmente (qualche ora dopo, in realtà) anche nell’Aula della Camera dei Deputati. I dirigenti, come i militanti, della Lega e di Fratelli d’Italia sono scatenati e, anche, assai arrabbiati. Si sentono ‘scippati’ di un voto – quello delle ormai evaporate elezioni politiche anticipate – in cui speravano, e credevano, con buone e fondate ragioni, peraltro, di poter fare ‘il botto’. Dal possibile governo del Paese – i famosi “pieni poteri” di cui parlò, improvvidamente, Salvini durante quest’estate di crisi di governo da lui provocata – si ritrovano all’opposizione e, anche se la Meloni c’era già, all’opposizione, a Salvini e ai leghisti – i quali si erano ben abituati a poltrone e prebende – oggi la cosa non piace per niente. “Nun ce vonno sta’”, si dice a Roma.

 

“Elezioni! Elezioni!”. Lega e FdI sono nervosi, FI è assente…

manifestazione montecitorio 9 settembre fdi forza italia

Manifestazione davanti a Montecitorio del 9 settembre

La reazione è nervosa e irata, in piazza e in aula. A separare i manifestanti dal Palazzo ci sono un obelisco, quello della piazza, meno di 100 passi e un portone chiuso per lavori, quello della Camera dei Deputati, che costringe i deputati a entrare alla spicciolata, da ingressi secondari. Un caso che simbolicamente amplifica la distanza tra ‘il popolo’ che protesta e i ‘poltronari’ chiusi nel Palazzo.

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Una bandiera di Forza Italia

Il tutto, peraltro, avviene mentre Forza Italia è, invece, assente: si guarda bene dall’accordarsi a forme di opposizione ‘populiste’ e, di fatto, ‘scollacciate’. Gli azzurri, in piazza, non ci sono, mentre in aula tengono un comportamento consono al momento. Berlusconi riunisce i gruppi parlamentari nella Sala della Regina di Montecitorio: Forza Italia sta all’opposizione, certo, come ribadirà, in aula, più tardi, la capogruppo, Maria Stella Gelmini, ma in modalità ‘istituzionale’ e ‘costituzionale’.

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Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera

Eppure, anche dentro Forza Italia, si levano voci critiche o quantomeno problematiche sulla decisione presa: “Meloni ha sbagliato a convocare quella piazza, Salvini ha sbagliato ad accordarsi e ad andarci, ma una volta che entrambi erano lì, dovevamo mandarci uno dei nostri, anche uno dei più esposti nell’anti-salvinismo come Mara (Carfagna, ndr.) perché il centrodestra può ricominciare la risalita, la ‘traversata nel deserto’ come quella che fece Berlusconi nel 1996-2001, solo se è unito e solo se vince tutte le prossime elezioni regionali. Dobbiamo dimostrare che il popolo è con noi e che il governo Conte 2 è un governo minoritario nel Paese che la gente non vuole“. 

 

Berlusconi si tiene fuori, Toti entra nel ‘nuovo’ centrodestra

giovanni toti in piazza

Giovanni Toti in piazza

In piazza, in compenso, c’è Giovanni Toti con i suoi. Il governatore ligure – che, ad uso e consumo dei fotografi, si fa immortalare, sorridente, con Salvini e la Meloni in quella che diventerà la photo opportunity della giornata, una sorta di nuova rappresentazione del nuovo centrodestra – serve sia a Salvini che alla Meloni per far vedere la nuova ‘terza’ gamba del centrodestra sovranista/populista.

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Simbolo Cambiamo di Toti

Ma il suo neonato movimento, “Cambiamo”, per ora non è ancora stato testato, nei sondaggi: vale molto, troppo poco. Un piccolo segnale di vita arriva da quattro deputati azzurri che decidono di uscire dal gruppo di FI alla Camera per andare nel gruppo Misto e fondare il sottogruppo di Toti (si tratta dei deputati Benigni, Pedrazzini e Sorte, tre uomini, più una donna, Gagliardi) Oggi, al Senato, ne dovrebbe arrivare qualcun altro, ma parliamo sempre di ‘spiccioli’ che se ne vanno. L’assenza degli azzurri si vede e si sente, e pesa. Lega e FdI, con Toti come ruota di scorta, procedono come un sol uomo, ma anche la loro, di testuggine, mostra crepe e fraintendimenti vari.

 

La piazza è piena, cova rabbia e attende arrivi Matteo

manifestazione lega

La piazza è piena, cova rabbia

Prendiamo, per dire, la piazza. Convocata, in prima battuta, dalla Meloni, i suoi ci tengono a ricordare che “la piazza è di Giorgia” e che Salvini ne è solo “gradito ospite”, ma nulla o poco di più. Ma la scena è la sua. Il leader leghista, in quella piazza (straripante di gente, questo va riconosciuto) reciterà l’unico ruolo che conosce, quello del mattatore, anche se bolso e stanco. 

meloni salvini sovranisti protesta camera lapresse 2019

Meloni e Salvini – LaPresse

Già alle 10.30 del mattino, il ‘popolo’ leghista e meloniano aveva invaso le vie del centro storico della Capitale issando bandiere tricolori. E, infatti, come dress code prevale il rosso bianco e verde, ma nessuna bandiera di partito. Mille, duemila, tremila, i numeri crescono con il passare delle ore.

Giovanni Donzelli

Giovanni Donzelli

Gli organizzatori a fine giornata parleranno di “oltre 30 mila manifestanti nelle piazze e altrettanti bloccati fuori, impossibilitati ad arrivare da una gestione dell’ordine pubblico molto dubbia” dice il deputato – e organizzatore del partito della Meloni – Giovanni Donzelli, il quale più tardi, in aula, si farà pure espellere dal presidente Fico per le eccessive intemperanze verbali contro il governo. 

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In piazza, si fanno notare Ignazio La Russa, e Daniela Santanché,

Intanto, in piazza, si fanno notare Ignazio La Russa, felice come un bambino, e Daniela Santanché, con cappello da cow girl , oltre a tutti i dirigenti del partito della Meloni, che vola nei sondaggi. 

 

I leghisti calano in piazza come una testuggine romana

La testuggine

I leghisti calano in piazza come una testuggine romana

 

Ma se fosse stata una manifestazione dei soli Fratelli d’Italia sarebbe stata, di certo, ben più piccola cosa. Invece, ecco che arrivano le truppe del Carroccio. I parlamentari leghisti escono dalla Camera come una quadrata legione romana e, schierati a testuggine, fanno quasi paura.

Giancarlo Giorgetti

Giancarlo Giorgetti

Ci sono tutti, ma proprio tutti, anche se Giancarlo Giorgetti appare solo per attimo, forse perché non condivide la scelta della piazza. Mentre Giuseppe Conte tiene, in aula, il suo discorso, le urla di “traditore del popolo”, “un democristiano che ieri stava con noi e oggi sta con il partito di Bibbiano” fanno da eco alle proteste di leghisti e meloniani in aula che sommergono la voce del premier.

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Antonio Maria Rinaldi

Matteo Salvini, però, tarda ad arrivare. A scaldare la piazza ci pensa Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare che impazza nel talk televisivi (“Sarà una bella lotta, avete visto quanta gente c’è?”).

Luca Briziarielli

Luca Briziarielli

Il senatore umbro Luca Briziarielli mostra i denti: “C’è la gente bloccata che non riesce a passare. Questa è solo la prima goccia, il 19 ottobre (quando la Lega, con una tempistica un po’ da bradipo, organizzerà la ‘sua’ di manifestazione contro il governo, ndr.) ci sarà un fiume di gente. Noi siamo e stiamo tra la gente, gli altri stanno nel Palazzo a occupare poltrone”.

Andrea Crippa

Il numero due di via Bellerio, Andrea Crippa

Il numero due di via Bellerio, Andrea Crippa, trova anche il modo di prendersela con il nuovo titolare dell’Interno che –summus ius, summa iniuria – ha scalzato Salvini:Siamo all’assurdo! Oltre a negare il voto a milioni di italiani, oggi davanti a Montecitorio viene negato l’accesso ai manifestanti! Il governo Conte si dimostra autoritario e antidemocratico.  Vergogna ministro Lamorgese! Vergogna questore di Roma!  Ma la maggioranza dei cittadini è con Matteo e la Lega! Cacceremo i mercanti dal tempio!” (sic). 

La Meloni arringa la folla: urla contro i “ladri di democrazia!”

in piazza meloni

La Meloni arringa la folla: urla contro i “ladri di democrazia!”

Giorgia Meloni si sbraccia, urla, ripete: “Siete ladri di democrazia, ladri di sovranità, ladri”. E ancora: “Oggi avremmo potuto riempire piazza del Popolo (a Roma, ndr) per quanti siamo, altro che queste piazze”. In effetti, la gente è tanta, oltre ogni più rosea delle aspettative di FdI e, anche, della Lega.

Le vie del centro della Capitale si sono trasformate in una bolgia, la stessa che diventerà l’Aula. Non c’è solo piazza Montecitorio, già strapiena, ma molti manifestanti che, non riuscendo a raggiunge la zona del palco, si fermano nelle vicine piazza Capranica o al Pantheon dove vengono allestiti maxischermi di fortuna. La zona dei Palazzi è blindata, camionette della polizia, forze dell’ordine in ogni angolo impediscono l’accesso da via del Corso e anche da tutte le vie adiacenti. “Non ci aspettavano tutta questa gente” dicono, felici, da Fratelli d’Italia. Insomma, il popolo c’è e ripete come un mantra una serie di slogan tipicamente salviniani: “voto subito”, “prima il popolo sovrano”, “è l’inciucio dei perdenti”. Per fortuna, non accade niente. Tanta rabbia, urlata, ma zero incidenti.

Account chiusi

I movimenti di Casapound e di Forza Nuova si sono trovati gli account chiusi da Facebook

La platea è eterogenea, comprende giovani e meno giovani. Non mancano i nostalgici dei saluti romani e del fascismo, a partire dai movimenti di Casapound e di Forza Nuova, cui proprio ieri. Facebook chiude, con atto d’imperio, gli account per “istigazione all’odio e alla violenza”. 

 

Parte l’inno di Mameli. E’ il turno del ‘Capitano’

Inno mameli prima guerra mondiale

Inno di Mameli della Prima Guerra Mondiale (raffigurazione)

Tutti, però, aspettano con ansia il discorso del leader leghista e il ‘clima’ si arroventa quando nei capannelli si diffonde la voce che “Sta arrivando Matteo”. Parte l’inno di Mameli ed ecco Salvini attraversare la piazza tra un selfie e un “vai Matteo”. Persino i poliziotti, tenuti a garantire la sicurezza di tutti, si lasciano scappare un entusiasta “È arrivato, è arrivato il Capitano”

salvini abbraccia meloni

Salvini abbraccia Giorgia Meloni

Salvini abbraccia Giorgia Meloni e prende il microfono: in manica di camicia bianca, senza giacca né cravatta, ironizza: “Un saluto ai poltronari chiusi nel palazzo, continuiamo a chiedere onore e dignità”. Sono le 12 e 20: “Un grande bentornato al mio amico Matteo Salvini”, sono le parole della leader di FdI, Meloni, che è come dire ‘ben rinsavito, Matteo, noi siamo sempre stati qui, tu no’.

Salvini scalda subito la piazza: “L’onore e la dignità di girare per le vie di Roma a testa alta valgono più di sette ministeri”. Ma i toni e le parole sono quelle di sempre, a mo’ di disco rotto: Salvini prende di mira i 5Stelle, Conte, il Pd. “L’obiettivo è solo uno, vincere”, dice, e la piazza rincara con un “e vinceremo” dai toni neppure troppo vagamente mussoliniani. “Matteo, Matteo”, grida la gente e lui, prima di andarsene, riattraverserà  l’intera piazza per rituffarsi nei selfie e nei baci della gente che gli servono come iniezione di fiducia per ripartire, anche se stavolta deve farlo dall’opposizione.

2019 piazza montecitorio manifestazione contro conte

Salvini esalta “una piazza fatta di persone a volto scoperto e disarmate”

Salvini esalta “una piazza fatta di persone a volto scoperto e disarmate. Non è tenero con i nuovi governanti e li paragona, addirittura, a “dittatori chiusi nei palazzi e che si vergognano a uscire”. Poi, promette battaglia se proveranno a smontare quota 100 e a riaprire i porti: “Non li lasceremo uscire da quel Palazzo, ci staranno giorno e notte, Natale e ferragosto”, urla tra gli applausi. E aggiunge: “Se proveranno a riaprire i porti, li chiudiamo noi tutti insieme”. Promesse che suonano minacce.

Luca Zaia

Il governatore Luca Zaia

Salvini vuole costruire una nuova ‘coalizione’ di centrodestra, vuole ‘allargare il fronte’, teme di essere risucchiato dalla deriva identitaria della destra della Meloni, forte soprattutto al Sud, assicura che “nuovi movimenti verranno con noi“, ma teme di perdere i contatti con il blocco sociale storico della Lega, quello del Nord con piccoli avamposti al Sud, e ha paura di perdere il controllo del Carroccio. Se le cose, nella Lega, dovessero andare male, a bordo campo già si scalda il governatore veneto, Luca Zaia, pronto a scalare il partito (l’anno prossimo, in Veneto, si vota, Zaia potrebbe lasciare), la stessa operazione che lui fece contro Bossi e Maroni, quando prese una Lega ferita e ridotta ai minimi storici nei consensi, il 4%, fino a portarla all’attuale 34% (in caduta libera, però). 

Ma, appunto, senza Forza Italia, il ‘nuovo’ centrodestra non si sa più bene, oggi, che cosa sia. 

Anche in aula tumulti e grida. Donzelli si fa espellere

Conte interrotto

Conte interrotto in Aula

 

Infatti, anche in aula la scena è la stessa. Mentre i deputati azzurri tengono un atteggiamento composto e misurato, sia durante il discorso iniziale che durante la replica finale, a sera, Lega e Fratelli d’Italia interrompono Conte, mentre si discute la fiducia al governo, con cori e fischi: “Bibbiano! Poltronari! Elezioni!” gli slogan più gettonati.

Francesco Lollobrigida

Francesco Lollobrigida

Il capogruppo FdI, Francesco Lollobrigida, tiene un intervento molto duro, interrotto alla fine dal vicepresidente di turno, Ettore Rosato (Pd), che gli comunica che ha esaurito il suo tempo, lo interrompe e cede la parola al pentastellato Giuseppe Brescia, tra le forti proteste dei deputati di destra. Proteste che culminano nell’avvicinarsi, minaccioso, di Lollobrigida al banco della Presidenza. I microfoni sono aperti e si coglie chiaramente la minaccia di Lollobrigida a Rosato: “Vuoi la balcanizzazione dell’aula?!”. Brescia prosegue, a stento, il suo intervento, i banchi della destra sono in subbuglio e Rosato espelle Giovanni Donzelli (FdI), l’organizzatore della piazza.

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Il vicepresidente della Camera ed esponente del Pd Ettore Rosato

Lega e Fratelli d’Italia marcano stretto Conte e più volte lo interrompono con cori e fischi, specie in sede di replica. Prima il coro “Bibbiano, Bibbiano” dopo il passaggio di Conte sulla riforma costituzionale con il taglio dei parlamentari, poi “Poltrona! Poltrona!” ed “Elezioni! Elezioni!”.

A sera, durante la replica di Conte, scoppia di nuovo la bagarre. “Elezioni” e “Dignità” sono i cori che salgono dai banchi di Lega e FdI a interrompere il discorso. Non manca “Venduto, venduto” a Conte.

 

Ma Forza Italia, ormai, sembra stare già da un’altra parte…

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Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

I toni di Salvini e della Meloni, come quelli dei loro fans, sono però molto diversi da quelli di FI che mostra apertamente la differenza di stile (e dissenso) al Conte bis. “La nostra sarà un’opposizione seria, tenace, sulle cose” è il mantra che ripete Silvio Berlusconi parlando ai suoi nella riunione ai gruppi, in mattinata. Che poi martella: “Faremo opposizione in Parlamento, perché quello è il luogo dove in democrazia si esercita la sovranità popolare”. Più chiaro di così, il Cavaliere non potrebbe essere. Non manca una stoccata a Lega e FdI che gli rimproverano l’assenza nella loro piazza: “Non abbiamo bisogno che nessuno ci dia lezioni su quando andare in piazza”, dice, rivolto a Salvini.

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I due capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini

L’ex ministro dell’Interno assicura che “FI ci sarà il 19 ottobre (giorno della manifestazione della Lega a Roma, ndr). Chi non c’è oggi, ha un mese di tempo per decidere”. Ma Berlusconi fa spallucce: “La coalizione di centrodestra l’ho fondata io, non la rompo. Siamo alleati, ma ben distinti”.

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Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, leader e coordinatore di Forza Italia

Berlusconi ‘consegna’ alle capigruppo azzurre, Bernini e Gelmini, al vicepresidente Tajani e a tutti i suoi parlamentari uno ‘schema di gioco’ che, per lui, è imprescindibile: “Forza Italia è il futuro, non il passato” e “bisogna creare un tavolo comune del centrodestra alla Camera come al Senato per coordinare al meglio i nostri lavori parlamentari e fare al meglio un’opposizione più efficace”. Poi ribadisce il mantra: “Solo con un centrodestra unito si vince”. Ma Renato Brunetta batte la lingua dove il dente vuole: “Presidente, condivido tutto quello che hai detto, ma a Salvini facciamo schifo e la Meloni ci ruba i dirigenti nei territori“. Berlusconi annuisce e ricorda i gravissimi errori” di Salvini che “non mi ha consultato” su come gestire la crisi di governo (cosa, peraltro, in parte non vera). 

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Renato Brunetta, ex capogruppo di Forza Italia

Ma contro tutti i boatos che vogliono Forza Italia pronta a un’opposizione soft e ammiccante, verso il governo, l’ex premier ricorda che si tratta di un “governo di ultra-sinistra” che vede “ben due partiti comunisti dentro”, nonostante Mara Carfagna, oggi, apra a “possibili convergenze sulle riforme”.

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La vicepresidente della Camera, Mara Carfagna (Forza Italia)

Alleati, dunque, Lega e FdI da una parte e FI dall’altra, almeno nel quadro locale, ma per quanto? In vista delle Regionali (al voto, entro pochi mesi, andranno Umbria, Calabria ed Emilia-Romagna), il tavolo del centrodestra già ‘balla’: i candidati di Lega-FdI e di FI non combaciano più tra loro, come era stato fino a pochi mesi fa, e, a breve, il centrodestra formato ‘classico’ potrebbe, semplicemente, non esserci più. In Umbria, in Toscana e in Emilia, le tre donne lanciate da Salvini (Tesei, Ceccardi e Bergonzoni) vedono, improvvisamente, gli azzurri non più concordi, arricciare il naso e le pretese.

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Il logo storico del Carroccio

Nello schema deciso fino a pochi mesi fa, il Carroccio avrebbe dovuto esprimere i candidati di tutte e tre queste regioni, Marche e/o Calabria dovevano essere appannaggio di Fratelli d’Italia, Toti sarebbe dovuto essere riconfermato a candidato governatore della Liguria, in Veneto decide la Lega, Forza Italia si sarebbe dovuta accontentare della candidature, di base perdente, in Campania e/o, Marche e, forse, di quella in Calabria (teoricamente vincente), ma ora tutti gli schemi sono saltati. Forza Italia reclama candidature azzurre, a nome del centrodestra, in Toscana e, forse, in Emilia. Insomma, c’è tanto da fare e da ricostruire, se si vuole ‘tenere insieme’ il ‘vecchio’ centrodestra. 

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Silvio Berlusconi e Matteo Salvini

Inoltre, appunto, mentre Il polo ‘sovranista’ Lega-FdI-Toti si prepara a un’opposizione rabbiosa e polemica, in aula e nelle piazze, FI all’opposizione ‘costituzionale’. Ma un ex big azzurro di lunga esperienza prevede, invece, un ravvedimento operoso:Forza Italia esiste se c’è Berlusconi e se resta dentro il centrodestra, altrimenti è destinata a sparire. Berlusconi e Salvini devono capirlo”. 

Chissà…

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2019 sul sito di notizie Tiscalinews.it