Il teatro dell’assurdo. Renzi prefigura “un nuovo governo” ma Iv va a tutti i tavoli dell’attuale

Il teatro dell’assurdo. Renzi prefigura “un nuovo governo” ma Iv va a tutti i tavoli dell’attuale

18 Febbraio 2020 2 Di Ettore Maria Colombo

Il teatro dell’assurdo. Renzi provoca (“Se cade Conte si fa un altro governo”) ma intanto Italia Viva partecipa a tutti i tavoli per l’Agenda 2023 del governo attuale.
E se, senza Renzi, nascesse il ‘Conte bis due’?
Scenari di fantapolitica, forse molto ‘fanta’, forse no…

 

teatro dellassurdo

Il teatro dell’assurdo, spiegazione

 

L’ex premier esterna dalle innevate montagne del Pakistan

Renzi Pakistan

Matteo Renzi in Pakistan

 

La situazione è paradossale. Da una parte c’è il fondatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi che, dalle innevate montagne del Pakistan (sta facendo ‘eli-sky’, subito sono partiti gli attacchi per la gita ‘fuori continente’, lui ha risposto piccato che “sono andato a incontrare i vertici del Pakistan insieme ad Aznar. Ho relazioni internazionali, io” chiosa e sembra di sentire l’eco del D’Alema dei bei tempi), dice che “se cade il governo Conte bis ci sarà un nuovo governo, non le elezioni” (come, guidato da chi e appoggiato da chi non è però dato sapere).

 

Intanto Italia Viva partecipa a tutti i tavoli come se niente fosse…

 

ITALIA VIVA

Il simbolo di Italia Viva

 

Dall’altra parte c’è Italia Viva, nella sua fattispecie di partito e delegazione di governo, che partecipa come se niente fosse a tutti i tavoli aperti (salute, scuola, lavoro, immigrazione) portando il suo onesto contributo di proposte per scrivere l’Agenda 2023 (così la chiama il premier Conte) che dovrebbe far vivere il governo ancora tre anni. Agenda sulla quale il premier fa sapere di essere impegnato a lavorare ‘h 24’ e, ovviamente, ‘a capo chino’.

Insomma, è vero che la Politica di Palazzo vive, ogni giorno, di contraddizioni (e di espedienti), ma qui si rasenta il teatro dell’assurdo. In ogni caso, il ‘patatrac’ (per dirla con le parole dello stesso Renzi) resta dietro l’angolo, ma la maggioranza – pur rimanendo in bilico sull’orlo del precipizio – prova a rimettersi in marcia.

 

Conte lavora “a capo chino” sull’Agenda 2023…

 

Conte

A palazzo Chigi Giuseppe Conte presiede cinque tavoli

 

La settimana, per i giallorossi, è iniziata con un lunedì tutto all’insegna del ‘fare:’ cinque i tavoli che si riuniscono nel corso di una sola giornata. A palazzo Chigi Giuseppe Conte presiede quelli su scuola, salute e sicurezza (ancora lontano, qui, però un accordo tra gli alleati, sul tema).

nunzia catalfo

Nunzia Catalfo

 

A via Veneto il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S), e gli alleati di governo, Iv compresa, ragionano d’amore e d’accordo di pensioni e ammortizzatori sociali, mentre alla Camera, in serata, il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà (M5S), va avanti insieme agli sherpa della maggioranza sul dossier riforme istituzionali e, soprattutto, sulla legge elettorale, demandata – per prassi consolidata – alla maggioranza parlamentare e non al governo.

 

Federico DIncà

Federico D’Incà

 

Oggi sarà la volta dei capitoli “Europa e Autonomia differenziata” e “Giustizia e Informazione” e via pedalando. Il messaggio è chiaro: il Governo è al lavoro per dare risposte concrete ai cittadini. A tutti questi vertici siedono regolarmente le delegazioni di Italia viva, anche se la ‘ferita’ che ha aperto un cratere di dissapori e litigi tra Pd e M5S da un lato contro i renziani non è per nulla sanata.

 

I tavoli di governo su salute, scuola, lavoro non registrano dissidi

 

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Matteo Salvini mostra l’hastag del decreto Sicurezza

 

In ogni caso, le delegazioni di Italia Viva hanno partecipato ai tavoli su scuola, salute e lavoro e i loro stessi esponenti, come pure quelli del Pd (la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi, per dire, o quella alla Salute Sandra Zampa), registrano “positivi passi avanti” (nella fattispecie della Puglisi su “occupazione, lavoro e salario minimo”).

Solo sui due decreti Sicurezza Salvini, che il Conte bis ha ‘ereditato’ dal precedente governo gialloverde e che sono ancora in vigore, i giallorossi non sono d’accordo in pratica, su nulla,

Iv, con Gennaro Migliore, supera ‘a sinistra’ il Pd e ne chiede la cancellazione sic et simpliciter, come pure LeU, M5S fa muro, il Pd media e, in serata, fonti del Nazareno fanno sapere che “grazie al Pd si è raggiunto un primo accordo di metodo e di merito che porterà alla riscrittura dei decreti Salvini che poco avevano a che fare con la sicurezza e che sulle norme riguardanti l’immigrazione hanno tolto le misure di integrazione e aumentato il numero degli irregolari. Nella riscrittura dei decreti – continuano le fonti dem – saranno distinti i temi dell’immigrazione da una parte e della sicurezza dall’altra”. Insomma, un compromesso per salvare capra e cavoli, ma per ora rinviato.

 

Il tema sicurezza resta ‘caldo’, Gualtieri scaccia le ipotesi di crisi

 

Roberto Gualtieri

Roberto Gualtieri

 

Per il resto, però, questione sicurezza esclusa, si va avanti come se niente fosse accaduto, nella scorsa settimana, quando si è arrivati a un passo dalla crisi. Crisi che il ministro all’Economia Roberto Gualtieri, impegnato a battere in lungo e in largo il collegio di Roma 1 per strapparlo, il I marzo, al candidato del centrodestra (una sfida ardua in sé: il candidato del centrodestra, Maurizio Leo, avvocato di Fratelli d’Italia è molto forte), scongiura così: “Rimbocchiamoci le maniche e rilanciamo il Paese, gli italiani vogliono stabilità, il governo durerà, la legislatura pure, lavoreremo insieme ancora altri tre anni”.

 

Renzi, punto sul vivo da Bettini, perde la calma zen…

goffredo bettini matteo renzi

Goffredo Bettini e Matteo Renzi (collage)

 

Il guaio, si fa per dire, è che Renzi – punto sul vivo dalle parole di Goffredo Bettini che, domenica scorsa, lo ha paragonato a una “tigre di carta” (citazione maoista) e ha clamorosamente aperto a una sostituzione in corso d’opera dei renziani con i nuovi ‘Responsabili’ per dare vita a un Conte ter (“Ma se sono una tigre di carta – replica Renzidi cosa ha paura Bettini?”) – ha dissotterrato l’ascia di guerra e ora intende brandirla senza più fermarsi.

Nella Enews resa nota ieri, dopo aver predicato “calma zen e lo spirito di Confucio” solo il giorno prima, spara a zero. “Io non voglio andare a elezioni, che non ci saranno per mesi, ma se cade il Conte bis, ci sarà un nuovo governo, non le elezioni”.

renzi sogna

Il governo cui pensa e forse sogna Renzi non è un Conte TER

 

Elezioni che, spiega con il piglio del costituzionalista, sono impossibili perché “dopo il referendum bisogna rifare i collegi elettorali”. Ma il governo cui pensa e forse sogna Renzi – il quale giura che “dei miei parlamentari, che pure sono stati avvicinati, non se andrà nessuno, non ce ne sono dieci pronti ad andarsene, anzi ne arriveranno di nuovi” – non è un Conte ter: “non hanno i numeri e se ne stanno accorgendo proprio in queste ore” mette nero su bianco. Dunque, un governissimo. 

 

La guerra sulla prescrizione e l’idea di un governo ‘senza’ Conte

 

Bonafede

Bonafede “arrogante”

Ribadito che “nella battaglia sulla prescrizione non torniamo indietro e faremo valere i nostri numeri, si deve cambiare e l’arrogante Bonafede è meglio che si fermi”, Renzi prefigura la possibilità che nasca un nuovo governo. Ma non un Conte ter – che, se alla fine dovesse nascere, vedrà Renzi, come dice, “accomodarsi felicemente all’opposizione” – ma un governo senza Conte.

Giancarlo Giorgetti

Giancarlo Giorgetti

 

Ma guidato da chi? E per fare cosa? Qui la suggestione è quella di un governo di centrodestra, a guida Giorgetti, con l’appoggio di Iv, forse travestito da governo di ‘unità nazionale’ o governissimo perché se il Pd potrebbe ‘sfregiarsi’ a far nascere un governo con raccogliticci ‘Responsabili’, anche Renzi potrebbe subire sfregi appoggiando un governo con Salvini.

 

Salvini chiede “un governo di scopo” per andare al voto

Mario draghi

Mario Draghi

 

Fantapolitica? Forse. Per ora, il leader della Lega, Matteo Salvini, si limita a chiedere un “governo elettorale”, neppure “di scopo” e tantomeno guidato da Mario Draghi (“E per fare cosa?” si chiede) che “porti il Paese al voto”. Insomma, un governo tecnico che assicuri la via del voto. 

 

salvini renzi

Salvini pone una scelta, basterà a Renzi?

 

Basterà, a Renzi? Una cosa è certa: entro poche settimane si capirà se nascerà un Conte ter senza Renzi ma con dentro i nuovi ‘Responsabili’, un governo di centrodestra e/o di unità nazionale per andare al voto anticipato al più presto o ancora qualcos’altro di nuovo.

La sola cosa certa è che, così, il governo giallorosso, il Conte bis, non può reggere.

 

Due test decisivi: il ddl intercettazioni e il MilleProroghe

la strambata

La strambata

 

Il primo test sarà al Senato e sarà il decreto intercettazioni. Oggi il testo verrà licenziato dalla commissione Giustizia e approderà in Aula. Il Governo, per evitare i possibili guai che deriverebbero dalla votazione di un emendamento di FI sulla prescrizione (che i renziani appoggerebbero con il rischio di fare andare sotto la maggioranza), è intenzionato a porre la questione di fiducia. Italia viva è pronta a votarla, come pure voterà quella che l’esecutivo sicuramente metterà sul decreto Mille Proroghe, da oggi in Aula alla Camera.

Insomma, le minacce di Renzi restano tali, per ora (“una parte del Governo e della maggioranza ha lavorato per tutta la settimana per buttarci fuori”, ricorda l’ex premier), ma gli alleati provano a sminare il campo iniziando a lavorare sui temi che compongono l’Agenda 2023. Sempre che, si capisce, il governo duri.

Se invece dovesse cadere, per colpa di una ‘strambata’ di Renzi o di un’impuntatura di Conte, le strade restano, appunto, tre.

 

marta cartabia

Marta Cartabia

La prima è un governo di scopo (con il centrodestra e Iv che lo reggono e sostengono, via appoggio esterno o meno) per arrivare, entro tempi ‘ragionevoli’, a elezioni anticipate. Un governo elettorale, cioè istituzionale, e quindi privo di ogni colore politico (magari guidato dalla presidente della Consulta Cartabia o dal ministro dell’Interno Lamorgese). 

 

Parte il Conte ter? E se invece nascesse un “Conte bis due…”?

 

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Il professor Stefano Ceccanti, deputato del Pd

 

Oppure un Conte ter che sostituisca Renzi e Iv con i nuovi Responsabili. “Non servirebbe neppure la crisi di governo formale e la nascita di un nuovo esecutivo” suggerisce il costituzionalista Stefano Ceccanti, che trova il precedente (il governo Letta che, dopo la decadenza di Berlusconi, sostituì i membri del governo di FI andando avanti con l’allora Ncd di Alfano, nato dalla scissione dell’allora Pdl) e assicura che “si potrebbe andare avanti tranquillamente solo col rimpasto”.

 

francesco boccia

Francesco Boccia

Il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, parlando con un amico mentre passa nel Transatlantico dice che “faremo il Conte bis due…”. Un po’ scherza, Boccia, un po’ no.

 


 

Nb: Questo articolo è stato scritto in forma originale per il blog e pubblicato il 19 febbraio 2020.