Il Parlamento-Titanic viaggia verso l’iceberg della confusione per il suo funzionamento. L’unica soluzione è il classico ‘allargamose!’

Il Parlamento-Titanic viaggia verso l’iceberg della confusione per il suo funzionamento. L’unica soluzione è il classico ‘allargamose!’

3 Aprile 2020 0 Di Ettore Maria Colombo

Sommario

Il Parlamento-Titanic viaggia spedito verso l’iceberg della confusione e dell’indecisione, diventa ormai  inutile. Bocciati il voto a distanza e la commissione speciale, resta solo il famoso grido ‘allargamose!’

iceberg

Il Parlamento-Titanic viaggia spedito verso l’iceberg della confusione e dell’indecisione

 

“Ho visto cose che voi umani…”. Una piccola silloge personale di ‘Voci dal Transatlantico’ di questi ultimi giorni…

 

Accetta i cookie preferenze, statistiche, marketing per visualizzare questo video.

Ho visto” – potrei dire, dopo gli ultimi giorni passati dentro palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, parafrasando il grido dell’androide nel film Blade Runner – deputati attendere, con l’aria mesta e lo sguardo obliquo, il ‘cestino’ che la presidenza della Camera ha preparato loro, manco si trattasse di bambini delle scuole elementari, dato che, come si sa, nel centro di Roma, nei paraggi dei Palazzi, bar e ristoranti sono sbarrati da mesi e, dentro i Palazzi, anche Buvette e ristoranti di Camera e Senato sono chiusi.

Accetta i cookie preferenze, statistiche, marketing per visualizzare questo video.

Ho visto” onorevoli in aula con mascherina, guanti e… cellulare tenuto attaccato al corpo, ai guanti e alle orecchie come se rappresentasse l’ultimo brandello di vita ‘reale’ e ‘normale’, la vita da ‘pre-coronavirus’, peggio di ragazzini del Liceo che si immalinconiscono in lunghe e romantiche ‘videochiamate’ e ‘video-chat’ con le loro fidanzatine (e viceversa). Ho visto il deputato dem – giovane e brillante avvocato palermitano – Marco Miceli scambiarsi motti di spirito e di ilarità con il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto su presunte e vicendevoli ‘ispezioni’ sanitarie maschili…

blade runner Rutger Hauer

Blade Runner- Rutger Hauer

Ho visto” – potrei direi con i pochi altri colleghi presenti (sono davvero pochi i cronisti parlamentari che vanno fisicamente in Parlamento, a sprezzo del pericolo da ‘contagio’: tra loro ne segnalo  almeno due tra i più bravi, Francesco Bongarrà, dell’Ansa, e Alfonso Raimo,della Dire) cui la mai troppo benemerita Asp (Associazione stampa parlamentare) garantisce l’accesso ai Palazzi – ecco, “ho visto” deputati che volevano abbracciarsi e baciarsi e, insomma, in buona sostanza, ‘toccarsi’, ma che non potevano farlo e fremevano di ansia e dispiacere.
Ho visto” altri deputati che, in un’Aula di Montecitorio finalmente non più ‘deserta’ come è stata per giorni, se non per settimane, affollavano il Transatlantico come tanti giovani aiutanti dei college reduci dalle vacanze estive che si scambiano opinioni, battute, sorrisi, ammiccamenti.

Antonio_Palmieri_Forza_Italia

Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia

Ho visto” i deputati, come ragazzi di una comitiva in giro, farsi i selfie in pieno Transatlantico, foto che, per antica tradizione e consuetudine del Regolamento, ‘NON’ si possono fare (di solito, i severissimi commessi ti ‘sequestrano’ la macchina fotografica o il cellulare…) e “ho visto” il deputato di Forza Italia, Antonio Palmieri, che immortalava il momento storico dell’aula strapiena con un tweet. “Ho visto” deputati che non avevano alcuna voglia di mantenere la distanza di sicurezza del metro di distanza e, pur bardati di mascherine e guanti, cercavano ‘contatti ravvicinati’.

 

Se Rampelli decide di ‘far sgomberare’ il Transatlantico

rampelli fabio

Fabio Rampelli (FdI)

Ho visto” il presidente di turno dell’aula, Fabio Rampelli (FdI) che faceva ‘sgomberare’ d’imperio, manco fosse una manifestazione non autorizzata e lui il ‘questore’ di polizia, il Transatlantico medesimo perché era ripieno, ricolmo, straboccante, di deputati di ogni partito e di ogni tendenza che, finalmente di nuovo in Aula (alla Camera si votava, martedì scorso, la conversione finale in legge del dl sul cuneo fiscale, al Senato invece si esamina la manovrona economica ‘cura Italia’) volevano parlarsi, scambiarsi esperienze, idee, sorrisi, forse perché la ‘reclusione’ a casa con le proprie mogli/mariti, fidanzate/fidanzati, figli/figlie è dura anche per i deputati…

 

E così tutti sciamano fuori, a fumare ‘in giardino’…

il cortile d onore

Cortile d’onore di Montecitorio

Chi ha votato deve lasciare libero il Transatlanticoha detto con tono stizzito Rampelli nel corso della votazione – e garantire condizioni di sicurezza. I colleghi che stanno sostando devono lasciare liberi gli accessi e consentire il rispetto delle regole di sicurezza!”. Il richiamo ha indotto, peraltro, molti deputati a trasferirsi nel vicino giardino, noto nel Palazzo come Cortile d’onore, e in questi giorni assai affollato anche perché è rimasto l’unico luogo dove si può fumare. Infatti, l’enorme e assai confortevole, grazie ai divani, corridoio dei Fumatori, uno dei due corridoi che dall’ingresso portano fino al Transatlantico, è stato chiuso e, forse, mai riaprirà, per il gran dispiacere degli accaniti fumatori di sigarette, sigari e pipa che allignano tra i deputati come tra i giornalisti (come il sottoscritto…): chiusura (e le porte aperte) dettata da ovvi motivi igienici. Di solito strapieno di onorevoli e colleghi, è ormai desolato e vuoto.

camera transatlantico

Il Transatlantico

Strapiena, invece, era l’Aula, ma qui, per evitare troppi assembramenti e troppi contatti, l’ufficio di presidenza, sotto l’accorta regia del presidente della Camera, Roberto Fico, ha disposto una assai inedita e nuova modalità di votazione.

 

L’innovazione nel voto in aula: la “chiamata diretta”

chiamata diretta

Una modalità che prevede la ‘chiamata diretta’ da parte dei commessi di ogni singolo deputato. In pratica, i parlamentari attendono il proprio turno nell’ingresso dove di solito entra la ‘sinistra’ (Pd e LeU), quindi sfilano sotto il banco della Presidenza per il voto e poi escono dall’ingresso che di solito viene usato per l’accesso dei deputati della ‘destra’ (Lega, FdI e FI) ai rispettivi banchi.

In questo modo, l’ufficio di presidenza ha cercato di ridurre al minimo possibile l’affollamento all’interno dell’emiciclo. Ma  non era stato previsto il contemporaneo affollamento dei deputati in attesa in Transatlantico, ‘scandalo’ segnalata da alcuni ‘delatori’ (cioè i parlamentari stessi) alla presidenza. A porre rimedio ecco l’energico vicepresidente Rampelli che dispone il parziale ‘sgombero’ del Transatlantico durante l’attesa del voto, manco si trattasse di pericolosi sovversivi.

 

“Ho visto” bocciare, da parte delle istituzioni delle due Camere, tutte le soluzioni alternative e innovative…

Parlamento_italiano

L’aula (vuota) di palazzo Montecitorio

Ho visto”, insomma, il Parlamento lavorare nel modo più assurdo, caotico, bislacco – e, va detto, anche originale – mai visto prima d’ora e che credo non si vedrà mai più, finita questa emergenza. Sono ormai quasi due mesi, dagli inizi di febbraio a oggi, che il Parlamento lavora in questo modo: voto per blocchi, voto ‘a chiamata’, voto ‘a distanza’, voto ‘contingentato’, voto con la presenza – concordata tra tutti i gruppi parlamentari – della sola metà dei suoi membri, nel voto finale, o con la presenza di solo un quinto di ogni gruppo parlamentare, o di soli 5 deputati a gruppo per interrogazioni, interpellanze, etc. Un voto, di fatto, ‘coartato’, che impedisce al singolo parlamentare di potersi esprimere liberamente e di poter svolgere in pieno la sua funzione. Senza dire del fatto che, ormai, è invalsa la pratica politica che ‘tutti’ votano solo ‘sì’ e nessuno osa mai votare ‘no’…

 

Gli esempi ‘virtuosi’: Spagna, Francia, Parlamento europeo

Parlamento spagnolo

Le Cortes, parlamento spagnolo

E così si continuerà a fare, cioè a far votare deputati e senatori nel modo più farraginoso, lento e ridicolo del mondo, nonostante le forti polemiche e le forti critiche sul ‘passatismo’ dei suoi vertici (presidenti e alti funzionari) che si rifiutano, da altrettanti mesi, di prendere in considerazione ogni soluzione ‘innovativa’ e ‘alternativa’ che pure è stata loro proposta da molti parlamentari (Ceccanti, Baldino, Brescia, Borghi) e da molti gruppi (Pd, M5S, Misto, etc.). Parliamo del voto a distanza, cioè a casa, in smartworking, grazie a tutte le capacità tecnologiche del caso per garantire libertà e segretezza del voto. Lo si usa nelle Cortes spagnole, dove è previsto in Costituzione, in Francia, dove c’è il ‘voto per delega’ (lo affida il singolo onorevole al suo capogruppo) e lo ha adottato, con una forte capacità di innovare e allo stesso tempo di garantire i diritti di tutti i deputati, il Parlamento europeo nella sessione che si è appena conclusa (aprile) ma la Presidenza annuncia si farà di nuovo nella sessione di maggio.

 

L’idea del dem Ceccanti: una “commissione deliberante”

ceccanti

Il professor Ceccanti

L’altra idea, che oggi è diventata anche una proposta di legge, avanzata come primo firmatario dal professore di diritto costituzionale, e per incidens deputato del Pd, Stefano Ceccanti, consiste nel varo di una ‘commissione speciale’ cui dare poteri di una commissione “in sede deliberante” (vuol dire che può fare le leggi, discuterle, approvarle ed emendarle, tranne che per il voto finale). Composta da 100 membri e con dentro tutti i leader politici e segretari di partito per dare a essa un forte spessore politico, potrebbe lavorare solo questa, in fase ‘redigente’ o, appunto, ‘deliberante’, in luogo dell’aula, per evitare gli assembramenti di ben 945 onorevoli che – già sono presenti a ranghi ridotti in ‘tempo di pace’, figurarsi ora, in ‘tempo di guerra’ .. – si accalcano e affollano in aula e in Transatlantico come i tifosi di una squadra di calcio nella curva di uno stadio…

 

No al voto a distanza, resta l’ipotesi dell’Aula ‘allargata’

videoconferenza

Videoconferenze online

Ma sembra proprio che la nuova proposta di legge di Ceccanti e altri non è destinata a fare molta strada, quindi figurarsi quella del voto a distanza. I deputati continueranno ad essere presenti in modo massiccio e pericoloso per la loro salute nelle Aule come nelle commissioni, tanto più quando si dovranno esaminare e votare, a partire dalle prossime settimane, i decreti Cura Italia e il decreto di aprile con le nuove misure economiche del governo per fronteggiare la crisi dovuta all’emergenza. Le soluzioni alternative, come le videoconferenze, possono andare bene solo per casi limitati, come gli uffici di presidenza delle commissioni o le audizioni, ma il ‘grosso’ dell’attività parlamentare si svolgerà alla maniera tradizionale, ossia con la presenza fisica dei deputati, seppur ‘dimezzata’ o ‘contingentata’ per garantire il rispetto della distanza di sicurezza imposta dalle misure anti-Covid.

 

La proposta di Fornaro (LeU): “è ora di allargarci”…

 

La vexata quaestio delle ‘presenze’ di troppi onorevoli in Parlamento (giusto per dare ragione post quem a chi, come i 5Stelle, li volevano e li vogliono ancora, in teoria, ‘tagliare’ con tanto di referendum costituzionale che porterà il loro numero da 945 a 600), soprattutto quando ci sono votazioni, è stata al centro anche della riunione della Giunta per il regolamento di Montecitorio.

Federico Fornaro

Il capogruppo di Leu, Federico Fornaro

In quella sede è stata avanzata dal capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro, la proposta di ampliare gli spazi dedicati all’Aula: “Ho proposto di verificare la fattibilità di una soluzione che possa aumentare le postazioni dell’Aula per i deputati, rispettando la distanza di sicurezza”, spiega Fornaro all’agenzia AGIL’ipotesi avanzata – spiega Fornaro – “è di utilizzare per le sedute dell’Aula le postazioni riservate al pubblico e l’auletta dei gruppi (è la nuova Aula ‘Aldo Moro’, ndr.), dove collegarsi all’Aula attraverso maxi schermi”.

La proposta, ovviamente, prevede “un accordo tra tutti i gruppi per procedere con le votazioni per alzata di mano e non elettroniche così da consentire anche a chi è ‘dislocato’ nelle altre eventuali aule di votare. Una proposta definita “molto intelligente” da altri partecipanti alla Giunta e che “ora il presidente Fico ne valuterà, con gli uffici tecnici, la fattibilità”.

 

La soluzione mediana Fornaro&Calderoli salverà capra e cavoli?

soluzione

La soluzione Fornaro&Calderoli salva capra e cavoli?

Si tratterebbe di certo di una soluzione necessaria tanto più che siamo in vista dell’esame dei provvedimenti del governo contenenti le misure economiche, il decreto Cura Italia e ancor di più il decreto aprile, dove “tutti vorranno intervenire”. La soluzione, secondo i calcoli fatti da Fornaro, “garantirebbe a oltre la metà dei deputati di essere presenti. In questo modo si avrà la possibilità di discutere e votare gli emendamenti”. Già, perché il nodo della presenza fisica e delle numerose votazioni che si prevedono sugli emendamenti preoccupa i vari gruppi. Va detto che uguale soluzione è già stata approntata, votata e messa in atto, su idea di Roberto Calderoli, al Senato.

robeto calderoli

Roberto Calderoli

Messo da parte il voto a distanza, almeno per l’immediato (si continuerà a fare un lavoro di approfondimento, ma non da applicare subito, si spiega negli ambienti più ‘alti’ della Camera), c’è l’esigenza pratica di affrontare il tema di come garantire le presenze fisiche degli onorevoli in Aula nell’immediato e ben sapendo che qualsiasi modifica del Regolamento andrà fatta in pieno accordo con il Senato, altrimenti si creerebbero due diverse modalità di votazione e di presenza nel voto.

 

Il presidente Fico non ha dubbi: “il Parlamento resta centrale”

roberto fico

Il presidente Fico, un sincero parlamentarista

Il presidente Fico, un sincero parlamentarista convinto e da sempre, garantisce che “per lavorare in massima sicurezza, come già avevamo concordato nelle scorse settimane, le riunioni alla Camera si svolgeranno in sale più ampie per assicurare la distanza minima tra le persone. Stiamo adottando tutte le misure necessarie per garantire lo svolgimento dei lavori e tutelare la salute dei dipendenti e dei deputati e per garantire allo stesso modo la piena operatività della Camera. Il Parlamento è centrale”, non si stanca mai di ripetere il presidente della Camera.

 

Ma il Paese, in tempi di pandemia, si fa tutt’altre domande…

skype whatsapp

Skype e WhatsApp

E sarà anche ‘centrale’, il Parlamento, ma in questi giorni di sempre maggiore stress da Covid19, a causa dello ‘stato di cattività’ cui ha costretto un intero Paese, gli italiani si fanno e si chiedono – via Skype, WhatsApp , etc.- ben altro: quando finirà la quarantena, quando riapriranno le scuole, se potrà ricevere il bonus da 600 euro e come, etc etc etc. Non certo ‘se’ il Parlamento della Repubblica continua a svolgere i propri compiti e come, o come potrebbe farlo.

 

Nota doverosa. Il Parlamento non ha mai “chiuso”. Il Parlamento, sia chiaro – e giusto per evitare polemiche con chicchessia – “è sempre stato aperto” e “lavora” – anche se molto poco – e, dunque, non è mai stato “chiuso”. Il problema, tanto per cambiare, è appunto ‘come’ lo fa e come, invece, potrebbe farlo (cioè molto meglio di adesso) se fossero stati presi in seria considerazione ipotesi

 

Il classico ‘menefrego’ degli italiani per la Politica e i Palazzi

me ne frego

Me ne frego!

Ma di ‘cosa accade’ nel mondo della Politica e, soprattutto, degli istituti rappresentativi della democrazia italiana, agli italiani, si sa, importa fino a un certo punto. Cioè quasi zero, o molto poco. Al classico me ne frego di mussoliniana memoria, al sempi-eterno “tanto è tutto un magna magna” di tutte le ere storiche e politiche, al grido “la Casta si abboffa e noi moriamo di fame!” di era grillina (se ne parla, volendo, nel mio libro “Piove governo ladro. Dizionario di politica della Terza Repubblica senza dimenticare le altre”, edizioni All Around, 16 euro) si è aggiunta la crisi e l’isterismo da pandemia per Covid19.

 

Gli esempi poco virtuosi di Parlamenti chiusi o inerti

Premier Orbán Coronavirus Ungheria

Il premier ungherese Viktor Orban

Anche il fatto che il premier ungherese Viktor Orban si sia fatto dare i “pieni poteri” (l’espressione ricorda qualcuno di conosciuto in Italia? Sì, il leader della Lega Matteo Salvini) di fatto esautorando il Parlamento stesso che glieli ha dati, o che in Thailandia o in Ecuador i presidenti di quei regimi – dove i Parlamenti o non esistono o sono dei puri orpelli – minaccino di “sparare sulla folla” se qualcuno esce di casa, o che regimi autoritari (la Cina, la Russia) e democratici (la Corea del Sud), dove i Parlamenti stanno lì giusto per fare ‘colore’, mettano in atto, con la scusa della pandemia globale, forme di controllo invasivo e dittatoriale, da ‘Grande Fratello’, sulle libertà personali e sui diritti inalienabili delle persone, importa assai poco, alla gens italica. Siamo una democrazia, giusto? Di cosa ci preoccupiamo? Di nulla, ovvio!

Eppure, il controllo che le opposizioni devono esercitare, specialmente in tempi di emergenza, su quello che fa – o che ‘non’ fa un governo – dovrebbe essere non solo forte, presente e robusto, più che in tempi normali, ma garantito e, dalle stesse opposizioni, ‘preteso’ che venga ben rispettato.

 

Ceccanti: “Orban limita i diritti e la democrazia, in Italia la democrazia ha deciso di ‘autolimitarsi’ da sola”

Ritratto di Carl Schmitt

lo ‘stato di eccezione’, secondo la nota teoria del filosofo tedesco Carl Schmitt

Come nota, con il consueto acume, il costituzionalista e deputato del Pd, Stefano Ceccanti, “in Ungheria, Orban ha limitato la democrazia, con un colpo di stato’ de facto’ (Ceccanti, Fiano, Quartapelle e altri deputati dem hanno presentato una interrogazione parlamentare sulle modalità dell’atto, ricostruendo per filo e per segno il ‘come’ Orban ha potuto effettuare il suo colpo di Stato, ndr.), ma in Italia la democrazia parlamentare ha scelto di ‘limitarsi’ da sola. Il Parlamento è stato ed è incapace di darsi delle regole diverse per affrontare un obiettivo ‘stato di emergenza’ (lo potremmo chiamare ‘stato di eccezione’, secondo la nota teoria del filosofo tedesco Carl Schmitt, ndr.) e di autoregolamentarsi per darsi un modo di operare più agile e consono ai tempi difficili che stiamo vivendo”.

 

Ancora Ceccanti: “Dovrebbero essere le opposizioni a ‘fare casino’ sulle regole, non noi della maggioranza…”

deputati

“Dovrebbero essere le opposizioni a ‘fare casino’ sulle regole, non noi della maggioranza…”

Peraltro, nota curioso il professor Ceccanti, “dovrebbero essere le opposizioni a ‘fare casino’ e a sollevare il caso, non noi della maggioranza, cioè noi deputati del Pd (Fiano, Borghi e altri, oltre a Ceccanti, ndr.) e dei 5Stelle (il bravo e competente presidente pentastellato della I commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, la tosta e capace deputata Vittoria Baldino, volto giovane dei 5Stelle, ndr.), ma i gruppi di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Invece, loro, si limitano a strepitare contro il governo che non fa questo e non fa quello, ma non amano cimentarsi con i riti e i modi della democrazia parlamentare, con il senso e la capacità di fare opposizione ‘dentro’ le aule del Parlamento, non solo ‘fuori’, nelle piazze. Solo loro a autolimitarsi da soli….

 

Come in Titanic, le Camere navigano verso l’iceberg…

Accetta i cookie preferenze, statistiche, marketing per visualizzare questo video.

Approntare, come già illustrato, una commissione speciale con poteri ‘deliberanti’ sarebbe un’ottima idea e sensata come quella di ‘tenere’ in un’aula del Parlamento – l’Aula per antonomasia o una attigua, o una ancora più ‘speciale’ – “cento persone, che si possono ‘contenere’, e non mille”, come dice, suggeriscono e propongono Ceccanti e molti altri di vari gruppi (gli ex radicali, per dire).

E invece, sia nelle importanti votazioni delle settimane passate (pareggio di bilancio, dl sul cuneo fiscale, etc.) sia nelle prossime (l’8 aprile l’aula del Senato è stata già convocata per votare il coronavirus ter, il dl ‘cura Italia’, mentre la Camera andrà avanti su altri decreti), tutto procederà come sempre, cioè nel pieno del caos, della confusione e della difficoltà di svolgere il proprio mestiere, come se nulla stia accadendo, nel nostro Paese, come se la ‘zona rossa’ non esistesse.

E il capitano disse al mozzo di bordo/ ‘Giovanotto, io non vedo niente./ C’è solo un po’ di nebbia/ Che annuncia il sole. /Andiamo avanti tranquillamente direbbe Francesco De Gregori in una delle sue canzoni più belle, I muscoli del Capitano. Peccato solo che l’lp che conteneva quella canzone si chiamasse, giustapposto, Titanic.

 


 

NB: questo articolo è stato pubblicato sul sito di notizie Tiscalinews.it il 3 aprile 2020