Tre interviste tre: Ettore Rosato (Iv, sull’attualità), Ermete Realacci (Symbola, sul clima) e al… sottoscritto (per “Connessioni”)

Tre interviste tre: Ettore Rosato (Iv, sull’attualità), Ermete Realacci (Symbola, sul clima) e al… sottoscritto (per “Connessioni”)

31 Agosto 2021 1 Di Ettore Maria Colombo

Sommario

Parlano Ettore Rosato (Iv), sull’attualità politica, Ermete Realacci (“Symbola”), sulla transizione ecologica, e… il sottoscritto sul panorama politico e il ruolo dei cattolici.
Tre interviste tre per Tiscali.it, Luce.lanazione.it e per il sito di Comunità di Connessioni di padre Occhetta

interviste

3 interviste


1) “Iv non è il Ghino di tacco della politica italiana, ma il suo air bag”. Parla, a tutto campo, il presidente del partito Italia Viva, Ettore Rosato: ius soli, ddl Zan, eutanasia, ma anche rapporti con il Pd, legge elettorale, amministrative

Nb: questa intervista è stata pubblicata il 31 agosto 2021 sul sito di notizie Tiscalinews.it

ITALIA VIVA

Pur avendo il 2% dei voti (così, almeno, dicono i sondaggi…), Italia viva, il partito di Matteo Renzi, è diventato il ‘Ghino di tacco’ della Politica italiana. Senza i suoi voti in Parlamento (17 senatori e 28 deputati, per un totale di 45 parlamentari), in pratica, non si fa nulla. Abbiamo intervistato il presidente di Iv, e vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, sui temi di più stringente attualità politica.

Presidente Rosato, non si può non partire dalla situazione in Afghanistan. Oggi tutti buoni a dire ‘accogliamo i collaboratori dell’Italia’. Ma poi, domani, quando arriveranno ondate di migliaia di profughi, cosa succederà?

Ettore Rosato

Ettore Rosato

Il presidente Mattarella ha detto parole nette, nettissime, che dovrebbero scuotere la politica della Ue e la politica italiana. L’accoglienza dei profughi afghani non può che essere ‘aperta’, da parte del nostro Paese, e disponibile a un lavoro di seria integrazione di chi arriverà da noi. Non dobbiamo accoglierne ‘qualcuno’ per qualche mese, ma accoglierne tanti, integrandoli nella nostra comunità nazionale. Consapevoli che si tratterà di flussi migratori importanti e che bisognerà trovare il coraggio di integrarli”.

A proposito. Alle Olimpiadi, è tornato fuori il tema dello ius soli. Che fare di questa legge, oggi ferma?

Ius Soli

Ius Soli

Io ho fatto il capogruppo del Pd, nella passata legislatura. Approvammo lo ius soli con soli 60 voti contrari su 630 deputati. Poi, la legge andò al Senato e lì si arenò, diventando una bandiera contrapposta di destra e sinistra, tra chi diceva che era troppo e chi diceva che era ‘troppo poco’. Bisogna evitare di strumentalizzare questo tema e assicurare la cittadinanza a chi manca solo di un timbro ufficiale per essere riconosciuto ‘italiano’. Dipende da come la si fa. Se facciamo il bis del ddl Zan, se giochiamo a ‘braccio di ferro’, in questa legislatura non la vedremo mai approvata. Se invece ci si mette di buzzo buono, si può arrivare a una legge condivisa e civile”.

A proposito di ddl Zan. Non volete approvarla ‘così com’è’. Perché? Siete omofobici, in Iv?

ddl zan voto

DDL ZAN

Ma non scherziamo. Un voto c’è già stato, quello sulle pregiudiziali di costituzionalità, ed è passato per un solo sì di scarto, e a voto palese. Chiunque mastica di Parlamento sa che il ddl Zan non passerà mai ‘così com’è’, a maggior ragione con i voti segreti. Chi è interessato ai diritti, ma per davvero, come noi, vuole una legge contro l’omofobia, ma bisogna fare dei compromessi. Più che dividere il Paese, su questi temi, bisogna trovare un accordo e, poi, una volta ‘blindato’ si chiude in 2 mesi alla Camera”.

Ci sarebbe il ddl sul fine vita, ma rischia di arrivare prima il referendum sull’eutanasia…

Eutanasia morte assisitita

L’articolo 4 disciplina i requisiti della presentazione della richiesta di morte assistita

“Su questo tema, nei partiti in cui ho militato, dalla Dc al PPI, passando per la Margherita, e anche per il Pd, ogni singolo parlamentare deve rispondere alla propria coscienza. C’è un chiaro richiamo della Consulta a fare una legge e un progetto di legge in Parlamento. Che si faccia”.

Senza Iv non si fa nulla, questa è la verità. Siete il ‘Ghino di Tacco’ della politica italiana? Senza i vostri voti, per dire, la mozione di censura a Durigon non sarebbe mai passata…

Ghino di Tacco

Ghino di Tacco

Siamo fedeli allo stile del presidente Draghi. Preferiamo lavorare senza parlare. La questione Durigon si è risolta senza nessuna discussione di parlamentare, come auspicavamo. Iv è un partito di marca antifascista, questo è sicuro.
Per quanto riguarda il paragone con ‘Ghino di Tacco’, mi viene da sorridere. Preferisco dire, come Renzi, che, più che un partito, siamo un air bag… Quando si creano frangenti pericolosi per il Paese, come accadde con la crisi di Salvini al Paapete (2019, ndr.) e per l’arrivo del governo Draghi (2021, ndr.), si apre il nostro ‘ombrello’. Abbiamo salvato il Paese due volte, pronti a rifarlo. Poi, quanti voti prenderà Iv lo si scoprirà alle elezioni politiche, che saranno nel 2023”.

A proposito di elezioni. Si avvicinano le elezioni amministrative. Con chi sta, davvero, Iv?

amministrative 2021

Tranne i casi in cui è stato impossibile farlo, cioè chiudere un’alleanza con il centrosinistra, come è successo in Calabria, dove resteremo alla finestra ad assistere a un suicidio politico, costruito con straordinaria precisione, quello dell’alleanza tra il Pd e l’M5s, dove hanno scelto un candidato senza neppure interpellarci, e si sono disgregati, non esistono alleanze di Iv con il centrodestra da alcuna parte. Noi privilegiamo, e privilegeremo sempre, alleanze per il buon governo, riformiste e riformatrici, come a Milano con Beppe Sala o a Roma con Carlo Calenda. Questa è la verità”.

Ma Iv e M5s sono davvero incompatibili?

giuseppe conte

Giuseppe Conte

Ormai i 5Stelle non esistono più. Esiste un partito guidato da Giuseppe Conte. Vedremo quanto vale, alle elezioni, e come si comporterà. Se il progetto politico di Conte è quello di Travaglio e Di Battista, allora sì, siamo e saremo incompatibili, e spero che il Pd se ne renda conto e si dimostri alternativo a questa strada del M5s. Se invece il Pd sceglierà di allearsi con un partito di stampo giustizialista e populista, lo vedremo”.

Venendo al Pd. A Bologna da un lato candida le Sardine, dall’altro esclude gli ex renziani…

Movimento delle Sardine

Le Sardine

Mi ha davvero meravigliato il silenzio complice di quel pezzo di Pd riformista che, da un lato, si trova le Sardine in lista e che, dall’altro, subisce l’umiliazione di veder escludere l’ex assessore Aitini e altri riformisti che hanno appoggiato la Conti alle primarie. Una reazione debolissima, la loro, di fronte a un vero e proprio sopruso deciso dal Pd su una deriva che vede i riformisti soccombere e il riformismo perdersi di vista”.

Inutile che io le chieda se Iv darà i suoi voti, fondamentali, al centrodestra per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, giusto?

ElezionedelCapodelloStato

Elezione del nuovo Capo dello Stato (febbraio 2022)

Sono sicuro che il prossimo capo dello Stato sarà eletto a larghissima maggioranza e noi, come Iv, giocheremo tutte le nostre carte per una scelta all’altezza di tale obiettivo. In più, faccio notare che di Draghi abbiamo bisogno, secondo me, non ‘almeno’ al 2023, ma ‘almeno’ fino al 2026”.

Al ‘papà’ del Rosatellum non posso non chiedere, in chiusura, della legge elettorale. Enrico Letta la vuole cambiare, introducendo le preferenze e lottando contro il trasformismo. Come risponde?

rosatellum

Il Rosatellum

Sono d’accordo! Quando una legge elettorale non è in vista, si dice sempre, nei preliminari del dibattito, di volere reintrodurre le preferenze e che bisogna lottare contro il trasformismo… Solo che, per cambiare una legge elettorale, serve un accordo e regole molto e largamente condivise. Faccio sommessamente notare che la legge elettorale che porta il mio nome (il Rosatellum, ndr.) è stata votata, a scrutinio segreto, con il più alto consenso mai registrato, nel Parlamento repubblicano, su una legge elettorale. Parlare male della legge elettorale vigente è uno sport ‘nazionale’ della Politica..”.


2) “Vogliamo un Paese più gentile, più civile e più aperto”. La sfida del “Manifesto di Assisi” sul green new deal di Ermete Realacci, animatore di Symbola

“Vogliamo un Paese più gentile, più civile e più aperto”. La sfida del

“Vogliamo un Paese più gentile, più civile e più aperto”. La sfida del “Manifesto di Assisi”

Nb: l’intervista è stata pubblicata sul portale “Luce.lanazione.it” il 31 agosto 2021

Ermete Realacci

Ermete Realacci

Ermete Realacci (classe 1955, di Sora, Lazio) è stato tante cose, nella sua vita, anche deputato, per quattro legislature, ma soprattutto è uno che l’ambientalismo ce l’ha nel sangue. Presidente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ulivista convinto, tra i fondatori del Pd, da molto tempo ha abbandonato la politica attiva, ma non l’impegno civico e la passione per la politica “fatta con altri mezzi”. Tra i fondatori del Kyoto club, per la riduzione dei gas-serra, la sua mission è diventata promuovere la soft economy e creare una rete di realtà che rappresentino la ‘qualità’ dell’Italia.

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Fondatore, animatore e presidente di ‘Symbola’, un movimento culturale originale che vuole mettere in rete soggetti diversi fra loro e parlare alla politica, all’economia e alle istituzioni per indirizzare lo sviluppo del Paese verso la qualità, la sostenibilità e la cultura, promuove rapporti come ‘GreenItaly’, sulla green economy nazionale, o come ‘Io sono Cultura’, sul peso della cultura e della creatività nell’economia. Il 6 settembre, darà vita, ad Assisi, a un incontro sulle “Azioni del ‘manifesto di Assisi’”, da lui lanciato insieme ai frati francescani del Sacro convento con una lunga serie di importanti ospiti.

Realacci, con la pandemia ancora in corso e la tragedia dell’Afghanistan in atto, uno potrebbe dire ‘ma chi se ne frega del clima’…

Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen

E’ esattamente come per la pandemia. Lo scontro non è tra emergenze, tutte importanti, ma la necessità di costruire una economia più forte e solidale. La Von der Layen non ha varato un grande piano per affrontare i cambiamenti climatici per far contenta Greta, che fa benissimo a dire quello che dice, o per accontentare qualche ambientalista, ma per rendere più forte la Ue davanti alle sfide del nostro tempo, clima in testa, e per renderla un punto di riferimento nel mondo. Per costruire un’economia più forte bisogna affrontare il tema ambientale e puntare su un mix di qualità, bellezza, produzione di posti di lavoro. L’edilizia, che tanto ha stentato, perdendo 600 mila posti, si regge sul lavoro dei migranti come quello dei mungitori, in pianura padana, sui sikh”.

Di cosa parlerete, il 6 settembre, in quel di Assisi?

Assisi

Di cosa parlerete, il 6 settembre, in quel di Assisi?

Riprenderemo il filo del ‘manifesto di Assisi,’ a partire dalla chiave scelta: economia circolare-società-corpi intermedi-istituzioni in modo trasversale e siamo i soli a farlo. Symbola ha ottenuto 3800 sottoscrizioni, sul suo manifesto, il Manifesto di Assisi. Vogliamo ‘usare’ la crisi climatica per costruire una economia a misura d’uomo, la stessa direzione che ha preso la Ue”.

Una Ue che è molto cambiata, su questi temi…

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Il Santo Padre, Papa Francesco I

Sì, tanto. Nel 2014 mi colpì molto il discorso del Papa davanti al Parlamento europeo quando disse che “la Ue è vecchia e stanca, una nonnina non più fertile e vivace”. Parole forti come scudisciate che colpirono nel segno. La Ue era su un binario morto. Ma la crisi della Brexit e la pandemia hanno cambiato verso all’Unione, già dagli ‘accordi di Parigi’ sul clima del 2015.
La Ue si è rimessa in modo e ha scelto, in modo consapevole, di varare un Green New Deal in maniera molto netta. La pandemia ha fatto credere al Mondo che solo di questo bisognava occuparsi, ma la Ue ha lavorato e lavora oggi su tre direzioni – coesione e sanità, transizione verde e digitale – in modo armonico. La spinta di Papa Francesco è stata fondamentale, sia con la enciclicaLaudato sì ” che con “Fratelli tutti.

L’economia italiana, però, è in crisi nera…

L’economia italiana, però, è in crisi nera…

L’economia italiana, però, è in crisi nera…

Non è vero, abbiamo reagito meglio di altri Paesi. Siamo figli di un Paese che, per ragioni antropologiche, è privo di materie prime. Abbiamo spinto verso un modello economico e sociale in cui l’efficienza e la propensione alla Bellezza vanno di pari passo. Siamo un Paese forte che ha un surplus manifatturiero, ormai, oggi. Solo che siamo dei cripto-depressi, come italiani. Eppure, facciamo i mobili più belli e più efficienti, dal punto di vista energetico, del mondo. Siamo primi, per dire, nel settore delle giostre perché, come i mobili, sono belle e consumano meno. Siamo sopra la media Ue come materie prime. Dobbiamo solo avere più fiducia in noi stessi”.

La politica, però, non aiuta…

Enrico Letta

Enrico Letta

No. Abbiamo un deficit di politica e di protagonisti della politica. Nessun partito mette le politiche ambientali al centro della sua azione. Il Pd lo ha fatto, ma solo a parole. Ho sentito Letta dire che il Pd è il più grande partito ambientalista d’Europa, ma sono solo parole. Il Pd, da Veltroni a Letta, passando per Renzi, ha perso la sua grande occasione, quella di avere una missione per il futuro, questa è la ragione del suo declino e del suo insuccesso, che ormai sono inesorabili. I 5Stelle si riempiono la bocca di ambientalismo, ma sono degli anti-riformatori. Il governo, oggi, lavora con un imprinting europeista molto forte e, dentro il Next Generation Eu, come dentro i fondi strutturali della Ue, ci sono tante risorse per il green. Spero sappia sfruttarli meglio che può”.

Ultima domanda. Tu avevi una fissa, i piccoli comuni. Sono ancora il cuore pulsante dell’Italia?

pandemia

Sì. Sono e restano l’asse centrale del Paese. La pandemia, paradossalmente, li ha rafforzati. Oggi nei piccoli comuni si vive bene e iper-connessi. Almeno 500 comuni italiani sono stati capitali di qualcosa. E’ il nostro cromosoma identitario.
Mi sono battuto per molte legislature per avere una legge sui piccoli comuni e ora c’è. Volli che la Cei venisse in audizione, cosa mai fatta per discutere di una legge dello Stato italiano. Ora bisogna dotarli di finanziamenti, non prebende. Un comune è il suo campanile, ma anche i suoi servizi: servono uffici postali, scuole, banda larga per attrarre i giovani e fare in modo che li vivano. Nel manifesto di Assisi diciamo, alla fine, che vogliamo “un Paese più sicuro, più civile, più gentile”. Metto l’accento sul concetto di ‘gentilezza’, lo stesso richiamato dal Papa. Solo così vinceremo la sfida ambientale”.


3) Intervista di “Connessioni” a Ettore Maria Colombo: Cinque domande a Ettore Maria Colombo “La politica italiana è divisa e divisiva. Cattolici, è l’ora dell’impegno”

di Massimiliano Censi – questa intervista è stata pubblicata il 29 agosto 2021 ed è tratta dal sito http://www.comunitadiconnessioni.com diretto da padre Francesco Occhetta

Ettore Maria Colombo

Ettore Maria Colombo

Ettore Maria Colombo è tra i cronisti politici più noti nel Paese, giornalista professionista dal 1995, ha lavorato per molti giornali, sia a Milano (Liberazione, Il Diario della Settimana, Vita non profit, Libero) sia a Roma (Europa, il Riformista, il Messaggero, Panorama). Dal 2015 scrive per Quotidiano Nazionale (Giorno – Nazione – Resto del Carlino). Segue la politica e i temi legati all’attualità e ai lavori parlamentari. È possibile leggere i suoi articoli nel suo blog personale di Politica: ettorecolombo.com

Grazie di avere accettato di dialogare con noi sul tema politico istituzionale a partire dalla sua esperienza. Con lei vorrei subito entrare nei temi che ci stanno a cuore. Il 3 agosto scorso siamo entrati nel semestre bianco, ci può evidenziare tre punti di forza e tre punti deboli che mettano in risalto luci ed ombre del nostro sistema Paese?

semestre bianco

Semestre bianco

“Siamo entrati in una congiunzione astrale che si verifica di rado nella storia della Repubblica, poiché durante gli ultimi sei mesi della Presidenza della Repubblica, il Presidente non può sciogliere le Camere nemmeno volendolo fare, il semestre bianco. Normalmente il Presidente della Repubblica, in caso di problemi insolubili tra i partiti di maggioranza, può sciogliere le Camere, mandando il paese al voto, ma in questi sei mesi non lo può fare. Il suo mandato scadrà nel febbraio del 2022, quando si entrerà nell’ultimo anno della XVIII legislatura che terminerà nel febbraio 2023.
Se, da un lato, i partiti durante il semestre bianco si sentono un po’ come gli studenti quando il professore esce dalla classe e iniziano a farsi i dispetti, dall’altra parte però non c’è nessun parlamentare che voglia andare a votare prima della scadenza naturale della legislatura, nonostante alcuni leader siano invece propensi al voto anticipato. Questa riluttanza è causata da due fattori: da un lato la riforma del governo Monti del 2013 (in realtà la decisione è del 2008 ed entrò in vigore nel 2013, ndr.) che prevede che i parlamentari acquisiscano il diritto alla pensione solo dopo 4 anni e 6 mesi; dall’altro lato la molto ‘grillina’ riforma Fraccaro, riforma costituzionale del 2020, che non ha modificato il funzionamento delle Camere ma ha solo diminuito il numero dei parlamentari da 945 a 600, lasciando irrisolti i problemi dovuti al bicameralismo perfetto ed al suo storico ed endemico malfunzionamento.
È evidente che, stando così le cose, gli attuali parlamentari non hanno nessuna intenzione di andare a casa prima dell’ultimo giorno di scuola, cioè quando saranno passati 4 anni e 6 mesi dall’inizio della legislatura. I partiti continueranno a creare problemi a Mario Draghi, che però sembra non abbia alcuna intenzione di trasferirsi al Quirinale. Si arriverà così all’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica e la legislatura si concluderà serenamente nel 2023. Non dimentichiamoci inoltre che i soldi che stanno arrivando dall’Europa attraverso il Recovery Plan, sono talmente tanti ed importanti che possono davvero cambiare volto al Paese. Sarebbe dunque “un suicidio politico” creare una crisi istituzionale in un momento in cui l’Italia può uscire da una recessione che la vede ferma dalla metà degli anni 2000 e che si è aggravata con la pandemia. Invece, i tre punti deboli del nostro sistema sono a mio giudizio: il taglio dei parlamentari, il bicameralismo perfetto e la tendenza dei partiti a formare una coalizione molto larga ed eterogenea che li porta poi a litigare su qualsiasi argomento.
Al contrario, i tre punti di forza del nostro sistema politico sono la solidità dell’istituto Presidenza della Repubblica (con i suoi poteri “a fisarmonica”, per citare Giuliano Amato); la presenza di Draghi a capo del governo, una garanzia per tutti e l’intenzione del parlamentare “peone” a rimanere attaccato alla poltrona, elemento poco nobile ma che si rivela in questo momento ‘un aiuto’ al Paese per fare quello di cui c’è bisogno”.

Guardando ai sondaggi, il centrodestra è lo schieramento politico che gode del maggior consenso politico tra gli italiani. Come giudica i rapporti tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia? E come valuta l’ipotesi di creare una federazione?

sondaggio

Sondaggi

“Il centrodestra in Italia parte favorito in qualsiasi elezione, dall’assemblea di condominio, al consiglio studentesco fino alle elezioni politiche. È evidente, dunque, che si tratta della coalizione più forte del Paese e di quella che gode di maggior consenso da parte dell’elettorato. Anche qualora la Lega scendesse nei voti, Forza Italia restasse stabile e Fratelli d’Italia salisse nei consensi, dato che la matematica non è un’opinione 20+7+20 fa comunque 47, cui occorre aggiungere partiti che oggi sembrano irrilevanti come UDC e Coraggio Italia, ma che possono solo crescere, ed ecco che ci si ritrova con un centrodestra capace di superare il 50% dei consensi, a prescindere da qualsiasi sistema elettorale, vigente o modificato, si usi per andare a votare…

salvini meloni

Salvini e Meloni

A livello politico, altra cosa è invece chiedersi se il centrodestra riuscirà a gestire questa fase particolarmente felice di luna di miele con l’elettorato. Evidentemente no, perché le liti al suo interno sono feroci a causa della continua competizione tra Meloni e Salvini. Lo dimostra la scarsa capacità comune di scegliere candidati, oggi ad occhio perdenti, per le prossime amministrative, spesso provenienti dalla società civile, bacino di candidature che di solito non è mai stata un punto di forza per il centrodestra. Così ci sono buone possibilità che nelle grandi città i loro candidati ne usciranno sconfitti. Dall’altro lato, invece, il centrodestra si sta attorcigliando in una discussione sterile e pleonastica, quella sul partito unico, sulla federazione e del coordinamento dei gruppi parlamentari, gli stessi argomenti e temi da “sesso degli angeli” che per vent’anni hanno rappresentato un altrettanto inutile discussione nel centrosinistra. Si tratta di un segnale di estrema debolezza. Tutti questi elementi però nascondono il vero dato politico di questi mesi: Berlusconi sembra avere deciso che Salvini sarà il futuro leader del centrodestra. Rimanendo sopra le parti, il Cavaliere cerca di fare da paciere all’interno della competizione vera, quella tra Salvini e Meloni, tra il partito di governo della Lega e il partito della Meloni che ha gioco facile a stare all’opposizione, ma Berlusconi punta a un partito unico con Salvini e non con Meloni”.

Il Movimento 5 Stelle è stato attaccato di recente a causa delle dichiarazioni rilasciate da Giuseppe Conte sulla crisi afgana. Come valuta la gestione della situazione in Afghanistan da parte di Di Maio? E quale potrebbe essere il futuro del Movimento con l’evolversi del rapporto tra Conte e Grillo?

Conte

Conte M5S

“Conte ha fatto una battuta molto infelice sul dialogo con i Talebani “moderati”, ma tutte le potenze occidentali sanno che saranno costrette a trattare con i vincitori, come hanno dimostrato tutte le guerre in Afghanistan e le crisi politiche precedenti.

Di Maio e Guerini

Di Maio e Guerini

Di Maio invece ha fatto solo una gaffe involontaria: era al mare il 15 agosto, come tutti i nostri politici. È un ottimo Ministro degli Esteri: ha acquisito una forte credibilità a livello internazionale grazie al fatto che non è stupido e studia molto; sta gestendo, assieme a Guerini, che è uno straordinario ministro della Difesa, molto bene la crisi in Afghanistan. L’Italia ha ormai già evacuato il maggior numero di profughi dopo gli Stati Uniti e lo sta facendo nel modo migliore, con atti di eroismo da parte dei soldati e del nostro personale diplomatico, tra cui il viceconsole Claudi, e di solidarietà straordinaria, con la presenza indomita e coraggiosa delle ONG che vogliono restare a Kabul. Abbiamo un apparato politico-militare-civile che ha reagito nel modo migliore alla crisi, ancora meglio degli Stati Uniti.

Il Presidente del consiglio Mario Draghi

Il Presidente del consiglio Mario Draghi

Abbiamo un premier che ha preso il posto di Angela Merkel come ‘portavoce’ dell’Europa e sta tessendo una grande opera di mediazione internazionale con la Russia, la Cina e gli altri paesi del G20, ponendosi già il problema dei tanti profughi che presto o tardi arriveranno. I 5 Stelle come partito, invece, si sono rivelati una delusione sia per quello che avevano promesso e non hanno mantenuto sia per ciò che hanno portato a casa, come la riforma Fraccaro e il reddito di cittadinanza, entrambe scelte molto criticabili. I consensi del Movimento sono passati dal 33%, percentuali toccate nella prima repubblica solo dalla Democrazia Cristiana, all’attuale 15%; secondo la mia opinione alle elezioni amministrative andranno molto peggio, e potrebbero attestarsi intorno al 5%. In futuro potrebbero diventare un partito moderato e liberale di tipo europeo, guidato da Conte ed alleato con il PD, ma resteranno un partito che secondo me non supererà il 10%. Se così fosse, tradirebbero l’idea primigenia di rappresentare un grande cambiamento della politica italiana e sarebbe questo per il Movimento un grande fallimento che però può diventare un male da cui nasce un bene: il ritorno al bipolarismo classico della seconda Repubblica sull’asse destra-sinistra”.
Il rapporto tra Conte e Grillo mi ricorda quello del duo Prodi-Rutelli all’interno della Margherita: era chiaro che uno avrebbe vinto e l’altro se ne sarebbe andato. La loro è una pace armata che durerà poco e alla prima occasione litigheranno ancora. Dopo la rottura con la Casaleggio Associati, quando ci sarà anche la rottura tra Grillo e Conte, i loro destini si separeranno e del Movimento 5 Stelle originale non rimarrà più nulla”.

Il centrosinistra sta perdendo consensi, anche i sondaggi lo attestano. Può fornirci alcuni elementi di merito e demerito dell’operato del PD per aiutarci a capire qual è il loro fine e i loro obiettivi?

Partito Democratico PD

Che stagione sta vivendo, oggi, il Pd?

“D’Alema, in uno dei suoi momenti d’ira, definì il PD come un “amalgama mal riuscito”. Si tratta di un giudizio ingeneroso poiché i due elementi originali – DS e Margherita – si sono fusi ed ora è molto difficile distinguere chi viene dal PCI e chi dalla DC.
Le due culture politiche si sono amalgamate e quindi si può affermare che l’esperimento politico è riuscito. Un altro punto di forza del PD è l’elezione del segretario da parte degli iscritti in prima base e dei simpatizzanti in seconda base: le primarie sono sicuramente un po’ logore, il regolamento del congresso è assai cervellotico, ma quello che fa il Partito Democratico non lo fa nessun altro partito in Italia e questo è un segnale maturo di democrazia dal basso verso l’alto.
Il terzo punto di forza è quello di mantenere insieme le tre grandi culture costituzionali venendo dalle due grandi tradizioni cristiano-democratica e social-comunista con una spruzzata di liberal-socialismo di marca azionista e laica. Come amano dire i suoi dirigenti, il PD è un partito ‘costituzionale’ per natura, che rappresenta il meglio delle culture politiche che hanno fatto la storia di questo Paese. Né l’estrema destra da cui sono venuti Alleanza Nazionale prima ed ora Fratelli d’Italia, né la Lega e nemmeno la sinistra extraparlamentare e radicale hanno saputo rappresentare, a differenza delle culture che hanno dato origine al PD, le migliori tradizioni e identità politiche del nostro Paese. Se dovessimo fare la lista dei demeriti del PD, dovremmo invece scrivere un libro, perché non ne azzecca una. Il partito sta facendo una fatica enorme a trovare un segretario all’altezza: secondo me, gli ultimi due segretari all’altezza sono stati Bersani e Renzi. Bersani era un uomo solidamente di sinistra che sapeva parlare con chi non era di sinistra e aveva una grande capacità di essere empatico con la gente normale. Renzi, l’uomo più antipatico dell’universo, aveva lanciato un processo di modernizzazione del partito e rilanciato l’idea veltroniana del “partito della nazione” che si identificasse coi valori nazionali e fosse maggioritario per scelta e per vocazione.

zingaretti sindaco roma

Zingaretti

Dopo è stato un pianto, tra segretari ponte e l’epoca Zingaretti che, incapace di dare forza e identità al partito, ha appiattito il PD sul governo giallorosso. La gestione Letta, nonostante le grandi prospettive ed ambizioni della vigilia, sta onestamente deludendo per come il segretario sta conducendo il partito. La mia critica fondamentale, che deriva dalla mia cultura cattolico-sociale di base, è quella di essersi troppo appiattito sulla difesa dei diritti individuali, i cosiddetti diritti civili, che per me sono diritti individuali poiché i diritti civili sono una cosa seria. Il diritto civile per eccellenza era il suffragio universale. C’è uno slittamento semantico della politica, per cui i diritti civili sono diventati una cosa e i diritti sociali un’altra. Io li chiamo diritti individuali, diritti delle persone; ovviamente non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti delle persone, di qualsiasi colore, razza od orientamento sessuale siano.
Ma il PD, che dovrebbe essere il partito dei lavoratori, della difesa della ragione del lavoro, tace davanti a un tema terribile come le morti bianche, che nel silenzio generale continua a macinare vittime. Fa fatica a parlare davanti ai casi di stalking e violenza sulle donne, lo vedo concentrato solo su battaglie come il ddl Zan contro l’omotransfobia, il referendum sull’eutanasia o lo Ius soli. Focalizzare il partito su questi temi ha un chiaro interesse elettorale per recuperare i voti che ci sono a sinistra del PD costruendo un’identità forte, ma sposta il baricentro di un partito che dovrebbe guardare ad una difesa a più ampio spettro puntando sui diritti sociali ed economici universali.
Un esempio di questa dinamica è emerso qualche giorno fa: la proposta del Ministro Orlando contro le delocalizzazioni ha fatto rapida marcia indietro dopo le critiche della Confindustria, mentre il ddl Zan dovrebbe essere approvato così com’è, senza nessuna mediazione politica. Con queste posizioni, che non condivido e capisco solo in chiave elettorale, il PD non si schioderà dai risultati del 2018, nonostante quello che dice Letta.
Anche racimolando qualche punto percentuale dai partiti a sinistra ed alleandosi con il Movimento 5 Stelle, il 20% del PD e il 10% del M5S non supera il 30%, ma così sei sconfitto in partenza. Detto questo, riconosco che il massimo dell’espansione del centrosinistra negli anni ‘90 non ha superato il 40%: c’erano sì partiti più strutturati e forti, ma anche un centrodestra diviso. Dobbiamo sempre ricordarci che, in questo Paese, il centrosinistra è storicamente minoritario, è il centrodestra che è maggioritario.

Per concludere le chiedo come può il mondo cattolico aiutare il sistema Paese? Cosa serve alla politica in questo momento per essere rianimata e rilanciata?

cannoni

Durante i moti di Milano del 1898, c’erano dei preti in piedi sulle barricate contro i cannoni di Bava Beccaris

“Tutte le volte che questo Paese ha prodotto delle novità politico-istituzionali è stato grazie ad un centro cattolico che guardava a sinistra. Durante i moti di Milano del 1898, c’erano dei preti in piedi sulle barricate contro i cannoni di Bava Beccaris; l’umanitarismo cristiano è stato un pezzo fondamentale per la nascita dei movimenti socialisti di fine Ottocento. Grazie al patto Gentiloni nacquero i governi Giolitti, che furono governi d’innovazione. Nel primo dopoguerra c’era il Partito Popolare di don Sturzo, che ha però fatto un grandissimo errore aderendo ed aiutando a far nascere il primo governo Mussolini, anche se poi divenne un partito rigidamente antifascista.

Il Duce ovvero Benito Mussolini

Il Duce ovvero Benito Mussolini

La presenza della Chiesa e del regime concordatario sono stati un elemento di stabilizzazione del regime, dal mio punto di vista in negativo, ma che dicono quanto pesa l’elemento cattolico nel nostro Paese. Il regime non si sarebbe mai così stabilizzato e radicato senza di esso. Adesso la definizione di partiti di centro e moderati non vale più nulla, perché si tratta di fenomeni ridotti a veleggiare intorno al 2%, ma, guardando alla storia nazionale, l’arrivo della presenza dei cattolici in Politica, dopo la fine del non expedit, ha fatto slittare l’Italia in avanti di parecchio, nonostante fossero cattolici che arrivavano dal lato destro dello schieramento. La Democrazia Cristiana è l’elemento fondante della nascita del patto costituzionale che dà vita ai governi di CNL e alla scelta repubblicana rispetto alla quale De Gasperi ha avuto un peso storico fondamentale. Se la DC non si fosse schierata, il referendum l’avrebbe vinto la monarchia. Nella nascita dell’Assemblea costituente e poi per la Costituzione, la DC ed il mondo cattolico sono stati protagonisti, così come lo sono stati durante il Concilio Vaticano II, nella stagione del centrosinistra che ha dato vita alla vera stagione riformatrice nella prima Repubblica e nel tentativo, pur mal riuscito, del compromesso storico con il PCI. Nel momento in cui la Democrazia Cristiana è crollata su sé stessa, riducendosi al piccolo Partito Popolare, ha lasciato un vuoto al centro della politica che è stato subito occupato da Forza Italia. Da quel momento la Chiesa è cambiata molto, ma il mondo cattolico in politica e la presenza e le ingerenze della Chiesa nella politica italiana sono sempre state decisive, dei punti di svolta sia in positivo che in negativo. Da questo punto di vista quindi, il mondo cattolico è fondamentale. La Chiesa ha poi visto una stagione di ritiro della presenza politica e di appoggio a partiti politici di ispirazione cristiana, ma di floridezza dei movimenti. Proprio qualche giorno fa, il Papa ha deciso che i movimenti devono non più essere legati a un fondatore a vita, ma cambiare la loro figura apicale dopo dieci anni: questi movimenti hanno sì preservato l’identità cristiana e la presenza dei cattolici nella società, ma si sono ritirati dalla politica, anche nel caso di CL che rimane il movimento che più ha avuto ambizioni di stare dentro la politica.

sant egidio

Comunità Sant’Egidio

La stessa Comunità di Sant’Egidio, nonostante proponga qualche candidato all’interno del centrosinistra, si è ritirata nel proprio orto. Questo Papa poi non vede di buon occhio la presenza dei cristiani in politica per la concezione che ha della missione della Chiesa universale e per la sua storia personale. Papa Francesco non crede nella militanza cattolica diretta nella politica, a differenza di Papa Giovanni Paolo II, e la sua azione non favorisce che nascano nuovi fermenti religiosi che guardano al mondo politico.

Comunità di Connessioni

Comunità di Connessioni

Comunque, dentro al mondo cattolico, e Comunità di Connessioni ne è un ottimo esempio, l’elemento della formazione, della crescita culturale, dell’informazione, dell’approfondimento dei problemi rimane un asset fondamentale. A voi viene naturale fare queste cose ed agire così. Quello che chiederei a soggetti come il vostro, nei limiti delle vostre possibilità, è uno sforzo in più. Infatti, che voi approfondiate i temi, a differenza di altri che non lo fanno, è il minimo sindacale, perché vi viene facile. Come cittadino, non da giornalista, vi chiederei un passo in più, cioè quello di rimboccarvi le maniche e prendere parte all’agone politico. Mi si può dire che ormai la presenza dei cattolici, per ragioni di sistema elettorale o per chiusura del sistema politico, è irrilevante come un granellino nella sabbia: capisco l’obiezione ma, come la sinistra storica, quando i cattolici hanno voluto imporre la loro presenza ci sono riusciti per la forze delle idee, per la capacità organizzativa, per una storia millenaria che ti aiuta nel discernere cos’è giusto e cos’è sbagliato, per una duttilità tattica, per un bagaglio culturale profondo che viene continuamente arricchito. Secondo me sarebbe importante che in un momento di passaggio del sistema politico istituzionale come questo, anche i cattolici facciano la loro parte, voi in testa a tutti. Sicuramente dovrebbero e dovreste farlo senza l’aiuto del Vaticano, ma secondo me va fatto. Perché nei momenti di alta responsabilità o di passaggio storico di un paese come il nostro, i cattolici ci sono sempre stati e non è possibile che non ci siano anche questa volta. E’ il mio auspicio”.