Le liste del Pd fanno acqua da tutte le parti, territori e soprattutto sindaci in rivolta contro il Nazareno e la ‘gestione’ candidature

Le liste del Pd fanno acqua da tutte le parti, territori e soprattutto sindaci in rivolta contro il Nazareno e la ‘gestione’ candidature

16 Agosto 2022 0 Di Ettore Maria Colombo

Le liste del Pd fanno acqua da tutte le parti. Territori e soprattutto sindaci in rivolta contro il Nazareno e la ‘gestione’ delle candidature da parte di Letta e dei suoi. Soddisfatte le correnti, ma solo quelle che ‘appoggiano’ il segretario (Area dem, Dems, etc.) ma penalizzata, e molto, Base riformista di Guerini&Lotti

rivolta

Territori e soprattutto sindaci in rivolta

 

Nb: Questo articolo è stato anche pubblicato il 16 agosto 2022 sullo speciale Elezioni 2022 di “Qnet” (http://www.quotidiano.net/elezioni ) ma in forma molto ridotta rispetto a quella che esce qui sul blog

 

Letta finge di dire agli astanti: “avrei voluto ricandidarvi tutti”…

Sindaci, territori, federazioni sul piede di guerra

Sindaci, territori, federazioni sul piede di guerra

Sindaci, territori, federazioni sul piede di guerra. Dopo giorni di litigate furibonde, scontri al vetriolo, coltelli dietro la schiena, il Pd – ieri notte, a notte, tecnicamente, molto ‘fonda’, dopo essere stata convocata e sconvocata ben quattro volte in un giorno, una specie di barzelletta  – ha composto le sue liste elettorali (3 contrari e 5 astenuti, alla fine, ma ‘non vale’), e che fatica!

Letta candidature

Letta

Letta, con aria pretesca, quando si apre per davvero la Direzione, a notte fonda (h 23.30) dice (ghigno da Joker) che “avrei potuto imporre nomi solo miei, ma non l’ho fatto” (e, invece, ce ne sono eccome, a iosa) e “avrei voluto ricandidare tutti gli uscenti, ma era impossibile”. Peccato che il Pd, oggi, ha il 13% come numeri in Parlamento (136 onorevoli: 39 senatori e 97 deputati) e, essendo il Pd quotato al 25% circa, nei sondaggi, avrebbe potuto, volendo, ricandidare più uscenti. Ma Letta – che si candiderà, con un doppio ‘paracadute’, nei listini bloccati, come capolista, in Veneto come in Lombardia – non ha voluto. E, quindi, amen. E’ andata così.

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Solo che così potrebbero andare le cose in un futuro prossimo. Infatti, subito dopo la prevedibile batosta nelle urne, potrebbe aprirsi un congresso anticipato che punterebbe a scalzare il segretario da dove si trova oggi e ad anticipare la resa dei conti che, prima o poi, nel Pd, si scatenerà, con Stefano Bonaccini, che però nega di volerlo, o altri nomi ‘nuovi’ ambirebbero al suo posto…
E se è vero che il segretario ha ‘sfamato’ correnti interne fameliche di posti (Area dem di Franceschini, Giovani turchi di Orfini, Area ‘Zinga’ di… Zingaretti, Dems di Andrea Orlando, ma non – come vedremo – Base riformista di Lotti&Guerini), è anche vero che non avrà una truppa parlamentare di ‘fedelissimi’ (tranne 20/25, per lo più giovani e alla loro prima esperienza, digiuni di ‘tattiche’), le correnti gli si potranno rivoltare presto contro e, soprattutto, non avrà alcun aiuto dai territori e dalle federazioni, le prime ‘insoddisfatte’. Anzi, già scese quasi tutte sul piede di guerra. 

Già improvvidamente convocata a… Ferragosto, la Direzione del Pd viene rinviata di ora in ora e siamo già alla barzelletta.

ferragosto

La Direzione sulle candidature è stata rinviata a Ferragosto, giorno dell’Assunta (in cielo)…

Già era stata convocata di Ferragosto, giorno in cui gli italiani (e pure i dirigenti dem) amerebbero stare tranquilli, in panciolle, a vedere un film, mangiare un gelato, bere una limonata, uno spritz, oppure, banalmente, dedicarsi al “Pranzo di Ferragosto” (diversi i film, e i libri, sul tema). Ma la (vana) speranza di ‘nascondere’, alla stampa (i giornali, come si sa, il 16 agosto non escono) e ai media, era andata subito deluso. Nonostante la festività – una di quelle ‘sacre’, per gli italiani – che poi coincide con i Dies Augusti di imperiale memoria (romana) e con la festività dell’Assunta (la Madonna vergine, madre di Gesù Cristo) che decise di ascendere in Cielo proprio quel giorno, i social, purtroppo per il Pd, ormai non perdonano. “Siamo alla barzelletta!”. “Fate pena!” e “vergogna!” i commenti più gentili degli ‘utenti’.

E così, si sprecano le ironie su una Direzione, quella che doveva decidere le candidature (c’era tempo fino al 22 agosto, in realtà, tutti gli altri partiti, assai più furbi, hanno preferito prendere tempo, il Pd, mosso dalla ‘fregola’ di arrivare primo, no…) che ‘convocata’ – inizialmente – alle 11, viene rinviata una prima volta alle 15, una seconda volta alle 20, poi alle 21.30 e poi… E poi si è fatta notte e addio al 15 di agosto, e pure a Ferragosto, passato da quasi tutti i dirigenti (big, capi corrente, parlamentari uscenti, peones) a bivaccare tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ del Nazareno, il giorno buono è diventato la primissima alba del 16 agosto, cioè il pieno sole di oggi… Un sole sotto cui, però, le magagne vengono tutte fuori… 

Date queste liste, al Pd mancheranno tanti, ma tanti voti…

Il difficilissimo gioco a incastro delle candidature

Il difficilissimo gioco a incastro delle candidature

Ma, al netto delle ironie, il problema è maledettamente serio. Il Pd si presenterà alle elezioni con i suoi alleati ‘nanetti’ (i tre del ‘listone’ Democratici e Progressisti: Articolo 1, Psi e Demos) e altri tre dei partiti ‘fratelli’: Impegno Civico, fusione di Ipf e Cd, capeggiato da Luigi Di Maio, +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova e i ‘cocomeri’ della lista rosso-verde SI-Verdi, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. A loro sono stati assicurati molti ‘posti’ e tutti in collegi uninominali ‘blindati’, più quelli che Letta ha deciso di ‘regalare’ ai suoi ‘gggiovani’, gente che non ha un voto in natura, oppure ai ‘testimonial’ delle sue ‘Agorà dem’, altra gente che, al massimo, la votano moglie e figli. 

Ma non appena i famosi ‘territori’ e i dirigenti locali – e, soprattutto, moltissimi sindaci – si renderanno conto di quali sono le candidature, il Pd avrà, da ora in poi, un problema molto grave. L’assenza, oltre che di gravità, pure di molti voti.

Un file audio che, ascoltato tutto, mette davvero i brividi….

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Ma ecco pubblicato,  il file audio con cui il capo della segreteria di Enrico Letta, Marco Meloni, con voce stentorea, bassa e affaticata dalle troppe notti insonni Legge – ai poveri astanti, alcuni i fortunati felici, molti altri tristi e disperati – l’elenco di tutte le candidature del Pd per ogni circoscrizione plurinominale e per ogni collegio uninominale regione per regione. Vengono i brividi. Dati molti dei nomi e molte scelte compiute, ora c’è la granitica certezza: il Pd perderà le elezioni

“Le candidature del Pd, finalmente!”. Peccato trattasi di ‘bagno di sangue’. Esclusi dell’ultima ora dai nomi importanti e clamorosi…

 

bagno di sangue

Ma prima di vedere i nomi che hanno creato le maggiori polemiche, al netto di quelli dei big già noti (ministri tutti, vice ministri pure, sottosegretari dipende, più capi corrente, tutti, loro colonnelli pure, qualche peone infine si salva), meglio parlare subito di chi non è d’accordo e, già sul piede di guerra, ormai, è pronto a scendere direttamente ‘in guerra’, appena si chiuderà la ‘parentesi’ elettorale.

Enzo_Amendola_Pd

Enzo Amendola (Pd)

Tra i motivi che hanno fatto ritardare di ora in ora la Direzione, ci sono tre regioni con candidature che entravano e uscivano di ora in ora: Campania (soprattutto), Lazio (anche), Toscana (già meno).  L’attuale sottosegretario agli Affari esteri, Enzo Amendola, ha ‘ballato’ sul filo e pericolosamente per ore e ore, poi è ‘entrato’, ma solo come numero tre del listino proporzionale a Napoli uno, circoscrizione plurinominale della Camera della Campania. Rischia seriamente di non passare. Eppure, Amendola non è stimato solo dentro e fuori il Pd, fino a Bruxelles, Nato e Usa, ma anche da Draghi e, soprattutto, al Colle ma si vede che la cosa, a Letta, non impensierisce (contento lui….). 

Stefano Ceccanti

Stefano Ceccanti

A non farcela, invece, a meno di miracoli, tre pezzi da novanta del Pd: il cattolico democratico per storia e passione, ‘mago’ di leggi e numeri, professore e docente di Diritto costituzionale alla Sapienza, Stefano Ceccanti, ‘cacciato’ dal suo collegio di Pisa per far posto al bel Fratoianni e che smentisce, di notte, di aver accettato un posto molto indietro, nel listino, proposta dal Pd

Tommaso Nannicini

Tommaso Nannicini

Ma escono anche Tommaso Nannicini (a Milano), mentre a Emanuele Fiano (Milano) è stato dato un collegio sul filo e molti altri (l’ex capogruppo Andrea Marcucci) sono messi talmente ‘in basso’, nei listini proporzionali o collocati in collegi apertamente perdenti/scarsi da vedere le loro possibilità di elezione nulle. Come pure non vengono, ingiustamente, ricandidati il vice-capogruppo dei dem al Senato, Alan Ferrari (milanese), la vicepresidente dell’aula, Valeria Fedeli, storica sindacalista dei tessili nella Cgil, il senatore Salvatore Margiotta (in Basilicata, che già protesta e leva gli scudi)

emanuele fiano

Emanuele Fiano

Oltre a essere, guarda caso, tutti esponenti di Base riformista, corrente che viene decapitata di fatto. L’area che è guidata da Luca Lotti – ex braccio destro di Matteo Renzi, poi rimasto nel Pd, ‘tenendo’ dentro i dem molti che volevano uscire, il quale NON viene ricandidato e  manda un avvertimento pesante, al Nazareno: “Mi avete escluso per motivi politici, non accampate scuse vigliacche”, e Lorenzo Guerini, In Br sono tutti ‘esperti’ parlamentari (specie Ceccanti) di dottrina, regolamenti, comportamenti d’aula, ragionamenti complessi, solo che non sono ‘fedelissimi’ Letta.

 

New entry, conferme e volti spendibili. I big (o presunti tali…)

il virologo Andrea Crisanti

Il virologo Andrea Crisanti

Tra i nomi ‘nuovi’ il virologo Andrea Crisanti, che però verrà presentato ‘in Europa’, cioè nella circoscrizione degli Italiani all’Estero, conferma per Carlo Cottarelli (capolista a Milano 1 Senato) e, anche qui come si sapeva, due sindacaliste (Annalisa Furlan, ex segretario Cisl, in Sicilia, e Susanna Camusso, ex segretario della Cgil), che ieri notte ‘ballava’ tra Lombardia e Lazio, etc.

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Anna Maria Furlan

Invece, vengono candidati – tutti in collegi sicuri e posizioni eleggibili – 5 ‘ragazzi’ under  35 che saranno il fiore all’occhiello del segretario (esperienza zero, voti in natura zero, ma vabbè): Caterina Cerroni (Lazio), Marco Sarracino (Campania), Rachele Scarpa (Veneto), Michele Fina (Lombardia) e Paolo Romano (idem). A loro, sempre in ‘quota Letta’ vanno aggiunti i ‘padrini’ delle Agorà (Schlien, Berruto, Nicita) e ‘la società civile’ (Crisanti, Cottarelli, etc.).

 

I seggi follemente ‘regalati’ a ‘nanetti’ come pure a partiti ‘fratelli’

nanetti

Per quanto riguarda i ‘nanetti’…

Ma Letta si è svenato anche nei confronti degli alleati, interni ed esterni, che non hanno un voto in natura manco loro, ma pretendono posti, famelici e mai domi. E così  – segretario e Meloni dixit – bisogna dare due seggi a testa a due ‘nanetti’ (Psi e Demos), quattro ad Art. 1 (Speranza, Scotto, in Campania, Fornaro in Piemonte, Stumpo – un genio – capolista a casa sua, cioè in Calabria).

E fa – tra società civile, giovani, donne, diritti – 10 nomi da ‘testa di lista’. Più gli otto dei tre nanetti fa 18, ma vanno aggiunti due collegi blindati per +Europa, uno per IC (Di Maio, uno è il suo), due a Verdi-SI (Bonelli-Fratoianni) e già siamo arrivati a cinque, senza contare qualche altro dei partiti ‘fratelli’. Un totale definitivo di 23/25 posti che, su 80/100 parlamentari che il Pd può eleggere con il 30% dei voti (sempre che li prenda), ma che toglie posti, aria, fiato e sogni a territori e locali. Ma vediamole, dunque, queste proteste, almeno le principali e nelle regioni più indicative e grandi.

 

La ribellione dei sindaci, delle federazioni e dei territori locali

Marco Meloni

Marco Meloni

Non solo i territori, cioè le federazioni e i circoli, sono imbufalite, scrivono mail e fanno telefonate fino all’ultima ora mentre il Nazareno è diventato una bolgia dantesca da cui non si capisce più chi entra e chi esce, si sa solo che Letta è a casa sua e a fare il ‘lavoro sporco’ c’è il suo braccio destro, il capo della Segretario, Marco Meloni, sardo e pure sordo, spesso, di sicuro alle preghiere altrui.

chat

La chat interna dei sindaci dem e pure quella di tutti i sindaci di centrosinistra, ribolle

Anche la chat interna dei sindaci dem e pure quella di tutti i sindaci di centrosinistra, ribolle. “Noi a questi la campagna elettorale non la facciamo e non la faremo, visto come ci hanno trattati. Ci vogliono per fare le ‘belle figurine’ e poi non ci danno neppure un nome dei nostri? Che se li vadano a cercare da soli i voti, e amen”.

Il presidente dell’Anci Antonio Decaro

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro

In pratica, al netto di Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, che ha stretto un patto di ferro con Emiliano (il secondo si candiderà all’Europarlamento, al prossimo giro, e il primo concorrerà per fare il governatore…), in sindaci faranno molto poco, prima delle elezioni, anche se hanno ottenuto le candidature di due ex primi cittadini. Andrea Gnassi (Rimini) e Merola (Bologna).

Vediamo, invece, ora, la ‘guerra’ che si è scatenata, dentro il Pd, nei maggiori territori…

 

Tutta la Campania è scesa sul piede di guerra: ‘non vi voto’…

manfredi gaetano

Gaetano Manfredi

La Campania è in rivolta. Dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, a tutti i sindaci del circondario e pure quelli delle altre province campane contro i ‘catapultati’, o ‘paracadutisti’, da Roma.

Dario Franceschini

Dario Franceschini

I quali sono due: Dario Franceschini (ferrarese, ministro, leader di Area dem, corrente interna così potente da far candidare la moglie, Michela De Biase, a Roma, capolista al proporzionale di Campania 1 al Senato), di cui già si sapeva, e Roberto Speranza, leader dii Articolo 1 (lucano, capolista sempre nel listino bloccato della medesima circoscrizione, Campania 1, ma alla Camera), senza dire che ‘Bob Hope’ è stato respinto, per giorni, da varie altre regioni a partire da quelle ‘rosse’.

roberto speranza ministro salute

Roberto Speranza Ministro della Salute

Il guaio è che nessuno dei due, Franceschini e Speranza, hanno un voto in natura e tantomeno sotto le falde del Vesuvio, dove il Pd, alle comunali, ha preso solo il 12%…

luigi di maio

Luigi Di Maio

Non basta. La Campania si deve ‘caricare’ anche Luigi Di Maio in un collegio uninominale sicuro (peccato che non lo sia affatto), quello di Secondigliano-Afragola. Certo, Di Maio è campano, di Pomigliano d’Arco, ma il collegio che gli è stato dato – lo sa lui, lo sanno i suoi – è ad alto rischio. Inoltre, non potendosi candidare nel listino proporzionale bloccato (non in quello del Pd e neppure in quello della sua lista, Impegno Civico, perché lo vieta la legge elettorale, e pure giustamente) rischia di non entrarci neppure, in Parlamento. 

 

Marche in tumulto. Paracadutisti in arrivo come se piovessero!

Marche in tumulto. Paracadutisti in arrivo!

Marche in tumulto. Paracadutisti in arrivo!

Marche pure in tumulto per lo stesso motivo. Tra i ‘paracadutisti’ campeggia Marco Bentivogli, ex leader della Fim-Cisl, fondatore di un movimento centrista, è catapultato in un collegio del Senato, quello di Ancona-Pesaro, definito ‘contendibile’, ma andrebbe strappare con le unghie e con i denti.

Marco_Bentivogli_Fim_Cisl

Marco Bentivogli

I marchigiani incroceranno le braccia, si dice, perché collegi non ne hanno, tranne una seconda posizione, alla Camera, nel listino proporzionale, dove la prima è tale Manzi, Irene, il cui merito è di essere vicina a Letta mentre il sindaco di Pesaro, e presidente di Ali, Matteo Ricci, ha dovuto mandar giù il boccone amaro di rinunciare ai suoi nomi più prestigiosi.

Alessia morani

Alessia Morani

Le Marche, non più ‘terra rossa’ da tempo, va detto, si allietano anche della presenza, al Senato, del franceschiniano di ferro Alberto Losacco, ovviamente blindatissimo (capolista nel listino) mentre Alessia Morani (marchigiana) va nel collegio di Pesaro 1 Camera e pure lei rischia…

 

Lazio conteso fino all’ultimo dagli ‘imbucati’ di tutte le risme

Cecilia D'Elia

Cecilia D’Elia

Tra Nicola Zingaretti capolista nel listino proporzionale alla Camera e Cecilia d’Elia (capolista dem al Senato), entrambi a Lazio 1, mentre Emma Bonino va nel collegio di Roma 1 (Senato), Paolo Ciani (Demos) a Roma 1 Camera spicca la candidatura di Michela De Biase, consigliera regionale dem e, soprattutto, ‘moglie’ di Franceschini:Dario ‘tiene’ famiglia e, va capito, le mogli sono petulanti di loro. 

Roberto Morassut

Roberto Morassut – Deputato Pd

Ma pure quella della giovane (e molisana…) Cerroni ha fatto storcere la bocca a molti laziali mentre Roberto Morassut, storico veltroniano, rischia di perdere il seggio, e Patrizia Prestipino (minoranza riformista) lo dovrà ottenere coi denti (ma lei ci è abituata e di solito prende tanti voti). Infine, un posto da capolista pure per il socialista Enzo Maraio, sempre a Roma 1 (listino bloccato e blindato del proporzionale) perché i tre ‘nanetti’ (Art. 1, Psi, Demos) bisogna accontentarli tutti…

 

Solo Toscana ed Emilia ‘pareggiano’, a fatica, i conti con Roma…

Elly Schlien

Elly Schlien

Solo Toscana ed Emilia-Romagna ‘pareggiano’, in parte, i conti: riescono a imporre almeno una quota di espressione dei ‘territori’, ma pure loro devono ingoiare tanti bocconi amari. Per l’Emilia ‘rossa’, a Bologna vengono candidati Elly Schlien (in quota ‘Agorà’ e pure ‘diritti civili’), Stefano Vaccari (quota ‘Zinga’) e Valentina Cruppi (quota Letta): avranno tutti e tre posti super-blindati nei listini, mentre a giocarsi i collegi va gente di ‘territorio’ (De Maria, l’ex sindaco Merola, Carpi, etc.). 

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Pierferdinando Casini è confermato nel collegio uninominale Senato di Bologna 1, nonostante le molte proteste dei territori (federazioni, segretari locali, iscritti, che non lo volevano: dal 1983 in Parlamento…), l’ex sottosegretaria portavoce di Prodi, Sandra Zampa e Daniele Manca in due collegi al Senato. Invece, il collegio di Imola-Faenza, è tutto dedicato a sfamare i piccoli ‘di sinistra’: Bonelli (Verdi) e Cucchi (società civile) entreranno tutti e due, uno alla Camera e l’altro, invece, al Senato.

sandra zampa

Sandra Zampa

In Toscana tutto, o quasi, va come le previsioni. La segretaria regionale, Simona Bonafé, sarà capolista alla Camera e Ilaria Cucchi al Senato, ma il regionale deve mandare giù bocconi amari. Oltre alla ‘defenestrazione’ di Ceccanti, scalzato dal leader del partito ‘fratello’ (SI) Fratoianni a Pisa, arrivano pure Marco Furfaro (area Zinga), che sarà anche toscano, ma vive a Roma (e al Nazareno) e, pare, ma a notte non si sa ancora, la cigiellina Camusso (Senato). Uno smacco, in definitiva, per una delle sole due regioni, con l’Emilia, che è ancora (per quanto ancora?) ‘fortino’ di voti rossi.

Qui un articolo della cronaca di Firenze di Repubblica.it che parla delle candidature del Pd in regione Toscana 

Marco Furfaro

Marco FurfaroAl netto di altre situazioni ancor più complesse (in Puglia il governatore Emiliano piazza i suoi, in Sicilia la fa da padrone il vice-segretario, Beppe Provenzano, in Calabria è guerra tra bande, ma sono tutti posti, queste regioni, come Abruzzo, Molise, etc, dove il Pd prende sempre pochi voti), resta il punto. A cosa serve candidare persone che sia iscritti al Pd che esterni, non hanno un voto?

campagna elettorale 1

Gadget delle campagne elettorali

A nulla o molto poco. Vale, dunque, quanto detto dai saggi campani: “da noi non avranno un voto”, sbottano alcuni di loro che sanno di cosa parlano “perché se li volevano ci dovevano consultare. Ora Letta si faccia la sua campagna, tanti cari auguri”.

 

Appendice. Le parlamentarie ‘finte’ dei 5s e i Magnifici 18

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

Oggi (ma ieri scrivevamo di notte….), la sfida e i riflettori si spostano sui 5 Stelle con l’avvio delle ‘parlamentarie’: nella lista dei 2000 candidati già on line, c’è anche Giuseppe Conte, che punta al collegio della Camera Lazio 1, ma soprattutto ci sono i ‘magnifici 18’ che il leader ha voluto, a tutti i costi, inserire in collegi sicuri (listini proporzionali, cioè), di fatto ‘invalidando’ l’esito delle ‘parlamentarie’ stesse perché solo i primi, a differenza degli altri, son eletti già sicuri.

de raho cafiero

Federico Cafiero De Raho

Tra i ‘magnifici 18’ (12 alla Camera e 6 al Senato) ci sono ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l’ex pm e componente del pool antimafia di Palermo Roberto Scarpinato, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino e l’ex ministro Stefano Patuanelli.

M5S Michele Gubitosa

M5S Michele Gubitosa

Nell’elenco figurano anche gli attuali vicepresidenti del M5S: Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde e Mario Turco. Completano il ‘listino’ nel ‘listino’ del M5S la capogruppo al Senato Mariolina Castellone, il notaio Alfonso Colucci (che già esercita le funzioni di organo di controllo del Movimento), l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il professor Livio De Santoli (esperto di transizione ecologica ed energetica), la senatrice e sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, il senatore Ettore Licheri e il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri. Per loro, posti sicuri, per tutti gli altri le ‘parlamentarie’. Fintissime, ovviamente, le ‘parlamentarie’ dei 5Stelle, si capisce…