Voci dal Transatlantico 1. PD, Marco Minniti scalda i motori: “Ho carattere e sono poco malleabile”

Voci dal Transatlantico 1. PD, Marco Minniti scalda i motori: “Ho carattere e sono poco malleabile”

16 Ottobre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Inizio a pubblicare qui, con un retroscena che riguarda Marco Minniti e la sua sempre più probabile candidatura alla guida del Pd, una serie di retroscena, gossip, curiosità e, ovviamente, notizie scovate, raccolte e scritte in presa diretta dal Transatlantico di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati. Sono notizie prodotte in originale per questo blog e pubblicate solo qui, sperando che incontrino l’attenzione dei miei ’25 lettori’. Buona lettura!

 

Roma, 16 ottobre 2018 – Transatlantico di Montecitorio. 

 

“Ho un certo carattere e non sono facilmente malleabile”. Marco Minniti, ormai sempre più probabile candidato dell’area che fa capo a Matteo Renzi (e non solo di quella) al prossimo congresso del Pd che lo vedrà cercare di contrastare l’ascesa – che appare inarrestabile – del candidato della sinistra interna del partito, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, parla di sé. La cosa non è usuale perché Minniti ha fama di uomo schivo e riservato, ma l’occasione è propizia. Minniti, infatti, si trova in mezzo a un capannello di deputati (quasi tutti, peraltro, di fede renziana) mentre i parlamentari attendono il voto, dentro l’Aula della Camera dei Deputati, sulle mozioni presentate dal governo Conte (e dalle opposizioni) in vista del Consiglio Ue. 

 

All’inizio il capannello sembra serio e motivato, almeno per chi ascolta.

In pratica, Minniti sta spiegando le sue prossime mosse a deputati che non vedono l’ora che, finalmente, l’unico possibile (e concreto) candidato anti-Zingaretti scenda in campo. Si è parlato, a lungo, di una forte indecisione di Minniti a candidarsi proprio perché non vorrebbe essere etichettato come ‘il’ candidato di Renzi. Ma l’uomo sembra, ormai, aver abbandonato ogni timidezza e riservatezza. Scherza e confabula con i suoi possibili supporter (ci sono l’ex sottosegretario al ministero della Giustizia, Gennaro Migliore, napoletano; il deputato Topo, napoletano; la deputata marchigiana Alessia Morani, ultrà del renzismo; il deputato, ed ex senatore, Mauro Del Barba, valtellinese, il deputato toscano e costituzionalista Stefano Ceccanti, pisano, altri non meglio pervenuti) e, soprattutto, rimane sulle sue posizioni rispetto all’uso dei social network: “Non ho mai scritto un post, non ho mai fatto un tweet e me ne faccio vanto”. 

 

E’ a questo punto che si intromette il cronista qui scrivente, spalleggiato da un collega dell’agenzia Dire, Alfonso Raimo, e poi da altri giornalisti abituali frequentatori del Palazzo. Il cronista provoca: “Onorevole, ho visto il titolo del suo libro, Sicurezza è libertà (sottotitolo Terrorismo e immigrazione contro la fabbrica della paura, editore Rizzoli, la presentazione si terrà, in pompa magna, il prossimo 6 novembre alle ore 18.30 al Residence di Ripetta con gli interventi di Walter Veltroni, Gianni Letta e del cardinal Giovanni Angelo Becciu, ndr.)” e non mi piace l’idea del verbo essere, avrei preferito una ‘e’ congiunzione…”. Minniti, colto sul vivo, la spiega così: “Senza sicurezza non c’è libertà. I nazional-populisti vogliono scambiare un po’ più di sicurezza in cambio di un po’ meno di libertà, ma è un cortocircuito perché è evidente che, se perdi la libertà, non hai sicurezza e viceversa”. 

La conversazione, insomma, sembra ‘volare alto’, ma l’attualità incombe.

 

Dalle perplessità del cronista che si professa ‘ancora di sinistra’ sul tema dell’immigrazione si passa alle possibilità che Minniti si candidi alla guida del Pd. “Io sono un dirigente del Pd e mi comporto da normale dirigente. Giovedì sarò a Trento per una manifestazione di chiusura della campagna elettorale (in Trentino si vota domenica e per il Pd si candida Giorgio Tonini ma le possibilità di vittoria sono ridotte al lumicino, per il centrosinistra). Venerdì la città di San Severo mi conferisce la cittadinanza onoraria, sabato ho un convegno a Venezia e, nel pomeriggio, parteciperò a uno dei tavoli della Leopolda (la manifestazione che, ogni anno da nove anni, organizza Matteo Renzi a Firenze, e che quest’anno si chiama “La prova del nove”). Infine, il 28-29 ottobre si tiene, a Milano, il Forum programmatico del Pd organizzato dal segretario Martina. Farei un torto a loro e alla mia storia di dirigente politico se prendessi qualsiasi decisione prima di tali appuntamenti. Intendo, invece, rispettarli. Subito dopo, avrete mie notizie più precise…”. 

 

Le notizie sembrano finire qua, ma Minniti vuole ricordare al cronista, con il suo consueto puntiglio, di avere avuto una storia “molto di sinistra”: “Ero un giovane comunista nella Reggio Calabria dei primi anni Settanta, quando i fascisti, che erano fortissimi, ti impedivano anche di entrare a scuola solo perché militavi nel Pci. Ci voleva il fisico per opporsi, oltre al carattere”. Insomma, Minniti rivendica la sua ‘storia’ di sinistra, racconta di aver partecipato – da dirigente di primo piano – a tutte le “evoluzioni” che sono nate dal Pci (il Pds, i Ds, il Pd…), rivendica la coerenza di un gruppo di dirigenti che una volta erano vicini a Massimo D’Alema (Rondolino,Velardi) e che, poi, hanno preso strade diverse e rimbrotta il cronista con una battuta: “Ho un certo carattere e non sono facilmente malleabile”. Poi rientra in Aula perché è il suo turno per votare. Il messaggio è chiaro e inequivocabile: ‘non’ sarò il candidato di Renzi né di nessun altro, se mi candido lo farò da solo, in autonomia e con le mie idee. Quelli che sono intorno a lui ci credono molto: “E’ motivato e lanciatissimo. Vedrete, sarà un osso duro per chiunque”. Forse anche per Renzi che spera molto nella candidatura di Minniti per sbarrare il passo a Zingaretti e a un Pd che ‘torna sui suoi passi’, cioè verso ‘il passato’. In ogni caso, non bisognerà aspettare molto tempo per capire cosa succederà. L’ex ministro degli Interni sta per sciogliere la sua (proverbiale) riserva. Se ne vedranno delle belle, in vista del congresso del Pd, questo almeno è sicuro.


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato in forma originale per questo blog