Voci dal Transatlantico 14. Nuovo anno, vecchi problemi per la maggioranza. Tensione tra M5S e Lega su legittima difesa e referendum propositivi

Voci dal Transatlantico 14. Nuovo anno, vecchi problemi per la maggioranza. Tensione tra M5S e Lega su legittima difesa e referendum propositivi

8 Gennaio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui un articolo, pubblicato in forma originale per questo blog, che fa il punto sulla ripresa dei lavori parlamentari che, sia alla Camera che al Senato, ripartono oggi. 

 

Il Parlamento riapre, lentamente, i battenti. Legge sulla legittima difesa, e referendum propositivi le leggi sui cui si potrebbe acuire la tensione dentro la maggioranza gialloverde

 

Tra una polemica e l’altra sul fronte immigrazione (il dl sicurezza, i nuovi sbarchi di migranti, etc.), l’inizio del 2019 si è già consumato in un amen e le Feste comandate sono già belle che finite, come sempre, con l’Epifania che “tutte le feste si porta via” anche per quanto riguarda la Politica italiana. Come si sa, infatti, la ripresa dei lavori parlamentari è per tradizione fissata alla fine del (lungo) periodo natalizio che i ‘poveri’ parlamentari – già oberati dalla mole di lavoro (si fa per dire: la XVIIII legislatura è tra le meno produttive degli ultimi 20 anni) – si prendono, per decisione autonoma, dall’antivigilia di Natale fino, appunto, a dopo l’Epifania.

Quest’anno, però, o meglio alla fine dell’anno solare 2018, almeno i deputati hanno dovuto affrontare il ‘superlavoro’ dell’approvazione di una Legge di Stabilità che li ha tenuti inchiodati a Montecitorio tra il 28 e il 30 di dicembre, con relative crisi isteriche – per fortuna rivelatisi infondate – di onorevoli che già vedevano sfumare l’agognato Cenone mentre i loro colleghi senatori erano già belli che in ferie.

Morale, ristorati e rifocillati, i parlamentari italiani hanno ripreso l’attività legislativa delle Camere formalmente lunedì 7 gennaio, ma di fatto oggi, martedì 8 gennaio.  La data, ovviamente, vale in senso relativo, per pochi e non per tutti. Per ora, a Montecitorio, sono state convocate solo le commissioni parlamentari mentre in Aula si tratta di ratificare solo una manciata di decreti e convenzioni a partire da domani, quando si terrà anche un question time mentre, al Senato, c’è ancora meno da fare perché di leggi vere e proprie per ora non ce ne sono: solo ratifiche di trattati. Poi, ci vorrà un’altra settimana buona ancora – mentre il Paese reale ha già ripreso le sue ordinarie attività a pieno ritmo, uffici dei tanto bistrattati dipendenti pubblici compresi – prima che le Camere si decidano a votare qualche legge. Eppure, di nodi politici al pettine stanno per venirne tanti, e tutti di indubbia difficoltà, soprattutto per la maggioranza di governo.

E così, venendo ai nodi ‘legislativi’ che rischiano di far diventare assai ‘calda’, nonostante il gelo termico che si registra nel Paese, la stagione politica appena aperta, essi sono due: legittima difesa e pacchetto di referendum costituzionali.

referendum

Referendum Costituzionale

 

La polemica più fresca, e di giornata, riguarda i secondi. Il vicepremier leghista, Matteo Salvini, mette in discussione in toto la proposta di legge costituzionale sul referendum propositivo presentata dai 5 Stelle, che andrà all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera la prossima settimana.

Il ‘pacchetto Fraccaro’ intende, tra le altre cose (uno degli altri punti è il taglio del numero dei parlamentari, che verrebbero ridotti da 945 a 600, cioè 400 deputati, contro gli attuali 630, e 200 senatori, dagli attuali 315) modificare in modo radicale l’articolo 71 della Costituzione e affiancare, al referendum abrogativo, quello propositivo. A un comitato promotore di un referendum basterebbero 500 mila firme per presentare una proposta di legge popolare. Dopo, le Camere avrebbero 18 mesi di tempo per legiferare e, se non lo facessero, la proposta sarebbe sottoposta a referendum popolare, senza alcun  quorum di votanti. Su questo punto si svolge il braccio di ferro con la Lega: Iezzi, come abbiamo visto, ha proposto il 33%, ma la mediazione potrebbe scendere al 20% degli aventi diritto al voto, o forse al 25% per cercare di tacitare le opposizioni. Ma oltre alla follia contenuta nella proposta in sé, e cioè alla possibilità che una (infima) minoranza del Paese possa decidere e votarsi, da sola, riforme e leggi delicate e importanti, il difetto sta anche nel resto del ddl: anche se il Parlamento intervenisse e modificasse, pur se di poco, la proposta di legge popolare il referendum popolare si terrebbe comunque, in una sorta di (assurdo) derby tra Parlamento e volontà popolare. Con conseguenze a dir poco catastrofiche. Infine, l’assurdo: resterebbe intatto il quorum per il referendum abrogativo, fissato per legge al 50,1%, asticella da sempre ritenuta molto, o troppo, alta.

Riccardo Fraccaro

Riccardo Fraccaro

 

Contro Salvini si scaglia il ministro proponente, Riccardo Fraccaro, che subito agita il Contratto del Cambiamento: “Coinvolgere i cittadini è fondamentale” – afferma Salvini al Tg3, sottolineando che “la Svizzera è un modello, però un minimo di quorum bisogna metterlo altrimenti qui si alzano in dieci la mattina e decidono cosa fare”. L’ideona di Salvini – dubbia e già immediatamente contestata dalle opposizioni, come vedremo – è di fissare il quorum al 33%  (o meno) degli aventi diritto al voto alle elezioni politiche, come recita una proposta del deputato leghista Igor Iezzi.

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Il costituzionalista e deputato del Pd Stefano Ceccanti

 

Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ed esponente dei 5Stelle, difende (sic) le prerogative parlamentari in materia di riforme, ma ricorda a Salvini quanto pattuito al momento della nascita della coalizione gialloverde: “Sulle riforme costituzionali la centralità spetta al Parlamento e non al Governo. Saranno le Camere, non il ministro Salvini né il ministro Fraccaro, a deliberare in merito al quorum per il referendum propositivo, con la consapevolezza che le riforme richiedono quanto meno il tentativo di costruire il maggior consenso possibile e di ascoltare tutti, soprattutto le opposizioni”, le quali, peraltro, sono già pronte all’ennesimo atto di ribellione. Fraccaro sostiene anche che “in Svizzera c’è il quorum zero e che il contratto di Governo prevede espressamente di cancellare il quorum, proprio per incentivare la partecipazione attiva” (dei cittadini).

Il guaio è che la proposta Fraccaro “è eversiva – come spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti, oggi deputato dem che da settimane si batte contro un’ipotesi di riforma costituzionale definita “sciagurata” – perché “non prevedere alcun quorum per referendum che toccano leggi dello Stato e principi della Costituzione come le leggi di spesa e leggi in materia penale è una vera follia giuridica”.

Si vedrà come andranno i lavori, prima in commissione Affari costituzionali della Camera (entro oggi bisognava presentare e approvare gli emendamenti dei vari gruppi mentre lo sbarco in Aula del testo è calendarizzato per il 16 gennaio) ma certo è che, su questo tema, le tensioni tra Lega e 5Stelle si svilupperanno di pari passo con quelle tra maggioranza di governo e opposizioni: Pd e FI, stavolta saldamente unite, sul pacchetto promettono aspra battaglia.

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Il presidente della Camera, Roberto Fico, convocato al Quirinale per ricevere un mandato esplorativo durante la crisi di governo del 2018

 

L’altro fronte ‘caldo’ che divide la maggioranza di governo è la legittima difesa, tema assai caro al vicepremier Salvini. Il ddl  di merito, dopo essere stato licenziato dal Senato nonostante i mal di pancia di molti senatori pentastellati, è fermo in commissione Giustizia, sempre alla Camera e lì l’esame, con il voto degli emendamenti, dovrebbe concludersi  entro il 9 o 10 gennaio. Innanzitutto, già si intravede un problema di sovrapposizione con il ‘pacchetto Fraccaro’ di riforme costituzionali, problema che solo la conferenza dei capigruppo, che si terrà il 9 gennaio e la presidenza della Camera potrà risolvere, decidendo a quale dei due ddl dare la precedenza.

Ma il problema, in questo caso, è tutto politico. Almeno 30(35 parlamentari pentastellati, quasi tutti di fede ‘fichiana’ (nel senso che sono vicini a Fico) affilano le armi della battaglia: non vogliono ‘darla vinta’ alla Lega sull’ennesimo dei suoi provvedimenti simbolo, dopo il decreto Sicurezza. Sarà un problema, per Di Maio, ricondurli alla ragione e nuove espulsioni potrebbero fioccare, dentro l’M5S. Dopo aver appreso la sorte di questi due testi di legge, arriveranno, in Parlamento, per la conversione in legge, i decreti attuativi del reddito di cittadinanza e di ‘quota 100’ per le pensioni perché i tecnici dei ministeri stanno ancora lavorando e i testi non sono ancora pronti. Altri grossi motivi di frizione e di altri guai, dunque, sono in vista.

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L’ingresso di palazzo Madama, sede del Senato

 

Infine, va segnalato – come sottolinea una ricerca effettuata dal (benemerito) sito di osservazione politica ‘OpenPolis’ condotta per l’agenzia di stampa Agi – “l’appropriazione indebita” del potere legislativo a discapito del Parlamento, sempre più svuotato della sua funzione. Pochi numeri per capire: due terzi delle leggi approvate nei primi sei mesi del Governo Conte sono pure conversioni di decreti legge; la quantità di emendamenti di natura parlamentare approvati è inferiore di quasi tre volte rispetto al primo semestre della precedente legislatura; infine, il 94% delle proposte legislative di senatori e deputati è ancora fermo al palo.

Un bilancio, dunque, per nulla edificante, che confermando la tendenza già vista recentemente (da Letta a Renzi fino a Gentiloni) dell’esecutivo di scavalcare il Parlamento nell’esercizio della funzione legislativa. Con una nota in più e ancora più stonata: la poca trasparenza nella produzione legislativa da parte del Consiglio dei ministri (le ormai celebri “manine”), dato che passano in media otto giorni dalla deliberazione delle leggi in Consiglio dei ministri alla loro effettiva pubblicazione (ed entrata in vigore) in Gazzetta Ufficiale. Giorni in cui non si sa materialmente come sono stati scritti – e soprattutto da chi – i relativi provvedimenti.

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il 6 gennaio 2019 sul sito di notizie spraynews.it