Tav sì/Tav no. Scontro tra 5Stelle e Lega che è pronta al referendum e a scendere in piazza con Pd e FI a Torino

Tav sì/Tav no. Scontro tra 5Stelle e Lega che è pronta al referendum e a scendere in piazza con Pd e FI a Torino

10 Gennaio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui un articolo scritto in originale per questo blog e pubblicato sul sito di notizie  spraynews.it che tratta dello scontro tra Lega e M5S sulla Tav e della manifestazione dei ‘Si-Tav‘ che si terrà sabato a Torino 

 

La Lega scende in piazza con i ‘Si_Tav’ ed è pronta al referendum. Chiamparino incassa e gongola. I 5Stelle finiscono nell’angolo.

 

 

tav

Tunnel della TAV

 

“Se mai il governo cadrà, non cadrà sui migranti, ma sulla Tav…”. Il vaticinio è interessato – viene da un senatore di lungo corso del Pd, da sempre pro-Tav e che mal sopporta le ‘madamine’ torinesi gli abbiano scippato la primazia – ma ha un suo fondamento. Infatti, mentre sui migranti come sul decreto Sicurezza e, come presto si vedrà, anche sulla legittima difesa, alla fine a prevalere è ‘sempre’ la linea Salvini e mentre i due attesissimi provvedimenti attuativi di reddito di cittadinanza e quota cento tardano ad arrivare alle Camere (“Fino al 17 gennaio ci hanno sequestrato, qui è inutile anche solo venirci perché tanto non arriva nulla”, dice sconsolato un deputato), sulla Tav la possibilità che la linea ‘anti-industrialista’ dei 5Stelle la spunti è alta, specie dopo le indiscrezioni sulla tanto attesa analisi costi-benefici dell’opera Lione-Torino che la commissione di studio incaricata dal ministro Toninelli ha finito il suo lavoro e, dalle indiscrezioni che arrivano, sembra bocciare l’opera. E allora ecco che Salvini se ne inventa un’altra delle sue. La Lega andrà in piazza, sabato, a manifestare per la Tav con tutto il Pd, mezza Forza Italia, le regioni del Nord e le madamin.

La notizia ha, in sé, dell’incredibile. Per molto meno, per dire, quando un ministro di Rifondazione scese in piazza contro il governo Prodi II, scoppi, in pratica, una crisi di governo. Ma tant’è. Nella maggioranza gialloverde, che si fa ‘governo’ su un tema e ‘opposizione’ al suo interno su un altro, succede di questo e altro. E così, da un lato i 5Stelle segnano un punto perché trapela, da fonti di palazzo Chigi, che l’analisi tecnica è negativa, sui costi-benefici per la Tav Torino-Lione. La bocciatura sarebbe contenuta nella relazione consegnata dalla commissione al Governo, che però ancora la definisce una “bozza preliminare” e fonti dell’esecutivo, al termine del vertice notturno di Palazzo Chigi, precisano che nessuna decisione è ad oggi presa. Insomma, si prende ancora tempo. Ma i ministri leghisti, come scatenati e come un sol uomo, pressano per un ‘supplemento di riflessione’ perché il ‘no’ definitivo all’opera rischia rischia, tra le altre, di provocare la ‘ritorsione’ dei francesi su Fincantieri. Di Maio, peraltro, prova persino a mediare e, sul punto, dice: “Non ho letto la relazione, è uno studio preliminare che poi avrà un contraddittorio con le varie associazioni di categoria e del territorio e con i comitati pro e contro la Tav”, assicura il vicepremier pentastellato.

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 Matteo Salvini

 

Ma, parlando a Radio Rtl, e già di mattina presto, Salvini dice che “è meglio andare avanti, perché se c’è un’opera a metà è meglio finirla che lasciarla a metà”. Poi introduce un argomento che sembra salomonico ma che potrebbe diventare assai insidioso, un vero cappio al collo, per il M5S: “Ci sono milioni di italiani che hanno un’idea chiara, se chiedessero un referendum nessuno di noi vorrebbe e potrebbe fermare la richiesta”. Un referendum popolare che, di fatto, vedrebbe tutti i partiti, tranne M5S, uniti nel fronte pro-Tav e che, dunque, vedrebbe trionfare il fronte dei pro ‘grandi opere’. Ma alla Lega non basta ed ecco che arriva l’adesione alla manifestazione di sabato organizzata a Torino dalle madamincon l’aiuto del… Pd. “La Lega non ha mai avuto dubbi: la Tav va realizzata, perché è una risorsa preziosa per lo sviluppo strategico dell’economia piemontese e di tutto il paese” spiega secco Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera. Il quale condisce la sua affermazione con due annunci: in caso di esito negativo dell’analisi costi-benefici: il Carroccio è pronto a “sostenere un referendum consultivo” e, due, che la Lega è “pronta a sostenere con forza le ragioni dei Sì Tav, anche sabato prossimo, in piazza Castello a Torino” (trattasi di semplice sit-in in realtà).

Attilio Fontana governatore

Attilio Fontana Governatore della Lombardia

I governatori del Nord, ovviamente, non stanno nella pelle. “Ribadisco che la Tav è un’opera che serve e che va fatta. Se per raggiungere questo obiettivo è necessario un referendum, faremo anche questo” afferma il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, leghista doc. Ma il più scatenato è, ovviamente, il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino: “Il governo non ha più alibi: i dati tecnici ci sono, li completi e decida”, dice, aggiungendo che afferma “se dirà no alla Tav, chiederò al Consiglio regionale di indire con apposita legge un referendum consultivo al quale, se lo riterranno, potranno unirsi i colleghi di Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, e Liguria, in modo da avere una grande giornata in cui tutto il Nord Italia si pronunci su un eventuale decisione di bloccare la Tav”. Chiamasi, il suo, un goal a porta vuota perché, appunto, su un tale obiettivo i governatori – tutti di centrodestra – sono pronti alla guerra.

 

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Sergio Chiamparino, governatore della Regione Piemonte

 

E così, Chiamparino – che si ricandida, per conto del Pd, alle regionali che presto si terranno in Piemonte e che, dicono i maligni, potrebbe godere di una sorta di non expedit leghista che cederebbe il passo a un candidato di FI ‘debole’ per perdere la regione, e non per vincerla… – rafforza di molto la sua posizione e la sua centralità nel Nord e in Piemonte. E, non pago, rigira il coltello nella piaga: “è chiaro che, dal punto di vista politico, quella della Torino-Lione è l’ennesima crepa tra Lega e 5Stelle la cui soluzione andrebbe chiesta a Di Maio e Salvini o ad Appendino e Molinari. Comunque sia, questa incertezza fa danni all’Italia e al Piemonte”.

Infine, Chiamparino ammette che non sarebbe sorpreso se fossero confermate le indiscrezioni che danno per bocciata la Tav: “Non mi stupirebbe se l’analisi costi benefici fornisse un risultato negativo perché il professore Ponti e il suo gruppo non hanno mai fatto mistero delle loro convinzioni. A questo però bisogna aggiungere la valutazione sui costi del non fare che al momento non mi risulta sia stata fatta e in ogni caso c’è una parte di valutazione che è politica e riguarda i benefici. Quando vale in termini economici per i prossimi 50 anni spostare il traffico merci dalla strada alla ferrovia? Io a questo do un altissimo valore e quindi ritengo che la Tav si debba fare. I benefici sono di gran lunga superiori ai costi. La politica ha un ruolo sulle opere che sono strategiche perché cambiano lo scenario, non ne prendono solo atto. Questo è l’obiettivo”.

 

M5S_logo

Il logo elettorale dell’M5S

 

Naturalmente, sulla questione,, alzano la voce anche le sette madamin alla vigilia della manifestazione Si Tav di sabato mattina, 12 gennaio, in piazza Castello a Torino e a due mesi dalla mobilitazione che il 10 novembre scorso ha portato in piazza, sempre a Torino, 40 mila persone: “Noi rispettiamo le istituzioni e chiediamo che le istituzioni rispettino noi: chiediamo a Di Maio di ascoltarci, di darci attenzione e di deviare un po’ di spazio ai temi che riguardano ‘l’Italia e non solo ai gilet gialli francesi”. Ora, appunto, la patata bollente, più che sul tavolo del povero Toninelli – contrarissimo alla Tav, ma ormai afono in quanto di fatto ‘commissariato’ dal suo Movimento – è nelle mani di Di Maio. Può decidere di ‘tenere duro’, aprendo una crisi verticale con la Lega ben più grave di quella sui migranti, oppure può rimangiarsi la parola data ai ‘no-Tav’ della val di Susa in campagna elettorale e, come già successo sulla Tap in Puglia e sulle trivelle in mare, può continuare a perdere voti e credibilità nella base 5Stelle. Ma qualsiasi cosa decida sarà un insuccesso.