Centrodestra, Salvini e Meloni puntano a creare un ‘polo sovranista’ senza Berlusconi. I candidati alle Europee

Centrodestra, Salvini e Meloni puntano a creare un ‘polo sovranista’ senza Berlusconi. I candidati alle Europee

11 Aprile 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Salvini e Meloni puntano a un ‘polo sovranista’ che faccia a meno di Berlusconi anche in vista di eventuali Politiche. La corsa dei tre leader per Strasburgo e i candidati dei tre partiti di centrodestra

 

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Le bandiere dell’Unione europea sventolano a Strasburgo, sede del Parlamento Ue

 

Il refrain più ricorrente, ormai da mesi, è che Lega M5S attendono i risultati delle elezioni europee del 26 maggio per decidere, in pratica, tutto. A partire dal governo (se dovrà continuare a operare o meno) e dagli equilibri interni alla maggioranza di governo. Ma anche i partiti del centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) attendono i risultati delle Europee come la ‘prova del nove’.

Salvini si gira tra le mani un sondaggio riservato: Lega e FdI avrebbero la maggioranza dei seggi anche senza Forza Italia

 

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Matteo Salvini e Luigi Di Maio

 

Per dirne una, Matteo Salvini – che si ‘nutre’ di sondaggi quotidiani come Di Maio e, ovviamente, come Berlusconi – conserva, gelosamente, in un cassetto, una rilevazione vecchia di mesi. Diceva, in buona sostanza, quel sondaggio, che ‘senza Berlusconi’, per eventuali elezioni politiche, la Lega volerebbe al 34-35% dei voti (cioè il numero esatto dei consensi che Salvini si aspetta alle elezioni europee) mentre ‘con Berlusconi’ scivolerebbe verso il 25-26%.

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L’istituto di sondaggi Euromedia Research

 

In sostanza, diceva quel sondaggio – ovviamente ‘riservato’ ma si dice stilato dalla più seria e capace sondaggista italiana, Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, la Lega conquisterebbe, con il 35% dei voti, 299 e 332 deputati, alla Camera.

 

Alessandra Ghisleri

Alessandra Ghisleri

 

Nel mix tra collegi uninominali e parte proporzionale, vuol dire avere tra i 164 e 187 collegi uninominali e 135-145 collegi nella parte proporzionale. In totale, appunto, la forchetta del polo sovranità sarebbe tra 299 e 332 deputati. Con i deputati eletti in Fratelli d’Italia (30-40) e, forse, da una ‘terza gamba’ sovranista (Toti), la maggioranza sarebbe ampia, anzi di ferro, senza chiedere l’aiuto di Forza Italia.

 

Le liste del Carroccio: Salvini capolista ovunque

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Silvio Berlusconi e Matteo Salvini con dietro i simboli dei loro rispettivi partiti

 

Salvini sarà il capolista delle liste del Carroccio in tutte e cinque le circoscrizioni elettorali. Naturalmente, non andrà mai a Strasburgo perché già fa il vicepremier, il ministro dell’Interno e, nei ritagli di tempo, il senatore della Repubblica. E non che, a dirla tutta, all’Europarlamento la sua assenza sarà notata più di tanto. Nelle due legislature antecedenti a quella che si aprirà a maggio, Salvini si è distinto, sì, ma per le molte assenze e la scarsa produttività.

Ma per drenare voti e consensi, il voto di preferenza serve, proprio come la serva di Totò. Presentarsi come capolista, dati i sondaggi e gli indici di gradimento, trainerà il voto alla lista della Lega, partito che Salvini vuole far ‘volare’, prefigurando un exploit simile, per numeri e per clamore, al famoso 41% preso dal Pd di Renzi alle Europee del 2014.

 

Anche la Meloni capolista ovunque. Liste “aperte” per FdI

 

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Giorgia Meloni e il simbolo di Fratelli d’Italia

 

Del resto, anche Silvio Berlusconi, alle Europee del 2009, si presentò capolista in tutte e cinque le circoscrizioni, e mentre era, in quel momento, presidente del Consiglio. La stessa cosa farà Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: oggi è ‘solo’ deputata, ma non lascerà mai lo scranno alla Camera per un posto a Strasburgo. La sua candidatura serve, appunto, per trainare il voto a Fratelli d’Italia.

 

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Caio Giulio Cesare Mussolini e Giorgia Meloni

 

Liste, quelle di Fratelli d’Italia, zeppe di nomi sia altisonanti (Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del Duce, figlio di Guido e nipote del secondogenito di Benito, Vittorio Mussolini) sia di nomi pescati nella società civile (Pietrella, presidente di Confartigianato Moda, al NordEst, Fiocchi, produttore di munizioni al NordOvest, e via così), più la ricandidatura dei 4 europarlamentari uscenti.

 

Raffaele Fitto

Raffaele Fitto

 

Si tratta di Maullo, Leottino, Sernagiotto e, soprattutto, di Raffaele Fitto, ex forzista poi uscito da FI, che ha portato in dote alla Meloni l’ingresso nel gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, l’ECR.

 

L’obiettivo di Salvini e Meloni: il “polo sovranista”

 

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La sede del Parlamento europeo di Bruxelles vista dall’esterno

 

Il voto europeo, per il partito della Meloni – che il prossimo weekend, a Torino, organizza una ‘Tre giorni per l’Europa’, con gli interventi esterni di Giulio Tremonti e Giovanni Toti e che ha messo nel suo simbolo il logo dei “Sovranisti e Conservatori europei” – sarà a sua volta dirimente.

Se, fino a un mese fa, l’obiettivo di FdI era quello di riuscire a passare la soglia di sbarramento – fissata al 4%, per le elezioni europee – ora l’ambizione è diventata più grande. Si tratta di superare, quantomeno, il 5% dei voti e, possibilmente, di veleggiare verso il 6%. “Vorrebbe dire – spiegano i colonnelli della Meloni – che il polo sovranista, composto dalla Lega e da noi, sarebbe autosufficiente, anche in vista di eventuali elezioni politiche anticipate”.

 

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La “nuova coppia” Meloni Salvini

 

Insomma, il progetto della Meloni (ma anche di Salvini) è ambizioso quanto coerente: dare vita a un polo ‘sovranista’ che se, a eventuali elezioni politiche, potesse partire da una base di consensi superiori al 40% dei voti potrebbe vincere tutti (o quasi tutti, tranne nell’Italia centrale, forse) i collegi uninominali. Quelli che, in base all’attuale legge elettorale, il Rosatellum, segnano la possibilità di poter poi godere, in Parlamento, di una maggioranza di voti certa e stabile. Il tutto, ovviamente, riuscendo a fare a meno di Forza Italia o avendola in una posizione ancillare e, di fatto, irrilevante.

 

Giovanni Toti lavora alla ‘terza gamba’ dei sovranisti

 

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Giovanni Toti , governatore della Liguria, è pronto a dire addio a Forza Italia?

 

Senza dire del fatto che, sempre il giorno dopo le Europee, se FI dovesse registrare una brusca caduta nei consensi, nonostante le pluri-candidature di Berlusconi da capolista, il partito, di fatto, si squaglierebbe come neve al sole. Giovanni Toti, il governatore ligure, è in rotta di collisione ormai aperta, con l’attuale tolda di comando del partito, e aspetta solo il tonfo finale per dare vita a una formazione di ‘azzurri del Nord’ unita alla Lega e a Fratelli d’Italia. Ma anche molti deputati azzurri, specie nel Centro-Nord, “fanno la fila per venire da noi – dicono i colonnelli leghisti – anche se noi abbiamo ricevuto da Matteo (Salvini) in persona l’ordine di respingerli almeno fino alle Europee”.

 

Per Forza Italia le Europee sono la ‘lotta per la sopravvivenza’

 

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Forza Italia festeggia i suoi primi 25 anni di vita

 

Per Forza Italia le Europee segneranno un prima e un dopo il voto. Se il partito di Berlusconi – che sarà presente come capolista in ben quattro circoscrizioni su cinque (solo al Centro il capolista sarà il presidente uscente dell’Europarlamento, Antonio Tajani), il che vuol dire che, Forza Italia dovrà candidare ben quattro donne dietro di lui – manterrà la soglia di galleggiamento in cui (il 10%), potrà continuare, se non a dettar legge, quantomeno a far sentire la sua posizione e la sua voce, dentro il centrodestra.

In più, con Berlusconi sicuramente eletto a Strasburgo – anche se, almeno al Nord, rischia di perdere in malo modo la sfida con Salvini sul numero di preferenze che arrideranno all’uno e all’altro – Forza Italia potrà far sentire, ancora di più di oggi, la sua voce in Europa.

A partire da quel PPE con cui lo stesso Salvini sa bene che, prima o poi, dovrà allearsi se vuole riuscire nell’intento di strapparlo all’alleanza storica con il PSE, ai vertici della Ue.

 

Berlusconi capolista e l’alleanza con i piccoli centristi

 

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Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia

 

Forza Italia, per cercare di fermare la molto probabile, e ormai inarrestabile, emorragia di voti, è corsa ai ripari stringendo i bulloni con sigle e movimenti centristi, vecchi e nuovi. In lista ci sarà spazio per gli uomini dell’Udc di Lorenzo Cesa, che ricandiderà sé medesimo, al Centro, per il siciliano Saverio Romano, al Sud, e anche per associazioni cattoliche moderate come l’Mcl, il cui presidente, Carlo Costalli, è in ottimi rapporti con Tajani e che può portare, con i suoi 300 mila iscritti, parecchi voti in dote a Forza Italia, anche se si limiterà a indicare dei candidati non suoi. 

 

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Il Presidente dell’MCL, Carlo Costalli

 

Anche Angelino Alfano, ex leader dell’Ncd-Ap, poi ritiratosi dalla scena politica (fa l’avvocato in un importante studio notarile milanese e si occupa di contratti internazionali), è stato rivisto ad Arcore. Avrebbe portato ‘consigli’ a Berlusconi su come formare le liste per le Europee e su chi puntare, anche se molti, nel partito del Cavaliere, non vedono di buon occhio il suo ritorno in pista. Certo è che una parte del mondo cattolico moderato, specie quello di derivazione e marca ciellina, si sta riavvicinando a Forza Italia, tanto che anche il piccolo gruppo di ‘Noi Con l’Italia‘, fondato dall’ex ministro di Ncd-Ap, Maurizio Lupi, ha stretto un patto elettorale e politico con il partito azzurro. 

 

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L’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano al Senato

Un’altra novità dell’ultima ora è quella della candidatura di un nome che sembra uscito dalle secche della Prima Repubblica: la ex presidente della Camera, ma nella lontana legislatura 1994-1996, Irene Pivetti, che sarà candidata nella circoscrizione NordOvest, subito dopo Silvio Berlusconi. Leghista delle origini, poi diventata centrista, poi persasi nelle nebbie della Seconda Repubblica, la Pivetti torna da dove era partita: infatti, quando era una giovane studentessa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano militava in ‘Ateneo Studenti‘, il braccio operativo di CL

 

Ma per Forza Italia quella del 26 maggio è diventata davvero la ‘partita della vita’: deve dimostrare di esistere, e di poter ancora contare, dentro il centrodestra. Altrimenti, per ogni scenario futuro, Salvini(e Meloni) potranno liberarsene in via definitiva. “Tanto – sogghigna un leghista – Berlusconi sarà ben contento di godersi la piovosa e uggiosa Strasburgo, dove ha già detto che vuole prendere casa. Resti lì, il Cavaliere, che in Italia non abbiamo più bisogno di lui”.

 


 

NB: Questo articolo è stato scritto e pubblicato per il sito di notizie Tiscali.it il 10 aprile 2019