“Asilo Mariuccia” tra Lega e M5S. Salvini e Di Maio se le suonano su conflitto d’interesse e decreto Sicurezza bis

“Asilo Mariuccia” tra Lega e M5S. Salvini e Di Maio se le suonano su conflitto d’interesse e decreto Sicurezza bis

12 Maggio 2019 1 Di Ettore Maria Colombo

Una nuova normativa conflitto di interessi, che i 5Stelle minacciano, e presto, di approvare in Parlamento, già a partire da martedì prossimo, e il decreto Sicurezza bis che Salvini minaccia di presentare, presto, dentro il cdm (anche se Conte fa capire di non volerlo convocare( fanno litigare di nuovo Di Maio e Salvini. Il Colle è preoccupato. Intanto, Silvio Berlusconi promette al leader leghista: “se rompi con M5S, sei tu il leader del centrodestra”.

 

Scoppia l’ennesima grana: la legge sul conflitto di interessi

 

Il conflitto d'interessi

Il conflitto d’interessi

 

Mentre continua a infuriare – tra Di Maio e Salvini, tra la Lega e l’M5S – lo scontro sul decreto Sicurezza bis, con il premier Conte che non ha alcuna intenzione neppure di convocarlo, il cdm, prima delle elezioni europee, sia per non dare ragione a Salvini sul tema nello specifico sia per evitare di dare luogo alla rappresentazione plastica della frattura interna al governo, i 5Stelle studiano e sfornano l’ennesima provocazione contro la Lega in un continuo gioco al ‘più uno’.

 

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Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico

 

Infatti, l’M5S ha deciso di tirare fuori dalla naftalina un “pacchetto” di tre proposte (la legge Macina, sul conflitto d’interessi, la legge Dadone, sull’incompatibilità dei parlamentari, e la legge Silvestri, sui lobbysti in Parlamento), tre proposte di legge che giacevano, dimenticate, nei cassetti della legislatura e che ora – annuncia Di Maio – confluiranno in una pdl unica di cui, martedì prossimo, verrà chiesta la calendarizzazione presso la I commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta, guarda caso, dal grillino Giuseppe Brescia.

Detta in soldoni e tradotta in italiano, l’M5S vuole far ‘brillare’ come una mina lo scontro con la Lega portandolo all’ennesima potenza. Infatti, anche se i rapporti tra Salvini e Berlusconi non sono di certo più quelli di un tempo, la Lega – anche per una serie di ‘interessi’ territoriali come le alleanze regionali e la stabilità delle giunte – non può certo permettersi di mettere un dito nell’occhio al Cav.

Inoltre, come se non bastasse, sulla proposta di legge unica sul conflitto d’interessi i 5Stelle già fanno sapere, pur se sottotraccia, che il Pd – il quale già sta mandando alcuni segnali di ‘intesa cordiale’ con l’M5S sia su temi economici (il salario minimo) sia su temi altri (la Rai, la legge sulle Autonomie) – possa convergere con loro, votando una legge del genere, se la Lega dovesse dire no.

 

Le assurde norme sul conflitto d’interessi: ‘guai ai ricchi’

 

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Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi

 

La proposta – o meglio ‘le’ proposte, facendo dunque una sintesi e un mix delle tre proposte di legge sopra citate – mira a colpire non solo chi ha intrecci tra tv e aziende private, come Berlusconi, ma anche banalmente ‘i ricchi’, in una sorta di ‘egualitarismo rovesciato’ o ‘socialismo reale’ all’amatriciana che stravolge il senso della parità dei diritti dei cittadini. Una ‘utopia negativa’ che, in modo simmetrico a quando, nel Piemonte e nel Regno d’Italia dell’Ottocento, potevano votare ed essere eletti solo i cittadini italiani dotati di alto reddito e alta istruzione (il suffragio universale maschile arrivò nel 1919, il suffragio universale universale solo nel 1946), punisce solo i ricchi.

 

Proposte di legge

Proposte di legge

 

Infatti, a leggere in modo comparato le pdl Dadone e Macina si scoprono tutta una serie di ‘paletti’ illogici e palesemente anticostituzionali. Le due proposte di legge sulle incompatibilità dell’esecutivo e dei parlamentari vietano ogni tipo di carica elettiva (statale, regionale e locale) a tutti coloro che detengono, anche per interposta persona, “un patrimonio mobiliare o immobiliare superiore ai 10 milioni di euro”, ma anche a chi ha “partecipazioni superiori al 2% di un impresa che opera in regime di autorizzazione o concessione” o di “imprese che operano nei settori di radio, tv, editoria e Internet o altre imprese di interesse nazionale”, anche all’estero e financo nelle onlus con quote superiori al 2% per i membri del governo e del 5% per i parlamentari o che abbiano anche solo dei “rapporti contrattuali di qualsiasi natura con la Pubblica amministrazione”.

 

Neanche un direttore di giornale potrebbe candidarsi…

 

L'ex presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli

L’ex presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli

 

Inoltre, le tre pdl targate M5S presentano altri due aspetti assurdi: vietano ai “direttori e vicedirettori di testate giornalistiche nazionali” di essere eleggibili se hanno esercitato il loro incarico “fino a sei mesi prima la data di accettazione della candidatura”. Infine, con una norma palesemente illegittima – come notava, oggi, sul Messaggero, l’ex presidente della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli– le tre pdl combinate introducono il tetto dei due mandati al massimo consecutivi per gli onorevoli. Una norma incostituzionale perché, appunto, per poterla introdurre servirebbe una modifica alla Costituzione. Infine, una delle tre pdl introduce un “periodo di attesa” di oltre due mesi per i parlamentari, i membri del governo, i consiglieri regionali che, esaurito il loro mandato, vogliano svolgere attività di tipo lobbystico, affaristico o di interessi privati.

 

Salvini e Di Maio si attaccano sul decreto Sicurezza bis

 

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I due vicepremier del governo Conte, Salvini e Di Maio

 

Ma la polemica tra Lega e M5S riguarda anche molto altro. Salvini è come l’alunno che non fa i compiti. I mancati rimpatri non possono sempre essere colpa di qualcun altro” (Luigi Di Maio, vicepremier). “Il Governo va avanti perché mi rifiuto di pensare che ci siano ministri del M5S che vogliono riaprire i porti all’immigrazione clandestina. Io sono leale spero che tutti siano leali come ho dimostrato io lealtà in questi undici mesi” (Matteo Salvini, vicepremier). Certo, la ‘notizia’ che Salvini e Di Maio litighino – nella fattispecie, quella di ieri, sull’annoso tema dei migranti – non è più, oggettivamente, una ‘notizia’ ormai da settimane, se non da mesi. Ma la tensione l’altro ieri registrata sul decreto Sicurezza bis che il ministro degli Interni vorrebbe introdurre in Italia si porta con sé una serie di altre, molto pesanti, conseguenze. Infatti, il decreto Sicurezza bis – annunciato l’altro giorno con un post su Facebook, ma ancora lungi dal diventare un testo formale e operativo che andrà presentato prima al consiglio dei Ministri e poi al Parlamento – rischia di stravolgere le fondamenta del diritto italiano, di quello internazionale, come il diritto del mare, e le prerogative del presidente del Consiglio e di diversi ministri cui verrebbero scippate molte competenze che, con quel decreto, finirebbero tutte nelle mani del Viminale.

Conte non convoca il cdm, Mattarella è preoccupato…

Il presidente Mattarella Preoccupato

Il Presidente Mattarella Preoccupato

 

Tanto è alta la tensione, all’interno del governo, che il premier Conte, per ora, non ha alcuna intenzione neppure di convocarlo, un cdm, almeno non prima delle elezioni perché teme che ne esca la rappresentazione plastica dello scontro già in atto, e ormai insanabile, tra Lega e 5Stelle.

 

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Il premier Giuseppe Conte

E a tal punto il dl sicurezza bis stravolgerebbe la legislazione ordinaria dello Stato che al Quirinale hanno subito drizzato le antenne e ora aspettano pazienti che, prima o poi, il decreto diventi un atto legislativo per vagliarlo e, forse, anche di bocciarlo. Non a caso, già sul ‘decreto Sicurezza uno’ i rilievi del Colle erano stati notevoli con tanto di ‘lettera di richiamo’ indirizzata alle Camere.

 

Cosa prevede il nuovo decreto messo a punto da Salvini

Matteo Salvini

Matteo Salvini

 

Certo è che lo schema di decreto legge presentato ieri da Matteo Salvini dà nuova linfa alle polemiche interne al governo e suona il gong di un nuovo match tra il ministro dell’Interno e il suo – teorico – alleato di governo, Luigi Di Maio. Nello schema del “decreto sicurezza bis”, è previsto, tra le altre cose, che la “competenza a limitare o vietare il transito e la sosta nel mare territoriale” passi al Viminale. Quindi, sempre a lui, Salvini. Ma c’è di più: sono previste multe per le ong che salvano i migranti in mare: fino a 5 mila euro a persona accolta a bordo.

 

La nave Mare Jonio

La nave Mare Jonio

 

Tanto per dire la Mare Jonio, che l’altro ieri ha salvato molti migranti sarebbe stata ‘affondata’ con ben 150 mila euro di multa e il ritiro della licenza. Infine, mare ‘vietato’ (limitazione o chiusura dei porti e delle acque territoriali) dal Viminale con competenze strappate al ministero dei Trasporti.

 

La “doppia missiva” di Salvini a Conte e a Moavero Milanesi

 

Enzo Moavero Milanesi

Enzo Moavero Milanesi

 

Ma, ieri, ad innescare la reazione furibonda del M5S è la doppia missiva che Salvini invia al ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, e al presidente del Consiglio Conte in cui chiede “un salto di qualità” nel contrasto all’immigrazione. Parole che fischiano alle orecchie di Di Maio come le scuse di uno scolaro che non ha fatto i compiti a casa: “Io sono deluso dal decreto sicurezza bis, non c’è niente sui rimpatri. Il tema ora non sono gli arrivi. Gli arrivi li abbiamo fermati grazie alle politiche migratorie fatte dal ministero dell’Interno e da tutto il governo e sono politiche che fanno in modo che, anche quando arriva una nave con 30 persone a bordo, la maggioranza va negli altri Paesi Ue. Il tema vero, adesso, è sui rimpatri e noi siamo pronti a dare una mano al ministero dell’Interno se serve. Io non faccio il ministro dell’Interno, ma non può essere sempre colpa degli altri”.

 

Di Maio sbotta: “Salvini usa arma di distrazione di massa

 

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Matteo Salvini esce sconfitto nel caso Siri

 

Ma Di Maio si spinge oltre le questioni di metodo e, andando a guardare i contenuti dello schema di decreto, ne sottolinea la vacuità, avanzando il sospetto che si tratti di un’”arma di distrazione di massa” usata da Salvini per nascondere mediaticamente la sua sconfitta sul caso Siri: “Non vorrei che il decreto sicurezza fosse l’ennesima iniziativa per coprire il caso Siri e per coprire quello che è successo sulla corruzione in queste tre settimane, perché all’interno non vedo grandissime novità sui rimpatri, che sono oggi il tema centrale per l’immigrazione” dice il vicepremier pentastellato.

 

Salvini ribatte: tranne l’M5S, tutto il governo è con me

 

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Salvini e Di Maio non si parlano più… (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Il leader leghista finge di non raccogliere le accuse e ‘tira dritto’: il decreto potrebbe essere presentato in consiglio dei Ministri già la prossima settimana: “Lo abbiamo già inoltrato a tutti gli altri ministeri. Quando gli altri ministeri rapidamente mi daranno le loro riflessioni, io sono pronto”.

Nel pomeriggio, poi, fonti del Viminale fanno sapere che, appunto, Giuseppe Conte e Enzo Moavero Milanesi hanno già risposto alla missiva di Salvini e parlano di “piena sintonia e condivisione degli obiettivi”. E, aggiungono le stesse fonti leghiste, “le lettere del premier e di Moavero Milanesi sono una risposta positiva e molto apprezzata dal Viminale, a poche ore dal decreto sicurezza bis che interviene con decisione contro i trafficanti di uomini e gli aggressori delle Forze di Polizia. Obiettivi e proposte che saranno certamente condivisi da tutto il governo”.

Dall’opposizione, il Pd, ovviamente, boccia senza appello Salvini e il suo decreto: “Assumessero più personale (ma le assunzioni ci sono: 800 uomini in più per 25 milioni di euro in due anni, ndr.) aprissero i commissariati nei quartieri difficili, si impegnassero contro la criminalità organizzata. Allora sì che sarebbe un decreto sicurezza” sostiene il segretario dem, Nicola Zingaretti, che vaticina: “questa pagliacciata non verrà mai approvata”.

 

La lite diventa politica: la telefonata tra Salvini e Berlusconi

 

Telefonata fra Berlusconi e Salvini

Telefonata fra Berlusconi e Salvini

 

Poteva mancare la ‘coda’ politica, in vista delle Europee, alla sfida all’arma bianca in corso tra Salvini e Di Maio? No, ovviamente. “Leggo che ci sarebbero state telefonate tra la Lega e Berlusconi – insinua Di Maio– dove si parla di far cadere il governo. Mi auguro siano smentite perché quello che stiamo facendo noi va proprio nella direzione opposta a Berlusconi e a quello che la sinistra e il Pd non hanno mai avuto il coraggio di fare in trentanni”.

La smentita di Salvini al presunto contenuto ‘politico’ della sua telefonata al Cavaliere arriva ma è un’altra mazzata:“Berlusconi l ’ho sentito per fargli gli auguri di buona salute, spero che Di Maio non polemizzi anche quando qualcuno augura in bocca al lupo a uno che è ricoverato in ospedale, perché altrimenti saremmo all’asilo Mariuccia”.

 

Un “asilo Mariuccia” molto chiassoso. Il rischio elezioni

Asilo Mariuccia

Asilo Mariuccia

 

Ecco, appunto, l’asilo Mariuccia. Questo è diventato il ‘rapporto’ di governo, l’alleanza tra Lega e 5Stelle. Certo, il leader leghista ancora frena, con i suoi, sulla necessità di rompere l’alleanza (glielo chiedono, con sempre maggiore insistenza, i governatori del Nord, Zaia a Fontana, il sottosegretario Giorgetti, i ministri Centinaio e Fontana, tutti i suoi colonnelli), ma solo perché – dopo aver goduto a lungo dei favori dell’opinione pubblica – oggi la Lega è caduta nei sondaggi (dal 35-36% al 31-32%): quei voti vanno “tutti recuperati”. “Dopo – sospirava ieri Salvini con alcuni colonnelli leghisti – può succedere di tutto e io come voi sono pronto a tutto”.

‘Tutto’ vuol dire crisi di governo e rimpasto draconiano, tutto sbilanciato a favore della Lega, nella ‘migliore’ delle ipotesi, oppure crisi di governo e fuga al voto anticipato per tornare a presentarsi con un centrodestra da lui guidato. Berlusconi, nella telefonata con Salvini, questo gli avrebbe garantito: “Se rompi e torniamo al voto, la mia ingombrante presenza non ci sarà, io andrò in Europa e me ne occuperò. Il capo del governo sarai tu”. Un’offerta di quelle che, per Salvini, sarà difficile rifiutare.


 

 

NB: Parte di questo articolo è uscito ieri, 11 maggio 2019, sul sito di notizie Tiscali.it