“A che punto è la notte?” Il timing della crisi di governo e di possibili elezioni politiche anticipate

“A che punto è la notte?” Il timing della crisi di governo e di possibili elezioni politiche anticipate

4 Giugno 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Sentinella, a che punto è la notte?” si chiedeva uno dei padri della Repubblica e della Costituzione, oltre che fondatore della Dc, il cattolico di sinistra Giuseppe Dossetti. Cerchiamo di capirlo qui. 

Giuseppe Dossetti e la sua eredità culturale e politica

Giuseppe Dossetti e la sua eredità culturale e politica

Il Parlamento è fermo, immobile. Il decreto sblocca cantieri – che contiene, al suo interno, il codice degli appalti – deve andare in aula, al Senato, a partire da oggi, per poi tornare alla Camera dove va approvato a tamburo battente, mentre il dl Crescita è alla Camera e deve tornare al Senato. Pena la decadenza di entrambi i decreti (il primo scade il 17 giugno, lil secondo il 30 giugno).

L’ultimo scontro notturno nel governo: il codice degli appalti

Il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia

Il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia

Ieri sera, il governo, in una drammatica riunione notturna, non è riuscito a trovare ‘la quadra’: il premier Conte, di fronte alla ostinata volontà della Lega (presente alla riunione, per Salvini, c’era il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia), che non ha voluto sentire ragioni alla richiesta di ritirare il suo emendamento che prevede la sospensione del codice degli appalti per ben due anni – ha detto una frase ben più definitiva che nella sua conferenza stampa del pomeriggio di ieri, quella in cui ha paventato le sue dimissioni: “Va bene, allora basta, così andiamo tutti a casa”.

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio

Da giorni si cerca una data per il Consiglio dei ministri e da giorni si parla di un vertice di governo che nessuno ha la forza di convocare. Vertice che, ieri, Luigi Di Maio ha chiesto di organizzare in poche ore, ma l’agenda di Salvini dice sarà molto, molto difficile poterlo tenere prima di venerdì.

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Matteo Salvini, leader della Lega Nord, in campagna elettorale

Il leader leghista ha ripreso la campagna elettorale con ritmi forsennati in vista dei ballottaggi delle amministrative di domenica: le fonti della Lega dicono che, fino a lunedì, non farà strappi, ma che, al cdm di venerdì, se ci sarà, imporrà come conditio sine qua non l’approvazione del dl Sicurezza bis.

 

La procedura d’infrazione per l’Italia è già pronta

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Il logo della Commissione europea

Mercoledì si materializzerà la sempre più probabile apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia. La Commissione europea non potrà che seguire la linea dura imposta dai Paesi rigoristi, quelli del Nord Europa, e – al di là di una sempre più probabile manovra correttiva – si avvicina a grandi passi un autunno che dovrà licenziare una legge di Bilancio 2020 davvero imponente, di circa 50 miliardi, tra misure da riconfermare e clausole Iva e accise da non far scattare. C’è abbastanza carne al fuoco per preoccupare il presidente della Repubblica, peraltro già da settimane tirato per la giacchetta ad intervenire in una crisi tutta politica e di governo, ma che nulla c’entra con il Quirinale.

 

La ‘bontà’ della minaccia di dimissioni di Conte è dubbia…

 

Ultimatum di Conte, dimissioni?

Ultimatum di Conte, dimissioni?

La bontà della mossa del premier resta un’incognita. L’ultimatum di Conte porta, è vero, un elemento di chiarimento su come si potrà aprire la crisi. Forse non serviranno neppure incidenti parlamentari o uscite unilaterali dalla maggioranza. Potrebbe essere lo stesso Conte a salire al Quirinale per certificare al Presidente che così proprio non si può andare avanti. Uno scenario che aprirebbe diverse altre strade e potrebbe incrociare un altro dei temi forti che girano sottotraccia, ma che la Lega non ufficializza. A partire dall’ipotesi di un ‘rimpastone’ di governo, un Conte bis, per riequilibrare i rapporti di forza dentro il governo dopo il ribaltone delle Europee. Ipotesi tutta da verificare, però, nelle valutazioni del presidente della Repubblica. Tutto in alto mare, a oggi, quindi.

 

Un rimpasto di governo aprirebbe la strada al Conte bis

Governo, si allunga l'ombra del rimpasto, chi andrebbe a casa?Governo, si allunga l'ombra del rimpasto, chi andrebbe a casa?

Governo, si allunga l’ombra del rimpasto, chi andrebbe a casa?

A taccuini chiusi, un alto dirigente leghista osserva che le parole di Conte andranno misurate alla prova dei fatti. Ambienti della maggioranza di governo ricordano che c’è ancora un mese di tempo per staccare la spina e andare a elezioni anticipate a settembre. Fino a metà luglio rischiano, dunque, di proseguire le fibrillazioni. Di sicuro, confermano i Cinque stelle, Salvini terrà i toni alti fino ai ballottaggi di domenica, dove punta a consolidare la vittoria dei suoi candidati.

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I due ministri pentastellati Giulia Grillo e Danilo Toninelli

In ogni caso, dicono dalla Lega, un rilancio dell’azione di governo passa “per forza” da un rimpasto. Nel mirino di Salvini ci sono soprattutto Giulia Grillo, con l’ipotesi di un ministro M5s alla Sanità, Danilo Toninelli, che potrebbe essere sostituito con il M5s Mauro Coltorti, e Sergio Costa, che però il Movimento difende. I pentastellati reputano intoccabile anche la titolare della Difesa, Elisabetta Trenta, ma su di lei il fuoco di fila di Salvini è costante e pressante. La Lega aspira anche al dicastero agli Affari Ue, rimasto vacante, e all’unico posto da commissario europeo che spetterà all’Italia. Nel M5s c’è chi spinge perché ai leghisti vengano attribuite alcune caselle ‘rognose’ – come, ad esempio, l’Economia – in modo che Salvini non possa più declinare le sue responsabilità.

Lo scenario preoccupante e Mattarella più che ‘preoccupato’

Lo scenario preoccupante e Mattarella più che ‘preoccupato’

Lo scenario preoccupante e Mattarella più che ‘preoccupato’

Resta il punto, però. Lo spread morde e sente “l’odore del sangue”, i mercati fibrillano. Lo scenario politico è stato terremotato da Conte, con la minaccia delle dimissioni e ha tirato in ballo il Colle. Cosa che pure hanno fato le due principali forze di opposizione (Pd e FI), che chiedono a gran voce “Conte vada in Parlamento o da Mattarella” (Zingaretti) e “il governo cadrà presto” (Berlusconi).

David Ermini, vicepresidente del Csm ed il Presidente  Mattarella

David Ermini, vicepresidente del Csm ed il Presidente Mattarella

Ci mancava solo la ‘grana’ del Csm e il colloquio avuto ieri, al Quirinale, con David Ermini, vicepresidente di quel Csm che Mattarella presiede, a complicare e innervosire la sua giornata.

Conte, che prima di ‘parlare alla Nazione’ si è consultato con il Capo dello Stato e poi lo ha informato dei contenuti del suo messaggio, ora aspetta di capire se Lega e 5stelle gli risponderanno in modo serio. La preoccupazione di Mattarella per la prossima legge di Bilancio è nota ed è arrivata l’ora delle scelte. Il galleggiamento non può durare a lungo, il Colle lo sa bene.

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Matteo Salvini

Ma, stavolta, dire che il Colle “è preoccupato” è dire poco. Il termine, se non si trattasse dell’istituzione più alta della Repubblica, dove si usano sempre linguaggi consoni e affettati, sarebbe simile a una di quelle frasi scurrili che ‘ama’ tanto Salvini. Ill livello di guardia è raggiunto.

 

Conte, per ora, non sale al Colle perché ci era già andato…

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Il premier Conte pensieroso

Conte, dopo il discorso agli italiani di ieri, non salirà al Colle per riferire, per due, banali ma fondati, motivi. Il primo è che il premier è partito per un viaggio di Stato in Vietnam e tornerà in Italia giovedì prossimo. La seconda ragione è che Conte ha già riferito della situazione politica a Mattarella, il giorno prima del ricevimento offerto dal Capo dello Stato ai giardini del Quirinale, il 31 maggio. E, quel giorno, il premier ha chiesto al Capo dello Stato, seppur in via informale, se ci fosse la possibilità di ottenere un re-incarico. Ma il Colle ha, con il consueto garbo, spiegato al premier che l’ipotesi non è in campo. La maggioranza parlamentare non è mai andata ‘sotto’, finora, nelle Camere, a meno che “l’incidente” parlamentare non si materializzi in questi giorni al Senato.

Giorgio Napolitano

L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Quindi, o il governo Conte cade per ragioni squisitamente politiche (e uno dei due alleati di governo se ne deve assumere la responsabilità, davanti a tutti gli italiani) – sono i ragionamenti del Colle – oppure non ha senso cercare espedienti tecnici e forzature irrituali. Compresi governi tecnici ‘alla Cottarelli’. Mattarella sa fin troppo bene che, in questa legislatura, a differenza che nella passata, quando Napolitano si fece ‘levatrice’ di governi mai passati per un voto popolare, come il governo Letta, spazi per soluzioni ‘creative’ non ce ne sono. Un governo tecnico o del Presidente morirebbe prima di nascere. Quindi, o va avanti Conte, magari con un polposo rimpasto, o si va al voto.

 

Secco messaggio del Colle a Lega e M5S: “cosa volete fare?”

Secco messaggio del Colle a Lega e M5S: “cosa volete fare?”

Secco messaggio del Colle a Lega e M5S: “cosa volete fare?”

Il messaggio che il Quirinale ha fatto recapitare ai due ‘duellanti’, Salvini e Di Maio, con Conte che fa la parte del vaso di coccio tra i vasi di ferro, è chiaro: “Al massimo entro un mese mi dovete dire cosa volete fare”. Il Colle, in realtà, si sarebbe rassegnato’: piuttosto che andare avanti in questo modo, con continui stop and go e fibrillazioni pericolose che fanno male al Paese, meglio imboccare la strada in teoria più ardua e, insieme, più impervia, le urne anticipate. Ma il timing elettorale è fissato per legge e non vi si scappa tra 45 e 70 giorni è il termine previsto che va dalla data dello scioglimento delle Camere al giorno delle elezioni e, 30 giorni dal voto, la presentazione delle liste.

 

Il termine invalicabile è l’approvazione della manovra

Mattarella porrà ai due leader di Lega e M5S un termine invalicabile

Mattarella porrà ai due leader di Lega e M5S un termine invalicabile

Mattarella, ove la situazione dovesse davvero precipitare, porrà ai due leader di Lega e M5S un termine invalicabile, per acconsentire a sciogliere le Camere: la presentazione e, soprattutto, la realizzazione della manovra economica. Un altro timing già scritto, peraltro: il 30 settembre va presentata, alle Camere, la Nota di variazione al Def (la cui prima presentazione, formale, va fatta entro il 30 giugno), la Legge di Stabilità va mandata a Bruxelles entro e non oltre il 15 ottobre, per verificare se è in linea con i parametri europei, e poi va approvata, in Parlamento, entro il 31 dicembre, pena l’entrata nell’esercizio provvisorio dei conti dello Stato, massima iattura per tutti coloro che, dal Capo dello Stato in giù, hanno a cuore la stabilità e la salute del Paese.

 

Il timing di un possibile voto anticipato a settembre

Il timing di un possibile voto anticipato a settembre

Il timing di un possibile voto anticipato a settembre

Ne consegue che la data dell’eventuale voto anticipato non può essere procrastinata oltre la metà di settembre. Urne aperte, dunque, il 15 o il 22 settembre, già il 29 settembre (che, peraltro, coincide con una festività ebraica) è troppo tardi. Infatti, pochi riflettono sul fatto che, dalla data del voto, passano circa 20 giorni (come minimo) per l’insediamento delle nuove Camere, le quali devono poi, come prima cosa, eleggere presidenti e vicepresidenti, per poter funzionare, oltre che far iscrivere gli onorevoli ai gruppi parlamentari, eleggere i loro capigruppo e via così. Insediarsi, insomma.

A quel punto, con le Camere non solo elette, ma ‘formate’, possono iniziare le consultazioni di rito per formare un nuovo governo. Un tempo che può essere rarefatto – specie in caso di netta vittoria, nelle urne, di una parte politica (mettiamo, tanto per dirne una, il centrodestra…) – ma che non può essere compresso a meno di una settimana/dieci giorni. Ergo, a un governo ‘nuovo’ e realmente funzionante, il che presuppone che abbia compiuto il suo giuramento e il suo insediamento, serve un lasso di tempo che non può essere compresso oltre i 20/30 giorni (un mese) dall’insediamento delle nuove Camere. E’ evidente, dunque, che votare oltre le colonne d’Ercole del 29 settembre, vorrebbe dire ‘non fare in tempo’ a scrivere e presentare e far approvare, dalle Camere, la legge di Stabilità. Morale, le Camere vanno sciolte, al massimo, entro metà luglio e non è possibile andare al voto oltre metà settembre. Tempi strettissimi, come si vede, che impediscono ogni ‘scellerata’ ipotesi, che pure circola, di poter andare al voto a fine luglio (impossibile per i tempi tecnici).  

 

L’altro occhio fisso del Colle è sui conti pubblici

L’altro occhio fisso del Colle è sui conti pubblici

L’altro occhio fisso del Colle è sui conti pubblici

Naturalmente, oltre all’occhio sui rapporti tra Lega e M5S, e su come risponderanno al diktat di Conte, il Colle ha l’altro occhio fisso ben sulla situazione economica. I mercati, lo spread, certo, ma anche ciò che dirà mercoledì la Commissione di Bruxelles, che dovrebbe avanzare una nuova richiesta di correzione dei conti pubblici, pena l’apertura di una procedura per eccesso di debito.

Peraltro, la richiesta di una manovra bis per corregge i conti potrebbe arrivare proprio dal Quirinale. Mattarella ha richiamato più volte il principio sancito dall’articolo 97 della Costituzione, ricordando che “avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale”.

Articolo 97 della Costituzione

Articolo 97 della Costituzione

Infatti, la tenuta dei conti pubblici e, di conseguenza, i risparmi degli italiani come la tutela del risparmio sono materia costituzionale di cui Mattarella è guardiano. Il presidente sa bene che nulla è peggio dell’immobilismo e che il livello degli sgarbi, all’interno della maggioranza, è eccessivo.

Certo, un’eventuale manovra correttiva rischia di rappresentare un ostacolo non da poco, sulla via del voto anticipato, ma delle due l’una: o i due ‘alleati’ corrono subito alle urne o fanno la manovra bis. Stavolta, per il Quirinale, davvero tertium non datur.

 


 

Questo articolo è stato scritto in forma originale per questo blog il 4 giugno 2019