Scacco al Re. Renzi vuole rimangiarsi il Pd coi pedoni (i comitati civici). Zingaretti fa la ‘mossa dello Stumpo’

Scacco al Re. Renzi vuole rimangiarsi il Pd coi pedoni (i comitati civici). Zingaretti fa la ‘mossa dello Stumpo’

13 Luglio 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

 Nel Pd è iniziata una partita a scacchi che durerà anni, probabilmente, non solo mesi, e che dovrà decidere chi, tra i giocatori, si dovrà riprendere o mantenere il partito. I due giocatori sono, appunto, Matteo Renzi e Nicola Zingaretti. Vediamo le loro mosse e come muovono le loro pedine.

teatro puccini milano

Matteo Renzi a Milano

 

Matteo Renzi – che ieri ha tenuto per circa quattro ore un discorso stile Fidel Castro al teatro Elfo Puccini di Milano davanti al popolo dei suoi fans più accaniti e cocciuti, le centinaia di persone dei ‘suoi’ Comitati civici Azione civile – ha deciso: nessun nuovo partito, nessuna fuga ‘in solitaria’.

L’obiettivo è riprendersi il Pd, riconquistarlo. Il combinato disposto della riforma Fraccaro (taglio del numero dei parlamentari) e del Rosatellum (la sciagurata legge elettorale da Renzi voluta, imposta e oggi in vigore), presenterà soglie di sbarramento che diventano altissime e che rendono, di fatto, la Lega il solo partito ‘pigliatutto’, alle prossime elezioni politiche, con tutti gli altri partiti dietro, schiacciati a numero di eletti, per i piccoli, infinitesimali, non permettono esperimenti in vitro, partitini, avventure solitarie, velleitarie. Meglio, dunque, puntare all’obiettivo ‘grosso’: riprendersi il Pd, partito da cui oggi Renzi si sente scippato come se ne sentiva scippato (da Renzi) D’Alema

 

Renzi, osannato come una star, vuole riprendersi il Pd

 

Renzi Matteo comitati 1 1

 

Gli ‘hyksos’, i barbari venuti dal mare, Zingaretti&co., hanno conquistato ed espugnato un fortino che era suo come i renziani distrussero e incendiarono la ex ‘Ditta’. Ma i partiti servono, senza di loro la politica, banalmente, non esiste. Sono uno strumento e – come Renzi ha scoperto, avendo sul punto, cambiato idea – sono come la serva per Totò, ‘servono’. E così l’operazione reconquista è partita. Sarà un’operazione complessa e faticosa, oltre che ardita, ma tant’è.

A Renzi, si sa, le sfide esaltano: “Il collante di Lega e M5S è il potere che hanno appena assaggiato: litigano, ma non rompono. Non si vota”, nota soddisfatto l’ex premier dal palco – anche perché, con elezioni anticipate, i renziani sarebbero stati decimati, essendo oggi il potere, dentro il Pd, in mano a Zingaretti – , “mettetevi comodi. La partita sarà lunga, ci vuole calma, bisogna restare lucidi e sereni, impostare una strategia Ci aspetta un lungo lavoro culturale, di studio, sui territori”.

 

Palmiro_Togliatti_Pci

Palmiro Togliatti, storico segretario del Pci

Sembra di sentir parlare un Togliatti 2.0, ma ‘Matteo’ – osannato e applaudito come una star – è in giacca bianca (colore che si porta tantissimo, tra i maschi, anche in sala) e jeans slavati e sdruciti, giovane tra i giovani, anche se i veri ‘giovani’, sugli spalti, sono pochi, abbondano chiome canute. Sotto i baffi, Renzi già pregusta la vendetta a posteriori, un piatto che, come si sa, è più gustoso se servito freddo.

 

Zingaretti studia la contromossa: il ‘regolamento Stumpo’

Zingaretti studia la contromossa

Zingaretti studia la contromossa

“Appena Zingaretti perderà, a valanga, Umbria e Calabria, dopo aver perso tutte le elezioni regionali dell’ultimo anno (Molise, Friuli, Basilicata, Sardegna, Abruzzo, ndr.) e tanti cruciali comuni italiani, arriverà il turno del voto in Emilia-Romagna. Se perde anche quella ed è kaputt, finito”, spiega un colonnello renziano che ha il fiuto cattivo della iena ridens. A quel punto, “basta chiedere un congresso straordinario, ottenerlo e vincerlo: il gioco è fatto”. Il renziano si esalta, ma la fa pure troppo facile. Zingaretti, oggi, durante i lavori della prima Assemblea nazionale seguente alla sua elezione, ha già in serbo la contromossa che proporrà presto, dentro il partito, e che, avendo una maggioranza schiacciante, farà passare in breve tempo. Non consiste, più di tanto, nella frustra questione della separazione delle cariche tra segretario del Pd e candidato premier – totem primigenio del veltronismo democrat che Zingaretti vuole sconfessare e i renziani vogliono, invece, difendere con le unghie e i denti – ma di un tema più raffinato e, insieme oggetto di dibattito tra pochi intimi.

Nico Stumpo

Nico Stumpo

In cantiere c’è un nuovo ‘regolamento’ congressuale per la platea degli aventi diritto, cioè degli elettori delle primarie, che consisterebbe in una nuova ‘regola Stumpo’. Infatti, l’ex segretario e mente organizzativa dell’allora segretario del Pd Pierluigi Bersani, Nico Stumpo, calabrese coriaceo e massiccio quanto raffinato e arguto, quando Renzi si contrappose all’allora segretario del Pd per tentare la prima ‘Opa’ ostile della sua carriera politica, si inventò la ‘pre-registrazione’ dei votanti alle primarie aperte (erano, allora, nel 2013, primarie di coalizione e non di partito), tra primo e secondo turno, con il fine di stoppare artificialmente la corsa del ‘Bullo’ fiorentino. Come in effetti avvenne, dato che un grosso numero di persone (circa 400 mila) si scoraggiarono e, a causa dell’inghippo procedurale, non tornarono a votare favorendo, di fatto, la riconferma netta di Bersani su Renzi.

bersani renzi

Pier Luigi Bersani con Matteo Renzi

Insomma, un regolamento procedurale, di fatto, ostativo e limitante la partecipazione (i fan di Renzi hanno attitudini e comportamenti elettorali più fluidi e meno irreggimentati, quelli di Zingaretti sono, per lo più, iscritti e militanti dem), potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a Renzi, se davvero mai volesse cercare di riconquistare la ‘casamatta’ dem, tanto per parlare in termini gramsciani a lui poco consoni.

 

La forma: separare i ruoli di segretario e candidato premier

Zingaretti_Assemblea_nazionale_Pd

Nicola Zingaretti parla all’Assemblea nazionale del Pd

 

Formalmente, invece, la parola chiave – spiega, intanto, oggi, Zinga all’Assemblea nazionale dem che si aperta e chiusa all’hotel Ergife di Roma, la prima a far data dalla sua elezione – è ‘apertura’. Obiettivo: riportare il Pd tra la gente, leggi: tra gli elettori. Una sfida doppia per ‘aprire’ il Pd.

All’interno con la riforma dello Statuto, che si lega anche alla “Costituente delle Idee” già in programma per l’autunno e, all’esterno, coinvolgendo associazioni, categorie, cittadini nella costruzione del programma. In assemblea, dunque, oggi si parlerà molto di questioni interne al Pd anche se, nella relazione del segretario, non mancheranno i riferimenti all’attualità a partire dalla ‘questione russa’ di Salvini. L’ordine del giorno della riunione recita: “Avvio della ‘Costituente delle Idee’ e istituzione della commissione Riforma dello Statuto e del Partito” che si insedierà oggi e inizierà i lavori nelle prossime settimane.

maurizio martina

Maurizio Martina

Una commissione collegiale, in cui saranno rappresentate tutte le anime dem, e presieduta (come elemento di garanzia) da un esponente della minoranza, ovvero Maurizio Martina, sfidante (perdente) di Zingaretti alle primarie, anche se ormai pienamente transitato dentro la maggioranza.

Uno dei punti fermi, rispetto alle modifiche statutarie, sarà quello di superare l’automatismo tra segretario e candidato premier. Un elemento, si sostiene, non più coerente con una legge di tipo proporzionale come il Rosatellum. Nei giorni scorsi, dopo un’intervista di Martina sulla questione, si era levato un fuoco di fila degli ex-renziani di Base Riformista.

simona malpezzi

Simona Malpezzi

Una battaglia che questi porteranno in commissione visto che, tra la decina di componenti, vi saranno anche Simona Malpezzi o Dario Parrini e Stefano Ceccanti per Base Riformista. Ma Zingaretti, a parte la divisione dei ruoli tra segretario e candidato premier, punta molto sul rendere lo Statuto dem il più possibile aperto a iscritti ed elettori coinvolgendo i simpatizzanti Pd in consultazioni continue anche in vista delle Costituente delle Idee dell’autunno. Un percorso aperto alla partecipazione, insomma. Quanto alle minoranze, da Base Riformista l’atteggiamento sarà quello di ascolto delle proposte del segretario.

lorenzo_guerini_copasir_pd

Il presidente del Copasir, ed esponente del Pd, Lorenzo Guerini

 

Spiega Lorenzo Guerini: “Ascolteremo la proposta di lavoro del segretario e ci confronteremo”. Base riformista dirà no alla separazione dei ruoli? “L’assemblea di oggi, sul tema Statuto si limiterà a nominare la commissione. Poi eventuali modifiche dello Statuto si decideranno a dicembre alla prossima assemblea”. Ma se la commissione Statuto metterà proprio la separazione dei ruoli tra le modifiche, quale sarà il vostro atteggiamento? “La nostra posizione è chiara: riteniamo sbagliato per il partito la separazione dei ruoli ma se si dovesse andare in quella direzione lo Statuto dovrà prevedere comunque lo strumento delle primarie per indicare il candidato premier. L’invito che facciamo -sottolinea  Guerini- è che anche dentro il percorso programmatico si dia il profilo di un partito che ha l’ambizione di parlare a tutti gli italiani e che si confronti soprattutto sul futuro”.

 

Roberto_giachetti_pd

L’esponente del Pd Roberto Giachetti

Anche ‘Sempre Avanti’, l’area che fa capo a Roberto Giachetti, è contraria alla separazione delle due figure fino a oggi coincidenti. “La nostra posizione è sempre la stessa. Siamo in minoranza – dice Luciano Nobili – perché la pensiamo diversamente. Abbiamo fatto un congresso cercando di far emergere questo grande pericolo per la nostra idea di Pd: la coincidenza tra il segretario e il candidato premier è il Dna del nostro partito, ci ha permesso di cambiare la politica italiana, di fare finalmente come avviene nelle altre democrazie occidentali e di coinvolgere i nostri elettori delegando a loro la scelta con le primarie, che altrimenti perdono il loro senso”, argomenta Nobili.

Luciano_Nobili_Pd

Luciano Nobili, deputato del Pd

 

La coincidenza tra segretario e candidato premier “è il cuore della vocazione maggioritaria del Pd” – continua Nobili – Chi ci guida alle elezioni viene scelto con le primarie e non esistono altre strade. Va bene il tagliando allo statuto del Pd ma siamo reduci da una partecipatissima assemblea a Milano con Matteo Renzi e i comitati civici piena di idee per il Futuro. Perché invece di discutere di come smontare quello che funziona  nel Pd non ci concentriamo sulle idee da proporre al paese?”, conclude ironico Nobili. Ecco, appunto, ritorniamo dove eravamo rimasti, a Renzi e ai suoi comitati. 

Renzi è tornato in palla, i renziani sono tornati in massa

cinquanta sfumature di grigio e l james

Cinquanta sfumature di grigio (E. L. James)

 

‘Matteo’ va avanti, è caricato a pallettoni, i renziani pure e, “dato che non si vota”, come ripete sorridendo a 48 denti (Zingaretti e i suoi avevano scommesso tutte le loro fiches su elezioni politiche anticipate proprio per operare un radicale ‘changedentro i gruppi parlamentari, oggi ancora largamente colorate dalle ’50 sfumature di grigio’ del renzismo, e per ottenere, finalmente, gruppi a loro fedeli), hanno fila e lana da tessere. La rappresentazione plastica del fatto che ‘dirsi renziani’ non è più un’infamia e una colpa sono le prime fila, quelle ‘vip’, del teatro Elfo-Puccini: da porte di servizio ed ascensori secondari, mentre il fan peone e solitario fa la fila sotto il sole cocente di Milano a luglio, entra la creme del renzismo di ieri come di oggi.

 

Maria elena boschi

Maria Elena Boschi

Maria Elena Boschi, ovviamente, discreta e imperiosa, ammirata da tutti (anche perché, onestamente, sempre più bella). Le deputate Lucia Annibali e Teresa Bellanova, vari maschietti che sono deputati o, in ogni caso, renziani della prima ora. L’ufficiale di collegamento di Renzi in Europa, l’ex sottosegretario Sandro Gozi, che con Macron e i liberali Ue lavora, ogni giorno, fianco a fianco.

 

gori sala

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, e l’ex renziano Giorgio Gori

 

Ma anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ex renziano storico, e – a sorpresa – il sindaco di Milano, Beppe Sala, che va bene che è il primo cittadino, ma con Renzi ha avuto mille e uno scontri e invece ora è in prima fila che se lo sente tutto per intero (c’è pure l’assessore Maran, in un angolo, sfibrato: da notare che Renzi parla per ore, ma tutti i suoi sono entusiasti, tranne i cronisti che mostrano evidenti segni di sonno e cedimento strutturale). Il prete di strada don Enzo Mazzi.

 

anna ascani

Anna Ascani

L’ex direttore dell’agenzie delle Entrate Ruffini. Imprenditori (pochi) e militanti renziani che ancora rimpiangono il loro leader, vedovi e vedove del ‘renzismo’ come stato d’animo perenne prima ancora che come forma di partito e potere. Ci sono le punte di lancia del dream teamdei renziani pasdaran, Roberto Giachetti (che almeno evita la corsa affannosa alla prima fila) e Anna Ascani (in ritardo), ma anche tanti deputati e deputate che, in teoria, militano dentro “Base riformista”, la nuova area dem guidata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti che dovrebbe, in astrazione, raccogliere non renziani sfegatati ex renziani o renziani delusi o distaccati, invece, stanno tutti qua e felici di esserci (Borghi, Paita, Fanucci, e molti altri che, solo una settimana fa, erano a Montecatini per aderire, appunto, a Base riformista). Particolarmente applaudita, invece, la presenza di Luigi Marattin, tosto deputato dem, renzianissimo, vicino all’area Giachetti e considerato un asso sui temi economici. Come a dire, e dichiarare, che ‘al cuore non si comanda’ o che, ‘il richiamo della foresta’ è troppo forte, impetuoso.

Francesco Bonifazi

Francesco Bonifazi, ex tesoriere dem

E poi, ovviamente, Francesco Bonifazi, ex tesoriere dem, che Renzi cita una continuazione dal palco, per sfotticchiarlo, ma a cui è legatissimo, mentre la Boschi – quando si parla, guarda un po’ – di educare i giovani attraverso una Summer school di politica (“Meritare l’Italia”) che si terrà ad agosto (in Toscana, ca va sans dire) – urla dalle prima fila dove è, “alle primarie i sedicenni votano!”. Ecco. Renzi punta a riconquistare il Pd: sembra non ne parli, ma ne parla in continuazione e in modo ossessivo.

Marco Minniti

Marco Minniti

Siamo una corrente del Pd? No, basta, abbiamo già dato. Chi vuole fare le correnti le faccia”, dice Renzi con malcelato disprezzo, “noi siamo una corrente culturale, riformisti contro populisti, ma in Italia la democrazia non è in pericolo (e qui è l’unica volta in cui la sala rumoreggia, contrariata, ndr.), ma Internet delle cose, i social, gli algoritmi sono loro che mettono in pericolo la democrazia”, è la tesi di Renzi, corredata da una lunga – e stucchevole – elencazione di tutte le cose ‘buone’ fatte dal suo governo (Jobs Act, 80 euro, lotta alla povertà, servizio civile, terzo settore, etc.), un rapido passaggio sulla polemica sui migranti che lo ha visto attaccare, a muso duro, sia Minniti che Gentiloni (ministri e successori del suo governo), qualche slogan di buon livello e ad effetto (“Siamo noi legge e ordine contro l’illegalità e il caos al governo!”), soprattutto il frontale con Salvini.

 

Il frontale con Salvini sul rapporto con la Russia

Salvini russia

Il frontale con Salvini sul rapporto con la Russia

Io non ci sto a lasciare a Salvini l’uso della parola ‘legalità’ – urla Renzi mentre sembra che il teatro Elfo Puccini stia per venire giù – perché Salvini non sa cos’è la legalità e noi quella parola ce la dobbiamo riprendere”. E, riferendosi all’inchiesta su presunti finanziamenti russi alla Lega, continua: “Faccio una provocazione: io non credo che la Lega abbia preso quei soldi, 65 milioni di dollari, ma il punto è che membri della delegazione del vicepremier Salvini quei soldi ai russi li hanno chiesti. Se li hanno presi è corruzione internazionale e se li hanno chiesti questo è alto tradimento e sull’alto tradimento a Salvini e ai suoi collaboratori bisogna chiedere spiegazioni”.

Infine, la stoccata ad effetto che dimostra che Renzi è ancora un mattatore che sa tenere un palco: “A Salvini lo dico in russo: ‘Tovarish Salvini, glasnost’!”. Il teatro, a questo punto, esplode nel boato. 

Elisabetta_Casellati_Senato

Il presidente del Senato Elisabetta Maria Casellati

Renzi ne ha, di botte, da dare anche al presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, che ha definito ‘pettegolezzo’ la vicenda, impedendo all’aula del Senato di discuterne e ricordando le intemerate del suo Dario Parrini (insieme a Andrea Marcucci renziani perinde ac cadaver) sui finanziamenti occulti alla Lega: “Il comportamento della Casellati è inaccettabile. Alla presidente del Senato chiedo che abbia rispetto delle prerogative dei parlamentari”.

 

Zero autocritica. La colpa delle sconfitte è ‘degli altri’…

 

Fonzie

Fonzie in Happy Days

Liquidati Di Maio e Toninelli, come Raggi e Appendino, con scudisciate urticanti (“il modello culturale dei 5 stelle si basa sul pressappochismo e sul cialtronismo”), Renzi, però, vuole, appunto, parlare del suo partito e, soprattutto, tornare su un tema ormai frusto (sono passati ani) e cioè di ‘come’ ha perso. Come Fonzie in Happy Days la parola ‘ho sbagliato’ non riesce a pronunciarla: è sempre colpa degli altri, dei ‘nemici’ interni ed esterni, se ha perso il referendum, il governo, il partito e, già che c’era, le elezioni del 2018: “L’algida sobrietà ci ha condannato alla sconfitta – dice -. Dopo il referendum abbiamo perso la voce. Io voglio capire come abbiamo fatto a perdere e come torniamo a vincere. Loro magari si romperanno prima del previsto e noi intanto prepariamoci per bene, non perdiamo neanche un giorno, e torneremo a governare il Paese”. “È semplicissimo dire – insiste nella sua coriacea autodifesa – che è tutta colpa del caratteraccio di Renzi, ma non è un problema di carattere ma di politica, anche perché il caratteraccio di Renzi non cambia. Noi le cose le abbiamo fatte ma siamo stati così autolesionisti da non inserirle in un racconto complessivo”.

Massimo_D'Alema_Pci_Pds_Ds

L’ex premier ed ex leader del Pds-Ds,  Massimo D’Alema

“Noi non eravamo forti, bravi e fighi perché non basta essere forti, bravi e fighi bisogna anche saper raccontare quello che si fa. E perché non si è fatto? Perché non tutti ci credevano, c’era una parte dei nostri che non ci credeva, troppo impegnata a riprendersi la Ditta e a dirci che non eravamo di sinistra”. Insomma, se il Pd ha perso le elezioni, la colpa non è stata sua, dei suoi errori, ma della piccola, microscopica e inutile, scissione di LeU di D’Alema&co., oltre che, ovvio, della mancata e perfetta ‘comunicazione’ delle – tantissime e bellissime – cose fatte dai suoi governi.

ligabue

“Renzi è sempre lui”, direbbe Ligabue

I fan applaudono ma siamo sempre lì: “Renzi è sempre lui”, direbbe Ligabue. Le proposte sono vaghe e tutte ego-riferite: proposte di legge anti-fake-news per smascherare le ‘balle’ mondiali, e già che ci sono, contro di lui, che ha iniziato una serie di cause civile e penali che, sicuramente, lo faranno diventare milionario perché potrebbe davvero vincerne tante; una class action da far partire sempre sulle fake news da parte dei comitati e, appunto, una scuola di politica per giovani.

Pd_tessera

La tessera del Pd

Ma dietro, appunto, c’è l’obiettivo grosso, la reconquista del Pd. Renzi, per ora, finge di disinteressarsi di Zingaretti e del gioco tra le correnti, ma non vede l’ora di rituffarvisi. Solo che gli serve una ‘massa di manovra’ nuova e fresca: ecco che, all’uopo, tornano comodi i comitati. Persone e profili che appaiono un po’ democrat ‘orfani’ del Capo e un po’ ceti medi affluenti e benpensanti (molte le ‘pantere grigie’) che stanno e vivono fuori o ai ‘confini’ del Pd.

Tutta gente, però, che – al di là del numero, impressionante e considerevole, anche solo a guardare i 3 mila di ieri – quando poi si tratterà di andare a votare alle primarie, per andare a votare, vota.

 

I comitati civici, costruiti a immagine e somiglianza del Capo

comitati_azione_civile_Renzi

Il logo dei “Comitati di Azione civile – Ritorno al Futuro”

 

Il solito retroscena dei soliti, malevoli, giornalisti? Non proprio. Renzi, di fatto, lo dice e lo fa capire, appunto, durante il suo – lungo, lunghissimo – discorso che tiene al primo raduno annuale dei “Comitati civici Azione civile – Ritorno al Futuro” che si è tenuto ieri a Milano, al teatro Elfo Puccini e che si è svolto sotto la regia organizzativa della ‘teutonica’ Ada De Cesaris, ex vicepresidente della giunta comunale di Milano e renziana sfegatata quanto rigorosa.

Ettore_Rosato_Pd

Il vicepresidente della Camera ed esponente del Pd Ettore Rosato (Foto Roberto Monaldo/LaPresse)

Un appuntamento preparato con cura e per tempo dai due nuovi ‘colonnelli’ di complemento del ‘nuovo’ renzismo’: Ettore Rosato, già capogruppo alla Camera che, oggi, ne è vicepresidente, e Ivan Scalfarotto, deputato dem ‘semplice’, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio di Renzi. Cattolico ed ex margheritino tendenza Franceschini il primo e gay dichiarato e radicale sui diritti civili il secondo, sono un mix perfetto, per Renzi.

dario_franceschini_pd

L’ex ministro e big del Pd, Dario Franceschini

Il primo è un ‘organizzativo’, il secondo un ‘creativo’: i comitati dei renziani ultra ortodossi (di questo si tratta, poche storie: c’è un solo Capo osannato come una star, ed è lui, il resto è noioso, confuso, contorno) sono già mille, ma ‘Matteo’ sogna in grande: “per quando terremo la Leopolda (a novembre, sarà la decima edizione, ndr.) ne voglio in piedi almeno duemila, avete capito?”.

Mao-Tse-Dong

“Tanto è grande, il disordine, sotto il cielo quanto la situazione è eccellente “diceva il comandante cinese Mao-Tse-Dong

I due colonnelli annuiscono e obbediscono, le masse di fan accorse come quadrate falange oplitiche ad ascoltare il loro beniamino si spellano le mani. I comitati, un po’ dentro e un po’ fuori il Pd, sono stati creati a immagine e somiglianza del leader, stile Mao-Tse-Dong ai tempi della rivoluzione culturale: devono sparare sul ‘quartier generale’, ma quello di Zingaretti, mica il loro, si capisce. Solo il tempo ci dirà se la ‘manovra di aggiramento’ di maoista memoria di Renzi avrà avuto successo dentro il Pd.

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2019 sulle pagine di notizie di Tiscalinews.it