In hoc signo vinces. Il nuovo “partito dei cattolici” nasce soprattutto contro Salvini

In hoc signo vinces. Il nuovo “partito dei cattolici” nasce soprattutto contro Salvini

1 Novembre 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Le cinque ‘W’ del nuovo partito dei cattolici italiani

vescovi cardinali

Il progetto di un nuovo partito ‘di cattolici’

Chi sono? I cattolici italiani già impegnati sul piano politico-culturale e già organizzati in tre ‘reti’ (“Politica Insieme”, “Rete Bianca”, “Costruire insieme”). Per far nascere cosa? Non un “partito cattolico”, dicono, ma “una formazione politica di ispirazione cattolica e popolare”. E quando nascerà? Le tre associazioni sono già nate, e da molti mesi, ma il primo appuntamento elettorale saranno le prossime elezioni regionali del maggio-giugno 2020, sempre che, prima di queste o in contemporanea, non si svolgano anche elezioni politiche anticipate.

Dove sorge 1

Dove sorge questo nuovo partito?

Dove sorge questo nuovo partito? Nelle associazioni del laicato cattolico, tra ex parlamentari di partiti eredi della Dc (PPI, Udc, Margherita), nel mondo delle professioni e della società civile oltre che, ovviamente, nelle parrocchie. Perché lo vogliono far nascere? Perché “il momento è adesso” per un “rinnovato impegno dei cattolici in politica”, perché bisogna costruire un freno al dilagare del sovranismo e del nazionalismo (quindi in ottica fortemente antisalviniana), ma anche perché bisogna saper essere “alternativi” alla destra come alla sinistra. Volendo rispondere alle famose domande delle cinque ‘W’ (chi, cosa, quando, dove e perché) ecco spiegato, in sintesi, il progetto di un nuovo partito ‘di cattolici’ (quindi non un partito ‘dei cattolici’ intesi come ‘tutti’ i cattolici italiani e neppure un partito ‘cattolico’, cioè un partito confessionale) che è entrato, con forte rumore, sulla scena con il lancio del Manifesto del partito cattolico e popolare.

Sogno di Costantino Piero della Francesca

Il Sogno di Costantino – Piero della Francesca

Manca solo il nome (dettaglio non trascurabile) e uno slogan, che di questi tempi serve sempre. Esclusa Libertas sullo scudocrociato, come era per la Dc, potrebbe essere un gonfalone (come per il PPI) o comunque una croce stilizzata? Chissà (ci si ricordi che, in sogno, all’imperatore Costantino apparve il simbolo della croce e una voce che diceva, prima della battaglia, in hoc signo vinces…)

 

Chi sono le tre associazioni promotrici del partito cattolico

CEI

Chi sono le tre associazioni promotrici del partito cattolico

Ma di chi stiamo parlando? Di tre associazioni che, come si diceva, sono nate nell’arco dell’ultimo anno, ma che stavano ‘incubando’ il passo di una presentazione ufficiale del loro movimento comune (il nome proprio del nuovo partito, per ora, ancora non c’è) già da diverso tempo, e su diretto input delle gerarchie ecclesiastiche, in particolare della Cei.

il capo della Pontificia Accademia delle scienze

Stefano Zamagni capo della Pontificia Accademia delle scienze

Si tratta di tre associazioni che hanno, ormai, caratura nazionale. Il primo gruppo è quello di “Politica Insieme”: l’esponente più illustre ne è l’economista Stefano Zamagni, economista che ha un rapporto privilegiato con Papa Francesco (è a capo della Pontificia accademia delle scienze sociali, cioè una delle più alte cariche laiche del Vaticano), e ha nel giornalista Nicola Graziani il suo portavoce.

Papa Francesco

Papa Francesco

Il secondo gruppo è quello più ‘politico’: si tratta della “Rete bianca”, un gruppo che riunisce molti ex parlamentari di matrice cattolica: tra gli altri, Andrea Olivero, ex viceministro all’Agricoltura del governo Monti, lo storico portavoce della Dc, Enzo Carra, poi nell’Udc e poi nella Margherita, Lucio D’Ulbado, ex senatore del Pd e cultore della memoria del PPI di don Sturzo come l’ex ministro del Pd Beppe Fioroni lo è di quella di Aldo Moro, e Lorenzo Dellai, inventore della Margherita nel Trentino e poi capogruppo di Italia solidale (scissione di Scelta civica) nella penultima legislatura, gruppo questo di cui è portavoce Dante Monda.

Ivo tarolli

L’ex senatore dell’Udc Ivo Tarolli

La terza forza che confluirà nel nuovo partito è “Costruire insieme”, il cui punto di riferimento è l’ex senatore dell’Udc Ivo Tarolli. Come si vede, si tratta di un mix di esperienze professionali, associative e politiche che, però, ha sempre preso le distanze dai vari ‘partitini’ cattolici esistenti o, meglio, rimasti in circolazione (l’Udc di Lorenzo Cesa, la Nuova Dc di Rotondi, etc.). Ma c’è, dentro, invece, anche una rete di associazioni e movimenti territoriali davvero molto fitta, tra cui diverse organizzazioni che traggono ispirazione dal pensiero di Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira e don Luigi Sturzo.

Aidu

Partecipano anche componenti dell’Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti, e dell’Aidu, Associazione italiana docenti universitari cristiani, gruppi di ex Popolari di molte regioni. In totale, circa 500 persone hanno firmato il manifesto di lancio del nuovo soggetto politico.

 

Lo slogan: “Antagonisti alla destra, alternativi alla sinistra”

Stefano Zamagni e Papa Francesco

Stefano Zamagni e Papa Francesco

Il baricentro della nuova formazione, e il suo obiettivo, è la costruzione di una organizzazione politica che rappresenti le istanze di credenti e non credenti che si rifanno da un lato alla Costituzione e dall’altro alla Dottrina sociale della Chiesa. Intorno al Manifesto, anticipato ieri dall’agenzia di stampa Adnkronos, tutti questi gruppi e associazioni cattoliche di tutta l’Italia hanno deciso di unirsi per trasformare, attraverso la costruzione di un nuovo e vero e proprio partito, la politica italiana e le istituzioni. I promotori ribadiscono che non si tratta di un partito ‘cattolico’ perché sarà aperto invece a tutti coloro che si rendono conto della necessità di avviare una trasformazione del Paese. Ma in quale direzione? “Antagonisti della destra, alternativi alla sinistra” è la direzione di marcia.

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Gualtiero Bassetti Presidente della CEI

I promotori assicurano di non avere intenzione di voler creare un partito ‘confessionale’ e tantomeno di voler ‘prendere ordini’ dal Vaticano, ma proprio perché, all’interno delle tre anime del nuovo partito, compaiono membri di spicco di Cei e Santa Sede, è evidente che la Chiesa ha dato una sua benedizione al nuovo partito. Del resto, alla fine dell’anno scorso, era stato proprio il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, a lanciare l’idea di formare una nuova forza in Italia per dare ai valori cattolici più peso politico. Questa è la risposta al suo invito.

Salvini e il crocifisso

Matteo Salvini

Ma se è vero, a sentire i promotori, che non c’è, da parte loro, “nessuna velleità di rifare una nuova Dc”, l’urgenza di partire con il varo del partito e di uscire dalla pura speculazione teorica, è stata data da due considerazioni molto politiche: il crescente consenso per le posizioni di Salvini e della Lega, che ormai dilagano anche tra i cattolici, e l’allontanamento del centrosinistra dalle realtà sociali e dal mondo del lavoro. Due peccati ritenuti entrambi ‘gravi’, ma solo il primo “capitale”…

 

L’obiettivo: le elezioni regionali e poi soprattutto le Politiche

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L’obiettivo: le elezioni regionali e poi soprattutto le Politiche

Come primo obiettivo il partito cattolico punta alle elezioni regionali che si terranno in ben sei regioni la prossima primavera grazie a un collegamento nazionale delle centinaia di liste civiche e realtà associative di ispirazione cattolica già diffuse, capillarmente, su tutto il territorio italiano.

La diffusione del manifesto del partito, nato con l’idea di essere autonomo dalle forze politiche esistenti proprio per attirare quella fetta di elettorato “che non condivide le idee sovraniste della destra italiana, ma che non si riconosce con una sinistra che sembra aver preso le distanze dal tessuto sociale e dal mondo del lavoro”, è stato solo il primo passo. La prova delle urne arriverà e, se vi dovessero essere elezioni politiche anticipate e un sistema elettorale proporzionale, è quasi certo che il ‘nuovo’ partito di cattolici cercherà di presentarsi, da solo o con altri, anche a quelle. 

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Leonardo Becchetti

Ma quali sono i punti salienti del ManifestoPer la costruzione di un soggetto politico ‘nuovo’ d’ispirazione cristiana e popolare”? Il preambolo è questo: “Quello che segue è un Manifesto, e non (ancora) un Programma Politico. Esso mira a definire l’orizzonte entro il quale il nuovo soggetto politico intende muoversi per giungere ad articolare le ‘policies’ e per chiarire il suo modo di agire”.

zamagni stefano

Il professor Zamagni

Il manifesto, che è frutto del lavoro del professor Zamagni e del professor Leonardo Becchetti (due economisti) mira, appunto, a marcare l’autonomia dal Pd e, soprattutto, dalla destra perché – scrivono i promotori – “le gravi difficoltà sociali, economiche e morali del nostro Paese, analoghe a quelle dei paesi del mondo occidentale, confermano quanto l’opzione riformista sia inadeguata. Le passioni ideali della solidarietà e della tensione civica sono sostituite da egoismi sociali e dall’individualismo libertario. Non basta allora ‘ri-formare’, occorre piuttosto ‘tras-formare’”. Parole auliche e un po’ criptiche, ma scendendo nei temi toccati dal Manifesto le cose si capiscono meglio.

 

I punti salienti del Manifesto: lavoro, famiglia, Persona

famiglia

I punti salienti del Manifesto: lavoro, famiglia, Persona

Tra i punti del Manifesto c’è il lavoroper tutti, da considerare quale primo obiettivo politico”; “lo sviluppo equilibrato e sostenibile e la lotta al degrado ambientale”; la famiglia, con il “riconoscimento della Persona, della sua dignità in tutti gli stadi della vita, dal momento del concepimento fino alla sua conclusione naturale, e della famiglia che resta il primo insostituibile nucleo umano e sociale”; il no al centralismo statalista.

populismo

Nel Manifesto si parla anche di contrasto a sovranismi e populismi

Nel Manifesto si parla anche di contrasto a sovranismi e populismi, definiti come “risposte alla paura, non ai problemi che, anzi, alla fine, per esperienza storica, degradano in conflitti armati”; della piena attuazione del Titolo V della Costituzione sulle autonomie locali; di “scoraggiare l’aborto e favorire il diritto alla maternità e alla paternità”; di “politiche che tutelino, in modo congiunto, la persona, la società, la natura, come proclama con vigore la Laudato Sì”, cioè la seconda enciclica di Papa Francesco; della libertà di educazione: “Particolare attenzione deve essere portata alla libertà di educazione e all’insegnamento scolastico assicurato dalle scuole paritarie, ovviamente garantiti nel quadro nazionale fissato in materia dallo Stato”.

Enciclica di Papa Francesco

La seconda Enciclica di Papa Francesco

Nel Manifesto si chiede anche una lotta decisa a corruzione ed evasione e elusione fiscale fino a “costituzionalizzare il divieto di ricorso ad ogni tipo di condono”, una politica pro Europa con “il coraggio di avviare anche politiche comuni ed unitarie in materia fiscale e della difesa”; di sposare il principio dell’accoglienza dei migranti: “L’Europa deve farsi carico del macro fenomeno delle immigrazioni in maniera continua e strategica, anche riprendendo e rafforzando quelle politiche di cooperazione allo sviluppo nelle aree dei paesi emergenti abbandonate nei decenni scorsi. Non possono essere i singoli paesi europei, o gli scontri tra i paesi, a risolvere un problema tanto enorme”.

 

Persona, Famiglia e… sistema elettorale proporzionale…

sistema proporzionale

Il sistema elettorale proporzionale

Più chiare e meno auliche, oltre al “contrasto a sovranismo e populismo”, le parti politiche. Il primo punto indica le ragioni della nascita di una nuova forza popolare di ispirazione cattolica: “Riteniamo che oggi vi siano le condizioni per dare vita ad una nuova forza popolare aperta a credenti e a non credenti attorno ad un progetto politico di rinascita del Paese e dell’Europa. Tale progetto dovrà emergere ed essere precisato tramite il confronto democratico ed il dialogo tra tutte le persone e le forze che si ispirano ai medesimi principi enunciati, superando le divisioni ed i personalismi del passato”. Insomma, il nuovo partito eleggerà i suoi vertici dal basso e con metodo democratico.

Il secondo passaggio riguarda il sistema elettorale preferito: “C‘è da definire un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale, con le dovute soglie, capace di ridare viva voce e piena rappresentatività a tutti i settori vitali della società, valorizzando il ruolo del Parlamento e degli organi elettivi ad ogni livello, nel quadro di una forte affermazione della democrazia rappresentativa e partecipata”. Due caratteristiche di una forza politica che vuole “estendere le libertà e rafforzare la democrazia e intende ritrovarsi attorno ai principi morali e solidali su cui si basa ogni convivenza civile e si salvaguardano la dignità della Persona, il ruolo della Famiglia, la Giustizia sociale”.

I promotori Dellai e Carra: “La pregiudiziale è contro Salvini”

Lorenzo Dellai

Lorenzo Dellai

Gli estensori del Manifesto parlano di “progetto ‘neoumanista’ di ispirazione cristiana”, la traduzione giornalistica è, appunto, “nuovo partito dei cattolici”. Ma qualche chiarimento in più sulla direzione di marcia arriva da alcuni dei suoi protagonisti. Lorenzo Dellai nega che si tratti della banale nascita di un nuovo partito di centro: “No, questo manifesto rappresenta un ragionamento di partenza, l’avvio di un percorso che speriamo possa portare anche a un soggetto politico di ispirazione popolare. L’obiettivo è far crescere un’area politica: il nostro vuole essere un contributo alla ripresa del senso della politica”. Ma Dellai fissa anche dei paletti precisi rispetto agli attuali partiti presenti sulla scena politica: “il percorso politico che il manifesto presuppone è ontologicamente alternativo alla destra, questo è chiaro. Ma l’obiettivo non è quello di contrastare o di essere strumentali rispetto alle contingenze della politica. Per De Gasperi il Centro doveva avere un confine invalicabile a destra, e noi dobbiamo rimanere su questa convinzione”. Come si diceva della Dc, dunque, siamo a un classico: “il partito di centro che guarda a sinistra” (e non a destra). 

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Enzo Carra

Per Enzo Carra, “il tema non è ‘fermare’ Salvini: un partito che non c’è non ferma un partito che c’è. Certo è che questo variegato mondo che si richiama a una ispirazione cristiana è molto lontano da quello cui si riferisce Salvini, è evidente. Salvini può esporre tutti i rosari che vuole, ma è quello che ha più dissacrato quei valori: è il leader dell’imbarbarimento politico. Ma non sarà certamente un manifesto a contrastare Salvini, eventualmente saranno gli elettori italiani a farlo”. Carra, un realista della politica, che sa guardare anche i suoi progetti con occhio disincantato, ammette però anche che “la distanza che c’è tra un manifesto di intellettuali e un partito è di chilometri e chilometri. Ci possono essere anche idee buone, ma poi bisogna praticarle e trovare il consenso, confrontarsi con l’elettorato. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, non metterei troppa carne al fuoco”.

 

Becchetti: occhi benevoli per il governo e anche per Renzi…

Leonardo Becchetti

Leonardo Becchetti

Antitetici alla destra e alternativi alla sinistra, una sfida ad entrambe le realtà” è appunto lo slogan che usa Leonardo Becchetti, economista italiano, professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Tor Vergata e tra gli estensori del Manifesto, il quale invece torna aulico: “L’Italia ha bisogno di questo nuovo copione ‘in cerca d’autore’ che chiamerei il Manifesto della Felicità”. Becchetti giudica l’attuale coalizione di governo “migliore della precedente, ma la nostra è una sfida in più: se l’attuale coalizione non la coglie perde il colpo d’ala e la battaglia del consenso degli italiani perché non si può vincere col vecchio copione.

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Rispetto a Renziprecisa Becchetti – il Manifesto vuole dire che c’è bisogno di uno scatto, di un passo avanti ancora maggiore, sebbene il suo tentativo rappresenti una mossa in quella direzione. Il Manifesto vuole vincere la sfida contro il populismo e il sovranismo, che sono la risposta sbagliata al disagio dei ceti medi e più deboli. Se l’autore di questo copione – conclude – sarà un nuovo partito popolare o una realtà già esistente che lo sposa questo si vedrà”. Realtà ‘esistente’ che potrebbe coincidere con Italia Viva di Renzi? Presto per dirlo, la tentazione potrebbe esserci anche, ma sul sito di “Politica Insieme” di critiche serrate e feroci all’operazione di Renzi se ne sono lette molte. I progetti sembrano, al momento, antitetici.

ITALIA VIVA

Il simbolo di Italia Viva

Certo è che, persino per gli estensori del Manifesto, non è ancora chiaro lo ‘sbocco’ finale del Movimento/Partito dei cattolici: un partito autonomo, che si presenta alle elezioni, o un movimento ‘culturale’ che fa da lievito ad altri partiti, come Italia Viva di Renzi o altri movimenti neo-centristi? Solo le prossime elezioni diranno cosa sarà e quale forza avrà il neonato ‘partito’ dei cattolici italiani, come si schiererà, se lo farà, rispetto all’attuale tripolarismo politico ed elettorale, anche se molti scommettono che sarà o ‘collegato’ o in buoni rapporti con la sinistra, non certo con la destra. 

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il I novembre 2019 per il sito di notizie Tiscalinews.it