L’Italia riapre, ma il modello è quello di Arlecchino. Come la fase due a ‘macchia di leopardo’ complicherà la vita agli italiani

L’Italia riapre, ma il modello è quello di Arlecchino. Come la fase due a ‘macchia di leopardo’ complicherà la vita agli italiani

26 Aprile 2020 0 Di Ettore Maria Colombo

Sommario

L’Italia riapre, ma il modello è quello di Arlecchino. Tra norme capziose o inattuabili, ecco la ‘fase due’ a ‘macchia di leopardo’ che prepara il governo Conte dal 27 aprile fino al 4 maggio e oltre (ma la vera ‘ripartenza’ non arriverà prima del 17/18 maggio…)

 

 

 

L’Italia riapre? Sì, ma il modello è quello di Arlecchino…

arlecchino

L’Italia riapre? Sì, ma il modello è quello di Arlecchino…

Chi abita al mare o vicino a un lago può fare il bagno”. E uno. “Sugli autobus sarà necessario coprire naso e bocca anche con ‘dispositivi di stoffa’ (sic)”. E due. I negozi e le principali attività commerciali riapriranno, ma a ‘macchia di leopardo’. Controllate sui giornali locali e sui siti locali fasce orarie, limitazioni e tipologie di attività commerciali. E tre. Starà anche per partire, la famosa ‘fase due’,quella che dovrebbe risollevare l’Italia (“Alzati, Italia!” – come diceva Monti ma ora sembra di sentir parlare Gesù Cristo rivolto a Lazzaro…), ma è alquanto bislacca. Modello ‘Arlecchino’, maschera veneta italica forse anche più del ‘terrone’ Pulcinella, ma che lascia assai basiti gli italiani di ogni ordine e grado. Insomma, un caos in cui i cittadini non capiscono più nulla. Ma vediamo di analizzare, una per una, le nuove ‘regole’, con relative code polemiche, sia politiche che di altro tipo.

 

“Chi abita al mare o vicino a un lago può fare il bagno”

bagno mare

“Chi abita al mare o vicino a un lago può fare il bagno”

“Chi abita al mare o vicino a un lago può fare il bagno”. La ‘novità’ che lascia basiti e sconcertati gli italiani si legge in una delle risposte alle “domande frequenti” presenti nelle spiegazioni del decreto legge ribattezzato, con scarsa fantasia governativa, “#Iorestoacasa”. Anche a un’altra domanda di un altro utente segue l’altra (testuale) risposta: “Attività motoria consentita purché individuale o a distanza minima”.

Ennio_flaiano

Lo scrittore Ennio Flaiano

Le ‘novità’, provenendo da un sito ‘ufficiale’ del governo, lasciano interdetti gli italiani, storicamente poco dotati di senso civico, e fanno subito il giro del web, oltre che delle agenzie di stampa, tra frizzi e lazzi di ogni tipo. Come direbbe Ennio Flaiano, “la situazione è grave, quindi non è seria”: l’improvvisazione è, oggi ,saldamente al governo.

 

Il dl #Iorestoacasa parla in ‘burocratichese’ stretto…

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Il dl #Iorestoacasa parla in ‘burocratichese’ stretto…

La vicenda parte, appunto, dal sito del governo italiano (www.governo.it) dove si legge un ‘chiarimento’ sulla possibilità di fare bagni al mare o nei fiumi e nei laghi. Nella sezione “Decreto #IoRestoaCasa, domande frequenti sulle misure adottate dal Governo”, aggiornata a oggi, il tema viene sollevato da un cittadino che chiede: “Abito in un luogo di montagna/collina oppure in un luogo di mare/lago/fiume, mi è consentito fare una passeggiata in montagna/collina o in riva al mare/lago/fiume?”. La risposta – impeccabile? Mah, di certo risposta ‘fiume’ – degli uffici del governo – chissà chi il genio che l’ha scritta – è questa: “Sì. È sempre possibile svolgere l’attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, o comunque di quella in cui si dimora dal 22 marzo 2020, con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini – e sempre che non si tratti di soggetto per il quale è fatto divieto assoluto di mobilità in quanto sottoposto alla misura della quarantena o risulti positivo al virus – effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago), purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Ciò in quanto i predetti (sic – nel testo) non sono luoghi chiusi al pubblico, come invece lo sono, attualmente, i parchi e le aree verdi urbane, e altre sì (ah la lingua dell’italica burocrazia!) gli stabilimenti balneari, in cui permane il divieto di ingresso e circolazione.

 

‘Inoltre, controlla che dice il tuo Comune, sennò pigli la multa’

comune

“controlla che dice il tuo Comune, sennò pigli la multa”

Basta? No, non basta. Sempre nella stessa risposta, si legge anche che “Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l’utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti. Sono fatti salvi, peraltro, diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali. La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono”. Ci avete capito qualcosa? Noi no, ma la sintesi che ne fatto i siti Internet dei vari giornali è che “chi abita al mare o vicino a un lago può fare il bagno” ma con un’avvertenza: okkio a cosa vi dice il comune, o la provincia (sì, esistono ancora…) o la regione, che magari le cose ve le mettono giù in modo diverso, e allora sono c. vs. nel senso che la multa (e salata) non ve la toglie nessuno.

 

‘Dura lex, sed lex’. E beato chi abita al mare o sul lago…

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“Dura lex, sed lex”

Fortunelli, però, i ‘suddetti’ cittadini che abitano in prossimità di mari, laghi, acque lacustri, salmastre o meno, anche se verso di loro l’invidia sociale del resto della popolazione, ahi noi crescerà a dismisura. Già costretti a non potersi muovere dal proprio comune, frazione di comune (da Preganziol, che si trova a 5 km da Treviso, mica puoi andarci, a Treviso, per dire), provincia e, tantomeno, regione, gli abitanti delle impervie montagne del Tirolo o della Valtellina, della Val Susa o dell’Engadina malediranno il giorno in cui non hanno deciso di trasferirsi davanti al mare di Sicilia, sul Tirreno, Jonio o Adriatico, ma anche, persino, di non essere andati ad abitare sul minuscolo lago di Trasimeno, noto ai più solo perché Annibale vi sconfisse l’esercito romano, o sull’incantevole lago d’Orta, per non parlare di lago Maggiore, Minore, Garda, etc. e di tutti i piccoli laghetti di cui è costellata la penisola. Penisola che sarà anche bagnata, per partes tres, direbbe Cesare, dal mare, ma che è anche ricca di monti e colline, dai quali, ahiloro, il mare non si vede manco col binocolo.

Ma, come si sa, dura lex, sed lex o, per restare nell’antico brocardo del diritto romano, ignorantia legis non excusat: insomma, cari cittadini, non c’è trippa per gatti, e così è.

 

Sui bus mascherina d’obbligo, ma pure la stoffa va bene…

Vittorio colao

Vittorio Colao

Basta? No, non basta. Nuove regole entreranno in vigore per il trasporto pubblico: è necessario coprire naso e bocca – e fin qua ok, il pensiero corre alle mascherine – ma ‘valgono’, come in un gioco, anche i ‘dispositivi di stoffa’.

Infatti, naso e bocca dovranno obbligatoriamente essere coperti con una mascherina, ma va bene anche di stoffa, su autobus e metro: è “l’indicazione” che sarebbe emersa alla fine delle diverse riunioni tra tecnici e politici sulla fase 2. Insomma, la mitica ‘task force’ guidata da Vittorio Colao ha partorito cotante norme dotate di ‘cotanto senno’.

 

In Parlamento stanno ‘avanti’: mascherine ‘tricolori’, nere’ per i commessi, ‘fai da te’ per le deputate, ‘a balconcino’ per altre

mascherina patriottica meloni

Meloni e la mascherina patriottica

Certo, anche in questo caso, l’inventiva degli italiani è alta, ergo sarà facile – come avviene, per dire, in Parlamento – inventarsi maschere e mascherine di ogni tipo, colore e foggia. I deputati di Fratelli d’Italia, per dire, ce le hanno ‘colorate’ a tre bande (ovviamente tricolori…): gliele ha regalate, con affettuoso pensiero, la loro leader, Giorgia Meloni, e poco importa che “non proteggono una beata cippa” sbotta un deputato – meloniano, sì, ma realista – perché, come si sa, ‘a caval donato non si guarda in bocca’.

Quartapelle e Martelli ... sposi

Quartapelle e Martelli … sposi

La giovane onorevole dem Lia Quartapelle –  che doveva già convolare a giuste nozze con il mitico vicesegretario del Psi di Bettino Craxi, Claudio Martelli, nozze rinviate proprio causa coronavirus – se l’è fatta in casa: è elegante, raffinata e pezzata, regalo di una sua amica sarta, Sara Tassi. Un austero commesso della Camera lo abbiamo visto con una mascherina nera ‘fighissima’ che fa pendant con la divisa, cioè l’uniforme, dei commessi, rigidamente nera. Insomma, c’è chi si sta sbizzarrendo, nel look mascherina, e fa tendenza e c’è chi si inventa, pure in tal caso, di tutto.

Mascherina fatta col reggiseno

Mascherina realizzata con il reggiseno

Come una bellissima deputata di Forza Italia (e il nome resti ignoto), ma anche come una serissima storica milanese che ha preso i propri reggiseni –in disuso – e ne ha fatte altrettante mascherine.

 

Le nuove misure attese nel prossimo dpcm ‘riaperture’

Ministero Infrastrutture e Trasporti scaled

Il Ministero di Infrastrutture e Trasporti

Tanti, ma nemmeno tutti, esempi di alcune delle nuove misure che sono attese nel dpcm sulle riaperture: in parte sotto forma di articoli che integrano il protocollo del 20 marzo (rivisto, verrà allegato al dpcm) e in parte come linee guida del Ministero di Infrastrutture e Trasporti.

Tra le novità – quelle, come dire?, ‘serie’, ci sarebbe anche l’introduzione di termoscanner non solo nelle grandi stazioni e negli hub aeroportuali, ma in tutte le stazioni e gli aeroporti del Paese. Immaginiamo code chilometriche, e chi si lamentava dei lunghi tempi di attesa dei rulli dei bagagli a Fiumicino o Malpensa, li ricorderà con nostalgia.

 

Termoscanner, distanziamento sociale, mascherine…

distanziamento sociale 1

Obbligo del distanziamento sociale

Inoltre, verrebbe previsto per i mezzi di trasporto pubblico collettivo(dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metropolitane) l’obbligo sia del distanziamento sociale che anche quello della mascherina, i quali non saranno quindi in alternativa fra loro. Immaginiamo le scene, nella metrò di Roma – un inferno dantesco in Terra da anni – o nella circumvesuviana a Napoli. Si salverà, almeno in questo caso, Milano, dove la MM funziona, da decenni, come un orologio svizzero e i milanesi sono tipi silenziosi.

termoscanner

Termoscanner in azione

Resterebbe, invece, sospeso, almeno per ora, all’inizio, il servizio di ristorazione e bar sui treni a lunga percorrenza e nelle stazioni, in attesa di ‘sciogliere’ il nodo sulla riapertura di queste attività. Traduzione: se proprio non potete fare a meno di prendere un treno, già impresa improba di suo (il Roma-Firenze, pur se un teorico ‘Freccia Rossa’, ci mette cinque ore e, per arrivare da Roma all’altra parte esatta dell’Adriatico – in linea 300 km – servono dalle sei alle otto ore, in treno…) ricordatevi di portarvi panino e acqua da casa o morirete di fame e sete.

 

Traffico privato, orari degli uffici, trasporti pubblici

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Il problema del traffico nelle ore di punta

Inoltre, per risolvere il problema del traffico nelle ore di punta, problema che affligge soprattutto le grandi città, sarà previsto il prolungamento dell’orario di apertura degli uffici e dei servizi pubblici, con rimodulazione dell’orario di lavoro in termini di maggiore flessibilità (per la gioia dei nostri amati ‘statali’ che faranno le barricate).

 

Torna il ‘bigliettaio’ sul tram e le fermate ‘a distanza’, ma soprattutto ricordate: “Non parlate al conducente!”

non parlate al conducente

“Non parlate al conducente!”

Ma particolarmente delicato, poi, è il nodo del trasporto pubblico di linea, rispetto a cui si punta a diverse misure. Si va dal contingentamento degli accessi sui mezzi e nelle stazioni, nei porti e negli aeroporti (e qui vale un altro antico proverbio: ‘chi tardi arriva, male alloggia’…) alla vendita di biglietti con sistemi telematici o nei self-service o, in assenza, di modalità che garantiscano la distanza di almeno un metro tra addetto alla vendita e utente. Torneremo così a vedere scene ormai rimaste solo nei film di ricostruzione storica, hollywoodiana e nostrana: quella del ‘bigliettaio’ sui tram, oltre che del conducente.

murales via corinto

Welcome in Roma Sud – Murales di Via Corinto-Roma

Previsti, inoltre, specifici piani per limitare le occasioni di contatto nella fase di salita e discesa dal mezzo di trasporto così come nelle aree destinate alla sosta dei passeggeri e durante l’attesa del mezzo nelle stazioni, negli aeroporti e nei porti. Qui il concetto, invece, è quello che ogni bella – e scafata – fanciulla di Roma Nord direbbe all’importuno di turno, di solito proveniente da Roma Sud: a bello, stamme armeno a un metro dar culo!’

Ed ecco un’altra verrà chicca ‘sociopatica’: non si potrà chiedere informazione agli autisti a distanza ravvicinata, diventa una norma di legge, in onore e attuazione del celeberrimo – invero mai rispettato – cartello che campeggia sui bus “non parlare al conducente” (i quali, peraltro, ormai vivono con le cuffie del cellulare attaccate per parlare al telefono o per ascoltare musica: provateci voi, a Roma, a parlare con un ‘conducente’…).

 

I ‘dispenser’ di disinfettanti e i dispositivi di protezione

Dispenser disinfettante mani

I ‘dispenser’ di disinfettanti e i dispositivi di protezione

Verranno installati, inoltre – e siamo sicuri che nessuno si sognerà di distruggerli come si faceva, da ragazzi monelli, con le vecchie cabine telefoniche a gettoni… – dispenser di disinfettanti per i passeggeri sui mezzi a lunga percorrenza, ma anche nelle stazioni, negli aeroporti e nei porti. Inoltre, verranno forniti dispositivi di protezione al personale viaggiante e a quello impiegato in attività a diretto contatto con il pubblico. Previste anche misure organizzative nei luoghi di lavoro – pubblici e privati – per assicurare il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Un sollievo per i ‘capi’ che non sopportavano la prossimità dei loro sottoposti o, viceversa, per gli impiegati che odiano l’alito sul collo dei ‘capi’…

 

27 aprile-4 maggio: assaggi di ‘ripartenza’ male assortiti tra le direttive del governo centrale e quelle delle regioni

fine lock down

Fine del lockdown

Vi abbiamo fornito qui, pur se tra il serio e il faceto (bisogna pur sorridere, d’altronde, di questi tempi) qualche assaggio, scegliendolo fior da fiore tra quelli più assurdi o ridicoli, di ‘ripartenza’ che interesserà il nostro Paese a partire da lunedì 27 aprile, mentre poi un via libera più sostanzioso – cioè l’agognata fine del lockdown – dovrebbe (non ne siamo sicuri…) arrivare dal 4 maggio, sempre con disposizioni che garantiscano la sicurezza sanitaria e igienica di cittadini, famiglie, imprese, etc

Il governo, dunque, sta disegnando il quadro del graduale ritorno alla normalità per fabbriche e negozi, oltre che per i cittadini, che verrà tradotto in un nuovo dpcm atteso tra oggi, dopo una cabina di regia con le Regioni, e lunedì.

 

L’emergenza economica è il Moloch che resta sullo sfondo

Moloch in Rome

L’emergenza economica è il Moloch

Sullo sfondo, però, resta sempre l’emergenza economica. Coldiretti stima un ‘crack’ da mezzo miliardo per quasi 24mila agriturismi, senza le gite di primavera. Poi ci sono ancora gli autonomi, i pensionati, le aziende e le famiglie a cui dare risposte per affrontare l’emergenza coronavirus.

Nel ‘decreto aprile’ – dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana, ma prima che inizi il mese di maggio: già da giorni le opposizioni sbertucciano il governo e lo canzonano dicendogli ‘chiamatelo dl maggio, fate prima’ – ci saranno anche l’aumento del bonus a 800 euro per i liberi professionisti, l’introduzione del Rem (Reddito di emergenza, ma i renziani si sono già messi di traverso) per chi è senza lavoro né ammortizzatori sociali e le tutele per badanti e colf che il dl ‘Cura Italia’ non ha previsto. Inoltre, il periodo di cassa integrazione in deroga previsto dal dl ‘Cura Italia’ (9 settimane) verrà prorogato.

Il decreto Aprile è in arrivo, ma nel governo c’è tensione. ‘Attenzionati’ tutti i prossimi difficili passaggi parlamentari

decreto cura italia inps

Decreto “Cura-Italia”

Le risorse messe in campo sono ingenti, soprattutto dopo la nuova richiesta di scostamento di bilancio da 55 miliardi che, dopo quella chiesta al Parlamento a fine marzo e già approvata per dare vita al dl ‘Cura Italia’, verrà di nuovo chiesta, votata e approvata dalle Camere nei prossimi giorni. 

Un voto, quello sullo scostamento di bilancio, per cui serve la maggioranza assoluta (ergo okkio al quorum!) e che, dunque, è ‘attenzionato’ dalla maggioranza di governo che dovrà garantire la presenza di 316 deputati/161 senatori pena il fallimento dell’obiettivo, assai vitale ed essenziale per le sorti dell’esecutivo, come sanno bene diversi deputati dem tra i più attenti nella ‘gestione’ dell’Aula (il ‘mastino’ Enrico Borghi, Lele Fiano, Stefano Ceccanti, idem il capogruppo Delrio).

logo fdl

Fratelli d’Italia

Come pure va ‘attenzionata’, da parte del governo, tutta la prossima settimana parlamentare, dato che – saltato ogni accordo preso e violato, in primis da Fratelli d’Italia, sul contingentamento delle presenze – le opposizioni faranno duro ostruzionismo sui tanti decreti legge del governo in arrivo e in scadenza, la maggioranza dovrà garantire, ogni volta, il numero legale e, su qualche voto, potrebbe persino finire ‘sotto’, dati i molti mal di pancia in 5Stelle, aprendo voragini sotto al governo.

ossigeno

Ossigeno puro

Ossigeno puro, in ogni caso, il dl aprile in attesa della tanto agognata ‘fase 3’, quella del rilancio  – si spera – del Paese. Certo è che, sul governo, le nubi si addensano sia in vista del voto sul Mes, dopo l’accordo in sede di Consiglio Ue, e le relative tensioni dentro la maggioranza di governo tra Pd e M5S, voto che si terrà sempre la prossima settimana, sia, appunto, sulle ‘poste’ di bilancio del prossimo dl aprile, rispetto alle quali Pd-Iv-M5S-LeU già litigano sin da ora, mentre Salvini e Meloni chiedono di ‘sfiduciare’ Gualtieri, ministro all’Economia, ‘colpevole’ di aver accettato il Mes.

 

Il pressing dei governatori e la cautela dei virologi…

fontana zaia

Fontana e Zaia

Inoltre, resta forte il pressing degli enti locali: qualche governatore si è avvantaggiato e si è ‘portato avanti’. Come i due leghisti Attilio Fontana in Lombardia, con la riapertura da mercoledì scorso dei mercati all’aperto, e Luca Zaia in Veneto, che ha dato il via libera alla vendita di cibo ‘take away’. Mentre in Toscana, da lunedì ripartono i lavori di manutenzione per le ditte tessili. Resta il nodo spostamenti. Gli scienziati però, invitano alla cautela: l’autocertificazione, infatti, dovrebbe scomparire solo per chi rimane all’interno dello stesso Comune. Da comune a comune, da provincia a provincia e, soprattutto, da regione a regione nisba, o come il proverbio da antichi dei romani: “di Venere e di Marte non ci si sposa e non si parte…”.

 

Il calendario delle riaperture è la tela di Penelope del governo

penelope

Il calendario delle riaperture è la tela di Penelope del governo

Il calendario delle riaperture è e resta, in ogni caso, un puzzle che il governo Conte, in piena sindrome da ‘tela di Penelope’, fa e disfa, smonta e rimonta ad ogni ora, anche perché lo fa sulla base delle indicazioni della task force ‘Fase 2’ guidata dal manager Vittorio Colao, task force le cui indicazioni sono – spesso, o anche solo a volte, ma già basta per creare il caos – strambe, contraddittorie, assurde.

Più facile che la ‘fase 2’ parta l’11 maggio, se non il 18…

esclusiva

“NOTIZIA IN ESCLUSIVA. PER I MIEI ’25 LETTORI“. Per gli aggiustamenti definitivi è attesa la relazione del comitato tecnico scientifico, che dovrebbe arrivare a ore, con il prospetto della ripartenza definitiva per negozi e uffici: il riavvio dovrebbe oscillare fra il 4 e l’11 maggio, ma se è vero, come è vero, che in due enti ‘pubblici’ come la Rai e il Parlamento, tutti i dipendenti sono stati messi in ‘smartworking’ fino al 18 maggio compreso, nutriamo forti dubbi, se tanto ci dà tanto, che si riesca, prima di allora, di entrare in effettiva e piena ‘fase due’.

 

L’obiettivo del governo: accelerare sugli allentamenti, ma ‘senza stravolgimenti’ ed evitando ‘orari di punta’

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Il premier Conte

Accelerare sull’allentamento delle restrizioni, ma “senza stravolgimenti” è l’imperativo del governo per la fase 2, una sorta di manzonianoadelante Pedro, sed cum juicio”… Il premier Conte ha tra le mani il piano di riaperture graduali, ma prima di trasformalo nel prossimo Dpcm – sarà l’ultimo? I giuristi ci sperano – avrà oggi un confronto con gli enti locali, specie per evitare pericolose ‘fughe in avanti’ che le Regioni, ma anche i Comuni, stanno già facendo.

I dati sulla curva dei contagi restano positivi, dunque lasciano ben sperare, ma la guardia del governo resta alta. Soprattutto per questo restano le incertezze sulle prime aperture già dal 27 aprile: non ci dovrebbero essere grandi ‘sorprese’, tranne le concessioni ai cantieri pubblici.

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Il leader della Lega Matteo Salvini

 Mentre dal lato delle opposizioni Matteo Salvini chiede che venga cancellato l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti, uno dei nodi più difficili da sciogliere è quello legato al trasporto pubblico. Sul tema hanno lavorato senza soste Palazzo Chigi, il Mit e il ministero della Salute, in stretta collaborazione con il Comitato tecnico-scientifico, la task force guidata da Vittorio Colao.

Milano metropolitana Villa San Giovanni

La metropolitana

L’obiettivo, del governo, in ogni caso, è quello di evitare orari di punta. Per questo, sono allo studio aperture e chiusure diversificate, spalmate sulla giornata. Uno schema che si porta dietro la conseguente ridefinizione delle corse per il trasporto pubblico nelle città. Le linee guida parlano di termoscanner non solo in grandi stazioni e hub aeroportuali, ma in tutte le stazioni e gli aeroporti, mentre sarà praticamente impossibile farlo nella metro.

Scatterà, però, l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuali (le mascherine) sui mezzi pubblici, che saranno dotati di una ‘segnaletica’ interna da rispettare per l’entrata e l’uscita, con porte appositamente dedicate. Inoltre, ci saranno posti a sedere prestabiliti e solo su quelli sarà possibile viaggiare. Insomma, come sugli autobus degli stati degli Usa del Sud dove vigevano, ai tempi della segregazione razziale, i posti ‘riservati’ a bianchi e neri…

 

Ristoranti e bar il 17 maggio, musei il 18, parchi a breve

ristoranti

Esempio del distanziamento nei ristoranti in Cina

La data delle riaperture, in ogni caso, si allontana ancora di più per i ristoranti e i bar che potrebbero restare chiusi almeno fino al 17 maggio. La Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi ha comunque già stilato un protocollo per garantire la sicurezza: un metro di distanza tra i tavoli, mascherine, sanificazioni dei locali. Anche i musei dovrebbero tornare ad accogliere i visitatori il 18 maggio.

parchi cittadini scaled

Per parchi, resterà in piedi il divieto imperativo di assembramento

Arriveranno ben prima, invece, i parchi, ma resterà in piedi il divieto imperativo di assembramento. L’orientamento è di permettere che all’aperto possa stare vicino un numero molto limitato di persone, come i componenti di una famiglia (e chi vive la fatica di famiglie ‘allargate’? Beh, con antico senso di rassegnazione italica, che si arrangi!).

 

La scuola (nel senso dei cantieri edilizi…) riapre il 27 aprile

Franco Turri

Il segretario della Filca Cisl, Franco Turri

Al momento, la prima crocetta sul calendario del governo è e resta sul giorno 27 aprile ma solo per l’edilizia pubblica.La buona notizia – spiega il segretario della Filca Cisl, Franco Turriè la ripartenza già la prossima settimana dei cantieri che si occupano di edilizia carceraria, sanitaria, popolare e di dissesto idrogeologico”. Il nuovo protocollo per i cantieri, firmato al ministero delle Infrastrutture, prevede una serie di precauzioni, come la quotidiana misurazione della temperatura, l’accesso contingentato agli spazi comuni, la distanza di un metro tra le persone. Per il riavvio di manifattura e cantieri privati, il governo ha individuato come data quella del 4 maggio.

 

Messe, matrimoni e funerali? La Chiesa vuole ‘riaprire’

La chiesa vuole riaprire

La chiesa vuole riaprire -San Pietro in Roma

Mentre il governo è al lavoro per stabilire quando potranno tornare a essere celebrate messe, matrimoni e funerali (la Chiesa cattolica, dai vescovi al basso clero, preme assai per riaprire e un cattolico come Conte non dovrebbe rimanere insensibile, ma invece sembra proprio che lo resterà, nonostante pare che non sia mancato un intervento diretto del Papa…) – sul sito di Palazzo Chigi arriva il chiarimento: visto che è già possibile fare sport vicino a casa, chi abita in zone di mare può tranquillamente fare il bagno

 

Le ordinanze prefettizie territoriali e i codici Ateco, ma il rischio è la ‘fase due’ a ‘macchie di leopardo’

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Riapertura in base ai codici Ateco

Le riaperture potranno poi essere cucite addosso ai diversi territori attraverso ordinanze prefettizie, sulla base del codice Ateco, che categorizza e classifica le varie tipologie e sottotipologie di attività. Il problema è che, come detto già prima, si va verso una ‘Fase 2’ a macchia di leopardo.

A macchia di Leopardo

Una ‘Fase 2’ a macchia di leopardo

Le nuove direttive della Lombardia prevedono la ripartenza dei mercati alimentari scoperti da mercoledì 29, a patto che facciano osservare una serie di misure di prevenzione: guanti, mascherine, distanze. In Veneto, oltre alle consegne a domicilio, i clienti possono già andare persona al negozio, acquistare e portare a casa il cibo da asporto. “Non si dica che qui c’è qualcuno di irresponsabile che firma ordinanze alla carlona – ha messo le mani avanti Zaia – Sono tutte ordinanze rispettose dei dpcm”.

Chinatown italiana

Chinatown italiana

In Toscana, il presidente dem Enrico Rossi ha permesso alle aziende dei distretti tessili, in particolare di Prato, cuore della prima e storica Chinatown italiana, peraltro, la ripresa dal 27 delle attività di manutenzione. E non è detto che le riaperture avvino una strada tutta in discesa.

 

E se la ‘fase tre’ fosse quella del ‘contagio di ritorno’?

fase 3

La fase tre

Il governo sta già studiando un meccanismo ‘d’emergenza’ da introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, in alcune aree del Paese tornassero a salire i contagi e, nel frattempo, l’esecutivo lavora per adeguare le strutture sanitarie in caso di nuova esplosione del coronavirus, quindi per evitare un nuovo, drammatico lockdown.

ministro boccia

Il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia

Per il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia,le terapie intensive disponibili in ogni territorio devono essere sempre almeno il doppio di quelle del periodo pre-Covid”, ma servono anche i Covid hospital, strutture per ospitare i positivi che non possono rimanere nelle proprie case e investimenti in persone e strutture che supportino medici di base e associazioni di volontariato. “Solo così – assicura Boccia – Stato, Regioni ed enti locali insieme potranno affrontare con risultati positivi la fase 2”.

francesco guccini

Francesco Guccini

Ma se le cose non andassero così, e tutto tornasse drammaticamente in ballo, come in un loop infinito e diabolico, compreso il ritorno a una ‘fase tre’ uguale alla ‘fase uno’, cioè a un’impennata di contagiati e morti a causa dei ‘contagi di ritorno’, un ennesimo lockdown sancirebbe davvero la morte definitiva di un Paese intero, la pietra tombale sulla sua presunta rinascita

O, come cantava Francesco Guccini nelle Osterie di fuori porta, osterie della Bologna di un tempo ormai scomparse che lui frequentava: “Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta/ Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta/ Qualcuno è andato per età/ Qualcuno perché già dottore/E insegue una maturità, si è sposato/ Fa carriera ed è una morte un po’ peggiore”….


 

NB: questo articolo è stato pubblicato, sia pure in forma ridotta, il 26 aprile 2020, sul sito di notizie Tiscali.it