“Come un gatto in tangenziale”. Le inutili candidature di Palamara e Trenta nel collegio di Roma-Primavalle

“Come un gatto in tangenziale”. Le inutili candidature di Palamara e Trenta nel collegio di Roma-Primavalle

20 Agosto 2021 1 Di Ettore Maria Colombo

Come un gatto in tangenziale”. Le candidature ‘minori’ di Luca Palamara ed Elisabetta Trenta in un quartiere romano di periferia diventato celebre per un film ma dalla lunga storia, in attesa che i ‘grandi’ partiti decidano chi li sfiderà (e saranno nomi minori)

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Le candidature ‘minori’ di Luca Palamara ed Elisabetta Trenta in un quartiere romano di periferia diventato celebre per un film ma dalla lunga storia, in attesa che i ‘grandi’ partiti decidano chi li sfiderà

 

Nb: questo articolo è stato pubblicato sul sito di notizie Tiscalinews.it il 20 agosto 2021

 

“Come un gatto in tangenziale”… Si vota a “Coccia di Morto”, cioè a Primavalle (e anche a Bastogi…)

gatto in tangenziale

“Come un gatto in tangenziale”… Si vota a “Coccia di Morto”, cioè a Primavalle (e anche a Bastogi…)

Il quartiere romano è quello di “Come un gatto in tangenziale – ritorno a Coccia di Morto”, cioè quello che comprende la (brutta) periferia romana di Bastogi, resa ormai celebre dal celebre film. Il collegio elettorale uninominale (si vota, si scrutina, quello che arriva primo prende il collegio secondo la logica del the first past all) è denominato “Lazio 1/11” e vale, in questo caso, per la Camera dei Deputati: comprende molte zone, facenti parte del comune di Roma, dai nomi un po’ lugubri (Suburbio Gianicolense, Suburbio Aurelio, Suburbio Trionfale, zona Casalotti, zona La Pisana, quartiere Primavalle) e conta 170.706 iscritti alle liste elettorali come un capoluogo di provincia.

amministrative 2021

Si vota il 3 e 4 ottobre, in coincidenza con le elezioni amministrative, e sembra, a prima vista, che ci sia ancora tempo, ma il tempo sta scadendo: le liste elettorali, entro il 4 settembre, vanno consegnate al Viminale, con la relativa raccolta di firme. I grandi partiti sono ancora a ‘carissima amica’ e i candidati in campo, finora, sono solo due outsider: l’ex magistrato Luca Palamara, che si candida a nome di sé stesso e di una lista ‘fai da te’ (la lista si chiama “Palamara”, originalità zero), appoggiata dai Radicali, ed Elisabetta Trenta, ex ministro dei 5Stelle, che si candida per la (rediviva) Italia dei Valori, ma con una lista dal nome immaginifico “Noi, nuovi orizzonti per l’Italia” (senso del ridicolo, zero). Centrodestra e centrosinistra? Per ora, vagolano nel buio.

Emanuela Claudia Del Re

Emanuela Claudia Del Re

Il collegio è rimasto vacante perché la deputata dei 5Stelle che, nel 2018, l’aveva vinto, strappandolo al centrodestra (una vittoria al fotofinish: 39.550 voti per l’M5s, 38.226 per il candidato del centrodestra, appena mille voti il distacco, poi 27.704 voti per il candidato del centrosinistra), Emanuela Claudia Del Re, una elegante e paciosa signora bionda che ha avuto la fortuna, e l’onore, di essere nominata alto rappresentante della Ue per il Sahel. Un riconoscimento importante per l’ormai ex viceministra agli Esteri nel governo Conte II, che della martoriata regione africana si è occupata a lungo, nei suoi studi (è sociologa ed esperta di politica internazionale, si è occupata di rifugiati).

 

Ma cosa hanno fatto di male, quelli di Primavalle?

come un gatto in tangenziale 2 paola cortellesi e antonio albanese

Albanese & Cortellesi

Non che gli abitanti del quartiere di Primavalle e di Bastogi, quella del film della coppia Albanese&Cortellesi, siano meno disastrati del Sahel, a dirla tutta. Cosa hanno fatto di male, infatti, per ‘meritarsi’ due candidature di basso profilo come quella dell’ex magistrato Palamara e dell’ex M5s Trenta non è, infatti, ai loro occhi, ancora dato sapere. Solo che la regola, per i collegi uninominali, quella è: se un parlamentare si dimette, perde la carica o, Dio non voglia, muore, si rivota e amen.

Vediamole, dunque, le caratteristiche dei due soli candidati finora in campo.

 

Luca Palamara, il crucifige della magistratura

Luca Palamara, il crucifige della magistratura

Luca Palamara, il crucifige della magistratura

Luca Palamara – sotto processo a Perugia e rimosso dal Csm dall’ordine giudiziario per illeciti disciplinari “di elevatissima gravità” – si dice “già in campagna elettorale” in un’intervista a Repubblica in cui assicura che candidarsi non è un modo per cercare l’immunità o per soldi – “dal luglio 2019 fino alla conferma definitiva della radiazione (dalla magistratura, ndr.), lo scorso 4 agosto, ho preso un assegno alimentare di 1800 euro al mese” – ma l’ho fatto per portare avanti “la battaglia sulla giustizia”.

Palamara Sallusti ed il libro

Palamara Sallusti ed il libro

Con la magistratura “la partita non è finita”, dice. “Contro la radiazione ricorrerò alla Corte europea per i diritti dell’uomo e al processo mi difenderò. Non ho svenduto la mia funzione”. “Confido – assicura lui – di contribuire ad aprire un dibattito, che porti alla riforma della magistratura”. Tutto è nato grazie al successo del mio libro, Il sistema(scritto con l’ex direttore del Giornale, e oggi di Libero, Alessandro Sallusti, un bestseller, anzi ormai un long seller che pure dovrebbe aver assicurato, a Palamara, consistenti royalities, ndr.) La gente mi ferma per strada e mi dice: ‘Dottore, vada avanti’. Ovunque piazze piene. Mi hanno applaudito anche nei giorni in cui erano uscite notizie negative sul mio conto”. La scelta di Primavalle starebbe nel fatto che “sono nato e cresciuto a Montesacro (tutt’altro quartiere di Roma, peraltro, ndr.).

luca palamara

Luca Palamara

Non sono snob – continua – . A Primavalle ci giocavo a calcio da ragazzo, conosco i problemi. E la mia battaglia sulla giustizia riguarda tutti”. Dopo la radiazione dalla magistratura, Palamara spiega: “La vita chiude le porte e apre i portoni. Ho scritto un libro che è piaciuto a molti italiani. Sto lavorando a un seguito”. Il libro ha venduto “trecentomila copie. La prima tiratura, a gennaio, era stata di ventimila. Un fenomeno tipo La Casta”. L’idea del libro, sottolinea, è nata “da una chiacchierata con Alessandro Sallusti. Ai tempi di Berlusconi ci massacravamo nei talk, oggi abbiamo un legame fortissimo. Chi l’avrebbe mai detto?”. Già, chi? Un accusatore della Magistratura che ne è stato ai vertici, capo della sua componente di sinistra e capo dell’Anm, gli si è rivoltato contro e ha dato legna da ardere a chi pensa che, ormai, i magistrati siano ‘un cancro’. 

La storia cupa e ‘nera’ del quartiere di Primavalle

La bambina di Mage colora il palazzo popolare a Primavalle

La bambina di Mage colora il palazzo popolare a Primavalle

E, anche, chi avrebbe mai detto che, a Primavalle, sarebbe arrivato il ‘ciclone’ Palamara a sconvolgere un quartiere così periferico, pieno di guai e, anche, dal passato luttuoso.

Perché se è vero che la zona è stata ‘riscattata’ e rilanciata dal cinema, cioè dal primo film, e ora dal sequel, di “Come un gatto in tangenziale”, girato proprio a Primavalle, più che nella Bastogi celebrata nel film, il passato pesa, e ‘non passa’. Tra le prime borgate fasciste di Roma, cresciuto a dismisura e nel modo più brutto possibile, il quartiere si estende tra piazza Capocelata e piazza Clemente XI, meglio nota – ricorda Mario Ajello sul Messaggero – come “piazza Mario Salvi”, detto ‘er Gufo’, ucciso dalla polizia negli anni Settanta. Le storie del quartiere sono state, almeno fino agli anni ’90, storie di sangue, e non solo per il tremendo ‘rogo di Primavalle’ che, nel 1973, vide bruciare una intera famiglia di militanti del Msi. Una brutta storia che, ancora oggi, i suoi eredi ricordano e celebrano come ‘epica nera’ dei loro antichi lutti.

FRANCO CALIFANO scaled

Franco Califano (Photo by Elisabetta Villa/Getty Images)

Persino il cantante ‘borgataro’, e amatissimo dai romani, Franco Califano, ricorda sempre Ajello sul Messaggero, celebrò, a modo suo, Primavalle, dove aveva vissuto ed era stato anche presidente della squadra di calcio ‘Tanas’, in un inno contro l’eroina, piaga di Primavalle e non solo intitolato “Occupate le palestre”, per sostenere i giovani tossicodipendenti che, alla fine degli anni Ottanta, occuparono un centro sportivo per disintossicarsi, spesso inutilmente (“Cuori grandi di Primavalle/ vi aspetta una vita fatta a spicchi di stelle/i valori delle cose/ sono fuori da ogni dose”). Ma se Primavalle non si ‘merita’ Palamara non si merita neppure la assai naïf ex ministra M5s Elisabetta Trenta.  

Una candidatura inutile, quella della Trenta

ministro difesa elisabetta trenta

L’ex ministra alla Difesa, Elisabetta Trenta

Elisabetta Trenta, infatti, si è candidata pure lei, mai stata deputata, per il seggio di Primavalle. La scelta dell’ex ministra alla Difesa nel Conte I – si legge in una nota – nasce “dalla volontà di continuare a battersi per gli ideali che hanno da sempre animato la sua carriera politica iniziata come attivista del Movimento a 5 Stelle, ed ora in continuità con la volontà di riaffermarli nella realtà politica, da qualche mese con l’Italia dei Valori”. Solo due mesi fa, infatti, la Trenta ha lasciato il M5s, sbattendo la porta, insoddisfatta perché nessuno le riconosceva il valore e le competenze (in pratica, nessuno le voleva dare un posto) per aderire all‘Italia dei Valori che un altro ex M5s, Elio Lannutti, ha fatto ‘rivivere’ con un sottogruppo al Senato (che non si nega a nessuno) e la complicità dell’ultimo segretario dell’Idv dell’ex Di Pietro, Ignazio Messina. 

Elio Lannutti

Elio Lannutti

La Trenta correrà, appunto, con l’appoggio della lista Noi-Nuovi Orizzonti per l’Italia, fondata con l’obiettivo – lisergico, a dirla tutta – di raccogliere “tutte le idee e i pensieri di tutti coloro che non si riconoscono più nelle continue metamorfosi involutive registrate da diversi movimenti e partiti politici nazionali che tanti elettori tendono ad abbandonare”. La lista ha il fine de mettere “al centro di ogni decisione la persona umana e il bene collettivo”. Belle parole, ma inutili. Non ha, sia chiaro, alcuna chance.

salvini

Matteo Salvini

Al massimo, è Palamara che potrebbe farcela, perché Salvini ha sempre detto di apprezzarlo, sembra che ne appoggi la corsa e il centrodestra in quanto tale non si è ancora espresso su di lui. Ma qui si entra nei molti guai interni al centrodestra.

 

I dispetti interni al centrodestra sul nome di Palamara

Palamara, difeso da Salvini, tutto preso dalla campagna referendaria sulla giustizia, non si sbilancia: “Chiedete a lui se vorrà sostenermi, io spero nel voto di tutti”.

Palamara, difeso da Salvini, tutto preso dalla campagna referendaria sulla giustizia, non si sbilancia: “Chiedete a lui se vorrà sostenermi, io spero nel voto di tutti”.

Alla fine, è dovuto intervenire lo stesso Salvini per fermare quella che era diventata un’altra guerra di sospetti e colpi bassi nel centrodestra: Palamara non sarà il candidato del centrodestra alle elezioni suppletive di Roma: “Il centrodestra avrà un suo candidato. Ma Palamara sta dimostrando coraggio, denunciando la vergogna delle correnti e delle spartizioni in magistratura”, ha detto il leader della Lega dopo giorni in cui si sono rincorse le voci di un possibile sostegno alla candidatura dell’ex pm da parte del suo partito, in forma ufficiale o surrettizia, cioè senza indicare un candidato ‘ufficiale’ del centrodestra stesso. 

Alfredo Maria Becchetti

Alfredo Maria Becchetti

Un’ipotesi nata dopo le dichiarazioni del coordinatore della Lega di Roma, Alfredo Maria Becchetti, che subito dopo l’annuncio di Palamara, aveva aperto a un possibile sostegno alla candidatura finora sostenuta solo dai Radicali, ma che ha provocato un terremoto dentro la coalizione.

Palamara, difeso da Salvini, tutto preso dalla campagna referendaria sulla giustizia, non si sbilancia: “Chiedete a lui se vorrà sostenermi, io spero nel voto di tutti”.

Maurizio Gasparri

Maurizio Gasparri

Il no secco a un appoggio però è arrivato subito dai due partiti che si contendono la candidatura alle suppletive, Forza Italia e Fratelli d’Italia. I primi lo hanno fatto subito, e brutalmente, con Maurizio Gasparri, che oggi addolcisce i toni: “Capisco che si è pentito, ma quando io nel 2008 accusavo il Csm di essere “una cloaca”, lui come tutti mi attaccò violentemente… Ora va bene ripensarci, ma non è il nostro candidato...”. È stato Antonio Tajani a spiegare che gli azzurri hanno un altro nome in testa: “Probabilmente il candidato sarà di FI, lo rivendichiamo per quel collegio. E il migliore a nostro avviso è Pasquale Calzetta, che nel 2018 ha perso per pochi voti”.

Pasquale Calzetta

Pasquale Calzetta

Peccato però che FdI non sia così disponibile a lasciare la corsa, in quel collegio, agli alleati: è vero, spiegano, che la regola è sempre stata che le candidature degli uscenti, anche sconfitti, si riconfermano, o comunque si lascia al partito che le aveva espresse la scelta di chi presentare, ma dopo la rottura sul cda Rai e la non ricandidatura del membro di FdI tutto è cambiato. In più, fanno i calcoli nel partito della Meloni, oggi FI può contare a Roma su un 4-5%, FdI sul 23%. Insomma “lavoriamo a un centrodestra unito — dicono da FdI — ma le scelte devono avere un senso…”. In questo scenario le mosse di Salvini sono state viste come un modo per rompere l’asse FdI-FI. E se il suo tenersi vago significasse un appoggio sottobanco a Palamara, magari per fare uno sgambetto agli alleati? Il timore c’è, nonostante le parole di Salvini. E sempre di più è chiaro che servirà un vertice tra i leader per decidere chi presentare a Roma Primavalle.

Buio pesto anche dentro il centrosinistra e nel M5s

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse – Giuseppe Conte

In ogni caso, manca ancora anche il candidato del centrosinistra, che innanzitutto dovrà decidere se presentarne uno unitario di Pd, Leu e M5S o andare ciascuno per la propria strada. In realtà, manca un seggio per un nuovo leader, quello del M5s, Giuseppe Conte, che – in vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato – vorrebbe e potrebbe (o, forse, dovrebbe) averne uno, ma che – di fronte all’offerta del seggio, altamente insicuro di Roma-Primavalle, ha ‘gentilmente’ declinato l’offerta.

Enrico Letta

Enrico Letta

Del resto, Enrico Letta ha scelto il collegio ‘blindato’ di Siena, dunque perché rischiare e fare una pessima figuraccia? Non ne vuole sentir parlare neppure un altro grande ‘assente’ dal proscenio nazionale, Alessandro Di Battista, e per le stesse ragioni, anche se Matteo Renzi li sfotte e li pungola entrambi a ‘scendere in campo’ a Primavalle, se hanno coraggio.

Gualtieri Vs. Raggi

Gualtieri Vs. Raggi

L’ultimo, ma non ultimo, dei problemi è che i cittadini romani si troverebbero, il 3 e 4 ottobre, due schede con due domande assai diverse: vuoi sostenere la corsa di Virginia Raggi o quella di Roberto Gualtieri (M5s e centrosinistra viaggiano divisi e nemici, alle comunali) e quella ‘unitaria’ di un candidato Pd-M5s-LeU solo a Primavalle? Una scelta che provocherebbe solo confusione. Ergo, si opterà per candidature minori, di contorno, con l’ovvio risultato di ‘consegnare’ il collegio di Primavalle a chi lo ha sempre avuto in mano, cioè il centrodestra, tranne l’ultima volta. Sempre che, si capisce, non vinca, a sorpresa, Palamara. Il che, per Primavalle, sarebbe amara sorpresa, ma loro non sono pronti a scommetterci e si limitano a “Palamara? Finirà come un gatto in tangenziale”.