La ‘grande ammucchiata’. Big più o meno big e, soprattutto, ‘paracadutati’ (e ‘paracadutisti’…)

La ‘grande ammucchiata’. Big più o meno big e, soprattutto, ‘paracadutati’ (e ‘paracadutisti’…)

11 Agosto 2022 0 Di Ettore Maria Colombo

Il difficilissimo gioco a incastro delle candidature, tra listini proporzionali (gli unici ‘sicuri’, almeno per i partiti più grandi) e collegi uninominali delle principali coalizioni e dei loro principali partiti

Il difficilissimo gioco a incastro delle candidature

Il difficilissimo gioco a incastro delle candidature

 

NB. Questo articolo è stato pubblicato, in forma molto più ridotta, sul Quotidiano nazionale dell’11 agosto 2022

 

I BIG, Tremonti sfida Cottarelli

Carlo_Cottarelli

L’economista Carlo Cottarelli

In tema di candidature di big (o presunti tali), il Pd e il centrosinistra hanno piazzato il loro, primo, bel colpo (“reddite Caesari quae sunt Caesari”…), candidano Carlo Cottarelli. L’ex commissario alla spending review – e presidente del Consiglio incaricato, pur se solo per 24 ore (una cosa da record, o da Guinness dei Primati) – viene portato in dote, al Pd, da +Europa di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova che, proprio ieri, hanno stretto il loro ‘patto di unità d’azione”, invece che con Azione di Calenda col Pd di Letta.

piazza duomo milano

Milano Piazza Duomo

Cottarelli, già in predicato di fare il front runner del centrosinistra per la guida della Lombardia, si dovrà accontentare di un posto da deputato: sarà candidato in un collegio uninominale, ma dato che lo avrà a Milano, meglio un bel ‘paracadute’: posto blindato nel listino proporzionale (del Pd) e passa la paura. Meglio che niente, eh?, si capisce.

fratelli italia

Il centrodestra, e in particolare Fratelli d’Italia, offesissimi, rispondono da par loro, candidando, nel listino proporzionale della Lombardia, contram Cottarelli, l’ex ministro all’Economia dell’ultimo governo Berlusconi (il ‘Silvio quater’), Giulio Tremonti.

Giulio Tremonti

Giulio Tremonti

Al netto del fatto che Tremonti potrebbe, nel futuro governo di destra, ritrovarsi al governo con Guido Crosetto (che, però, non si candiderà) in una palingenesi della Storia (i due diedero vita, all’epoca, a scontri epici, stile ‘liti tra comari’ Formica&Andreatta), se Cottarelli sarebbe un perfetto titolare del Mef per il centrosinistra (ove mai dovesse vincere), pare che Tremonti sarà un ‘sicuro’ ministro nel futuro (e assai più probabile) ‘governo Meloni’. Forse, magari, sarà ministro, ma (è ufficiale) non verrà candidato, nelle liste di FdI, l’infettivologo Matteo Bassetti, che si era apertamente proposto.

 

 

L’effetto flipper del Rosatellum

L'effetto flipper del Rosatellum

L’effetto flipper del Rosatellum

Anche Tremonti, in ogni caso, correrà in doppia veste: collegio uninominale (ma il suo blindato) e capolista nel proporzionale. Prima di proseguire, però, va fatta una premessa. Chi viene candidato solo nei collegi uninominali rischia di ‘perder la cappa’, specie se non sta nei due partiti maggiori e nelle due maggiori coalizioni. Chi sta, invece, nei listini proporzionali (ci si può candidare fino a un massimo di 5 circoscrizioni e 1 solo collegio), ha una doppia ‘carta’ da giocare: se è capolista ha alte chanches di elezione (specie se si ritrova nei listini di FdI e Pd, i due maggiori partiti, a oggi). Se, invece, segue a ruota, dopo il capolista – e sempre rispettando l’alternanza di genere uomo/donna (obbligatoria, ma in percentuale solo del 60& per i maschietti e del 40% per le donne), in seconda o terza posizione, tranne per due grandi partiti (FdI e Pd), ‘dipende’. Da cosa?

rosatellum

Da diversi, e complicati fattori, legati alla legge elettorale. In buona sostanza, tutti i candidati di ‘terze forze’ (Lega, M5s, Az-Iv e, a scendere, chiunque passi lo sbarramento, etc.) innanzitutto non sanno ‘dove’ scattano, cioè in quali collegi circoscrizionali (la divisione dei resti viene fatta in modo nazionale alla Camera, regionale al Senato, dove devi avere percentuali altissime, infatti già c’è il panico: nessuno vuole andarci…), ma non hanno neppure la certezza di essere eletti, neppure nei listini proporzionali plurinominali e, in alcuni casi (se, cioè, stanno poco sopra il 3%), neppure se sono tutti presenti come capolista. Si chiama ‘effetto flipper’ del Rosatellum – o ‘sindrome Occhionero’ – e causerà notti insonni, sia prima della presentazione delle candidature (il 22-24 agosto) che il voto (il 25-26 settembre).

Ma passiamo, ora, a vedere i principali candidati, big e meno big, dei diversi schieramenti e partiti.

 

CENTRODESTRA

Berlusconi forever young

Berlusconi forever young

Berlusconi forever young

Dopo settimane di finta suspense, si è scoperta l’acqua calda. Silvio Berlusconi si candiderà al Senato. In ben 5 circoscrizioni, tra cui quella della sua residenza (Arcore), e un collegio ‘uni’. Vuole fare il presidente del Senato, di certo tornerà a palazzo Madama, dopo esserne stato ‘cacciato’ nel 2014 per gli effetti della legge Severino con il governo Letta che rischiò la crisi.

palazzo madama

Palazzo Madama

Nel partito azzurro, la caccia al seggio ‘sicuro’ è partita, ma molti tremano. Tanto che il patron di Libero, Antonio Angelucci, tornerà alla Camera ma con la Lega, come pure Claudio Lotito, patron della Lazio, l’ex pm Simonetta Matone, Gabriele Albertini correrà col Terzo Polo, etc. Molti dei tanti presunti ‘big’ di FI già tremano. Tranne, però, Licia Ronzulli e Niccolò Ghedini.

Giancarlo Giorgetti

Giancarlo Giorgetti

Nella Lega, riconfermati tutti i ministri uscenti, e tutta la squadra di governo, Giorgetti in testa, largo agli ‘uomini’ (e donne) dei governatori del Nord Zaia, Fedriga e Fontana, ma anche Tesei (Umbria), Solinas (Sardegna), Fugatti (Trentino), ma soprattutto ai ‘salviniani’ doc. Saranno tanti. Salvini si candiderà in Lombardia, ma non solo. Le donne? La giornalista Maria Giovanna Maglie.

La Meloni si candiderà in tutte e 5 le circoscrizioni

La Meloni si candiderà in tutte e 5 le circoscrizioni

Dentro FdI, invece, nessun problema. La Meloni – che si candiderà in tutte e 5 le circoscrizioni – porterà, in Parlamento, oltre cento parlamentari, quindi riconfermerà tutti gli uscenti più porterà una vera ‘carrettata’ di new entry uomini e donne. Tra loro il governatore uscente della Sicilia, Nello Musumeci, dove si voterà insieme alle Politiche.

nanetti del centrodestra

I “nanetti” del centrodestra

Infine, i ‘nanetti’ di centrodestra. Vanno verso un listone unico che terrà insieme Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Giovanni Toti (L’Italia al centro), Lorenzo Cesa (Udc) e Luigi Brugnaro (Cambiamo!): tranne quest’ultimo, che è sindaco di Venezia e Toti, governatore della Liguria, per loro – e altri 13 – sono previsti tutte candidature in collegi ‘sicuri’ nei listini proporzionali, tutti gentilmente offerti da FdI, che se ne farà carico.

 

CENTROSINISTRA

Il Pd ha le sue ‘Agorà’, i ‘nanetti’, interni ed esterni, le loro ‘pretese’…

Agorà

Il Pd ha le sue ‘Agorà’, i ‘nanetti’, interni ed esterni, le loro ‘pretese’…

Nella complicata e rissosa coalizione di centrosinistra (Pd-+Eu-Impegno civico-Verdi/SI), il gioco a incastri è maledettamente complicato. Sia perché Letta – che si candiderà in più listini bloccati, ma non in un collegio (era stato eletto, alle suppletive, in quello di Siena) – ha promesso “un forte rinnovamento”. I big, però, certamente, saranno tutti riconfermati: Guerini (Lombardia), Franceschini (Campania), Orlando (Liguria), Provenzano (Sicilia), Boccia (Puglia), Delrio (Emilia), Serracchiani (Friuli), Malpezzi (Lombardia), Borghi (idem), Madia (Lazio), il sottosegretario Ue Enzo Amendola (Lazio).

E, si capisce, tutti da capolista nei listini bloccati.

zingaretti sindaco roma

Come pure l’ex segretario, Nicola Zingaretti (correrà nel listino del Lazio e, forse, a Roma), mentre Piero Fassino sarà candidato in Piemonte. Gianni Cuperlo dovrebbe andare a Bologna, in un collegio ‘uni’, ma deve vedersela con l’ex Dc, Pierferdinando Casini, bolognese ultra-doc.

Enrico Letta

Enrico Letta

Poi, però, Letta vuole lanciare il mondo sindacale (Susanna Camusso, dalla Toscana, sarà dirottata in Lombardia, Annamaria Furlan in Veneto), quello dei diritti (Elly Schlien in Emilia), più varie personalità dello sport (Mauro Berruto), dell’imprenditoria, professori universitari (Filippo Andreatta, figlio di Beniamino, mentore di Letta, l’estensore del suo programma, Antonio Locita), del sociale (Enza Rando, copresidente di Libera).

Marco Furfaro

Marco Furfaro

Ma Letta vuole anche uomini e donne ‘fidati’ e ‘suoi’ in Parlamento. Largo, dunque, a Furfaro (area Zinga, paracadutato a Pistoia 1, Camera), Caterina Cerroni, segretaria dei Giovani dem e molisana, Silvia Roggiani (segretaria dei dem a Milano e coordinatrice della campagna volontari), Marco Sarracino (segretario del Pd di Napoli), Michele Fina (idem in Abruzzo), Nicola Irto (idem in Calabria), Marco Meloni (braccio destro e sinistro di Letta, Sardegna). Tutti giovanissimi, o quasi, comunque ‘lettiani’, e tutti candidati da mettere in posti ‘sicurissimi’. Come per la moglie di Franceschini, Michela De Biase (in Lazio).

guaio

Altro guaio. Il Pd ha dato vita al ‘listone’ dei “Democratici e Progressisti“, per prendere più voti e contendere a FdI la pole di primo partito. E ha promesso (e deve mantenere fede all’impegno) due posti al Psi (il segretario, Enzo Maraio, e una donna), due a ‘Demos’ (uno a Paolo Ciani e una donna), dai 4 a 6 ad Art. 1 (Speranza, Stumpo, Scotto, Fornaro, la Guerra), cioè ben 8/10 posti che ‘bruceranno’ altrettanti collegi uninominali ‘sicuri’ (ormai pochissimi, come si sa). Dunque, tutti altri collegi che toglieranno posti ai territori.

 

I territori, nel Pd, sono già entrati ‘in rivolta’

simona bonafé

Simona Bonafè

Speranza sarà ‘paracadutato’ a Firenze 1 Camera mentre la segretaria regionale, Simona Bonafé, andrà all’omonimo Firenze 1 al Senato) e altri altrove, ma i territori sono già entrati in rivolta.

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio

Nessuno, per dire, vuole ‘ospitare’, a casa sua, Luigi Di Maio (per lui si parla del proporzionale in Campania e di un collegio sicuro a Napoli), pochi amano il buon Bruno Tabacci (un collegio in Lombardia) e, ora, bisogna ‘fare largo’ pure ad almeno 3/4 collegi sicuri x +Europa, da assegnare a Bonino (Milano), Della Vedova, Magi (Lazio).

La giovane attivista ambientalista Federica Gasbarro

La giovane attivista ambientalista Federica Gasbarro

Di Maio, peraltro, vuole piazzare, dato che la sua ‘Ape’ stenta a volare, nei sondaggi, almeno 4/5 dei suoi in collegi uninominali sicuri. Sono Laura Castelli, Vincenzo Spadafora, Emilio Carelli, Sergio Battelli e pure una giovane new entry, la giovane attivista ambientalista Federica Gasbarro. Ma quanti posti può garantirgli il Pd? Ad occhio, assai pochi, ecco il perché del guaio…

Aboubakar Soumahoro scaled

Aboubakar Soumahoro

Verdi-SI, sicuri di superare il 4% (si vedrà…) hanno lanciato candidature di prestigio e impatto: Ilaria Cucchi (Lazio) e il sindacalista nero (e anarchico) Aboubakar Soumahoro (Puglia), andranno in collegi ‘blindati’ offerti dal Pd. Poi, a capeggiare le liste ci saranno anche i due leader, Angelo Bonelli (Verdi) e Nicola Fratoianni (SI). New entry al femminile Fiorella Zabatta (Verdi, Campania) ed Elisabetta Piccolotti (moglie del bel Nicola, assai brava), sempre al proporzionale.

 

TERZO POLO

calenda renzi

Calenda e Renzi

Con un listone dal simbolo ancora ignoto e la ‘bicicletta’ dei due partiti (Az e Iv), Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno – giustamente – ritenuto fosse più opportuno, per loro, candidarsi tutti e due alla Camera e non al Senato. Per Calenda, che sfiderà il Pd e FdI a Roma anche in un collegio, è una new entry, per Renzi – che si candiderà nel collegio di Firenze 1 ma anche in 5 listini ‘pluri’ (come pure Calenda), i soli che garantiscono certezza di elezione – un downgrade.

Carfagna e Gelmini

Carfagna e Gelmini

A ruota, ovviamente, ci saranno candidature ‘sicure’ per le due ministre (ex) di FI, Mara Carfagna (in un collegio a Napoli, poi in Campania, ma anche in Emilia, Lazio, Toscana) e Mariastella Gelmini (Lombardia, Veneto, etc.), in Azione. Ma Calenda cerca ‘buone’ candidature pure per Matteo Richetti (Romagna), Andrea Cangini (Emilia), Enrico Costa (Piemonte), Osvaldo Napoli, Andrea Mazziotti (Lombardia) e molti altri che, però, opteranno tutti la Camera perché, passare al Senato, è impresa assai ardua.

interviste Maria Elena Boschi (IV)

Maria Elena Boschi (IV)

Stesso problema per Iv. Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, la ministra Elena Bonetti, la vice-ministra Teresa Bellanova, il numero 2, Ettore Rosato, Renzi li vuole mettere in collegi (plurinominali) sicuri, dunque nel proporzionale, ma i posti sono pochi e i sondaggi vanno malino.

 

M5S

M5s fine e rinascita

M5s fine e rinascita

Una volta falcidiati, causa doppio mandato, molti dei big, i 5S tengono le loro – contestate, da Virginia Raggi (esclusa) e da ‘Ale’ Di Battista, che non verranno candidati – ‘parlamentarie’, confermate per il 16 agosto sulla piattaforma di Sky vote, con una serie di regole assai stringenti.

Federico Cafiero De Rhao

Federico Cafiero De Rhao

I big, ovviamente, tutti ‘contiani’, ci saranno e, di certo, passeranno l’esame. Gli altri navigano nel vuoto e, anche, in buona parte, nella disperazione. Conte, ovviamente, si candiderà in più collegi del proporzionale. Collegi ‘uni’, per i 5s, zero, a oggi. Tanto che anche i due ‘fiori all’occhiello’ dei 5s, Michele Santoro e Federico Cafiero De Rhao, saranno candidati sì, ma dentro i listini bloccati.

 

Altri partiti

altri partiti

Per tutti gli altri partiti, che pure hanno al vaglio molteplici candidature, da Italexit (Gianluigi Paragone) a Unione Popolare (Luigi De Magistris), da Italia sovrana e popolare (Rizzo&Ingroia) a Casa Pound-Popolo Famiglia, i nominativi saranno inseriti e le liste completate ma dipende tutto dal tema della raccolta firme: se le troveranno potranno presentarsi, altrimenti no.