“Tumulti in Aula, la seduta è sospesa!” 1. Cronaca di un giorno di ordinaria follia a Montecitorio

“Tumulti in Aula, la seduta è sospesa!” 1. Cronaca di un giorno di ordinaria follia a Montecitorio

29 Dicembre 2018 0 Di Ettore Maria Colombo

Pubblico qui un articolo sui tumulti in Aula che si sono verificati ieri alla Camera dei Deputati in occasione della discussione sulla manovra economica del governo che verrà approvata stasera (o stanotte) con il voto di fiducia

 

“Causa tumulti in aula, la seduta è tolta”

 

Bettino

Bettino Craxi

 

Il detto, tipico delle aule parlamentari, riecheggia da tempi molto antichi, affonda le sue radici nella storia del parlamento sabaudo e regio, oltre che negli albori della dittatura fascista, ma ovviamente ha avuto grande fortuna anche in età repubblicana. Tra gli episodi più cruenti di quest’ultima si  ricordano la discussione sull’adesione dell’Italia alla Nato nel 1949, il decreto di San Valentino del governo Craxi nel 1984, le autorizzazioni a procedere per Tangentopoli nel 1992, ma anche la caduta di entrambi i governi Prodi in Aula (1998 e 2008 , il primo tentativo di Fini di far cadere il governo Berlusconi nel 2012, l’approvazione dell’Italicum nel 2015.

 

Montecitorio_Camera_dei_Deputati

Il tabellone elettronico dell’Aula di Montecitorio durante le votazioni

 

Episodi che, da ieri, si arricchiscono di un nuovo capitolo: la prima manovra economica del governo Conte, ultimissimi giorni del 2018

 

In una giornata di ordinaria follia, quella di ieri, è successo davvero di tutto, dentro l’Aula di Palazzo Montecitorio. E se è vero che, anche al Senato , durante la seconda lettura del testo, nei giorni antecedenti al Natale, c’è stata baraonda, la Camera è molto più grande – per numero di deputati e importanza – e tutto si amplifica.

Le danze si aprono alle ore 10. Il deputato dem, Lele Fiano, alto e robusto tuona contro il presidente della Camera Roberto Fico: “Non è mai successo che si arrivasse a una terza lettura della legge di bilancio senza esaminare prima gli emendamenti!”. Persino un uomo di solito mite come Francesco Paolo Sisto (FI) promette “opposizione dura”. Pd e FdI ,per un giorno unite nell’attaccare il governo, urlano “voto, voto!” mentre grillini e leghisti se la ridono beffardi. Pd e FI non lamentano solo l’assenza di esame del testo della manovra economica dentro la commissione Bilancio, ma i tempi contingentati della discussione in Aula imposti da Fico. Vedendo diversi banchi vuoti tra i 5Stelle, pensano di approfittare del momento per ‘mandare sotto’ il governo, ma il presidente della Camera sospende la seduta solo per dieci minuti, rimettendo ogni decisione su come proseguire i lavori alla conferenza dei capigruppo. Ed è qui che scoppia il caos.

Lele Fiano

Emanuele Fiano detto Lele

 

Fiano, seguito dal collega Enrico Borghi, si dirige a passo di carica verso il banco della presidenza agitando un fascio di emendamenti che finiscono in testa al sottosegretario all’Economia Garavaglia (cui, dopo, Fiano chiederà scusa). Seguono urla e insulti con i commessi che cercano, inutilmente, di calmare gli animi e separare i deputati tra i banchi mentre i fogli della manovra volano per aria e Carlo Fatuzzo, leader (sic) dei Pensionati italiani, eletto con FI, agita una bandiera con su scritto, appunto, ‘Pensionati’ I lavori vengono sospesi, si fa tardo pomeriggio, ma la tensione non cala.

Carlo Fatuzzo Pensionati

Carlo Fatuzzo Leader dei Pensionati

 

Infatti, dopo che la conferenza dei capigruppo viene disertata dalle opposizioni, i lavori riprendono in aula, dove il Pd attacca ancora Fico, stavolta perché non ha dato una risposta alla richiesta di votazione di sospensione dei lavori. Fiano lo ‘punta’ di nuovo: “Se non le difende lei le prerogative del Parlamento, chi deve difenderle?”. Il presidente della Camera ricorda che mancano pochi giorni al 31 dicembre e che il testo “non può arrivare al Colle il primo gennaio”. Intanto, nella sala stampa di Montecitorio, si susseguono le conferenze stampa di protesta. Prima +Europa, che indica e denuncia lo sbrego alla Costituzione operato dal governo, poi il Pd che – con Orfini e Marcucci – illustra il deposito del (già annunciato) ricorso alla Consulta “per ristabilire le regole essenziali di questa democrazia”. Il Colle, per ora, ascolta silente e preoccupato, ma nel discorso di Capodanno che terrà il 31 dicembre rivolto a tutti gli italiani Mattarella potrebbe anche arrivare a stigmatizzare, pubblicamente, lo ‘sbrego’ istituzionale creato dal governo.

 

Cala la sera, sul colle di Montecitorio e sui tetti di Roma, ma il clima resta teso

 

Luigi Marattin

Luigi Marattin, relatore di minoranza sulla manovra

 

Il deputato dem Borghi attacca Fico, di cui è ormai diventato la bestia nera, e il presidente della Camera lo richiama così: “Lei non finisce l’aula oggi”. Borghi impazzisce di rabbia e sbotta: “Che fa, mi minaccia? Lei mi minaccia!”. Alle 17.30 ultimo round della burrascosa giornataIl deputato dem Luigi Marattin, relatore di minoranza sulla manovra, e il sottosegretario leghista Nicola Molteni, seduto nei banchi della Lega, si danno sulla voce, Fico sospira flebile (“Evitiamo di dare questo spettacolo”), Borghi interviene di nuovo ma ormai non ha più voce. Il governo pone la questione di fiducia. Oggi il nuovo round ma siamo agli sgoccioli: dalle ore 19 è previsto il voto di fiducia mentre il testo finale verrà votato domenica 30 dicembre. I deputati, mentre cercano disperatamente di cambiare i voli e i treni di vacanze di Capodanno già prenotate, ‘smadonnano’ tutti, dentro il Transatlantico, e in particolare dentro la galleria fumatori, ma non ce l’hanno con il governo, bensì con il destino cinico e baro che li costringerà a restare in Aula fino alle soglie del nuovo anno

 


 

NB: Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2019 sulle pagine di Quotidiano Nazionale.