Basilicata al voto. Il “fortino rosso” è pronto a cadere. Salvini vuole vincere “7 a zero” sul Pd

Basilicata al voto. Il “fortino rosso” è pronto a cadere. Salvini vuole vincere “7 a zero” sul Pd

23 Marzo 2019 0 Di Ettore Maria Colombo

Basilicata al voto. Resisterà il ‘fortino rosso’? Si dubita

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La Basilicata potrebbe essere il prossimo “fortino rosso” espugnato dal centrodestra

 

Resisterà il “fortino rosso” lucano? Ormai se ne dubita. L’ex roccaforte di voti della Dc lungo la Prima Repubblica (era lucano l’ex premier e leader della Dc Emilio Colombo) è diventato, da decenni, dominio della sinistra. Da Angelo Raffaele Dinardo, primo governatore di area centrosinistra, eletto nel 1995, a Marcello Pittella, ultimo governatore di centrosinistra uscente in quota Pd, finito agli arresti domiciliari (e poi rimesso in libertà) per un’inchiesta sulle raccomandazioni in sanità, il centrosinistra, nella regione più piccola del Sud Italia, ad eccezione del Molise, ha governato in modo ininterrotto. Potrebbe essere l’ultima regione del Centro-Sud, dopo Molise, Abruzzo e Sardegna (e prima ancora la Sicilia) a cadere, per il centrosinistra, a favore del centrodestra.

Al voto, in una regione di poco meno di 600 mila abitanti, vanno 573.970 elettori (282.032 maschi e 291.938 donne, urne aperte dalle 7 alle 23 in 681 sezioni elettorali), sono quattro i candidati alla carica di governatore e 20 i posti da consiglieri per il consiglio regionale (13 in provincia di Potenza e sette in quella di Matera) più i primi due piazzati alla carica di governatore. 

Qui un articolo che già analizzava la sfida delle Regionali in Basilicata e i principali problemi della Regione: Cristo si è fermato a Matera. Il voto in Basilicata per le Regionali del 24 marzo si gioca sul petrolio

I quattro candidati in lizza: Bardi, Trerotola, Mattia, Tramutoli

 

A contendersi la presidenza della Basilicata, sono in quattro: Vito Bardi, candidato del centrodestra, sostenuto da cinque liste (tra cui FI, Lega, FdI, Udc); Carlo Trerotola, sostenuto da sette liste, tra cui Comunità democratiche-Pd, Psi, Verdi, e Progressisti per il centrosinistra; Antonio Mattia dei 5 Stelle (una sola lista); Valerio Tramutoli, docente universitario sostenuto dal movimento civico “Basilicata possibile” (una sola lista) e che raccoglie pezzi di ambientalismo e sinistra-sinistra.

 

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Il candidato del centrosinistra in Basilicata, Carlo Trerotola

 

Carlo Trerotola, 62 anni, farmacista potentino, è il nome attorno a cui si è coalizzato il consenso delle diverse anime della sinistra e del centrosinistra dopo l’auto-esclusione del governatore uscente, Marcello Pittella, arrestato la scorsa estate per abuso d’ufficio e falso in concorso per un presunto sistema di assunzioni truccate nella sanità, che il Pd sembrava orientato, in un primo momento, a ricandidare, ma che alla fine ha deciso per il passo indietro, scegliendo però, lui stesso, il candidato, cioè Trerotola, ed ha anche preteso di ricandidarsi a consigliere regionale.

Il farmacista, originario di Salerno, nei giorni scorsi è stato al centro delle polemiche per aver definito lo storico segretario del Msi, Giorgio Almirante, il suo “unico riferimento politico” e per una tessera dell’Msi che gira on-line, ma che lui giudica “falsa”. In ogni caso, la sua famiglia è sempre stata di simpatie missine: il padre, fondatore dell’Msi in Basilicata, era amico personale di Almirante e Trerotola ammette: “non sono mai andato ai comizi, tranne se c’era Almirante, che riascolto…”.

 

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Il candidato del centrodestra in Basilicata, il generale in pensione Vito Bardi

 

A sfidarlo c’è Vito Bardi, 67 anni, sostenuto da Lega, Forza Italia, che lo ha scelto come candidato, e Fratelli d’Italia. Generale della Guardia di finanza in pensione, vanta quattro lauree nel curriculum, ha puntato la campagna elettorale sulle infrastrutture senza le quali “non ci può essere futuro”. Più volte finito nelle inchieste del pm Woodcock, e sempre prosciolto, è finito anche nella vicenda della cosiddetta “P4”, ma, all’epoca, querelava chiunque lo anche solo accostasse a quell’inchiesta.

 

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Il candidato dell’M5S in Basilicata Antonio Mattia (M5S)

 

Con le classiche regionarie online, invece, ormai mesi fa, i 5 Stelle hanno scelto Antonio Mattia, 47 anni, titolare di un centro ricreativo per bambini, piccolo imprenditore “Legalità, competenza, sviluppo e benessere” le sue parole chiave, ma una gaffe anche per lui: gran parte del suo programma sarebbe stato copiato da un saggio pubblicato, nel lontano 2009, sulla rivista della Fondazione Italiani-Europei, diretta e presieduta da… Massimo D’Alema.

 

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Il simbolo di La Basilicata Possibile, lista in appoggio a Tramutoli

Il quarto candidato, e outsider della corsa, è il professore di fisica Valerio Tramutoli, alla guida del raggruppamento “La Basilicata possibile”: ha messo insieme realtà civiche, ambientaliste e settori della sinistra alternativa come SI e che punta su una Basilicata“ ambientalista” e “carbon free”.

 

Percentuali vecchie e nuove di partiti e coalizioni

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Un simbolo dei sondaggi

Nello specifico, il duello dovrebbe essere – e sarà – tra centrodestra (25,39% alle Politiche e solo 19,38% cinque anni fa alle Regionali) e centrosinistra (19,6% alle Politiche, ma 59,6% cinque anni fa), con i 5 Stelle che, stando ai sondaggi della vigilia, dovranno accontentarsi del terzo posto, anche se – alle ultime elezioni politiche – l’M5S prese il 44,35% in regione (13,19% 5 anni fa) e il 51% nella sola Matera, neo-capitale della cultura europea 2019. L’astensionismo potrebbe giocare, però, un ruolo cruciale. Quel che è certo è che la Basilicata, regione che non arriva ai 600 mila abitanti, mai come nelle ultime settimane è stata al centro della politica nazionale.

 

Salvini vuole imporre il suo “7 a 0” contro la sinistra

 

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Silvio Berlusconi e Matteo Salvini con dietro i simboli dei loro rispettivi partiti

 

Matteo Salvini punta a ‘conquistare’ la Basilicata e ‘segnare’ un “sette a zero” di stampo tennistico contro il Pd nel ‘bilancino’ delle sfide elettorali, tutte elezioni regionali, che si sono tenute dopo le Politiche del 4 marzo 2018. Dopo le vittorie del centrodestra in Friuli, Molise, Trento e Bolzano (che vanno contate come due province separate), Abruzzo e Sardegna, il segretario leghista si è impegnato in prima persona per vincere, contro i democratici, una sfida, in teoria, ancora più difficile: strappare la presidenza di una Regione, la Basilicata, governata da oltre trent’anni dalla sinistra.

 

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I simboli elettorali di Lega e M5S ‘in combo’

 

Il suo, ormai ex, partito del ‘Nord’, la Lega, si presenta per la prima volta alle regionali in Basilicata e punta a raddoppiare i consensi ottenuti alle scorse politiche (poco più del 6% alla Camera, oltre il 7% al Senato e l’elezione di un unico senatore, Pasquale Pepe) e a sorpassare nei voti Forza Italia, che ha scelto il candidato della coalizione, Bardi.

In vista del voto di domenica, a dicembre scorso, Salvini ha inviato in Basilicata il deputato piemontese Marzio Liuni, che, in vece di commissario, ha messo un po’ di ordine nel partito, dilaniato dai dissidi tra l’ex portavoce della Lega BasilicataGiuseppe Grande, il segretario vicario regionale Massimo Zullino e il segretario regionale della Lega, Antonio Cappiello (quest’ultimo denunciato dal primo, che aveva rimosso dall’incarico).

 

I big nazionali sono scesi tutti in Lucania…

 

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La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni

 

Ieri, per il gran finale, si sono tenuti, tra Potenza Matera, i comizi di Matteo Salvini, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio Giorgia Meloni, ma negli ultimi 15 giorni a fare campagna battente sono stati soprattutto i ‘big’ del centrodestra. A partire da Salvini che, con quattro visite in meno di due settimane ha percorso in lungo e in largo la Regione, dalle coste alle zone più interne, fino a Silvio Berlusconi – costretto per ragioni di salute a saltare la conferenza stampa congiunta con Lega e FdI – ma che si è speso in prima persona con varie iniziative in Lucania, fino a Giorgia Meloni, che ha chiuso la campagna a Matera.

 

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Mariastella Gelmini e Antonio Tajani (Forza Italia)

 

“Dopo trent’anni la sinistra farà gli scatoloni e lascerà le stanze della Regione Basilicata: domenica finisce lo show dei ‘Pittella Brothers’. Che vadano a suonare in giro come i Blues Brothers“, ha detto Salvininel suo comizio finale. “Credo che il messaggio che arriverà dalla Basilicata sarà l’ulteriore conferma della necessità di cambiare il modo di governare questo Paese” ha detto, invece, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha sostituito Berlusconi – assente per ragioni di salute – al comizio finale per Bardi.

 

La prima prova elettorale di Zingaretti segretario

 

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Nicola Zingaretti, neo segretario del Pd, in mezzo ai giovani

 

Per il Pd si tratta di una sorta di “battesimo del fuoco” per il neo-segretario, Nicola Zingaretti, venuto più volte in terra di Lucania, in questi giorni, ma che si trova una coalizione (e un candidato) non certo scelti da lui. Il Pd è talmente debole, in Regione, che non si presenta neppure come lista, ma sotto il ‘falso nome’ di “Comunità democratiche”. Forti, invece, quelli di Mdp-LeU che hanno nel giovane segretario nazionale di Mdp, Roberto Speranza, un lucano doc e un partito strutturato.

Il Pd, invece, è ai minimi. Peraltro, molti dei vecchi ‘capi-bastone’ locali, legati al vecchio ras locale, Pittella (una vera dinastia, in regione, che comprende anche il padre, storico leader del Psi, e il fratello, Gianni, ex capogruppo del Pse all’Europarlamento) hanno abbandonato il centrosinistra spostandosi sul centrodestra. Per esempio, Nicola Benedetto, ex assessore ai Trasporti nella giunta Pittella, ora ispiratore di una lista a sostegno di Bardi. E ancora Carmine Cicala, fratello di Amedeo Cicala, sindaco del “paese del petrolio”, Viggiano, passato direttamente nelle fila della Lega.

 

Il particolare sistema elettorale lucano

 

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I simboli elettorali alle elezioni regionali in Basilicata del 2019

 

Sono 573.970, si diceva, gli elettori che domani voteranno in Basilicata, dalle ore 7 alle 23, per eleggere il presidente della Regione e i 20 componenti del consiglio regionale, 13 in provincia di Potenzae sette in quella di Matera. Nel Potentino gli elettori sono 397.105, nel Materano 176.865.

Dopo la nuova legge elettorale, approvata ad agosto del 2018, si può votare su un’unica scheda e per il solo candidato presidente, tracciando una croce sul nome, oppure per il candidato e una delle liste a lui collegate, sbarrando il simbolo della lista. Il voto al presidente, dunque, non si estende alla (o alle) liste collegate, quello alla (o alle liste), invece, sì. Non è ammesso il voto disgiunto, pena l’annullamento della scheda. Viene eletto governatore il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per il Consiglio regionale si potranno esprimere una o due preferenze a patto che siano un uomo e una donna e appartengano alla stessa lista. In caso di errore, resta valida solo la prima preferenza.

Sono previste, poi, ben tre soglie di sbarramento (la più bassa al 3%) e un premio di maggioranza “graduale”: una coalizione o lista ottiene 11 consiglieri con il 30% dei voti, fino a un massimo di 14 consiglieri. Il presidente eletto sarà anche consigliere, il 21esimo, cioè, oltre i 20 consiglieri eletti, e sarà automaticamente consigliere anche il secondo candidato presidente più votato.

 


 

NB: Questo articolo è stato scritto in forma originale per questo blog il 23 marzo 2019